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  • 2 giorni fa
(LaPresse) «Non con la mia faccia», è il coro scandito che ha aperto il flashmob organizzato da Giornaliste italiane in piazza Capranica a Roma insieme all'invito a denunciare. Un appuntamento, per dire stop alla violenza contro le donne e alla manipolazione delle immagini con l'intelligenza artificiale dopo che alcune giornaliste sono state loro malgrado coinvolte in atteggiamenti pornografici divulgati con video e foto in rete. Con le giornaliste presenti anche tanti esponenti politici come Carlo Calenda, la ministra Roccella, l’esponente di Italia viva, Maria Elena Boschi anche lei vittima questa estate di manipolazioni diffamatorie a sfondo sessuale sulla rete. Nel corso dell’iniziativa, aperta con un minuto di silenzio per Octav Stroici, l'operaio morto nel crollo della Torre dei Conti, sono state raccontate le esperienze di chi è stato coinvolto in prima persona. “Noi non siamo vittime - tiene a precisare Eugenia Roccella, ministra per le pari opportunità - non vogliamo essere vittime e la nostra libertà è una libertà che tutti insieme dobbiamo tutelare, perché la libertà delle donne è la libertà di tutti, non è solo la libertà delle donne.
“Il messaggio fondamentale è la responsabilità, responsabilità di piattaforme, responsabilità di gestori, responsabilità e identità di chi commette il reato - avverte Laura Semenzato, presidente della commissione di inchiesta sul Femminicidio e la Violenza di genere - non è che se tu commetti un reato all'interno della rete non sia violenza, la violenza non è solo fisica, oggi è anche digitale, scollina le pareti della nostra casa e diventa dominio di tutti”. Un dark web, veniamo da una legge a settembre entrata in vigore il 10 ottobre che ha previsto il 612 quarter il reato proprio per chi manipola, condivide foto, alterandole da uno a cinque anni di reclusione.

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Trascrizione
00:00Non con la mia faccia! Non con la mia faccia! Non con la mia faccia!
00:06Vogliamo soltanto iniziare questo flash mob dedicando un minuto di silenzio
00:10all'operaio che ha perso la vita nel crollo della palazzina dell'altro giorno.
00:15Io non me l'aspettavano quando mi è stato detto stai attenta
00:18perché pensavo veramente che fosse una cosa impossibile
00:21e pertanto è violenta e brutta e ti sfregia una cosa del genere.
00:28Con il passaparola sono venuta a sapere che anch'io ero tra le vittime di quel sito.
00:32Purtroppo non è la prima volta che mi succede, mi è capitato anche l'estate scorsa
00:36quando vi ricordate è uscito il caso FICA e di altri siti analoghi
00:40ma mi è successo da quando purtroppo ho iniziato a fare politica
00:43quindi sono anni che subisco queste forme di fotomontaggi, di mistificazioni della realtà
00:50però non ci si abitua mai.
00:52Quello che provi comunque è un senso di disgusto, ti fa schifo vedere il tuo corpo
00:56o fare delle cose che tu non hai fatto e senza la tua volontà.
01:01Noi non siamo vittime, non vogliamo essere vittime
01:04e la nostra libertà è una libertà che tutti insieme dobbiamo tutelare
01:08perché la libertà delle donne è la libertà di tutti, non è solo la libertà delle donne.
01:13Il messaggio fondamentale è la responsabilità, responsabilità di piattaforme, responsabilità di gestori,
01:20responsabilità e identità di chi commette il reato
01:23perché sembra che se tu commetti un reato all'interno della rete non sia violenza
01:27invece la violenza non è solo fisica, oggi è anche digitale
01:30scollina le pareti della nostra casa e diventa dominio di tutti
01:34un dark web.
01:35Veniamo da una legge a settembre entrata in vigore il 10 ottobre
01:38che ha previsto il 612 quater, il reato proprio per chi manipola, condivide foto
01:47alterandole da 1 a 5 anni di reclusione.
01:52Vedo pochi segretari maschi, cioè qui bisogna dare il principio
01:55che questa è una battaglia di civiltà che noi dobbiamo fare come uomini
02:01verso altri uomini che evidentemente non solo gli hanno insegnato il fatto che il mondo è voluto
02:08posso dire che sono proprio dei cafoni.
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