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https://www.pupia.tv - Guido Castelli - Ogni terremoto porta con sé una grande complessità. Il vero indicatore della ricostruzione è la comunità: senza comunità non c’è futuro. Per questo non basta riparare i danni materiali, serve affrontare anche le fragilità preesistenti.
Ieri, al Festival della Soft Economy di Fondazione Symbola a Treia, abbiamo parlato delle radici del futuro: nel Centro Italia la ricostruzione si intreccia con due crisi, quella demografica e quella climatica. Tenerle insieme significa immaginare strategie nuove e di lungo periodo.
Da questa sfida può nascere un modello per le aree interne, basato su una governance multilivello, capace di superare la frammentazione e costruire vere partnership nazionali, con coerenza e visione comune.
#sisma2016 #appenninocentrale #ricostruzione2016 #centroitalia (23.11.25)

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Trascrizione
00:00Comunità presenti, questo è l'incipit del claim, una frase che Simbola ha scelto per le giornate della soft economy
00:12che una volta ancora si celebrano la treia del piano di cadere marchigiano. Da questo punto di vista
00:18molti riscontri, le indicazioni, gli stimoli affinché si possa guardare con nota preciso.
00:24L'obiettivo che è l'elemento centrale della nostra opera di ricostruzione, guardare i fabbricati
00:29ma guardare anche le comunità, le anima, le presenze, i giovani. Tutto ciò che in qualche misura radica
00:35la volontà di rimanere e di tornare nel credere è esattamente l'argomento che stiamo trattando
00:40con molti spunti, con molte indicazioni intelligenti. Siamo qui per lavorare e per pensare.
00:46Lavoriamo sui fabbricati ma pensiamo anche a futuro.
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