L’annoso nodo politico della patrimoniale è il tema al centro della nuova puntata della video rubrica «Non solo numeri» di Daniele Manca. «Il dibattito sulla Legge di Bilancio, una delle più leggere, è stucchevole – nota – Lasciamo da parte le chiacchiere e partiamo da un dato: le patrimoniali esistono già». L’Italia - spiega Manca - incassa circa 640 miliardi tra tasse e imposte. Le patrimoniali (imposte sui patrimoni come case, auto) garantiscono circa 40 miliardi. L’Imu (presente solo sulle seconde case), vale da sola quasi 17 miliardi. Altri 9 miliardi arrivano da bolli e altre tasse. «Colpiscono i ricchi? – è la domanda - Basta intendersi su chi definiamo ricco. Chi ha alti stipendi? E se quella persona ha figli o persone da assistere? E se abita a Milano invece che in un paesino del Lazio? Insomma, definiamo ricca una persona in base al reddito o in base al patrimonio?». Il nodo del problema è fotografato dal confronto tra il lordo e il netto dei lavoratori dipendenti in busta paga: «La verità è che il Fisco italiano, tra flat tax per alcuni e non per altri, tagli del cuneo fiscale, agevolazioni, bonus, tetti e sconti è una confusione unica – commenta - E allora cosa c’è di meglio che dividersi su chi è ricco o no piuttosto che avviare uno studio sul Fisco italiano per avviare una riforma? In gioco c’è il principio semplice quanto comprensibile che chi tra patrimonio e reddito è più fortunato deve pagare di più di chi il patrimonio non ce l’ha e magari ha pure un salario basso».
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