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  • 1 hour ago
“L’esperienza di una diagnosi di tumore al seno non riguarda soltanto chi la riceve, ma coinvolge anche la famiglia, gli amici, il caregiver, i colleghi, l’intera comunità che ruota attorno alla donna. Il tumore al seno è a tutti gli effetti una malattia sociale”. Così all’Adnkronos Salute Alessandra Fabi, consigliera nazionale dell’Associazione nazionale oncologia medica durante la conferenza finale del 27esimo congresso nazionale Aiom che si è chiuso il 9 novembre a Roma. Con 53mila nuove diagnosi ogni anno il cancro alla mammella è tumore più frequente in Italia. Per la prevenzione della neoplasia già esiste il programma di screening attraverso la mammografia biennale. Si calcola che in Italia in cinque anni sono state salvate 13.660 vite grazie alle terapie innovative e alla diagnosi precoce garantita dagli screening. Ma nonostante i grandi progressi scientifici, “la chemioterapia rimane un pilastro fondamentale nella cura dei tumori mammari — nei sottotipi luminali, Her2-positivi e tripli negativi – osserva Fabi -. Sappiamo oggi gestire efficacemente molte tossicità, come la neutropenia o la nausea, ma resta un effetto collaterale che continua ad avere un forte impatto sociale: la alopecia, la perdita dei capelli”.

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Transcript
00:00Il tumore della mammella non è solamente un tumore che colpisce la singola donna,
00:09ma è un tumore sociale. Sappiamo perfettamente la diagnosi di una neoplasia mammaria infiscia
00:15personalmente, ma è una notizia, è una comunicazione ed è un vissuto di tutte le persone che ruotano
00:23intorno alla singola paziente, dal caregiver a tutto il corollario comunitario della nostra
00:29paziente. Diventa una malattia quindi sociale, sempre di più l'impegno anche dell'oncologia a
00:35trattare i temi del sociale. Vedi per esempio l'importanza del caregiver, vedi per esempio
00:40l'umanizzazione delle cure, vedi per esempio la qualità di vita attraverso la rilevazione di quelli
00:45che sono gli effetti collaterali oggi facendo un passo avanti, ovvero non solo i pros, ovvero
00:50l'identificazione del soggettivo attraverso dei questionari di qualità di vita, ma anche la
00:55scrittura attraverso un digitale che possa essere letta dal clinico ancora prima che vede la paziente
01:02il giorno dopo, il giorno prima di effettuare un trattamento. Quindi si deve fare un passo avanti
01:10nel migliorare quelle che sono gli aspetti anche di una politica di cura sociale del tumore della
01:18mammella. Oggi le donne si racchiudono con affetti da un tumore della mammella, si racchiudono tra loro
01:23in questi gruppi sociali ed è da lì che noi abbiamo cominciato a capire quanto fosse
01:29importante trattare anche queste tematiche. Nell'IOM di quest'anno, nel congresso nazionale
01:36veramente c'è stato un salto di qualità perché ci sono state tantissime sessioni dedicate al tumore
01:42della mammella, ad altri tipi di tumori calati nella realtà sociale, l'umanizzazione delle cure.
01:47la medical humanities che è una branca veramente importante perché si possa all'oncologia
01:54entrare sempre di più e non è solamente parlare di cura ma parlare anche di quelli che sono gli
02:02effetti collaterali. La chemioterapia esiste, la chemioterapia esiste esisterà ancora per molto
02:08tempo in tutti i sottotipi biologici, luminali, erdoi positivi, tripli negativi e la chemioterapia
02:14rimane ancora un punto strategico nella comunicazione del trattamento in quelli che sono gli effetti
02:20collaterali. Sappiamo perfettamente oggi curare la neutropenia, curare la nausea e il vomito,
02:25c'è un punto che ancora rimane nonostante alcuni tentativi che è l'alopecia. L'alopecia e il ritorno
02:32al discorso sociale rappresenta la prima tossicità che noi comunichiamo alla paziente perché sappiamo
02:40che l'immagine corporea è un punto cardine di adesione alla cura, è un punto cardine di come
02:45si vive la soggettività della cura perché non ci si guarda allo specchio e si nota appunto
02:53l'alopecia ma sono gli altri che guardano te stessa, sono gli altri che guardano la paziente
02:59ed è su questo che ovviamente bisogna lavorare grazie all'avvento della psico-oncologia che aiuta
03:04molto l'oncologo, aiuta molto la paziente, stiamo sempre più migliorando anche quello
03:12che è l'adesione e l'accettazione di se stesse verso una nuova visione d'immagine anche se è
03:19limitata nel tempo, l'alopecia ha un inizio e una fine ma sono quei mesi importanti perché
03:25ci possa poi avere quella cicatrice interiore che se non ben supportata rimarrà per tutta la vita.
03:32Grazie.
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