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  • 2 giorni fa
Quando si parla di amore, non esistono leggi né formule perfette. Eppure — forse per il bisogno dell’uomo di dare un senso a ciò che sfugge al controllo — sono nate diverse teorie che cercano di analizzare le relazioni, attribuendo definizioni, etichette e risposte. Tra le più note c’è la teoria dei tre amori: secondo questa idea, ogni persona può innamorarsi tre volte nella vita, e ciascuna di queste esperienze ha un ruolo specifico nella crescita affettiva. Roxie Nafousi, coach di sviluppo personale, ne propone una definizione chiara su poosh.com, distinguendo tre tipologie principali: primo amore, amore intenso e amore incondizionato.
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1. Il primo amore: l’incanto della scoperta
Il primo amore è quello che fa battere il cuore e sentire le farfalle nello stomaco. Si prova generalmente in gioventù, ed è intenso, travolgente e pieno di emozioni forti. Spesso viene idealizzato, con maggiore attenzione all’apparenza e al giudizio degli altri che alla sostanza della relazione. Roxie Nafousi lo definisce un amore «in superficie»: può sembrare eterno, ma raramente dura per sempre.Cosa insegna? probabilmente che le commedie romantiche di Hollywood sono fatte da attori per un motivo.
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2. L’amore intenso: le montagne russe emotive
Il secondo amore è quello che scuote davvero la nostra vita. In questa fase, le emozioni sono più profonde e i sentimenti più conflittuali: gelosia, dubbi, insicurezze. L’altro diventa uno specchio delle nostre paure e dei bisogni più profondi. È un amore che mette alla prova, può far soffrire, ma insegna a riconoscere i propri limiti, a crescere e a comprendere meglio ciò che desideriamo. Le relazioni di questo tipo lasciano cicatrici ma anche consapevolezza e resilienza. Cosa insegna? Forse a guardarsi dentro, accettarsi e conoscersi veramente prima di aprirsi agli altri.
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3. L’amore incondizionato: la maturità dell’affetto
Il terzo amore rappresenta la maturità emotiva. Arriva quando siamo pronti a dare e ricevere senza condizioni. Si basa su fiducia, accettazione e rispetto reciproco: non si cerca di cambiare l’altro, ma di camminare insieme. Ci si sente «a casa» con l’altro, accettando imperfezioni e sfumature. Cosa insegna? Forse che l'amore va coltivato e lo si fa in due. Per non farlo appassire serve impegno e volontà.
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È una regola? Assolutamente no
Va precisato, anche se scontato, che non si tratta di una legge matematica. La teoria dei tre amori si basa su statistiche generali e trend, non su norme rigide. Per esempio, lo studio del marchio delingerie Pour Moi - condotto nell'aprile 2024 su 2039 persone di almeno 25 anni -  ha riportato che quasi una persona su tre (31%) ha conosciuto tra tre e quattro partner prima di sceglierne uno stabile.
Inoltre, l’ordine e la durata non sono uguali per tutti: qualcuno può trovare l’amore “incondizionato” prima delle altre fasi, oppure vivere più relazioni diverse che non si adattano esattamente alla “terza”.  L’amore non può essere rappresentato con grafici o numeri. Ciò che le teorie e le ricerche ci offrono sono riflessioni e strumenti di comprensione: ogni relazione ha un valore legato alle fasi della vita che attraversiamo. Comprenderlo è il modo migliore per conoscere noi stessi e imparare ad amare liberamente gli altri.

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