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  • 6 settimane fa
ROMA (ITALPRESS) - Un racconto unico d’immagini e testimonianze che ricordano il dramma delle foibe e degli oltre 300.000 esuli italiani costretti a lasciare la loro terra per conservare la propria identità culturale e storica. Una narrazione che prende nuova vita con l’inaugurazione, a Roma, della Mostra degli Esuli Fiumani, Dalmati e Istriani, promossa da Federesuli. Ottant’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la loro storia trova spazio al Vittoriano, guidato dalla Direttrice Generale Edith Gabrielli, membro del comitato scientifico della mostra. Un progetto voluto dal Professor Giuseppe Parlato, storico e studioso delle vicende del Confine Orientale, recentemente scomparso. Attraverso documenti, fotografie, oggetti e testimonianze dirette selezionati e organizzati da un comitato scientifico multidisciplinare, il percorso espositivo - alloggiato nelle Sale del Grottone e curato dall’architetto Massimiliano Tita - restituisce verità e dignità a una pagina della storia italiana.
mec/mgg/fsc/azn

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00:00Un racconto unico di immagini e testimonianze che ricordano il dramma delle foibe e degli
00:08oltre 300.000 esuli italiani costretti a lasciare la loro terra per conservare la propria identità
00:14culturale e storica. Una narrazione che prende nuova vita con l'inaugurazione a Roma della
00:20mostra degli esuli fiumani, dalmati e istriani, promossa da federesuli. Ottant'anni dopo la fine
00:26della seconda guerra mondiale, la loro storia trova spazio al vittoriano guidato dalla
00:31direttrice generale Edith Gabrielli, membro del comitato scientifico della mostra. Un progetto
00:38fortemente voluto dal professore Giuseppe Parlato, storico e studioso delle vicende del confine
00:44orientale, recentemente scomparso. Gli esuli dalmati, istriani e fiumani hanno in questa mostra,
00:50che è il prologo della nascita del Museo del Ricordo, un punto di riferimento e il segno
00:57che le istituzioni di questo governo sono accanto a loro nella ricostruzione di un percorso
01:03di memoria spesso obliterata, quando non deformata in passato, che restituisca dignità e verità
01:11a una storia così tragica. È una pietra miliare nella nostra storia, in quella storia che era
01:17stata per tanto tempo obnubilata e con questa mostra torna alla ribalza. Un primo scossone
01:25è stato dato con la proclamazione del giorno del ricordo nel 2004, che io ho detto subito
01:33che è una pietra miliare questa, e questa è un'altra pietra miliare di quella storia.
01:39Attraverso documenti, fotografie, oggetti e testimonianze dirette, selezionati e organizzati
01:45da un comitato scientifico multidisciplinare, il percorso espositivo, alloggiato nelle sale
01:51del Grottone e curato dall'architetto Massimiliano Tita, restituisce verità e dignità a una pagina
01:57della storia italiana.
01:59Il risultato importante che questa mostra contribuisce ad ottenere è quello di trasformare
02:04la vergogna di essere stati chiamati profughi per 70 anni nell'orgoglio per un'identità fatta
02:11di valori forti e solidi. Gli esuli in tutto il mondo sono sempre stati esempi di inclusione,
02:16di integrazione e di quella che viene chiamata resilienza, quindi la capacità di ricostruire
02:20una vita partendo da zero.
02:22Completa un percorso un po', fa rientrare nell'alveo della storia d'Italia pagine che non
02:28sono state strappate, come qualcuno dice, perché viene strappata una pagina scritta, ma pagine
02:34che non sono mai state scritte e che per gran parte del popolo italiano, dei nostri connazionali
02:39sono sconosciuti. Quindi è una situazione di ristabilimento della verità, di giustizia,
02:46di compartecipazione di quello che è stato un grande dolore collettivo.
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