Si chiama impatriazia, impatriamento. È un neologismo che significa trasferirsi in Russia sulla base di valori condivisi che riguarda gli occidentali in modo assolutamente sorprendente. Un giornale serio come il Financial Times ne ha dato notizia alcuni giorni fa. Ma questa storia era già piuttosto nota. Ogni mese, diciamo dall'inizio della guerra in Ucraina, fino a 150 occidentali, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Francia, abbandonano il loro paese, abbandonano le nostre libertà e in fuga dalla libertà si trasferiscono nella dittatura di Putin. Nel nome di quali valori? I valori del patriarca Kirill, i valori della tradizione russa di un mondo fermo a secoli fa, i valori del patriarcato, l'odio per le libertà, l'odio per i diritti civili. Eppure tutto questo piace perché dà delle certezze a chi scappa da un Occidente che sembra essere troppo veloce, troppo fluido, troppo libero. Sembra scivolarci via. Bene, questi occidentali in cerca di certezze vengono naturalmente abbracciati da una grande operazione propagandistica del regime di Putin. Non a caso è stato fatto nell'estate del 2024 un decreto ad hoc per loro, che in sostanza consiste nell'attribuire permessi di soggiorno veloci fino a tre anni per stranieri amici provenienti da Paesi stranieri nemici. Ebbene Russia Today ci ha costruito sopra una una narrazione importante per Putin per dimostrare che in fondo ha una qualche forma di attrattiva per gli occidentali. Il paradosso grottesco, drammatico è che dunque mentre migliaia di russi languono nelle carceri di Putin per aver provato a opporsi al dittatore, i dissidenti vengono ammazzati dalla dittatura, centinaia di migliaia di russi sono scappati dall'inizio della guerra per evitare di finire coscritti a combattere contro l'Ucraina o comunque per evitare di vivere in un paese isolato, ridotto a un paese paria. E ci sono questi occidentali che lamentano eccessi di libertà. Che cosa lamentano? Che la propaganda LGBT in televisione indottrina i ragazzini, che le città occidentali sono piene di migranti, che i tassi di criminalità delle città occidentali sono insopportabili. Sono paranoie, certamente sono eccessi di angosce sicuramente e tuttavia sono anche la ragione di fondo che spinge in Occidente molti a optare per la propaganda sovranista e populista nei nostri paesi, sono in fondo la base del trumpismo. Quindi fanno molto bene farebbero molto bene le democrazie occidentali a guardare a distanza questo strano fenomeno ma pur considerandolo come l'effetto di uno specchio deformante, rendersi conto che dentro quello specchio c'è anche una piccola spia, la spia di paure alle quali è bene provare a rispondere.
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