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  • 6 settimane fa
Milano, 24 set. (askanews) - Settembre è il mese dedicato ai tumori del sangue e AIL - Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma - rinnova il proprio impegno per migliorare il benessere dei pazienti non soltanto attraverso un approccio strettamente medico e clinico ma soprattutto rispondendo ai loro bisogni psicologici e sociali. Così prende il via il progetto 'Insieme, si cura', una campagna di sensibilizzazione focalizzata sull'importanza della comunicazione medico-paziente e di un approccio integrato nella gestione delle neoplasie ematologiche. Si parte con 'Il momento della diagnosi: una conversazione tra emozioni e responsabilità'.'Ricevere oggi una diagnosi malattia ematologica o onco-ematologica per una persona pone questa persona in una condizione di vulnerabilità. Questa vulnerabilità è legata al fatto di avere o di temere di avere una malattia che la pone a rischio della vita - spiega Claudio Cartoni, Dirigente Medico Ematologo al Policlinico Umberto I di Roma e Coordinatore del progetto Cure Domiciliari AIL - Quindi il medico che si trova di fronte a un paziente affetto da questo tipo di malattia si trova spesso di fronte alla necessità di non avere troppo tempo, devi spiegare molto rapidamente qual è la terapia, ma contemporaneamente riconoscere che la paura del paziente che riguarda la propria sopravvivenza è un aspetto fondamentale'.'Queste strategie comunicative sono centrate su approcci personalizzati - precisa Anna Costantini, già Direttrice dell'Unità Operativa Dipartimentale di Psiconcologia e Docente presso l'Università Sapienza di Roma -. Chi è quel paziente che abbiamo di fronte quanti anni ha? Qual è la storia della sua malattia fumologica? Cosa sa? Non si tratta quindi di fare ingoiare una pillola di informazione e cercare di fargliela ingoiare il più possibile a una persona che riceve informazioni critiche durante il suo percorso di cura, ma di mandare dei messaggi, di ascoltare il messaggio che ritorna da quel paziente e cercare di coordinarli, in modo che quella persona esca dalla stanza che si è sentita capita, compresa, supportata e che sia pienamente informata che come voleva esserlo'.'Quindi il medico deve avere questa capacità di essere molto tecnico, ma contemporaneamente cercare di essere il più possibile attento alle reazioni che il paziente può manifestare di fronte a una diagnosi di questo genere - sottolinea ancora Cartoni - La sfida per il medico è quella di dover combinare informazioni molto tecniche, ma anche capacità di diciamo sostegno nei confronti del paziente'. Fondamentale è poi intervenire con un approccio integrato da parte di un'equipe mulidisciplinare, composta non soltanto da ematologi ma anche da psicologi, assistenti sociali e fisioterapisti, per fornire così al paziente un percorso di cura sempre più personalizzato e cucito su misura per lui. 'Se è importante che il medico abbia delle capacità di comunicare e di ascoltare, è altrettanto importante la possibilità di avere un approccio che ti consente di inserire nel percorso di cura stesso psicologo ad esempio oppure per quanto riguarda le conseguenze con una malattia comporta, ad esempio il rischio di isolamento sociale, i problemi finanziari i problemi di stigma - evidenzia ancora Cartoni -. L'impatto e il ruolo che può avere un'assistente sociale esperta e competente su questo tipo di aspetti è molto utile, perché può consentire di fare sviluppare un percorso di cura non soltanto basato sulla somministrazione di farmaci e su aspetti di tipo diagnostico'.AIL promuove da anni percorsi formativi per i professionisti della salute e sostiene la creazione di reti di esperti in tutta Italia. Un esempio concreto è rappresentato dal progetto 'Cure Domiciliari.'Un percorso integrato-clinico è destinato non soltanto al paziente, voglio ribadirlo, mai ai familiari - puntualizza il Coordinatore del progetto Cure Domiciliari AIL - E AIL ha una lunga storia di supporto a questo tipo di programmi che sempre di più si stanno implementando e realizzando nel sistema sanitario'.

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00:00Settembre è il mese dedicato ai tumori del sangue e AIL, Associazione Italiana
00:05Contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma, rinnova il proprio impegno per migliorare
00:10il benessere dei pazienti, non soltanto attraverso un approccio strettamente
00:14medico e clinico, ma soprattutto rispondendo ai loro bisogni psicologici
00:19e sociali. Così prende il via il progetto Insieme Sicura, una campagna di
00:24sensibilizzazione focalizzata sull'importanza della comunicazione
00:28medico-paziente e di un approccio integrato nella gestione delle neoplasie
00:32ematologiche. Si parte con il momento della diagnosi, una conversazione tra
00:37emozioni e responsabilità.
00:39Ricevere oggi una diagnosi malattia ematologica o onco-ematologica per una
00:45persona pone questa persona in una condizione di vulnerabilità e questa
00:51vulnerabilità è legata dal fatto di avere o di tenere di avere una malattia che la
00:57pone al rischio della vita. Quindi il medico che si trova di fronte a un
01:03paziente affetto con questo tipo di malattia si trova spesso di fronte alla
01:08necessità di non avere troppo tempo. Deve spiegare molto rapidamente qual è la
01:13terapia, ma contemporaneamente riconoscere che la paura del paziente che
01:19riguarda la propria sopravvivenza è un aspetto fondamentale.
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01:29Chi è quel paziente che abbiamo di fronte? Quanti anni ha? Qual è la storia della
01:33sua malattia fino ad oggi? Cosa sa? Non si tratta quindi di far ingoiare una
01:38pillola di informazione, cercare di fargliele ingoiare il più possibile a una
01:44persona che riceve informazioni critiche durante il suo percorso di cura, ma di
01:50mandare dei messaggi, di ascoltare il messaggio che ritorna da quel paziente e
01:56cercare di coordinarli in modo che quella persona esca dalla stanza che si è sentita
02:05capita, compresa, supportata e che sia pienamente informata per come voleva esserla.
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02:19contemporaneamente cercare di essere il più possibile attento alle reazioni che il
02:25paziente può manifestare di fronte a una diagnosi di questo genere.
02:29La sfida per il medico è quella di dover combinare informazioni molto tecniche, ma anche
02:35capacità di sostegno nei confronti del paziente.
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02:55personalizzato e cucito su misura per lui.
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03:07importante la possibilità di avere un approccio che ti consente di inserire nel percorso di
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03:29può avere un assistente sociale esperta e competente su questo tipo di aspetti è molto
03:38utile perché può consentire di far sviluppare un percorso di cura non soltanto basato sulla
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03:59di reti di esperti in tutta Italia.
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04:13ma ai familiari.
04:14Ed AIL ha una lunga storia di supporto di questo tipo di programmi che sempre di più
04:21si stanno implementando e realizzando nel sistema sanitario.
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