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«Quando scelgo i ruoli prendo sempre in considerazione il significato del film». Claudio Santamaria, ospite di «Voci da Venezia» in dialogo con Chiara Maffioletti, racconta che sono state alcune esperienze negative, da giovane, ad averlo fatto riflettere su come scegliere i lavori. «Ora mi chiedo: "Andresti a vedere questo film?" e se la risposta è sì, allora lo faccio. Per me esistono solo due generi di film: quelli belli e quelli brutti. Non faccio altre distinzioni». Alla domanda «Quando hai capito di essere bravo a fare l'attore», Santamaria sorride e risponde: «Avevo 16 anni, dopo il primo saggio della Scuola di recitazione e doppiaggio. Ero convinto di voler fare l'architetto, ma il mio insegnante dell'epoca mi disse che avevo talento e avrei potuto fare questo mestiere. Fu la prima volta che qualcuno mi fece percepire questo talento, poi ci ho messo anni per acquisire davvero la consapevolezza». E sui messaggi per Gaza alla Mostra del Cinema di Venezia ha concluso: «Esporsi è necessario».
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NovitàTrascrizione
00:00Claudio Santamaria, grazie per la storia che spettacolo, è bello ritrovarti qui a Venezia
00:09dove sei stato premiato.
00:11Sì, un premio per un film a cui tengo molto che è Il Nibbio, racconta la storia di Nicola
00:16Calipari, quel mese di prigionia di Giuliana Sgrena in Iraq nel 2005, durante la seconda
00:24guerra del Golfo e oltre a raccontare una vicenda storica, importante del nostro paese, racconta
00:31soprattutto una grandissima, importantissima figura come quella di Nicola Calipari che era
00:38un grande mediatore, un uomo di pace che ha combattuto sempre questa sua battaglia utilizzando
00:44l'unica e potente arma della mediazione, rappresentava proprio uno spirito dei servizi segreti che
00:52è tutto italiano, quello del dialogo, dell'apertura e della comprensione dell'altra parte, quindi
00:58è un film importantissimo e sono molto felice di aver ricevuto questo premio.
01:03Quando scegli i ruoli da interpretare, visto che sei particolarmente prolifico e ogni tuo
01:09ruolo è sempre premiato dalla critica e dal pubblico, ma fai anche un ragionamento su quello
01:15che potrebbe essere il messaggio che passa attraverso…
01:18Ma guarda, molte volte sicuramente è una questione di significato del film, questo anche
01:26prendo in considerazione, fondamentalmente io ho sempre avuto un principio, questo dall'inizio
01:30della mia carriera, a volte mi sono ritrovato quando ero molto più giovane a fare dei progetti
01:37in cui mi sentivo scomodo, in cui mi sono ritrovato a dire ma che l'ho fatto a fare questo
01:42film, quindi diciamo che fin da subito, dopo queste esperienze negative mi sono detto
01:50andresti a vedere questo film al cinema?
01:53Sì, allora fallo, questo è il mio principio di scelta.
01:58Poi chiaramente un film così, appena l'ho letto l'ho subito abbracciato e sposato il progetto
02:07perché era una sceneggiatura scritta in maniera egregia da La Sandro, Petraglia e Lorenzo
02:15Bagnatori, è un film importante, insomma quello anche è chiaramente un motivo di scelta.
02:22Cioè io non disdegno nessun tipo di genere di film, per me esistono due generi di film,
02:28quelli belli e quelli brutti.
02:30Qui può essere anche una grande commedia, può essere un dramma, può essere un film
02:36sociale, ecco chiaramente i film di impegno sociale o comunque i film in cui si raccontano
02:42storie così importanti per il nostro paese, è ovvio che la partecipazione emotiva è naturalmente
02:49più coinvolta e più intensa, perché sono storie che ti toccano nel profondo.
02:55Ecco, quindi io quando ho letto la sceneggiatura del Nibbio mi sono commosso, quindi…
03:02C'è un significato…
03:03C'è un significato, chiaramente un'adesione emotiva più forte.
03:08Certo, questo lo capisco infatti.
03:11Io mi stavo in realtà agganciando, stavo riflettendo sulla tua carriera, ci è capitato
03:15ad ospitare in questo spazio anche Moira Mazzantini nei giorni scorsi e diceva, facendo un esempio
03:21di talento che si individua subito in una persona ha fatto il tuo nome, dicendo che lei
03:27l'aveva visto subito in questo ragazzo, questo qualcosa di diverso.
03:31Qui a Venezia ci sono un po' di film che parlano di questo, come quello di Donzelli che magari
03:35se non hai avuto ancora modo di…
03:37No, no, li vedrò, perché a Venezia arrivi e sei frullato a destra e manca, quindi non
03:42hai possibilità di vedere film.
03:44Esatto, esatto. Però appunto il talento, secondo te, se c'è, viene sempre riconosciuto
03:49o tu avresti potuto fare, se la vita avesse preso pieghe diverse, anche un altro mestiere
03:54o un'altra professione?
03:56Beh, guarda, questo mestiere è un mestiere molto delicato, ha le sue fragilità e ha i
04:05suoi momenti, bisogna essere preparati al momento giusto, nel posto giusto, è un lavoro
04:13fatto di tanti fattori che non riesci a controllare, quindi l'unica cosa che si può fare è quella
04:22di essere preparati, se arriva il momento in cui c'è la possibilità di essere notati,
04:28di fare un buon lavoro, quindi la preparazione per me è fondamentale e lo studio anche continuo
04:33fondamentale, perché come diceva il grande Stanislavski, nella vita come nell'arte non
04:41esiste lo stare fermi, o si va avanti o si va indietro, quindi è un mestiere che ti permette
04:46di imparare sempre, quindi anche, anzi, secondo me quando uno ha una carriera già avviata da
04:53tanti anni, ha dei riconoscimenti, questo studio e questa preparazione sono ancora più
04:59richiesti, perché c'è un'aspettativa ancora maggiore, io mi rendo conto che quando ero
05:03un ragazzo, un ragazzino, ho fatto i primi film, avevo 23 anni, ho lavorato con Muccino,
05:10con Bertolucci, mi sentivo più libero, perché nessuno mi conosceva e dovevo dimostrare, quindi
05:19avevo, come dire, dicevo se mi prendono per questo film mi danno qualcosa, se non mi prendono
05:27non mi tolgono nulla, c'era la leggerezza, c'era la grandissima leggerezza da parte mia
05:32che devo dire negli ultimi anni ho ritrovato, grazie a comunque a una stabilità attoriale,
05:40all'esperienza acquisita, anche a una stabilità oltre che professionale anche personale, di vita,
05:47no? Quindi ritrovo, ecco, ultimamente sto ritrovando quella stessa spensieratezza che avevo
05:55da giovane, forse starò invecchiando. No, è una cosa molto bella invece, liberarsi dal
06:00peso delle aspettative. Assolutamente. Questo è bello, però come dicevi è vero che l'asticella
06:05si alza sempre di più, quando poi tutti iniziano a dirti quanto sei bravo, quanto sei bravo,
06:09cioè avrai anche un ruolo nel film di Dishnabel, in cui reciti, l'hai già fatto molte volte,
06:15però in inglese perfettamente, tutto, anche quello credo che sia un passaggio ulteriore
06:20forse. Sì, sì, poi ancora prima ho girato The Return, quello con Itaga, Il Ritorno, con
06:27Ray Fiennes e Giulia Binoscia, è stata una grandissima occasione, possibilità di confrontarmi
06:32con un'altra lingua come l'inglese, perché c'era richiesto di essere inglesi, madrelingua,
06:39madrelingua, quindi mi sono messo sotto e studiavo tutto il giorno.
06:44E lui come si fa tutto il giorno?
06:46Si fa che la ripetizione è la madre della maestria, quindi ero al supermercato a fare
06:51la spesa con le cuffiette, con i dialoghi sotto registrati da Hello Coach, me li ascoltavo,
06:58me li ripetevo, quindi la gente mi vedeva parlare da solo in inglese, ripetermi le battute
07:02milioni di volte, perché è l'unico modo per acquisire poi una lingua che non ha significato
07:11intrinseco per te, se dici alcune parole, se dici amore, ha un significato intrinseco,
07:18perché è una parola che è dentro di me dalla nascita, se lo dico in inglese non ha
07:22la stessa potenza, quindi devi fare un po' il doppio della fatica, questo confrontandomi
07:28poi con Rafe, che tutti conosciamo come Ralph Fiennes, ma in realtà si dice Rafe Fiennes,
07:35lui mi disse che ebbe lo stesso problema quando dovette girare un film in russo, in cui doveva
07:41essere un russo, si è ritrovato anche lui con delle parole che erano vuote per lui di
07:49significato, quindi ha dovuto fare lì il doppio della fatica.
07:52E quindi anche questo è un'altra delle sfide, ma so che non è facile rispondere a una domanda,
07:56ma so anche che sono una persona molto sincera, per cui tu quando è che hai capito di essere
08:00bravo, bravo a fare questo lavoro?
08:06Avevo 16 anni e io feci la prima scuola di recitazione e doppiaggio, perché mi interessava
08:13più che altro il doppiaggio, e quindi feci il mio primo saggio a quell'età e il mio insegnante
08:21dell'epoca mi disse, ma tu che puoi fare nella vita?
08:25Dice, non lo so, io vorrei fare l'architetto.
08:30Io ho detto, perché?
08:31Dice, perché secondo me tu hai del talento e puoi fare questo mestiere.
08:34E lì fu la prima volta che qualcuno mi fece sentire, mi fece percepire questa cosa qua,
08:44questo talento, poi dopo ci ho messo degli anni per elaborare questo suo incitamento e acquisire
08:53veramente la consapevolezza e la forza, però credo che in questo mestiere la comodità sia
09:01sempre, permettimi il gioco di parole, scomoda, nel senso per un attore essere comodo a volte
09:07e la morte. La mia insegnante poi successiva, Beatrice Bracco, ci diceva sempre, in scena
09:17la sicurezza è un cadavere. Quindi questo mio essere sempre incerto nel mio mestiere mi
09:24ha sempre dato qualcosa di più. Questo sentirsi scomodo per un attore è un grande privilegio,
09:34ecco, perché non ti fa mai sentire al sicuro e quindi qualcosa dentro ti lavora sempre,
09:41ti brucia sempre, quindi questo ti dà una grande energia, una grande presenza, no?
09:47Quindi si traduce in bravura per noi che ti guardiamo.
09:50Lo spero, lo spero.
09:52Sicuramente. E se dovessi dirmi un film che non necessariamente è il più bello che hai
10:00visto, però che in un momento della tua vita ti ha fatto sentire qualcosa di diverso,
10:06magari qualcosa che ti ha mosso, forse quando eri ragazzo, bambino anche.
10:14È difficile, io non so mai rispondere a queste domande. Quando rispondo poi?
10:18Ti vengono in mente gli altri.
10:19Dopo che è finita l'intervista, me ne vado, stasera dico ma perché non ho detto quello?
10:25Ma qua non diciamo il, uno che ti viene in mente.
10:27Beh, innanzitutto penso a un regista, anzi a due registi, forse Fellini e David Lynch,
10:33ecco, mettiamo subito innanzitutto i pilastri.
10:36Ecco.
10:39Perché direi anche Tarkovsky, per quanto riguarda un film e un episodio di un film di
10:46Andrei Rublev, del ragazzino che costruisce la campana, non sa quello che sta facendo,
10:51perché il papà è morto e gli chiedono di costruire questa campana per ricostruire la chiesa
10:56distrutta dalla guerra e lui si lancia in questa impresa non sapendo quello che sta
11:01facendo.
11:02Ha visto lavorare il padre per tanti anni e alla fine quando la campana suona, lui dopo
11:09giorni di lavoro, una campana gigante, lui crolla a terra e piange perché ha capito,
11:15quello è il talento.
11:16Certo.
11:16Lanciarsi in un'impresa e poi dopo scoprire che si è capace di farlo.
11:22Quel film lì mi ha fatto capire molto sul talento di Fellini direi 8 e mezzo, ma anche
11:30Roma di Fellini, perché sono film che mi hanno fatto capire che il cinema può essere
11:36altro dalla realtà, può raccontare la realtà attraverso metafore, immagini che apparentemente
11:48non c'entrano niente l'una con l'altra, ma che seguono comunque un filo narrativo, logico
11:55ed emotivo e anche lo stesso David Lynch, quando vedi, chiaramente non ero bambino perché
12:00non è uscito quando ero bambino, quando vedi Mulholland Drive di Lynch, non ho parlato
12:06per una settimana, non ho visto un film al cinema per una settimana, sono rimasto una
12:12settimana a pensare a quel film, le immagini di quel film mi hanno inseguito anche di notte
12:19e tutto il giorno io non faccio altro che pensare a quel film, a come fosse stato costruito,
12:24concepito, girato, diretto, è un film forse uno tra i miei preferiti.
12:33Certo, non posso capire.
12:34Da bambino invece un film che mi ha dato secondo me il gusto cinematografico per il
12:43tipo di storia, anche per la fotografia, per i dialoghi, per com'è girato e per com'è
12:47recitato e profondo rosso di Dario Argento.
12:49Ah, eri un bambino coraggioso allora.
12:51Sì, beh, quello e l'esorcista mi hanno tolto proprio il sonno, è lì che ho iniziato
12:58a vivere la notte, forse è lì che…
13:01Immagino, immagino che poi fosse così.
13:04Ecco, quel film lì mi ha dato proprio il gusto del cinema perché è un film straordinario.
13:08Sono enormi, è vero.
13:10Sì.
13:10Senti, a proposito del cinema che arriva potente, manda dei significati, dei messaggi, in questa
13:16Venezia più che mai forse, abbiamo visto anche come il cinema inteso come istituzione
13:22possa mandare un messaggio, in questo caso parliamo di Gaza e della mobilitazione.
13:27Assolutamente.
13:28Tu ritieni, c'è anche chi dice che non sia necessariamente il contesto giusto, tu cosa
13:34ne pensi?
13:34guarda, se prendiamo per buono il fatto che non sia il contesto giusto allora è ancora
13:41più forte perché quando è stridente il messaggio arriva più forte, no?
13:46Il cinema, voglio dire, e il Festival di Venezia, l'arte in genere non è una bolla separata
13:53dalla realtà, dalla società, da quello che viviamo, quindi perché non dovrebbe essere
13:58positivamente contaminata da un messaggio così importante?
14:05Per quale motivo?
14:06L'arte, voglio dire, nasce da persone sensibili e le persone sensibili non possono chiudere
14:12gli occhi, voltarsi dall'altra parte, far finta di nulla rispetto a quello che sta accadendo,
14:17quindi secondo me è importante che anche un festival così dia risonanza, così come
14:26il cinema attraverso i film da risonanza a delle storie, dia risonanza a una questione
14:33urgente, umanitaria così importante, poi ancora di più attraverso ciò che accade fuori
14:39dalle sale cinematografiche di Venezia, perché i film non li vedono tutti, le passerelle invece
14:44sono viste in tutto il mondo, quindi secondo me è assolutamente necessario.
14:51Grazie, grazie per questo momento, grazie mille.
14:54Grazie.
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