I Libri di Alice (Seconda Stagione)
Dopo il successo dei 30 Episodi e delle 30 Recensioni pubblicate nel 2024, torna il Book Club di DG Network dedicato al mondo dei Libri.
Recensioni senza filtri né censure. Best Seller, Classici ma anche Novità e Autori Indipendenti, il meglio dell’Editoria Italiana ed Internazionale.
In questo Episodio: BENITO, PRESENTE! di Paolo Ruffini
Ascolta il Podcast de “I Libri di Alice” su www.dgnetwork.it o Leggi le Recensioni sul Magazine dg85.it
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In questo Episodio: BENITO, PRESENTE! di Paolo Ruffini
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Categoria
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ApprendimentoTrascrizione
00:01Benito presente di Paolo Ruffini. Paolo Ruffini nasce a Livorno nel 78 e è noto al grande pubblico
00:09come un attore, conduttore televisiva o registra, autore cinematografico e produttore teatrale.
00:16Ha avuto grandi successi al cinema con Vosodo, Natale a Miami o Fuga di Cervelli e ha condotto
00:23diverse edizioni di Colorado. Parallelamente ha proseguito la sua carriera teatrale e si è
00:29impegnato soprattutto nel sociale con Up and Down, il progetto con cui lavora con attori disabili.
00:36Nel 2022 ha prodotto un docufilm il cui lavoro ha ispirato le ricerche per questo libro. Benito
00:44presente esce a marzo del 2025 con Baldini Castoldi nella collana I Lemuri. Allora, brevemente come
00:54sempre la trama di questo libro. Siamo a Milano, giorni nostri, protagonista di questo libro un
01:02po' particolare è Edoardo Meucci, un professore di un liceo classico, insegna storia, in una classe
01:10di adolescenti e classico uomo di mezz'età, di una sinistra politica, quella sinistra che si lamenta
01:20tendenzialmente. C'è le primi due capitoli dove praticamente il professor Meucci nel solo
01:26tragitto tra casa e scuola sulla metropolitana ha un'ondata di lamentele continue dall'abbigliamento
01:35al modo di vivere dei giovani, alla musica, al modo di conversare tra di loro o non conversare,
01:43l'uso dei telefoni, l'uso dei social, il fatto di vestirsi in un certo modo piuttosto che di non
01:51leggere certi libri o di leggere certi altri, di guardare certe cose in tv. Insomma, è il classico
01:57insegnante rancoroso probabilmente, non si è convertito diciamo così alla modernità, ha ancora un vecchio
02:07telefono a chiocciola di quelli che si avrono e si chiudono, non ha uno smartwatch, rifiuta qualunque
02:14tipo di social o comunque sia di tv streaming, è un uomo un po' particolare, legge l'unità, compra il
02:24giornale, ha lo stesso abbigliamento di quando era ragazzo, insomma è un tipo un po' particolare e nel suo
02:33liceo dove insegna è conosciuto dai più per essere appunto un uomo di sani principi, con i suoi
02:40principi e non lesina sicuramente di perdere le staffe molto sovente con i suoi alunni, molto
02:48sovente appunto a parte brutti voti o sgridate in classe, tende a alzare quasi anche le mani
02:55prendendo di peso questi ragazzi e sbattendoli fuori dalla classe. L'ultimo episodio in cui succede
03:01questo viene convocato dal preside il quale con i genitori del ragazzo presente si trova costretto a
03:08sospenderlo e retrocederlo, quindi lo deve mandare a fare il maestro elementare in un altro posto.
03:17Combinazione delle combinazioni si ritrova a fare il maestro di scuola elementare a Predappio, ora lui
03:23un fermo antifascista, vivere a Predappio gli sembra proprio uno scherzo del destino, in una scuola
03:29elementare dove i suoi metodi, che ovviamente non cambia, come potete immaginare suscitano nei
03:36bambini di sette anni dello sgomento se non dire altro perché questi bambini si ritrovano un uomo
03:42burbero che gli chiede nozioni che non sono adatte alla loro età perché lui è abituato a adolescenti
03:49quindi ha un tipo di istruzione decisamente diverso quindi si ritrova una classe di bambini
03:55piangenti, la preside lo minaccia di licenziarlo e quindi lui il secondo giorno si arma di tanta
04:02buona pazienza con l'intento di provare a rigare dritto su un altro per mantenere il suo posto di
04:07lavoro. Peccato che durante questo secondo giorno per una serie fortuita di casualità complici, un
04:16tuono, un fulmine, un temporale, una botta in testa data ad un collega, improvvisamente il nostro
04:21Edoardo si risveglia nel 1890 a Predappio nella scuola elementare di Benito Mussolini, con lui anche
04:29il suo compagno, collega, compagno perché anche lui fermo sostenitore della sinistra, Luigi con cui
04:37ha sbottuto la testa. Insomma un ritorno al passato un poco, al ritorno al futuro per capirci, una storia
04:44un po' fantascientifica, dove però ci si scontra con una realtà che conosciamo. Quindi a questo
04:51punto Edoardo facendo l'appello e leggendo Benito Mussolini e vedendo alzarsi questo bambino che gli
04:58dice presente, rimane un attimo sconcertato perché in cuor suo non si capacita. Con il suo collega Luigi
05:07cercano a questo punto di capirci qualcosa e decidono che in qualche modo devono, possono, devono e hanno la
05:13possibilità di impedire a questo bambino di diventare il futuro duce, quindi in qualche modo
05:19vogliono farlo fuori. Il problema però viene nel momento in cui Edoardo si rende conto che davanti
05:26ha un bambino, un bambino di sette anni che frequentandolo e facendoli da maestro si rende
05:33conto di essere un bambino maltrattato in qualche modo, un bambino punito, sovente, incolpato, sovente,
05:43un bambino sì con delle reazioni anche molto violente, un bambino che reagisce, un bambino che
05:48viene sfidato, viene bullizzato dai suoi compagni di classe che però appunto invece di star lì e
05:55subire purtroppo reagisce e viene punito per aver reagito. Cilegina sulla torta la madre di Benito
06:02Mussolini e la preside della scuola che nel momento in cui il nostro Edoardo, abituato a prendere e buttare
06:09fuori dalla classe i suoi alunni, fa la stessa cosa con Benito e si trova davanti la preside e quasi
06:15si scusa perché al giorno d'oggi non si potrebbe fare, invece la preside e la mamma di Benito gli
06:20dice benissimo cosa ha fatto, lo stava picchiando, faccia pure, io a caso gli ne do altre. Quindi il
06:26metodo educativo sicuramente lascia un po' desiderare, ma il punto è può semplicemente
06:31l'educazione, l'istruzione o il contesto in cui un bambino vive, cambiare tra virgolette la storia
06:38che questo bambino andrà a scrivere. Paolo Ruffini ci fa concentrare più che sul tema diciamo di gran
06:46moda del fascismo, del duce, quindi non è il classico libro, l'ennesimo libro che parla di qualcosa
06:52del duce che non conosciamo, che non sappiamo, ma ci focalizza in una storia diciamo inventata,
06:58ma frutto di ricerche, quindi su basi reali, perché il contesto genitoriale familiare di Benito
07:05Mussolini è realmente stato questo, ci comunque fa concentrare sul ruolo che potrebbe avere un
07:13contesto diverso sulla mente di un bambino di sette anni. Il ruolo degli insegnanti, il ruolo dei
07:20genitori, facciamo sempre presente che siamo all'inizio del secolo, in una situazione comunque di campagna,
07:27dove c'era molto da lavorare, i bambini molte volte non studiavano e andavano a lavorare con i
07:33genitori, non c'erano grossi slanci di affetto, a scuola appunto le punizioni corporali erano
07:40all'ordine del giorno, quindi diciamo che non so fino a che punto un insegnante diverso, un'istruzione
07:48diversa possa influire in questo modo. Diciamo che ho avuto l'occasione e il piacere di assistere
07:56alla presentazione di questo libro durante il Salone del Libro di Torino di maggio del 2025,
08:02quindi di questo mese, e ho avuto il coraggio, chi mi conosce benissimo di persona sa che probabilmente
08:10non l'avrei mai fatto, ma chissà perché in questo contesto ce l'ho fatta, di fare questa domanda
08:15proprio Paolo Ruffini, e la mia domanda era la seguente appunto, chi ci dice che un bambino come
08:24Benito Mussolini, a cui viene spiegato la differenza dal bene e dal male, possa renderlo un bambino
08:29migliore? Non è forse un po' semplicistico? Tutti i compagni in fondo sono stati cresciuti nello stesso
08:34modo, perché lui diventa così e gli altri no? La risposta di Paolo e del relatore con lui è stata molto
08:42articolata, ma il succo è stato un po' questo, che è vero, e lui mi ha risposto che il problema non è
08:48quello che si fa con il dolore, cioè il problema è quello che si fa con il dolore, scusate, e se
08:55permettiamo al dolore di renderci malvagie abbiamo perso, quindi la vera vittoria è far sì che il dolore
09:00ci renda migliori, cosa vuol dire questo? Che dall'infanzia, tra virgolette, travagliata, che può aver
09:06vissuto benito, il fatto di aver ceduto in qualche modo all'astio, al rancore, vuol dire aver perso
09:14l'occasione di usare quell'insegnamento per farne qualcosa di buono, sicuramente sono d'accordo, però a
09:22questo punto è altresì vero che si sta pur sempre parlando di un bambino, un bambino a cui viene sempre
09:27solo insegnata una cosa, che a istigazione si risponde, bisogna essere uomini di un pezzo, il padre
09:36un socialista convinto, violento, quindi comunque lui a casa impara questo, a scuola viene pulito
09:43corporalmente, quindi impara questo, è un bambino a cui mancano degli altri aspetti, quindi il fatto
09:52che si dia per scontato che un bambino riesca a capire che quello è sbagliato in autonomia è
09:59effettivamente difficile. Non lo so, da un lato sicuramente inizialmente il libro mi ha fatto
10:08odiare Edoardo come insegnante perché veramente è un uomo altrettanto rancoroso, cioè si va tanto
10:14denunciando la vita comunque di Benito Mussolini in questo caso, ma alla fine il nostro Edoardo
10:22spara a zero su chiunque ed è violento anche lui, l'unica differenza è che non ha diciamo istituito
10:27un partito nazionale socialista e non è diventato primo ministro creando quello che poi si è
10:33creato, per carità giustissimo, però di base il comportamento è lo stesso, il rancore è lo stesso
10:39e la cattiveria è la stessa, quindi inizialmente ho odiato un po' Edoardo, nel corso del libro anche
10:46lui si rende conto che effettivamente l'insegnamento positivo porta a pensieri positivi e porta ad apprezzare
10:55delle cose che diversamente non si sarebbero notate, che lui stesso non aveva notato di Benito Mussolini
11:01ma che guardandolo con un occhio diverso si rende conto avere anche questo bambino in sé
11:06diversamente Ruffini non punta a farci piacere Benito Mussolini ma secondo me il punto è un altro
11:18il concetto dell'uso di quello che la vita ci offre in base al nostro contesto e il fatto di poterlo
11:27utilizzare per il meglio e non cedere alla via più facile che è quella di autocommisurazione e quindi
11:35poi di incattivimento e di rancore e di comportamenti vendicativi in qualche modo. Ho letto appunto molte
11:46recensioni che parlavano del solito libro noioso senza capo né coda io onestamente l'ho trovato
11:54ironico al punto giusto scritto bene mi ha fatto venire molte domande mi ha fatto avere il coraggio
11:59di farne addirittura una dal vivo e quindi sicuramente è stato un libro che ha smosso
12:06qualcosa in me quindi leggetelo perché potrebbe anche stupirvi