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  • 8 mesi fa
Torino, 10 mar. (askanews) - Due mostre che si concentrano sull'idea di forma, declinata in modi diversi, ma ugualmente affascinanti. La Galleria Mazzoleni di Torino ospita, in primo luogo una grande personale dedicata a Marcello Morandini, "Geometrie senza tempo", che attraversa tutta la carriera di un artista che ha lavorato sulla ricerca del divenire, attraverso una precisione maniacale, che apre però lo spazio a diverse possibilità, all'immaginifico e alla meraviglia. Con un'estetica rigorosa, ma fertile, e attraverso l'uso del bianco e nero, con l'unica concessione al grigio."Quello che mi interessa - ha detto Morandini - è la forma e le forme; non c'è colore in quanto il colore è importantissimo, noi siamo anche colore, però nel mio lavoro sarebbe un disturbo notevolissimo, perché darebbe dei valori che non fanno parte di questa ricerca chiamiamola calvinista, che amo molto e che faccio dal 1963-1964".La mostra parte proprio dalla prima opera di Morandini e, attraverso sale che sembrano modellarsi proprio sulle forme dei lavori esposti, arriva fino a oggi, celebrando anche i 60 anni di carriera dell'artista e la sua ricerca solo apparentemente così rigida.La seconda mostra, al piano terra della galleria, è invece dedicata alla mitologia: "Il fascino del Mito" ed è una collettiva che presenta opere di Alberto Savinio accanto al fratello Giorgio de Chirico, di Salvo e di Jorge Méndez Blake, e soprattutto un lavoro potente e sempre evocativo di Giulio Paolini, "L'altra figura", che affronta il tema della classicità e, al tempo stesso, lo ribalta del tutto con la giustapposizione di forma e rovina. La modernità che affligge il tempo e, contestualmente, lo fa evolvere. Forse questo è proprio il senso dell'indagine sul mito tra l'antico e il contemporaneo.

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00:00Due mostre che si concentrano sull'idea di forma, declinata in modi diversi ma
00:04ugualmente affascinanti. La Galleria Mazzoni di Torino ospita in primo luogo
00:08una grande personale dedicata a Marcello Morandini, geometria senza tempo che
00:13attraversa tutta la carriera di un artista che ha lavorato sulla ricerca
00:15del divenire, attraverso una precisione maniacale che
00:19apre però lo spazio a diverse possibilità all'immaginifico e alla
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00:26nero con l'unica concessione al grigio.
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01:07sembrano modellarsi proprio sulle forme dei lavori esposti, arriva fino a oggi
01:12celebrando anche i 60 anni di carriera dell'artista e la sua ricerca solo
01:16apparentemente così rigida. La seconda mostra, al piano terra della
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01:24collettiva che presenta opere di Alberto Savinio accanto al fratello
01:27Giorgio De Chirico, di Salvo e di Jorge Mendez Blake e soprattutto un lavoro
01:31potente e sempre evocativo di Giulio Paolini, l'altra figura che affronta il
01:36tema della classicità e al tempo stesso lo ribalta del tutto con giusta
01:40posizione di forma e rovina. La modernità che affleggia il tempo e
01:44contestualmente lo fa evolvere, forse questo è proprio il senso dell'indagine
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