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  • 07/05/2015
Scure sulla forza lavoro da parte di Areva. Il colosso francese della tecnologia per il nucleare vuole tagliare 6.000 dei 42.000 dipendenti entro la fine del 2017, la metà dei quali in Francia.

E intende anche ridiscutere bonus, retribuzione accessoria, orari. Tra i sindacalisti prevale una forte perplessità sul piano e la rabbia per l’incertezza sul futuro dell’azienda.

Jean Pierre Bachmann, esponente del Cfdt (Confédération française démocratique du travail) ha commentato così: “viene proposta la soppressione di posti di lavoro, la rimozione di diritti, delle garanzie collettive. La soppressione degli elementi della retribuzione…tutto in nome della produttività, ma senza nessuna garanzia”.

“Non si sa – afferma Jose Montès, delegato sindacale di Areva – se la metà del gruppo verrà venduta, ciò che farà Edf, non si sa quali saranno le strategie con i cinesi. Non si sa niente. La sola cosa che sappiamo è che vogliono abbassare il monte salari”.

Degli 8,3 miliardi di fatturato de

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