IN QUATTRO SERATE (DUE EPISODI A PUNTATA), Sandokan ha centrato se non superato ogni più rosea previsione. Dopo tanta attesa, la miniserie con la star turca Can Yaman ha fatto risalire i dati d'ascolto della tv generalista, diventando da subito il fenomeno televisivo dell'anno. Una tv nazional-popolare che attinge alla tradizione letteraria (Emilio Salgari) e al genere avventuroso perfetta anche per il mondo globalizzato contemporaneo. Sfruttando tutto il fascino dei suoi protagonisti (il divo Yaman, ma anche la simpatia autoironica di Alessandro Preziosi) non teme di lasciarsi andare sul lato più fantasioso, mixando feuilletton e avventura, con una storia che va al di là dei "soliti" confini della fiction nostrana e punta anche alla spettacolarità delle scene d'azione e di lotta. Esotico, amore, potere, pirati, scontri fisici e culturali (riletti in chiave identitaria contemporanea). Una grande produzione, ricca nel budget e nei riferimenti culturali, ad altezza di Il conte di Montecristo, per dire.
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