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  • 5 ore fa
Bilbao, 5 dic. (askanews) - Forse non tutti lo coglieranno e forse non tutti saranno pronti o d'accordo. Ma la mostra "Arti della Terra" presentata nel Museo Guggenheim di Bilbao in qualche modo rappresenta un cambiamento che non è rinviabile, una presa di posizione di fronte allo stato del pianeta che deve coinvolgere anche il discorso culturale e artistico. Nelle grandi sale progettate da Gerhy trovano spazio alberi, foglie, materiali e soprattutto terra, in un percorso che rimanda alla Land Art o all'attivismo, ma che è anche qualcosa di più radicale."Sono i processi ecosistemici che ci interessa portare qui dentro - ha detto ad askanews il curatore Manuel Cirauqui - prima di tutto per porre una sfida ai protocolli classici del museo, pensando che in un futuro prossimo questa sarà la nostra realtà. Dovevo essere molto più vicini ai processi ecosistemici per poterli capire e per poter esistere insieme, perché non c'è un altro modo di esistere". Al centro della ricerca c'è il suolo, inteso come spazio materiale ed ecosistema condiviso, ma c'è anche una costante urgenza di cambiamento, perché le piante e l'erba, banalmente, crescono, e "crescita" è un'altra parola chiave, perché rimanda pure al sistema economico che ha prodotto la crisi attuale. E uno dei possibili sensi profondi dell'esposizione si può trovare proprio nella duplice lettura di questi termini, applicabili sia al progetto d'arte sia all'emergenza ambientale. E naturalmente si ragiona di trasformazione."Questa trasformazione del mondo, noi pensiamo con la mostra - ha aggiunto il curatore - che è venuta accompagnata da una trasformazione nell'arte e suo rapporto con i materiali. In questo contesto dei materiali entrano i processi vivi".È chiaro che si tratta comunque di una mostra in uno dei musei più globalizzati, ed è anche vero che sono esposti artisti storici come Joseph Beuys, Hans Haacke, Richard Long, Meg Webster o Giuseppe Penone, ma è il contesto complessivo a essere in gran parte diverso, anche per la presenza di molti artisti più giovani e legati al territorio."L'idea del contemporaneo stesso - ha concluso Manuel Cirauqui - è una idea che vogliamo prendere non problematicamente, ma che vogliamo prendere criticamente il contemporaneo non è il contemporaneo dei social o di due ore fa, il contemporaneo è un spazio molto largo di più di 60-70 anni, possiamo pensare a dei momenti che hanno aperto questa sensazione del contemporaneo della crisi climatica come un presente allargato".Un presente che rischia di sfuggire via e che, come gli alberi del Mediterraneo che fanno parte di una grande installazione, ha bisogno di cura. E la qualità di questa cura, alla fine, diventa l'opera stessa. Questo sì, potrebbe essere un cambiamento epocale per il sistema dell'arte. (Leonardo Merlini)

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00:00Forse non tutti lo coglieranno e forse non tutti saranno pronti o d'accordo, ma la mostra
00:05Arte della Terra, presentata nel Museo Guggenheim di Bilbao, in qualche modo rappresenta un cambiamento
00:10che non era inviabile, una presa di posizione di fronte allo stato del pianeta che deve coinvolgere
00:15anche il discorso culturale e artistico. Nelle grandi sale progettate da Gary trovano spazio
00:20alberi, foglie, materiali e soprattutto terra, in un percorso che rimanda all'allendato
00:24all'attivismo, ma che è anche qualcosa di più radicale.
00:27Sono i processi ecosistemici che ci interessa di portare qui dentro per, prima di tutto,
00:33fare una sfida ai protocolli classici del museo, pensando che in un futuro prossimo questa sarà
00:39la nostra realtà, avremo di essere molto più vicini ai processi ecosistemici per poter capirli
00:46e per poter esistere insieme, perché non c'è un altro modo di esistere.
00:50Al centro della ricerca c'è il suolo, inteso come spazio materiale ed ecosistema condiviso,
00:55ma c'è anche una costante urgenza di cambiamento, perché le piante e le erbe banalmente crescono
01:00e crescita. È un'altra parola chiave, poiché rimanda pure al sistema economico che ha prodotto
01:04la crisi attuale e uno dei possibili sensi profondi dell'esposizione si può trovare proprio
01:09nella duplice lettura di questi termini, applicabili sia al progetto d'arte, sia all'emergenza ambientale
01:14e naturalmente si ragiona di trasformazione.
01:17Questa trasformazione del mondo, noi pensiamo con la mostra che è venuta accompagnata
01:24da una trasformazione nell'arte e nel suo rapporto ai materiali.
01:28In questo contesto dei materiali entrano i processi vivi.
01:32È chiaro che si tratta comunque di una mostra in uno dei musei più globalizzati, ed è anche
01:36vero che sono esposti artisti storici come Joseph Beuys, Hans Sacher, Richard Long,
01:40Meg Webster o Giuseppe Penone, ma il contesto complessivo è in gran parte diverso anche
01:45per la presenza di molti artisti più giovani e legati al territorio.
01:48L'idea del contemporaneo stesso è un'idea che vogliamo prendere non problematicamente
01:53ma che vogliamo prendere criticamente. Il contemporaneo non è il contemporaneo dei social, il contemporaneo
01:59è un spazio molto largo, di più di 60-70 anni. Possiamo pensare a dei momenti che hanno
02:05aperto questa sensazione del contemporaneo, della crisi climatica come un presente,
02:10elargito.
02:12Un presente che rischia di sfuggire via e che, come gli alberi del Mediterraneo che fanno
02:16parte di una grande installazione, ha bisogno di cura e la qualità di questa cura, alla
02:20fine, diventa l'opera stessa. Questo sì potrebbe essere un cambiamento epocale per
02:24il sistema dell'arte.
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