https://www.pupia.tv - de Pascale - Chi ha investito con responsabilità nella transizione non può essere penalizzato: l’Emilia-Romagna continuerà a fare la sua parte, ma servono scelte europee forti e regole eque. Sono a Bruxelles per partecipare allo European Parliament Ceramic Forum, insieme a Confindustria Ceramica, per portare la voce di un distretto che rappresenta un’eccellenza non solo dell’Emilia-Romagna, ma dell’intera Europa. L’industria ceramica è un settore ad alta intensità energetica che ha molto investito nella transizione ecologica, riducendo le emissioni e innovando i processi. In Italia il comparto conta 248 imprese, 26mila addetti diretti, oltre 40mila con l’indotto e un export che supera i 6,3 miliardi di euro all’anno. In Emilia-Romagna possiamo contare su aziende tra le più evolute al mondo, con impianti moderni, digitalizzati, altamente efficienti e sostenibili. Penalizzarle attraverso un sistema normativo sproporzionato, a partire dal meccanismo Ets, significa far perdere competitività a chi ha fatto per primo e con responsabilità la propria parte, e allo stesso tempo favorire produttori extra-Ue, come Cina, India o Turchia, paesi in cui i vincoli ambientali, così come quelli sociali, sono di gran lunga inferiori. Così facendo, si finisce per aumentare le emissioni globali anziché ridurle, e per mettere a rischio migliaia di posti di lavoro qualificato nel nostro territorio. L’Emilia-Romagna continuerà a fare la sua parte, ma da sola non è sufficiente: servono decisioni politiche forti a livello comunitario, per evitare che la transizione si trasformi in desertificazione industriale...(02.12.25)
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