IL PRIMO WEEKEND È LORO. Pio e Amedeo hanno conquistato il pubblico italiano. Il loro terzo film da protagonisti, Oi vita mia, con 2 milioni e 168.800 spettatori centra il record di miglior primo incasso (primo weekend) della stagione cinematografica. Uscito al cinema il 27 novembre, è il loro debutto nella regia. I foggiani Pio D'Antini e Amedeo Grieco anticipano il loro "concorrente" barese Checco Zalone, in arrivo al cinema con il suo nuovo Buen camino il 25 dicembre. Una curiosità: regista del film di Zalone è Gennaro Nunziante, che ha diretto i primi due film di Pio e Amedeo. Oi vita mia è la storia di Pio che gestisce una comunità di recupero per ragazzi, e di Amedeo, che fa lo stesso ma in una casa di riposo per anziani. Il primo è in crisi sentimentale, l'altro è alle prese con il conflitto generazionale della figlia adolescente. Costretti a unire le proprie forze e vite, tra partite di padel e gestione quotidiana, riusciranno a resistere a tutto e tutti... Qui sotto l'intervista ai due re del box office (Askanews). Giocano d'anticipo Pio e Amedeo rispetto ai film di Natale e dal 27 novembre portano nei cinema Oi vita mia, che è anche il loro esordio alla regia. Questa volta troviamo Pio che gestisce una comunità di recupero per ragazzi e Amedeo che guida una casa di riposo per anziani. Ad un certo punto si ritrovano a convivere sotto lo stesso tetto, tra anziani smemorati e giovani ribelli. Lo spunto per la commedia ambientata a Vieste nasce dalla visita del duo comico sia in una vera casa di riposo affacciata sul mare che in una vera comunità per minori situata poco distante. «Abbiamo scoperto in questi luoghi tantissima umanità, cioè veramente un'umanità che fa paura. Fa paura nel senso positivo del termine, incredibile», ha detto Pio. Amedeo ha affermato: «Oggi gli adolescenti hanno una supponenza che dà fastidio, fa paura nell'accezione negativa del termine, indispettisce, mentre i vecchi sono convinti che ormai il mondo è andato a rotoli, che non c'è più niente da fare. Basterebbe un po' di dialogo, che ovviamente manca. In questo film abbiamo cercato di abbattere il muro del non - dialogo e di far comunicare queste due comunità». I due comici pugliesi nel film dirigono quello che è stato il loro idolo, Lino Banfi, in un ruolo però insolito, visto che interpreta un malato di Alzheimer. «Lino ci ha accompagnato nella crescita, ci ha fatto venir voglia di fare questo lavoro, perché Lino trasudava spensieratezza, e noi dall'altra parte della tv: voglio fare anche io come lui», ha detto Pio. «Non è stato facile proporre a Lino, che ha perso la moglie con l'Alzheimer, di interpretare un ruolo del genere, dove lui ha messo tantissima sofferenza. Quindi Lino veramente per noi veramente è stato preziosissimo, ma non solo in questo film, ma proprio nella nostra carriere, nella nostra vita sarà sempre parte di noi».
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