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Trascrizione
00:00Quando una malattia è così subdola da confondersi con i normali segni del tempo, il rischio è
00:10che passi inosservata per anni. È il caso dell'acromegalia, una patologia rara causata
00:16da un tumore ipofisario che produce un eccesso di ormone della crescita che colpisce soprattutto
00:21adulti tra i 30 e i 60 anni e che può alterare profondamente i tratti del volto, delle mani
00:26e dei piedi. Una condizione sulla quale ha puntato i riflettori internazionali il New England
00:30Journal of Medicine, pubblicando un articolo firmato da Andrea Giustina del San Raffaele
00:35di Milano e Anna Maria Colau della Federico II di Napoli, che certifica la centralità dell'Italia
00:40nella ricerca e gestione di questa patologia. È una malattia che non solo porta a un cambiamento
00:47della fisionomia del paziente, ma determina complicanze sistemiche che aumentano il rischio
00:54di mortalità del paziente. Ad oggi la diagnosi non solo non è fatta, ma quando è fatta
01:00è spesso molto troppo tardiva, fino a 10-15 anni di ritardo diagnostico. Questo porta da
01:08una parte a un aumento di dimensioni del tumore ipofisario, quindi a una difficile resezione
01:14da parte del neurochirurgo e un rischio di persistenza di malattia. Dall'altro dà il tempo
01:21alle complicanze di svilupparsi, di aggravarsi. È dunque cruciale sensibilizzare non solo
01:26i medici di base, ma anche altri specialisti non endocrinologi come i dentisti, a riconoscere
01:31i segni fisici e le complicanze comuni associate alla malattia. Fare un collegamento fra una
01:38deformità del viso, che può anche non essere particolarmente grave, ma un aumento di volume
01:44delle labbra, un aumento di volume della lingua, una sporgenza del mento, prognatismo,
01:49una distanza fra i denti, diastasi dentaria, associata a complicanze apparentemente comuni
01:56nella popolazione, come l'ipertensione, il diabete, le complicanze oncologiche, può veramente
02:02fare la differenza.
02:03L'approccio terapeutico si basa soprattutto sulla neurochirurgia, cioè sulla sportazione
02:08dell'adenoma all'ipofisi, ma per i pazienti non completamente guariti dopo l'operazione
02:12ci sono anche farmaci e altri trattamenti medici, da cui l'importanza è evidenziata nell'articolo
02:18di adottare un approccio personalizzato che parta dal profilo molecolare del tumore asportato.
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