00:00Due anni fa ho perso mia figlia, una ragazza piena di vita, curiosa, generosa, capace di vedere il bene anche dove non c'era.
00:08Da quel giorno il mio mondo si è fermato, ma non potevo restare fermo anch'io.
00:14Eventi come questi ti cambiano per sempre.
00:18Non c'è futuro, ti viene tolto anche il futuro, un futuro fatto di abbracci, di ricordi e di giornate che non ci saranno più.
00:26Che in qualche modo dovevo riempire e quindi ho scelto di reagire, di dare un senso a quel dolore che rischiava di distruggermi.
00:36Così è nata la fondazione Giulia Cecchettin, non per coltivare la memoria del dolore, ma per trasformarla in impegno.
00:43Perché se non cambiamo la cultura che genera la violenza, continueremo a piangere altre Giulie, altre famiglie, altre vite spezzate.
00:52Non sono qui per chiedere più punizioni o leggi più dure.
00:55La giustizia serve, ma arriva sempre dopo.
00:59Io sono qui per parlare di ciò che può arrivare prima, la prevenzione e quindi l'educazione.
01:05Noi della fondazione crediamo che l'unica risposta duratura alla violenza sia educare al rispetto, all'empatia, alla libertà reciproca.
01:13E questo può avvenire solo nella scuola, il luogo dove si formano le persone, non solo gli studenti.
01:20Non si tratta di ideologia, ma di civiltà.
01:22Parlare di educazione affettiva significa insegnare i ragazzi a conoscere se stessi, a gestire le emozioni, a riconoscere i confini e chiedere e dare consenso.
01:35Significa insegnare che l'amore non è possesso, che la forza non è dominio, che il rispetto è la base di ogni relazione.
01:43Oggi la violenza di genere viene spesso raccontata come un'emergenza, ma non lo è.
01:49È un fenomeno strutturale, radicato nella nostra cultura, nei linguaggi, nei modelli di relazione, negli stereotipi che continuiamo a tramandare.
01:59Non nasce all'improvviso, non è un raptus, cresce lentamente in una società che troppo spesso giustifica, minimizza o resta in silenzio.
02:08Per questo credo che l'educazione sia l'unica risposta sistematica possibile.
02:14Non possiamo delegare ai tribunali ciò che spetta alla scuola, alla famiglia, alle istituzioni culturali.
02:21È lì, nelle aule e nei luoghi di formazione, che possiamo insegnare ai nostri ragazzi a riconoscere la violenza prima che si trasformi in gesto, prima che diventi tragedia.
02:30E qui entra in gioco la responsabilità delle istituzioni. Una scuola che non parla di affettività, di rispetto, di parità, è una scuola che lascia soli i ragazzi di fronte a un mondo che grida messaggi distorti.
02:43Quando la scuola tace, parlano i social, parlano i modelli tossici, parlano i silenzi degli adulti.
02:50Noi abbiamo il dovere di dare ai giovani strumenti per orientarsi, non solo nozioni per studiare.
02:54So bene che ci sono paure, resistenze e incomprensioni, ma vi assicuro che l'educazione affettiva non è un pericolo, è una protezione.
03:04Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge qualcosa a tutti, consapevolezza, rispetto e umanità.
03:11Il mio impegno è quello della fondazione, nasce da qui, dal desiderio di evitare che altri genitori debbano vivere ciò che ho vissuto io.
03:19Ma anche nella speranza che un giorno non servano più le fondazioni intitolate ragazzi uccise, perché avremmo imparato a riconoscere il valore sacro della libertà di ciascuno, il valore sacro della vita.
03:33Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma possiamo cambiare ciò che sarà.
03:38E questo possiamo riguardo a tutti, le istituzioni, la scuola, le famiglie, la società civile.
03:44Per Giulia e per tutte le Giulia che verranno, vi chiedo di fare una scelta coraggiosa, di credere nell'educazione come prima forma di giustizia, come la vera forma di prevenzione.
Commenta prima di tutti