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  • 6 weeks ago
Nel suo intervento a Ecomondo, Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti e Thea Group, ha lanciato un forte allarme sul rischio strategico per il nostro sistema industriale: «L’Italia è il singolo Paese più esposto in Europa alla rilevanza strategica delle materie prime critiche», ha dichiarato. Secondo i dati illustrati, il 31% del PIL italiano – pari a 675 miliardi di euro – è a rischio in caso di interruzione dei flussi di approvvigionamento, oggi in larga parte dipendenti dalla Cina. De Molli ha invitato a un cambio di prospettiva nelle politiche industriali nazionali: «Dovremmo, come policy maker, guardare meno il TG delle venti e programmare piuttosto i prossimi vent’anni», ha concluso.

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Transcript
00:00L'Italia è il singolo paese più esposto di tutti in Europa alla rilevanza strategica delle materie prime critiche.
00:16Perché dico questo? Perché in un flusso di misurazione di impatto di quanto le 34 materie prime critiche
00:24e le 17 di queste ritenute strategiche si distribuiscono sulle filiere industriali e manufatturiali del paese,
00:32ricaviamo l'informazione che il 31% del PIL, 675 miliardi, sono a rischio, cioè verrebbero cancellati se scomparissero le materie prime critiche.
00:44Le materie prime critiche, come è noto, sono largamente concentrate in Cina sia per l'estrazione che per la processazione,
00:52cioè la modalità per estrarre dal minerale grezzo il minerale utilizzabile per l'industria.
01:00Quindi siamo totalmente dipendenti come industria europea e industria italiana dall'afflusso di approvvigionamento cinese in particolare
01:09ma anche poi di altri mercati in funzione di diverse materie prime critiche.
01:13Lo stesso dato per l'Europa è il 22%, 4 trilioni di euro di valore aggiunto impattato.
01:43Grazie.
02:13Grazie.
02:14Grazie.
02:15Grazie.
02:16Grazie.
02:17Grazie.
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