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  • 2 giorni fa
Torino, 5 nov. (askanews) - Il futuro è una terra straniera, oltre che una delle grandi mitologie del nostro tempo incatenato a un presente digitale eterno. Ed è già a suo modo commovente che la mostra che celebra i 30 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino sia intitolata "News from the Near Future", ma la cosa prende ancora più senso dato che Patrizia Sandretto è una delle figure che hanno costruito il modo di pensare il contemporaneo in Italia, anticipando spesso nei suo progetti quello che, a posteriori, abbiamo capito che sarebbe stato "il futuro". Dalla collezione al museo e poi al modo in cui possiamo pensare l'arte oggi: questo è accaduto nei tre decenni di storia della Fondazione: non tutto ciò che è passato negli spazi di via Modane è stato necessariamente indimenticabile, ma gran parte di quello che oggi consideriamo indimenticabile è in qualche modo passato anche di li. E per capirlo basta leggere alcuni dei nomi degli artisti presenti nella mostra, che si articola su due sedi: in Fondazione e al MAUTO. Maurizio Cattelan, Alberto Garutti, Ed Atkins, Giulia Cenci, Arthur Jafa, Simone Leigh, Sarah Lucas, Philippe Parreno, Berlinde de Bruyckere, Tino Sehgal, Cindy Sherman, Rudolf Stingel, Fiona Tan, Wolfgang Tillmans, Rosemarie Trockel, Lynette Yiadom-Boakye, nella prima esposizione. E poi al Museo dell'Automobile è il turno di Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Thomas Demand, Fischli & Weiss, Claire Fontaine, Mona Hatoum, Thomas Hirschhorn, Damien Hirst, Mike Kelley, Ragnar Kjartansson, Barbara Kruger, Sharon Lockhart, Goshka Macuga, Sandra Mujinga, Shirin Neshat, Paul Pfeiffer, Paola Pivi, Jeff Wall, Rachel Whiteread. È vero, gli elenchi in fondo lasciano il tempo che trovano, ma il punto è proprio che in questo caso rappresentano invece il senso della portata dell'operazione. Tutto ciò che una volta era futuro e adesso è diventato la nostra storia, il nostro stesso modo di pensare le opere d'arte e il loro esserci.Il futuro è una terra straniera, dicevamo, soprattutto perché l'ipercapitalismo contemporaneo lo ha divorato prima che ne potessimo fare esperienza, lasciandoci un vuoto nel quale gli artisti hanno saputo entrare e usare questa mancanza per creare un'alternativa. Anche attraverso il dramma di un piccolo scoiattolo suicida o una stanza buia dove appaiono frammenti di memoria evanescenti, che possiamo liberamente sperare siano anche ricordi del domani. Perché l'arte, come mi ha detto una volta Alberto Garutti, in fondo è un precipitare vorticosamente verso l'alto. Ecco, proprio così. (Leonardo Merlini)

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00:00Il futuro è una terra straniera, oltre che una delle grandi mitologie del nostro tempo
00:05incatenata a un presente digitale eterno.
00:07Ed è già a suo modo commovente che la mostra che celebra i 30 anni della Fondazione Sandretto
00:12Rere Baudengo di Torino sia intitolata News from the Near Future.
00:16Ma la cosa prende ancora più senso, dato che Patrizia Sandretto è una delle figure
00:20che hanno costruito il modo di pensare il contemporaneo in Italia,
00:23anticipando spesso nei suoi progetti quello che, a posteriori, abbiamo capito che sarebbe stato il futuro.
00:30Dalla collezione al museo e poi al modo in cui possiamo pensare l'arte oggi,
00:52questo è accaduto nei tre decenni di storia della Fondazione.
00:55Non tutto ciò che è passato negli spazi di Via Modana è stato necessariamente indimenticabile,
00:59ma gran parte di quello che oggi consideriamo indimenticabile è in qualche modo passato anche di lì.
01:12E per capirlo basta leggere alcuni dei nomi degli artisti presenti nella mostra,
01:16che si articola su due sedi, in Fondazione e al Mauto.
01:19Maurizio Cattelana, Alberto Garutti, Ed Atkins, Giulia Cenci, Arthur Jeffa, Simon Lee,
01:24Sara Lucas, Filippa Renault, Berlinde de Bruycaire, Tino Segal, Cindy Sherman, Rudolf Stingel,
01:30Fiona Tan, Wolfgang Tillmans, Rosemary Trockel, Linette Yadomboaci, nella prima esposizione.
01:35E poi al museo dell'automobile è il turno di Matthew Barney, Vanessa Bickroft, Thomas Demand,
01:40Fisilen Weiss, Claire Fontaine, Mona Atum, Thomas Hirschhorn, Demian Hurst, Mike Kelly,
01:45Ragnar Kjartansson, Barbara Kruger, Sharon Lockhart, Goshka Makuga, Sanda Muginga,
01:50Shirin Neshat, Paul Pfeiffer, Paola Pivi, Jeff Wall, Rachel Whiterad.
01:55È vero, gli elenchi in fondo lasciano il tempo che trovano, ma il punto è proprio che in questo caso
01:59rappresentano invece il senso della portata dell'operazione, tutto ciò che una volta era futuro,
02:04e adesso è diventato la nostra storia, il nostro stesso modo di pensare le opere d'arte e il loro esserci.
02:10Il futuro è una terra straniera, dicevamo, soprattutto perché l'ipercapitalismo contemporaneo
02:27lo ha divorato prima che ne potessimo fare esperienza, lasciandoci un vuoto nel quale
02:31gli artisti hanno saputo entrare e usare questa mancanza per creare un'alternativa,
02:36anche attraverso il damma di un piccolo scoiattolo suicida, o una stanza buia dove appaiono frammenti
02:41di memorie evanescenti che, possiamo liberamente sperare, siano anche ricordi del domani,
02:47perché l'arte, come mi ha detto una volta Alberto Garutti, infonde un precipitare
02:51vorticosamente verso l'alto. Ecco, proprio così.
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