Roma, 28 ott. (askanews) - "1+1. L'arte relazionale", al MAXXI fino al 1° marzo 2026, è la prima grande retrospettiva al mondo dedicata all'arte relazionale, termine coniato 30 anni da dal critico e curatore francese Nicolas Bourriaud. Nel suo saggio "Esthétique relationnelle" la definiva come "un insieme di pratiche artistiche che prendono come punto di partenza le relazioni umane e il loro contesto sociale". E prossimità, convivialità, micro-utopie e processi partecipativi sono i principi che accomunano le ricerche dei 45 artisti in mostra al museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, tra cui Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Philippe Parreno, Liam Gillick, Douglas Gordon, Gabriel Orozco, Santiago Sierra.Bourriaud, che è anche curatore di questa mostra, ha spiegato: "Il punto in comune fra questi artisti è che rimangono all'interno della sfera interumana. Come la pop art era all'interno della sfera del consumismo, della produzione di massa, negli anni '60, a partire dagli anni '90 con Internet e l'industria dei servizi la sfera delle relazioni umane diventa la cosa più importante, diventa il motore dell'economia, di fatto. Questi artisti hanno intuito questo cambiamento, e sono loro che troviamo in questa mostra".Dall'albero di Natale di Philippe Parreno, alla pira per falò di Liam Gillick, dalla famosa "Untitled" di Maurizio Cattelan, con il gallerista Massimo De Carlo appeso al muro, a "VB74" di Vanessa Beecroft e al Tapis de Lecture di Dominique Gonzalez-Foerster, dalle immagini di Gillian Wearing fino al lavoro di Maria Lai "Legarsi alla montagna", il visitatore ripercorre l'evoluzione di uno dei movimenti più influenti del nuovo millennio, a trent'anni dalla sua affermazione. Maria Emanuela Bruni, Presidente Fondazione MAXXI, ha spiegato: "In questo percorso incontreremo una quantità di persone, che vanno dal muratore al prete, dal clochard allo studioso, per cui sarà veramente un viaggio affascinante che ci fa riflettere anche sulla società come è cambiata".
00:00Uno più uno, l'arte relazionale, al maxi fino al primo marzo 2026, è la prima grande retrospettiva al mondo dedicata all'arte relazionale, termine coniato 30 anni fa dal critico e curatore francese Nicolas Bourriot.
00:17Nel suo saggio Estetique Relationnelle la definiva come un insieme di pratiche artistiche che prendono come punto di partenza le relazioni umane e il loro contesto sociale.
00:30E prossimità, convivialità, micro utopie e processi partecipativi sono i principi che accomunano le ricerche di 45 artisti in mostra al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma,
00:47tra cui Vanessa Bicroft, Maurizio Cattelan, Philippe Parrenot, Liam Gillick, Douglas Gordon, Gabriel Orozco, Santiago Sierra.
00:59Bourriot, che è anche il curatore di questa mostra, ha spiegato.
01:02Il punto in comune fra questi artisti è che rimangono all'interno della sfera interumana,
01:15come la pop art era all'interno della sfera del consumismo, della produzione di massa negli anni Sessanta.
01:23A partire dagli anni Novanta, con Internet e l'industria dei servizi,
01:27la sfera delle relazioni umane diventa la cosa più importante, diventa il motore dell'economia, di fatto.
01:35Questi artisti hanno intuito questo cambiamento e sono loro che troviamo in questa mostra.
01:40Dall'albero di Natale di Philippe Parrenot, alla pira per falò di Liam Gillick,
01:47dalla famosa Untitled di Maurizio Cattelan con il gallerista Massimo De Carlo appeso al muro,
01:54da VB74 di Vanessa Bicroft al tapis de lecture di Dominique González-Ferster,
02:02dalle immagini di Gillian Waring fino al lavoro di Maria Lai legarsi alla montagna,
02:06il visitatore ripercorre l'evoluzione di uno dei movimenti più influenti del nuovo millennio,
02:14a 30 anni dalla sua affermazione.
02:17Maria Emanuela Bruni, presidente Fondazione Maxi, ha spiegato.
02:21In questo percorso incontreremo una quantità di persone che vanno dal muratore al prete,
02:30dal glociard allo studioso, per cui sarà veramente un viaggio affascinante
02:38che ci fa riflettere anche sulla società come è cambiata.
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