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https://www.pupia.tv - Roma - Brunetto Latini - Intellettuale medievale - Saluto di Ascani
Alle ore 16, presso la Sala del Refettorio di palazzo San Macuto si è svolta la presentazione del libro "Brunetto Latini - Intellettuale medievale", a cura di Gianluca Briguglia e Antonio Montefusco - Istituto storico italiano per il Medio Evo. Saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani. (29.10.25)

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Trascrizione
00:00:00Buonasera a tutte e a tutti. Sono molto contenta oggi di poter portare un brevissimo saluto
00:00:09nella presentazione di questo volume. Ovviamente non sono in grado di anticipare nulla sui contenuti
00:00:17di questo lavoro. Ringrazio gli autorevoli relatori che si assumeranno la responsabilità
00:00:24di farlo. Io brevemente voglio raccontarvi perché la Camera dei Deputati è il luogo perfetto
00:00:34e la biblioteca della Camera dei Deputati in particolare per ospitare iniziative di questo
00:00:39tipo. In questo luogo facciamo numerosi convegni, spesso su temi di attualità, cercando di affrontare
00:00:46le questioni che sono più urgenti all'ordine del giorno della politica, del Parlamento e
00:00:53però proprio qui trova spazio anche un approfondimento culturale che io penso sia necessario oggi
00:00:59più che mai per dare a chi fa questo mestiere gli strumenti per essere all'altezza della
00:01:06responsabilità istituzionale alla quale siamo chiamati. Oggi discuteremo di un volume che
00:01:13raccoglie lavori di diversi docenti intellettuali e tratteggia la figura di Brunetto Latini, un
00:01:22intellettuale che molti di noi conoscono per essere stato il maestro di Dante Alighieri o
00:01:27meglio hanno conosciuto tra i banchi di scuola quando Dante Alighieri ha messo quel suo maestro
00:01:33all'inferno. Poche altre volte probabilmente ci sarà capitato di incrociarne la figura.
00:01:38Eppure ci sono autorevoli colleghi che nel passato invece hanno lavorato su questa figura.
00:01:43Ne cito uno per tutti perché a concetto Marchesi mi lega a un affetto particolare. Si tratta
00:01:51non solo di un autorevolissimo parlamentare che ha fatto la storia di questo Paese come
00:01:57Costituente ma anche di quello a cui dobbiamo gli articoli per me diciamo tra i più preziosi
00:02:04della nostra Costituzione perché insieme all'Onorevole Moro lavorò sull'articolo 33 e 34 della
00:02:10nostra Costituzione quelli che ci parlano del diritto all'istruzione, di quella scuola
00:02:15aperta a tutti che ancora fatichiamo a costruire giorno dopo giorno. Il fatto che un uomo, un
00:02:22intellettuale di questo livello poi fosse anche un intellettuale in grado di interrogarsi su
00:02:29figure straordinarie del nostro passato, su figure di italiani illustri e sullo stesso
00:02:37Brunetto Latini in qualche modo crea un nodo tra il lavoro che continuiamo a fare che non
00:02:43è altro che lo sforzo di attuazione di quella carta costituente ancora diciamo non del tutto
00:02:51attuata a voler essere generosi e il lavoro che è stato fatto qui dentro. A volte rimpiangiamo
00:02:59quelle grandi figure, qui davanti c'è Flavia Piccoli Nardelli con la quale lavoriamo spesso
00:03:05nel ricordo di queste persone che hanno contribuito alla vita di questa istituzione anche col loro
00:03:13lavoro di intellettuali. Ecco spesso rimpiangiamo queste figure che sentiamo venir meno all'interno
00:03:20del Parlamento e fare in modo che questi luoghi siano in qualche modo abitati invece dalla
00:03:26cultura, siano abitati attraverso l'istituto storico di cultura anche dal lavoro di intellettuali
00:03:32italiani che continuano a interrogarsi sul passato, sulla letteratura, sul pensiero politico,
00:03:37sulla filosofia che ha fatto la storia del nostro Paese credo sia un buon modo per sfruttare
00:03:43al meglio questi spazi. Chiudo con una cosa che racconto sempre quindi temo molti di voi
00:03:48avranno già sentito ma per me questo è uno dei luoghi più belli della Camera dei Deputati
00:03:52diciamo che abbiamo la fortuna di lavorare in un posto che quanto a architettura, storia,
00:03:59a poco da invidiare anche ad altri luoghi che hanno la stessa funzione nel mondo. Eppure
00:04:04questa sala è particolare, questa sala, questo luogo, questo palazzo è particolarmente importante
00:04:10perché è un palazzo che è dedicato alla prima Presidente donna della Camera dei Deputati
00:04:15che naturalmente è la Presidente Iotti e non solo per questa sua caratteristica ma perché
00:04:20fu lei ad avere un'intuizione che si può dire straordinaria perché continua ad essere
00:04:25un caso diciamo relativamente unico nel mondo cioè di una biblioteca parlamentare
00:04:30completamente aperta al pubblico. Questo storicamente molto tempo fa era stato un luogo
00:04:36dell'inquisizione, un luogo nel quale si perseguivano le idee e quindi non c'era spazio
00:04:42per il libero pensiero, per lo studio, per l'attività che voi tutti e tutte fate quotidianamente.
00:04:48Ecco l'intuizione straordinaria della Presidente Iotti fu quella di trasformare quello che era
00:04:53stato un luogo dell'inquisizione e che in quel momento era una biblioteca parlamentare
00:04:56cioè aperta soltanto a chi qui dentro era eletto come deputato o deputata, a studiosi,
00:05:03studenti, ricercatori e oggi se vi fate un giro tra queste sale vedrete quanti giovani
00:05:09intelligenze si muovono qui dentro, abitano questi spazi, consultano i nostri volumi e credo
00:05:16che questo sia una buona ragione per considerare questo palazzo veramente uno dei più belli
00:05:23del luogo che abitiamo e quindi assumetevi tutta la responsabilità che viene da questa
00:05:28storia nel portare avanti i lavori di oggi. Io vi ringrazio ancora una volta per aver scelto
00:05:33questo luogo per presentare questo volume e adesso volentieri ascolterò quello che questo
00:05:38volume che contiene. Buon lavoro, grazie.
00:05:47Grazie, grazie mille, grazie alla Presidente Ascani per aver reso possibile questo incontro
00:05:53di oggi e ringrazio anche il Dottor Massa che è il direttore della biblioteca e anche
00:06:00per aver organizzato e messo e allestito una mostra molto bella bibliografica su Brunetto
00:06:07Latini che vi invito a visitare alla fine di questi lavori che durerà due o tre giorni
00:06:14insomma pochi giorni come consuetudine legata proprio a questa presentazione. Il mio ruolo
00:06:20qui è quello di moderare un pochettino non il dibattito che non ci sarà ma la presentazione
00:06:26di questo volume e di presentare i nostri relatori. Darò per primo la parola al Professor Antonio
00:06:36Montefusco che insieme a me è curatore di questo volume che è professore di filologia
00:06:42medievale all'Università di Nancy, quindi all'Università della Lorena. Subito dopo
00:06:52parlerà il Professor Umberto Longo che oltre a essere professore di storia medievale alla
00:06:57Sapienza e anche il Presidente dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo che peraltro
00:07:03è l'editore diciamo di questo volume perché tra le varie attività dell'Istituto come io
00:07:10credo il professore ci dirà c'è anche quella di editare edizioni di testi medievali e anche
00:07:19edizioni di libri di interpretazione come quello di cui ci occupiamo oggi. Darò poi
00:07:26la parola alla professoressa Sonia Gentili che è professoressa di letteratura italiana
00:07:30alla Sapienza oltre che mi consentirà di dire anche una rinomata poetessa e questa sua
00:07:40attività diciamo me la rende ancora più simpatica in realtà noi siamo amici da tanto
00:07:45tempo ma insomma unisce un po' nella sua figura di intellettuale sia quella della ricercatrice
00:07:52che è appunto quella della poetessa e lascerò per ultimo la parola al Professor Giorgio
00:07:57Inglese filologo illustrissimo dell'Università della Sapienza di Roma che è appunto una personalità
00:08:06eminente ha fatto ricordo la sua edizione del Principe, l'edizione della Commedia commentata
00:08:11e per quanto riguarda noi l'edizione recentissima è uscita proprio un anno fa del Tesoretto
00:08:18che è una delle opere di Brunetto Latini e mi riserverò qualche minuto alla fine diciamo
00:08:25così per vedere di tirare un po' le somme di questo incontro. Vi ringrazio, ringrazio
00:08:31ancora tutti e lascio la parola al Professor Montefusco.
00:08:41Buongiorno a tutte e a tutti, scusate diciamo sentirete forse un po' di emozione da parte
00:08:46mia perché è un onore particolarmente grande per me parlare e discutere in questa sete
00:08:53e per questo sono profondamente grato alla Presidente Anna Scani che ha reso possibile
00:08:58con una generosità fuori dal Comune tale possibilità. Desidero poi esprimere in pubblico il mio
00:09:04debito con l'amico Gianluca Briguglia che è stato e continua per me a essere un punto
00:09:08di riferimento intellettuale ed etico e cerco di essere misurato e concreto con le parole
00:09:15soprattutto in questa occasione in cui parliamo di Brunetto. A Gianluca devo moltissimo in particolare
00:09:20la spinta a trovare il coraggio di esprimere il mio punto di vista anche nei momenti di maggiore
00:09:26difficoltà. Ben costumato e pieno di grande senno, Gianluca è stato un porto per una fetta
00:09:32piccola ma agguerrita di generazione che frequentava i corridoi della Biblioteca Nazionale di Parigi
00:09:38in anni in cui l'assenza di prospettive lavorative conviveva con una effervescenza fuori dal Comune
00:09:44soprattutto attorno a temi come la filosofia degli intellettuali laici al di fuori dell'Università
00:09:50e oggi questo tema passava anche Sonia Gentili in quei momenti di discussione a Parigi
00:09:57oggi questo tema diciamo gli intellettuali laici fuori dall'Università così vicino a quello
00:10:03che discuteremo qui mi sembrava mi sembra neanche tanto in fondo un rispecchiamento
00:10:09neanche tanto sofisticato della nostra allora non felice condizione.
00:10:13Poi ringrazio l'Istituto Storico per il Medioevo nella persona del precedente direttore
00:10:19Massimo Miglio e poi il direttore attuale Umberto Longo e anche Antonella De Jure che è stata
00:10:26la prima a cui ho accennato le diverse proposte che ci hanno riunito ed accompagnato in questi
00:10:32anni per devo dire l'entusiasmo e la disponibilità nell'accogliere questo libro nella prestigiosissima
00:10:38anzi per me imponente collana dei nuovi studi storici. Il libro che ci aggiungiamo a presentare
00:10:45e grazie anche da parte mia a Sonia Gentili, Giorgio Inglese e Umberto Longo per aver accettato
00:10:51questa inconvenza nasce da un convegno che si è tenuto a Ca' Foscari nel settembre del
00:10:572021 in un momento ormai lontano in cui i due curatori erano colleghi in quell'Università.
00:11:03Il titolo voleva essere provocatorio, era leggermente diverso, adesso non abbiamo tempo
00:11:08diciamo di aprire questo capitolo e credo che abbia sortito l'effetto sperato. All'epoca
00:11:15del convegno la discussione fu vivacissima e anche il risultato ci ha reso particolarmente
00:11:20soddisfatti. Cos'è questa provocazione? Si trattava di cercare una formula non magica
00:11:28ma almeno efficace e larga per afferrare un oggetto di studio che ci sembrava difficile,
00:11:35ogni presente nella memoria di scuola ma sempre sfuggente nella sua essenza. Ovviamente parlo
00:11:41di Brunetto Latini e penso che il fatto che il suo nome sia spesso sulla bocca di tutti
00:11:46o comunque dei non pochi che si siano trovati a studiare e leggere Dante sui banchi di scuola
00:11:52abbia creato una sorta di cono d'ombra sulla figura storica. Brunetto è protagonista, lo
00:11:58sapete tutti, di un canto celebre dell'Inferno dove viene rappresentato tutto bruciacchiato
00:12:04a tirare la veste di Dante che è sull'argine del flecetonte. Dobbiamo subito dire che quel
00:12:10canto è già il segno della riverenza che circondava questa figura a Firenze. Dante la rappresenta
00:12:18come quella di un maestro che ad ora ad ora mi insegnava. Questa idea di discepolato
00:12:26di cui in realtà non abbiamo tracce reali, documentarie, si allarga non molti anni dopo
00:12:33nella nuova cronica, il grande cantiere della memoria fiorentina che viene definito e redatto
00:12:39da Giovanni Villani, non solo da lui, è un grande cantiere collettivo. Brunetto nella pagina
00:12:45celeberrima di Villani è quello che ha fatto uscire dalla bestialità, dalla rozzezza,
00:12:50diciamo, la rendo un po' più bicchiana quella pagina, comunque l'intera comunità cittadina
00:12:57grazie all'arte della parola. Brunetto pedagogo, insegnante, passeur che trasmette un nucleo
00:13:04di valori da una generazione all'altra. È abbastanza, ci sembrava abbastanza per un mezzo
00:13:09busto, senz'altro, ma non soddisfacente per un ritratto in piedi, dobbiamo dirlo,
00:13:14da lungo tempo per ragioni molto diverse. Tra queste ragioni c'è forse il venire meno
00:13:19di tante ricostruzioni teleologiche e progressive e per fortuna per molti versi abbandonate,
00:13:27pian piano, queste visioni. Brunetto nasce in una famiglia, diciamo, figlio di Notaio,
00:13:33Notaio e poeta, il padre buon accorso, nel secondo decennio del Trecento. La data è
00:13:40abbastanza significativa, Brunetto è quasi contemporaneo, o di poco più vecchio, di
00:13:45Guitone d'Arezzo, di Guido Quinizelli di Bologna, due pesi massimi della storia culturale,
00:13:51due poeti che hanno cambiato in profondità il modo di fare poesia d'amore in italiano.
00:13:55Il latino partecipa a suo modo di queste rivoluzioni. Attivo negli anni Cinquanta,
00:14:03quello è il decennio in cui si impone un governo che verrà trasformato in mito, mito per i
00:14:09fiorentini, mito per gli studiosi risorgimentali e post-risorgimentali dei comuni, è il primo
00:14:15popolo, altra espressione di Villani, il decennio in cui si cogna il fiorino, si costruisce il
00:14:21Bargello, la città prende il volo come potenza regionale. Alla fine di questo periodo glorioso,
00:14:27Brunetto è ambasciatore presso Alfonso di Castiglia quando i fiorentini vengono sgominati
00:14:32a montaperti dalle truppe filoimperiali. Si apre il periodo dell'esilio, il latino è
00:14:37coinvolto nel sostegno della missione militare che cambiò le sorti della storia d'Italia,
00:14:42quella guidata da Carlo D'Angiò, figlio del re di Francia, figlio di re, che soppiantò
00:14:46gli eredi di Federico II sul trono di Sicilia dal 1266. Una parte del ceto dirigente del
00:14:54primo popolo si saldò con quello guelfo più vicino a Carlo. Dopo la cacciata dei ghibellini
00:15:00da Firenze nel 68, Brunetto divenne sempre più centrale nella vita cittadina, al punto
00:15:06di essere considerato il, tra virgolette, cancelliere della città dagli storici, in primis
00:15:12Davidson, contribuendo poi all'avvento di un nuovo governo di orientamento popolare
00:15:18a partire dal 1282, un governo più aperto alle corporazioni di mestiere, quindi con una
00:15:24base sociale più ampia. I suoi interventi negli anni successivi sono sempre numerosi e
00:15:29riguardano la politica estera, il concreto funzionamento della città, eccetera, eccetera.
00:15:34La morte, sappiamo, lo coglie ancora attivo nel 1293, sembrerebbe. Se il 230 era significativo
00:15:42perché segnava l'entrata in scena di una nuova generazione di intellettuali, lo stesso
00:15:46possiamo dire per la data di morte. Passaggio di testimone, bello e buono. Sono gli anni in
00:15:52cui Cavalcanti aveva colpito a fuoco i lettori fiorentini con la difficile canzone
00:15:57donna me prega. Dante aveva messo a punto, iniziava a mettere a punto, la vita nuova.
00:16:03A Firenze il secondo popolo, di nuovo espressione di Villani, diventa un regime che esclude dalla
00:16:09vita politica gli elementi più antisociali del vecchio ceto cavalleresco con gli ordinamenti
00:16:15di giustizia. È un mondo nuovo, è un mondo che adesso ci rendiamo conto è un po' diverso
00:16:21da quello disegnato e immaginato da Brunetto nelle sue opere, in francese nel Tresoro, una
00:16:27grande ricca e complessa enciclopedia, in Toscano nella Rettorica, traduzione e commento
00:16:33di un'opera importante di Cicerone, in versi nel Tesoretto e nel Favolello, ma anche in
00:16:38altre poesie. E sì, come Guitone e Guinizelli, il cancelliere è stato anche poeta, infatti
00:16:44la gloriosa collanina bianca di Enaudi gli ha dedicato un volume curato da Stefano Carrai.
00:16:51È un operamondo, un edificio difficile da sintetizzare. Tentativi ci sono stati, gli
00:16:57storici di Firenze lo hanno definito, descritto come intellettuale popolare, legando il suo
00:17:04mito a quello del primo popolo, mente direttiva della città, come ha avuto modo di dire Giorgio
00:17:10Inglese che ha fatto uscire, lo ricordavamo, un'edizione importante del Tesoretto mentre
00:17:15correggevamo le bozze. E l'opera Brunetto è intellettualmente un compilatore, cioè uno
00:17:21scrittore che traduce, rimonta, ordina, risignifica il sapere. Mi pare che una revisione si possa
00:17:28iniziare a pensare. Era un po' l'intento del convegno e del libro che discutiamo su alcuni
00:17:34punti almeno. Ne elenco qualcuno, li metto un po' sul tavolo per concludere. Mi sembra
00:17:42che c'è una spinta a vedere il decennio popolare più come una fonte di legittimazione
00:17:47che come un orizzonte di senso della scrittura di Brunetto. È qualcosa di molto significativo
00:17:53che un po', a mio parere, cambia la visione della figura storica. C'è l'invito a vedere
00:17:59in simbiosi l'identità del cancelliere e quella dell'autore, l'opera letteraria e i documenti.
00:18:07Lì Brunetto si presenta come maestro, qui viene riconosciuto sistematicamente in continuità
00:18:14nel tempo come sapiens. C'è infine la strada maestra della politica, con la P maiuscola,
00:18:21come chiave di interpretazione laica del mondo. E qui lo sottolineo soprattutto insegnando
00:18:27in Francia, tra Italia e Francia la parola laico ha dei significati molto diversi. Brunetto
00:18:34ci appare sempre di più, forse, come il più radicale anticontemplativo fra i suoi
00:18:40contemporanei. Per l'uomo, secondo lui, è naturale stare con gli altri in città, d'accordo,
00:18:46Aristotele, visto tramite Dio, sono comunque tante cose che sappiamo. Però la società
00:18:52cittadina, per Brunetto, è una rete regolata da giustizia universale, uguale dappertutto
00:18:59come un fuoco che sale, ci dice nel Tresor. Questa giustizia rende necessarie le arti,
00:19:06è una parola centrale, importante, plurisemica nel Medioevo e che Brunetto serve a valorizzare
00:19:12i mestieri, ma soprattutto a mettere al centro l'arte che gli interessa di più, che è quella
00:19:18della parola, capace di trasformare l'uomo in secondo Dio, che rifonda gli ordinamenti
00:19:26della convivenza. Questa è una citazione totalmente originale di Brunetto. Quindi
00:19:34la parola che trasforma l'uomo in un secondo Dio. E questo, diciamo, dà il senso di un
00:19:39personaggio a tutto tondo che è quello con cui abbiamo a che fare. Grazie.
00:19:43Grazie al professor Montefusco per aver squadernato tutta una serie di temi che sono nel libro
00:19:54ma che sono in realtà nel personaggio Brunetto Latini. Cedo quindi la parola volentieri al
00:20:00professor Longo. Molte grazie. Onorevole vicepresidente, autorità, colleghe e colleghi,
00:20:05signore e signori, a nome dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo desidero esprimere
00:20:10innanzitutto la profonda gratitudine alla vicepresidente della Camera dei deputati onorevole
00:20:16Anna Scani per l'ospitalità che oggi accoglie la presentazione di questo volume in questa
00:20:21splendida cornice della sala del refettorio. La sala del refettorio della Biblioteca della
00:20:27Camera è uno spazio che evoca la continuità tra memoria e istituzioni. Un luogo in cui la
00:20:34parola scritta e la parola pubblica si incontrano ed è particolarmente appropriato dunque che a
00:20:41essere presentato qui sia un volume che ha per protagonista Brunetto Latini, figura emblematica
00:20:47di quell'umanesimo comunale che concepisce la conoscenza come fondamento della vita civile.
00:20:54La presenza della Camera conferisce inoltre a questo incontro un significato particolare.
00:20:58Riafferma cioè il valore pubblico della ricerca storica come parte integrante della vita civile
00:21:05e della coscienza democratica del Paese. Il volume che oggi presentiamo, Brunetto Latini
00:21:10intellettuale medievale curato appunto da Gianluca Briguglia e Antonio Montefusco, nasce come abbiamo
00:21:16ascoltato da un ampio progetto di ricerca e dal convegno che si è tenuto a Caffoscari nel 2021 e
00:21:23raccoglie contributi di studiosi italiani e stranieri che ne rinnovano la lettura storiografica
00:21:27e culturale. Con esso l'Istituto ha arricchito la propria collana dei nuovi studi storici,
00:21:35giunta al numero 133, con un'opera che unisce rigore filologico, respiro storiografico e direi
00:21:42e senz'altro anche apertura interdisciplinare. Si tratta di un'opera di grande ampiezza tematica
00:21:48che intreccia storia, politica, retorica, tradizione manoscritta e ricezione letteralia,
00:21:54ricomponendo un profilo unitario di Brunetto come intellettuale europeo nel cuore del XIII secolo.
00:22:01Brunetto è infatti testimone di un momento cruciale della civiltà comunale, notario e cancelliere,
00:22:07maestro di Dante, autore del Tesor e del Tesoretto, traduce la cultura classica nel linguaggio della
00:22:14cittadinanza. Il sapere nella sua esperienza diventa pratica politica e la parola strumento
00:22:21di costruzione collettiva. Ed in questo senso la lezione di Brunetto parla ancora oggi a chi
00:22:27riflette sul nesso tra conoscenza e responsabilità pubblica. Il titolo scelto, peraltro, intellettuale
00:22:34e medievale offre, a mio avviso, anche una chiave interpretativa. Richiama una tradizione illustra e
00:22:41illustrata, per esempio, penso a Jacques Legoff, al quale l'Istituto dedicò nel 2017 il volume
00:22:47Jacques Legoff, l'Italia e la storia, ma soprattutto definisce un metodo, quello cioè
00:22:53di leggere il Medioevo come rete di relazione tra linguaggi, saperi e forme sociali e non
00:22:59come semplice successione di testi o di eventi. Proprio per questa impostazione il volume si
00:23:06inserisce, direi, pienamente nella linea scientifica e culturale dell'Istituto Storico Italiano
00:23:11per il Medioevo, che da ormai un secolo e mezzo unisce la filologia alla storiografia,
00:23:17l'erudizione all'interpretazione. Questo libro, come molti altri che l'Istituto ha promosso
00:23:23nel quadro delle sue 23 collane e della sua rivista Bullettino dell'Istituto Storico
00:23:29Italiano per il Medioevo, che è pubblicato ininterrottamente dal 1886 ad oggi ed è attualmente
00:23:37collocato nella fascia A dell'Ambur, si colloca dunque all'incrocio di più tradizioni, quella
00:23:43dantesca, quella brunettiana, che ha ispirato generazioni di studiosi, faccio solo alcuni
00:23:48nomi, Raffaello Morgan, Arsenio Furgoni, Finovidio Capitani e Bruno Nardi, e quella più
00:23:54ampia della storiografia toscana, due trecentesca, dai notai e cronisti, dai modelli del Villani
00:24:00alla memoria civile di Firenze. L'Istituto Storico, fondato nel 1883, all'indomani dell'Unità
00:24:08d'Italia, continua a coltivare la sua vocazione originaria, pubblicare, custodire, interpretare
00:24:15le fonti per la storia d'Italia, restituendo attraverso di esse la coscienza del nostro patrimonio
00:24:21storico. Ma nel tempo questa missione si è evoluta, aprendosi a una visione più ampia,
00:24:27quella del Medioevo come laboratorio di esperienze umane e culturali in cui convergono storia,
00:24:33letteratura, filosofia, diritto, scienza e arti figurative. È in questo spirito che
00:24:40l'Istituto, che ospita anche un importante archivio storico e una biblioteca pubblica,
00:24:44promuove oggi due grandi direttrici complementari. Innanzitutto la ricerca scientifica, attraverso
00:24:51i convegni e le proprie collane, tra cui i nuovi studi storici, che ospitano il volume
00:24:56su Brunetto appunto, e poi, altro aspetto che ci è particolarmente caro, la formazione
00:25:01avanzata, rinnovata con la creazione della scuola storica di studi medievali. La scuola
00:25:08storica, la cui tradizione risale ormai un secolo fa, è stata nel corso del Novecento
00:25:12il bivaio di generazioni di studiosi e maestri. Oggi però la nuova scuola storica di studi
00:25:18medievali, che abbiamo inaugurato proprio dieci giorni fa, prosegue quella eredità ma con
00:25:24una fisionomia aggiornata, cioè offre formazione metodologica storiografica ai giovani ricercatori
00:25:34italiani e stranieri, in collaborazione con l'Aggiunta storica nazionale, con le università
00:25:39e con istituti internazionali come l'Ecole Française de Rome, il Deutsche Storische Institut,
00:25:45per fare solo due nomi. Sieme alla scuola l'istituto ha istituito quest'anno anche il Laboratorio
00:25:50Internazionale per il Medioevo, che promuove la multidisciplinarietà, che anima anche le
00:25:56pagine di questo libro, come metodo di ricerca e ha rinnovato la propria rete anche di cooperazioni
00:26:02europee. Tutto questo nasce da una convinzione, e cioè che la ricerca storica non possa essere
00:26:08separata dalla formazione e dal dialogo internazionale e che il Medioevo, proprio per la sua natura di
00:26:15spazio connettivo, sia la forma più alta di questa esperienza condivisa. Il volume su Brunetto,
00:26:23dunque, non è soltanto un contributo alla storia della cultura toscana, ma un simbolo della continuità
00:26:29del lavoro dell'istituto e un segno del suo rinnovamento, della sua capacità di accogliere
00:26:34esperienze scientifiche nuove e di promuovere il dialogo tra le discipline, le generazioni,
00:26:40le istituzioni. Desidero ringraziare i curatori, gli autori, e in particolare Gianluca Vriguglia
00:26:48e Antonio Montefusco, per aver dato forma a un volume che è insieme un tributo a una
00:26:53grande figura del Medioevo e una riflessione sulla funzione stessa dell'intellettuale nella
00:26:58storia europea. Permettetemi per concludere, però, una breve riflessione. Presentare oggi
00:27:04in questa sede parlamentare un libro su Brunetto e Latini è un gesto che possiede una forte
00:27:11valenza simbolica, a mio modo di vedere. Brunetto fu maestro di civiltà e di eloquenza. Nel
00:27:17suo tresor la conoscenza non è fine a se stessa, ma diventa fondamento della convivenza. Portare
00:27:24la sua voce qui, tra le istituzioni della Repubblica, significa riconoscere che la cultura
00:27:29e la memoria storica restano alla base della vita pubblica. Ed è in questo spirito, nella
00:27:35fedeltà alla tradizione e nell'apertura al futuro, che l'Istituto Storico Italiano
00:27:39per il Medioevo continua la sua missione. Custodire e promuovere le fonti del passato,
00:27:46formare nuove generazioni di storici e rendere viva la memoria del Medioevo nella coscienza
00:27:52civile dell'Italia contemporanea. Vi ringrazio.
00:28:00Grazie al professor Longo. E ora passo la parola alla professoressa Sonia Gentili, che
00:28:05tra l'altro, approfitto per dire, ha appena fatto uscire uno dei suoi, un suo ultimo libro
00:28:09sulla poesia nel Medioevo. Il titolo è giusto? Mi sbaglio? L'idea di poesia nel Medioevo.
00:28:16è uscito per Carocci proprio qualche... No, per Viella. Per Viella, scusate. Però
00:28:21l'ho letto. Però l'ho letto. Ho sbagliato tutto, però vi garantisco che l'ho letto. Antonio
00:28:25l'ha letto, perché l'ha recensito. Tu non so. Io l'ho citato in un mio articolo che
00:28:30sta per uscire. Avrai soddisfazione. La parola a Sonia Gentili. Buonasera a tutti. Ringrazio
00:28:37e saluto le autorità presenti, tutto il pubblico e voglio dedicare queste poche riflessioni,
00:28:48questi pochi spunti che sto per proporre alla memoria del grande concetto marchesi, visto
00:28:56che la Presidente l'ha chiamato in causa, grande studioso, grande antifascista che ha fondato
00:29:03sulle etiche del passato, un'etica presente, quindi mi sembra molto opportuno diciamo
00:29:10ricordarlo. I libri davvero importanti generano discussione e io penso che sarà il caso di
00:29:19questo libro, il libro che presentiamo oggi, perché l'ambizione dichiarata di questo libro
00:29:26è quello di arrivare finalmente, cito, ad una presa totalizzante monografica di questo
00:29:33autore che è stato finora percepito, sono le parole di Gianluca Briguglia nell'introduzione,
00:29:38che è stato finora percepito in una chiave più ancillare, più funzionale, maestro di
00:29:45Dante, insomma una figura funzionale a valori o personaggi di cui è stato funzione. Questo
00:29:57guida nel volume è il tentativo di tracciare un profilo del pensiero politico di Brunetto,
00:30:03lo fa l'amico e collega Niccolò Mineo e il punto di vista sulla filosofia morale di Brunetto,
00:30:15lo fa Marco Berisso nel capitolo dedicato al ragionamento brunettiano su vizi e virtù.
00:30:23domanda, ma è veramente possibile attuare questa presa totale monografica che il volume
00:30:33propone, fondandosi come fanno i due studiosi che ho menzionato su Tesoretto e Tresor?
00:30:42Beh, ho paura che per alcune zone del Tresor questo sia sostanzialmente impossibile e spiego
00:30:49per quale motivo. Si tratta, lo sapete, di un trattato che oggi lo sappiamo meglio di
00:30:58prima, negli ultimi vent'anni sono stati prodotti degli studi che ce lo dicono con
00:31:03più esattezza. Questo trattato è in larga parte un puzzle di testi dottrinali preesistenti
00:31:10che Brunetto traduce in francese, spesso partendo non solo da originali latini di questi
00:31:17testi ma anche da traduzioni toscane che già circolavano. Ci si può chiedere legittimamente
00:31:23che cosa ci sia di autenticamente brunettiano in questi testi che Brunetto traduce. Ad esempio
00:31:32nella parte del Tresor che Brunetto stesso chiama Etica, sono i capitoli 1-49 del secondo
00:31:41libro, Niccolò Mineo vi fonda la sua ricostruzione di idee brunettiane, lo considera come sostanzialmente
00:31:50originale, raramente ragiona diciamo così sulle fonti che Brunetto sta traducendo. Anzi, devo dire
00:32:00non ne prende neanche in esame le edizioni più aggiornate, fermandosi all'edizione Marchesi
00:32:08della Somma Alexandrinorum quando c'è oggi edizione critica. Ma allora cosa mette Brunetto
00:32:14al di là di queste minuzie diciamo, cosa mette Brunetto di suo in questa etique? Quasi
00:32:21nulla, si limita a tradurre in francese un riassunto dell'etica nicomachea di origine
00:32:28Alessandrina e per giunta lo fa partendo da un volgarizzamento toscano che preesisteva
00:32:34a lui, svolto da un medico assolutamente ignoto e più, ma a cui si intitola qualche
00:32:40strada oggi che si chiamava Taddeo Alderotti. Ora, mentre nel testo toscano il traduttore
00:32:46Taddeo Alderotti cerca, fa un lavoro di eliminazione di incrostazioni medievali di tipo soprattutto
00:32:54islamico, perché questo riassunto dell'etica nicomachea ha avuto una verniciatura araba
00:33:03nella catena delle traduzioni. Mentre questo traduttore cerca di tornare verso l'originale
00:33:09aristotelico, quindi si mantiene nel quadro di questo riassunto ma lo corregge con l'originale
00:33:15aristotelico. Brunetto che non coglie l'operazione svolta dall'altro volgarizzatore di fronte a queste
00:33:22correzioni che a lui paiono devianti, torna al testo dell'epitome che invece è più pasticciato,
00:33:30lo ripristina quindi oppure lo taglia malamente. Oggi sappiamo, prima lo sapevamo meno ma grazie
00:33:38a questi saggi più recenti, che tanto la traduzione toscana è animata così lessicalmente da un
00:33:45tecnicismo filosofico, la traduzione di questo ignoto da De Alderotti, quanto quella brunettiana
00:33:53è invece animata da un lessico sostanzialmente non filosofico, polivalente uniformante, ad esempio
00:34:01sostituisce Brunetto sistematicamente la nomenclatura tecnica col polivalente shoes, come facciamo
00:34:07anche noi quando non sappiamo bene come definire un oggetto, cosa che non vedo menzionata nel
00:34:15saggio sulla tecnica di traduzione di Brunetto, di Lorenzi. Insomma Brunetto non reinterpreta
00:34:22tanto ma ripete Aristotele in modo un po' sfocato. Allora in questa situazione si può certo considerare
00:34:32come un'operazione autoriale quella di Brunetto, cioè l'assorbimento dell'etica aristotelica
00:34:38nel tresore. È un'operazione culturale naturalmente questa, ma bisogna essere coscienti del quadro
00:34:43in cui questo è avvenuto. Questa appropriazione era largamente praticata alla sua epoca su scala
00:34:49europea, quindi è un grande movimento europeo attraverso il quale questo riassunto dell'etica
00:34:56nicomachea è diventato il primo codice laico, parola magica di questo pomeriggio, dell'Europa
00:35:04medievale, questo riassunto dell'etica nicomachea. Laico naturalmente tra le tante virgolette che
00:35:10si debbono usare quando si parla di altri mondi che non sono il nostro. Brunetto ha partecipato
00:35:17dunque di questo processo incastonandolo nel tresore, processo che però era già stato animato
00:35:25da Guittone che già aveva fruito di questa fonte nelle sue lettere politiche. Di fronte
00:35:30a questa situazione che bisognava tenere in conto è impossibile allora attribuire una
00:35:37reale caratterizzazione brunettiana per esempio al concetto di politica come arte architettonica
00:35:44che governa tutte le altre che le sono subalterne o ancora alla comunità come network di lavoratori
00:35:52dice in maniera un po' modernizzante diciamo Niccolò Mineo, in realtà si tratta appunto
00:35:57delle varie arti che sono subalterne alla politica nel grande inizio, nell'esordio dell'etica
00:36:05nicomachea che tutti voi ricorderete. Il concetto è ripetuto da Dante tanto nel quarto trattato
00:36:11del convivio quanto in Paradiso 8. Allo stesso modo tenendo d'occhio queste idee che sono
00:36:19diciamo così largamente banalmente aristoteliche non mi pare possibile individuare come fa Niccolò
00:36:26una sfumatura negativa in un'affermazione che appunto è di Aristotele ma è ripetuta
00:36:32da Brunetto per cui il denaro, strumento di equivalenza negli scambi, è giustizia
00:36:37senza anima. Aristotele dice inanimata ma semplicemente perché non è una persona, non
00:36:42perché diciamo gli manchi qualcosa affettivamente. Qui non mi pare che si possa dire che appunto
00:36:51questa espressione rappresenti una utilità egoistica e di corto respiro realizzata attraverso
00:37:00la mediazione del denaro che è giustizia senza anima. No, questo è uno strumento neutro
00:37:04quindi caricare moralmente questo elemento non mi parrebbe possibile, lo leggo appunto
00:37:09nel santo. Mentre questi concetti sono banalmente aristotelici mi sarebbe parso il caso di rilevare
00:37:16che proprio a fronte della sua difficoltà di staccarsi dal testo della summa, vado rapidamente
00:37:24forse sono lunga ma vado rapidamente, se non per semplificarlo, è notevole il caso
00:37:31in cui Brunetto segue invece l'altro traduttore nel momento in cui questo corregge l'epitome
00:37:40aristotelica. Si parla della fine del volgarizzamento, della fine dell'etiche in cui si individua come
00:37:48ottimo regime non la monarchia, come fa Aristotele, ma il comune. Si sono versati fiumi di inchiostro
00:37:57su questa storia, sarebbe stato un ribaltamento della fonte in funzione comunale, ma non si
00:38:02è notato che è proprio nell'epitome aristotelica che in realtà fondendo due luoghi di Aristotele
00:38:11si dice prima che idealmente la monarchia è il regime migliore e poi però ragionando
00:38:17sulla realizzazione pratica dei regimi si nota che democrazia e costituzione mista sono
00:38:24quelli meno degenerativi e quindi nel pratico sono quelli migliori. L'altro traduttore mantiene
00:38:34la completezza del ragionamento, Brunetto taglia e si tiene però il comune perché questa
00:38:38cosa la capisce e se la tiene, è un fatto politico non tanto filosofico. Andrebbe anche
00:38:46rilevato e con questo concludo che certe tensioni concettuali che sono proprio dentro
00:38:53il testo aristotelico non sono risolte da Brunetto ma invece fatte convivere con un
00:39:00atteggiamento di tipo giusta positivo, è vero A ed è vero anche B. Ad esempio in Aristotele
00:39:08la somma virtù, cioè la magnanimità, è al tempo stesso una virtù mondana, grandezza
00:39:14socialmente manifestata attraverso la magnificenza, cioè la disponibilità di beni materiali e
00:39:20una virtù interiore centrata sulla resistenza alla fortuna e sull'indifferenza al mondo.
00:39:28Sintetizzando due concetti pre-aristotelici e opposti di virtù, uno interiore e l'altro
00:39:35invece sociale, Aristotele delinea cioè una figura di virtuoso indifferente al mondo che
00:39:41però attraverso la magnificenza manifesta la propria eccellenza morale per mezzo dei
00:39:46beni e avvantaggio del mondo. Questa posizione che diviene in Dante sfondo ideologico per
00:39:52svolgere la figura dell'imperatore il cui possesso di beni materiali è appunto avvantaggio
00:39:58del mondo, in quanto possiede tutto e libero dalla schiavitù del desiderio e può liberare
00:40:04l'umanità dalla cupidigia. Nel tesoretto è recepita, negli insegnamenti che dà larghezza,
00:40:11che è appunto la magnificenza, è giusto apposta a simmetriche ed opposte prescrizioni di penitenza.
00:40:19Insomma bisogna diciamo così non spendere per esempio e non sprecare, al tempo stesso però
00:40:28bisogna organizzare banchetti fastosi e conviti, che è una prescrizione aristotelica, di manifestazione
00:40:35sociale della virtù. Questa posizione, la genesi di questa dunque apparente contraddizione è nella
00:40:45doppio registro di questa virtù in Aristotele, Berisso invece la considera come una curiosa
00:40:51contraddizione. No, è Brunetto che mantiene entrambe le strade. Ancora più rilevante, con
00:40:57questo concludo davvero, è il tema della naturale socialità dell'uomo, ne abbiamo sentito parlare
00:41:03adesso, affermata ad Aristotele, recepita nel Tresor, è naturale per l'uomo essere cittadino
00:41:09eccetera eccetera. Brunetto combina questo concetto con quello ciceroniano dell'invenzione,
00:41:18del passaggio dallo stato ferino allo stato politico, che invece è molto più traumatico,
00:41:24cioè nell'idea aristotelica la natura sociale dell'uomo comporta un suo svolgimento nella storia,
00:41:34di tipo, diciamo così, piuttosto naturale, mentre nel caso di Cicerone c'è un passaggio
00:41:44più traumatico dall'uno all'altro stato. Ebbene, naturalmente nella parte aristotelica, quella
00:41:51delle TIC, c'è il principio aristotelico della naturale socialità umana e poi verso la fine
00:41:57del libro nel capitolo 91 si enuncia invece il principio ciceroniano, di fronte a questo
00:42:07appunto, diciamo, le due cose convivono. Dunque, per concludere, andamento giusto appositivo
00:42:16nell'accostamento di elementi contraddittori e perdita di rigore filosofico nel lessico
00:42:22sono elementi oggettivi un po' della trattatistica brunettiana. Dunque, forse questa difficoltà
00:42:32di una presa monografica del pensiero di Brunetto è fondata anche su alcuni elementi che sono
00:42:40oggettivamente presenti in questo pensiero. Ecco, con questa problematizzazione, perché
00:42:47bisogna anche, insomma, aiutare così i problemi a svolgersi ulteriormente, io mi congedo e vi
00:42:57ascolto. Grazie mille alla professoressa Sonia Gentili, anche per alcune delle critiche che
00:43:07lei fa in questo, insomma, in questo piccolo speech, molte delle quali accogliamo con animo deferente
00:43:14e su alcune ci sarebbe da discutere e discuteremo in altre sedi. Lascio adesso la parola al professor
00:43:22Giorgio Inglese. Buonasera, mi prendo un minuto per esprimere un duplice sentimento.
00:43:34Anzitutto il senso di responsabilità a cui ci richiamava l'onorevole Scani, che sento vivamente
00:43:43e che ringrazio l'onorevole Scani anche per aver nominato e chiamato a vegliare su di noi
00:43:52l'augusta ombra di concetto Marchesi, maestro degli studi classici e grande dirigente del
00:44:01Partito Comunista Italiano. Ho anche però un sentimento di viva familiarità, diciamo, nei
00:44:11confronti non solo dell'argomento, ma delle persone che ho qui accanto, perché sono collaboratori
00:44:23negli studi da tanto tempo e non posso fare a meno di ricordare anche in questa sede il
00:44:31mio legame con l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo, che ho fortemente rischiato
00:44:39di dirigere a vita come membro del Comitato Direttivo, prima che le lentezze della burocrazia
00:44:51consentissero sia al professor Miglio che a me e ad altri cari colleghi di passare e intraprendere
00:45:01altre strade. Io, poco tempo che ho, vorrei però svolgere almeno in piccola parte l'umile
00:45:10funzione del presentatore, parlando un po' dei nomi, citando almeno qualche nome e qualche
00:45:18saggio di questo bel libro, che avrei voluto leggere prima di pubblicare l'edizione del
00:45:27tesoretto, ma poi queste sono le vicende delle ricerche che in parallelo si svolgono.
00:45:35Nominerei anzitutto l'ultimo dei saggi, rovesciando l'ordine dell'esposizione, cioè un bel testo
00:45:45molto fine di Marcello Ciccuto, che si occupa di un aspetto piuttosto particolare, cioè del
00:45:55rapporto Dante-Brunetto, ma rispetto alla rappresentazione...
00:46:15Brunetto e il suo almeno occasionale allievo Dante hanno delle origini dell'umanità e quindi
00:46:41il valore che si può dare al ricordo dell'età dell'oro, visione che Dante presenta come
00:46:55affine, misteriosamente affine al racconto edenico, al racconto scrittuale dell'Eden e invece
00:47:04l'assunzione notevole da parte di Brunetto a partire dalla rettorica della tradizione ciceroniana
00:47:13dell'umanità ferina nelle sue origini che poi si dà ordine e valori, ordine, giustizia
00:47:32e forme istituzionali. È un'antitesi questa di cui si dà rilievo in alcuni passaggi espressivi
00:47:46del testo analizzato da Ciccuto, ma che è di per sé strutturale nel confronto tra i due
00:47:53autori. Vorrei citare anche il saggio di Marco Berisso, da cui attendiamo l'edizione
00:48:03critica compiuta del tesoretto. Berisso affronta il tema della ricchezza, come è stato già
00:48:13annotato e quello che mi interessa forse più dettagliatamente, studia la struttura del
00:48:24tesoretto in cui rileva l'identità autonoma di un capitolo interno che si presenta come
00:48:33un capitolo interno all'opera, ma che in realtà è una vera autonoma, è indipendente
00:48:38epistola sulla penitenza. Il testo è particolare ed è dal luogo a considerazioni interessanti
00:48:51il confronto tra questo testo, che è un catalogo di vizi e di virtù, e la trattazione dei vizi
00:49:02e soprattutto delle virtù che invece si trovano nell'altra parte, nella parte precedente
00:49:08del poemetto. Condivido la conclusione che Berisso ritrae anche da questa costituzione,
00:49:17cioè ci rendiamo conto del fatto che il testo del tesoretto non ha mai raggiunto una conclusione
00:49:27e una forma definitiva. Non è neanche tanto un'opera incompiuta, come possiamo definire
00:49:36incompiuto il convivio, è proprio un'opera che non è riuscita a costituirsi, che presumibilmente
00:49:46ha avuto una circolazione minima al tempo in vita di Brunetto e almeno simbolicamente
00:49:57mi sentirei di dire che l'unico lettore autentico, l'unico vero lettore del tesoretto
00:50:03sia proprio Dante, sia stato proprio Dante, nel cui nel testo della commedia molte, numerose
00:50:14sono le occorrenze, i luoghi paralleli proprio con il tesoretto. Segnalo poi due importanti
00:50:24saggi, uno di Mineo Igor, Popolo e Ordine Sociale, Lamedeo De Vincentis invece si occupa
00:50:37molto più da vicino e dettagliatamente del corpo documentario relativo a Brunetto e delle identità
00:50:47politiche che a Brunetto vanno riconosciute e che Brunetto stesso si è dato nel corso
00:50:58della sua attività. I due testi, se mi amavo di vedere, convergono in una valutazione rinnovata
00:51:13del ruolo di Brunetto che da parte di una tradizione storiografica peraltro fondamentale
00:51:23per i nostri studi, possiamo fare i nomi del Davidson che è già stato nominato, ma anche
00:51:31quello di Salvemini che tendeva a cogliere in Brunetto addirittura un antesignano di Machiavelli
00:51:41come cancelliere della Repubblica. Alla luce di questi studi la cosa va molto sfumata,
00:51:52soprattutto riconoscendo, come possiamo fare sulla scorta di Lamedeo De Vincentis, una abbastanza
00:52:03scandita storia e geografia del corpo documentario brunettiano. Nella prima parte, appunto il cosiddetto
00:52:15primo popolo, diciamo dal 54 fino alla battaglia di Montaperti, Brunetto è un notaio del comune,
00:52:27scriva Anzianorum. E questo profilo notarile dell'attività di Brunetto continua in effetti
00:52:39anche nell'esilio francese in cui persistono i legami, soprattutto in questa funzione, tra Brunetto
00:52:52e la comunità mercantile dei fiorentini in Francia. Un salto di qualità si registra subito
00:53:04dopo, dopo la vittoria guelfa del 66, quando Brunetto opera e agisce come protonotaro di Carlo
00:53:19D'Angio, stringendo nel modo più intenso i rapporti tra la comunità politica fiorentina
00:53:29e i nuovi padroni e il nuovo punto di riferimento della politica italiana. L'ultima fase dell'attività
00:53:43di Brunetto, quella che va dal 1282 al 1292, ci mostra nella figura per certi aspetti istituzionale
00:53:57del sapiens vir, cioè dell'intellettuale, dell'esperto, dell'esperto di politica che viene invitato
00:54:06a dire la sua nei consigli, nel consigli del comune, sapiens vir, maestro. Il maestro è qui che prende
00:54:15corpo questa denominazione che peraltro Brunetto dà a se stesso insistentemente, per esempio
00:54:27nel tresor, maestro a disposizione del comune. Anche qui rilevano opportunamente entrambi
00:54:37gli studiosi che questo rapporto non deve essere poi irrigidito in senso politico, perché
00:54:46in termini strettamente politici, perché Brunetto esercita la funzione di priore, quindi entra nel
00:54:55governo di Firenze soltanto per un breve periodo, nell'anno 1287.
00:55:05Nella logica di Brunetto, ma è stato detto e lo ripeto sulle scia dei saggi che ho citato,
00:55:13valore supremo è l'unità del comune. In un ordine sociale ispirato a giustizia, sotto il
00:55:22comando di un signore legislatore, che attui una forma di amicizia collettiva, superiore
00:55:31però al livello prepolitico di utilità reciproca.
00:55:45In Brunetto, sulla nozione della giustizia secondo natura, grava, come dicevo, l'immagine
00:55:56feroce e animalesca della società umana primitiva, che da un certo punto di vista può apparire
00:56:06anche idea più realistica dell'ideale dantesco che invece assume una rigorosa concatenazione
00:56:16fra la giustizia divina, la giustizia naturale dell'età dell'oro e la giustizia positiva
00:56:25che della seconda e della prima sarebbe soltanto la messa a terra, la messa in forma scritta.
00:56:39Questo ci aiuta e ci porta, secondo gli studiosi che sto citando, a tenere molto istinta e molto
00:56:53differenziate fra loro sia le diverse fasi dell'attività politica di Brunetto e le diverse
00:57:01fasi della vita comunale che in questa attività si rispecchiano.
00:57:05Quindi il cosiddetto primo popolo di cui non si deve ormai troppo accentuare il carattere
00:57:17democratico e soprattutto ormai verso lo scadere, ma non tanto, ancora c'è un margine di tempo
00:57:32dell'attività di Brunetto, invece la costituzione fortemente antimagnatizia del secondo popolo
00:57:40e delle leggi e soprattutto degli ordinamenti di giustizia.
00:57:46A Brunetto invece questa visione non si potrebbe attribuire nel tesoretto, ad esempio,
00:57:57tanto per concludere su questa operetta, peraltro di notevole rilievo, il tesoretto propone
00:58:06un sistema di valori su cui possono e dovrebbero convergere sia i nobili, gli aristocratici che vanno
00:58:18a integrarsi nella vita comunale, sia però i ceti, i borghesi agiati e emergenti che tendono
00:58:26a riconoscersi, a far propri i valori tradizionali della cavalleria e agli uni e agli altri Brunetto
00:58:40propone un modello fondamentale di compromesso pragmatico, ma resterebbero da indicare
00:58:49e non ho modo di farlo, non ho tempo di farlo. Molti altri saggi di questo importante volume,
00:58:59almeno il nome, insomma, Fabio Zinelli scrive un importante, cospicuo, importante saggio
00:59:11sulla tradizione manoscritta del Tresorra e al Tresorra, mi permetto di aggiungere,
00:59:16è dedicato anche un notevole scritto della nostra Maria Teresa Racchetta che mi pare
00:59:24di scorgere tra il pubblico, almeno uno degli autori che sto citando, è qui. Grazie.
00:59:37Allora, ringrazio il professore inglese e prima di dare anche io i miei due centesimi,
00:59:43non sul libro, perché sarei di parte, ma sul progetto di Brunetto, ringrazio ancora
00:59:51davvero tutti voi che siete qui, che siete tanti, la Presidente Ascani, il direttore
00:59:57della biblioteca, il Dottor Massa e vi ricordo appunto questa mostra, c'è tra l'altro un
01:00:03importante manoscritto del duecento sugli statuti di una città, insomma è una cosa
01:00:07da vedere perché non c'è sempre l'occasione di avere cose così belle da vedere, quindi
01:00:15vi invito subito dopo di venire insieme a noi a visitare questa mostra e il personale
01:00:20della biblioteca che è stato veramente molto gentile e impeccabile. Però una parola
01:00:25la voglio dire anch'io, appunto non tanto sul libro che non è un libro che ha l'ambizione
01:00:31di essere, di cogliere Brunetto Latini in maniera totalizzante, non potrebbe farlo una monografia
01:00:38su questo personaggio, figuriamoci se può farlo un convegno o una raccolta di saggi. Quello
01:00:46che avevamo l'ambizione di fare era, in vista di una visione più totale di Brunetto
01:00:53Latini, quello che volevamo fare era far dialogare autori studiosi di diverse discipline, perché
01:01:00questo è una cosa non tanto semplice, che i filologi parlino con gli storici della filosofia,
01:01:05che parlino con gli storici del pensiero, con gli storici della lingua, della letteratura,
01:01:09ognuno ha il suo specialismo e un autore come Brunetto è un autore speciale da questo
01:01:14punto di vista, perché dal mio punto, da quello che penso io, non lo si capisce integralmente
01:01:19se non si entra in contatto con tutte queste discipline, da cui il fascino e la difficoltà
01:01:25dell'autore. Però una parola sul perché, a mio avviso, ha senso parlare di un autore
01:01:30come Brunetto Latini oggi e in un contesto come questo, entrando un pochettino nel merito
01:01:37dei contenuti o se volete delle ossessioni, per come le vedo io, di questo autore, o a
01:01:43meno che non siano ossessioni mie personali che io proietto, cose che per carità è sempre
01:01:48possibile. Brunetto Latini è un autore politico, Brunetto Latini è un autore che oltre ad essere
01:01:55un autore che parla di politica è un uomo politico, a modo suo, certo è un tecnico,
01:02:01certo è un notaio, però è un uomo che contribuisce moltissimo alla costruzione di istituzioni
01:02:07nuove. Tutti questi primo popolo e secondo popolo di cui parliamo sono dei cambiamenti
01:02:12istituzionali che hanno delle conseguenze definitive sulla cultura italiana. Ed è per
01:02:21questo che se ne sono occupati autori che in queste aule anche hanno lavorato. La Presidente
01:02:26tutti gli altri citavano Concetto Marchesi, naturalmente, Magaetano Salvemini che ha costruito
01:02:34una monografia sulle istituzioni di Firenze alla fine dell'Ottocento sulla quale ancora
01:02:38ci si interroga. Oppure un autore come Isidoro Dellungo, senatore del Regno d'Italia, se non
01:02:43sbaglio, che è il primo che mette insieme tutti i documenti che noi abbiamo di Brunetto
01:02:50Latini. Anche tutte quelle cose apparentemente noiose che sono la sua opinione durante una
01:02:57certa discussione, in un certo momento in cui il Podestà aveva chiesto se bisognava fare
01:03:02l'alleanza con Poggi Bonsi o con Città di Castello perché era una delle alleate di Firenze
01:03:06eccetera. Perché questo? Perché Brunetto Latini, per come lo vedo io, ha una unica grande
01:03:14ossessione, quella di educare la gente, quello di educare la sua generazione alla politica.
01:03:22E questo è il grande lascito che lui ci consegna. Come si costruisce una classe dirigente?
01:03:28Lui parla spessissimo della sconfitta di Montaperti. Il tesoretto si apre con questo
01:03:33episodio. Io stavo tornando da un'ambasciata che facevo presso il Re di Castiglia perché
01:03:38chiedevo aiuto per la guerra che dovevamo fare contro Siena e contro il Re Manfredi e
01:03:44nel passo di Roncisvalle, quindi di ritorno, e il passo di Roncisvalle non è un caso perché
01:03:50Roncisvalle è il luogo della sconfitta per eccellenza, i paladini di Carlo Magno, non
01:03:55solo per l'immaginario medievale ma per l'immaginario europeo. E lì apprendo di questa
01:04:01sconfitta e sostanzialmente mi dirigo verso la Francia perché so che non potrò più tornare
01:04:07a Firenze. Guarda caso scrive le opere maggiori durante l'esilio ed è un uomo che interpreta
01:04:12l'esilio in modo politico. L'esilio non è che il momento che il destino mi offre
01:04:19per cercare di mettere a punto meglio un progetto che evidentemente fino a questo punto non
01:04:25aveva funzionato, cioè quello di creare una generazione di persone che quando torneranno
01:04:29finalmente al potere, perché torneremo al potere, perché noi abbiamo ragione, siamo
01:04:34i buoni, diciamo. E allora bisognerà fare le cose diversamente.
01:04:40Allora il Tresor, che è una grande enciclopedia politica, la rettorica che di per sé è politica
01:04:46ma anche il Tesoretto dove si parla di cavalieri, dove si parla di virtù, cavalleresche, dove
01:04:50si parla di tante cose che sono la politica del tempo, sono sostanzialmente il tentativo
01:04:56di trovare una soluzione alla formazione delle classi, dei ceti dirigenti. Allora da questo
01:05:02punto di vista forse io non sono tra quelli che pensano che la storia sia maestra di vita,
01:05:06la storia non insegna niente, non deve insegnare niente, io penso però che la storia, solo una
01:05:12cosa insegna, che ogni generazione deve fare da sé con quello che ha, questo è quello
01:05:17che ci insegna la storia. E però la storia ci può in qualche modo e qualche volta suggerire
01:05:22dei pensieri, non delle soluzioni, dei pensieri. Ecco il pensiero che dal mio punto di vista
01:05:28Brunetto Latini può suggerire a noi oggi qui, in questo momento, in questo luogo, è
01:05:33proprio questo, come si fa la politica, come la politica diventa una questione di tutto
01:05:39un paese, di tutta una generazione e quindi come la politica possa diventare un orizzonte
01:05:45di senso comune. Quindi su questa attualizzazione, gli amici storici mi perdoneranno le forzature
01:05:54sui testi, direi che possiamo concludere ancora ringraziando tutti voi per essere stati qui.
01:05:59Grazie.
01:06:29Grazie.
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