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  • 7 settimane fa
In occasione di Venezia 74 abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe Battiston e Valentina Carnelutti, interpreti di L'ordine delle cose di Andrea Segre - Foto copertina La Biennale di Venezia Invervista a cura di Chiara Guida di Cinefilos.it
Trascrizione
00:00L'ordine delle cose ha a che fare con noi e con il nostro progetto, con la nostra famiglia
00:11e con appunto uso apposta al possessivo nostro, perché è il nostro ordine, è il nostro progetto,
00:21è la nostra vita, è come vogliamo sostanzialmente che le cose non cambino per mantenere un equilibrio,
00:32una morbidezza, una tutto sommato facilità o comunque le nostre piccole difficoltà a cui ci siamo abituati,
00:40cioè il corso di tennis del figlio, la laurea dell'altra, un piccolo forse ostacolo sul lavoro,
00:49ma una cosa che si può superare in un attimo. Questo è il nostro ordine delle cose
00:54e mi sembra che in qualche modo il film, sempre dal punto di vista di questa donna,
01:02voglia creare una piccola crepa, una piccola frattura in questo ordine
01:10per provare a guardare che cosa sta succedendo al di fuori ed è quello che succede a Corrado,
01:20ed è quello che io, moglie, guardo, vedo e non vedo, guardo con una certa distanza,
01:29con il compiacimento di essere una buona moglie che chiede al marito come è andata
01:34e che faccio delle domande sempre al limite per non avere delle risposte che sconvolgano il mio ordine.
01:46Mi sembra che sia questo, che è una posizione esattamente contraria a quella che io auspico per gli spettatori
01:56e che impongo a me stessa, perché credo che invece una certa scomodità e un certo disordine
02:09permetta di condividere le cose e credo che le cose abbiano senso solo quando si possono condividere,
02:20a partire dall'aria che respiriamo, dal cibo e dalla terra su cui camminiamo.
02:28Ma lì in quel momento il mio personaggio mostra una capacità di analisi particolare, interessante,
02:39divertente e nello stesso tempo anche profonda, perché racchiudere in un colore un luogo,
02:52anche una storia, diciamo, quindi in qualche modo fotografare come fa il personaggio di Cogliazzi,
03:00fotografa l'Italia da lontano, non vivendoci più,
03:02e vedendola quasi da, sì, vedendola più da europeo che da cittadino, no?
03:12Dare un colore preciso alle città è una sintesi garbattamente poetica.
03:26nel momento in cui poi si trova a dover fotografare la propria realtà,
03:35la vede il colore caffelatte, quel colore triste con cui pitturavano le 8 e 50 negli anni 70,
03:44è un'amara considerazione sulla propria condizione, dice,
03:52se quel colore è entrato anche dentro di me.
03:56Questo è anche un po' una chiave di lettura di quella figura,
04:03che si contrappone a quella di Rinaldi, del protagonista,
04:10in quanto Rinaldi è davvero convinto di poter cambiare le cose,
04:14mentre Cogliazzi crede molto di più nel fatto di poter smussare gli angoli,
04:25ecco, proprio perché mancano le varietà geologiche in quel luogo,
04:31e quindi c'è una pietra che è friabile, plasmabile,
04:35ma se la cerchi di... si spacca, si spezza, quella realtà si spacca.
04:44C'è una cosa che mi sembra veramente importante
04:51e che in qualche modo questo film tocca e mette a fuoco,
04:57ed è la facoltà che abbiamo di occuparci delle questioni politiche, sociali, urgenti,
05:12in prima persona.
05:15Abbiamo, ne abbiamo facoltà, tutti.
05:19Ne ha facoltà uno studente del liceo,
05:22ne ho facoltà io che faccio l'attrice, la regista,
05:26ne hai facoltà tu che fai la giornalista, la casalinga,
05:29e quindi provare a raccontare questa storia invece che contando i morti a Galla,
05:44ma invece contando i minuti che si dedicano a porsi certe domande e a guardare certe cose
05:54e il modo in cui lo si fa,
05:59credo che metta lo spettatore in una posizione
06:03in cui è più facile aderire a un certo tipo di contenuto.
06:11Nel senso che se io vedo 5 morti, 100 morti, 4 feriti,
06:17un numero X di devastazioni,
06:24ho un'immediata compassione e anche un'immediata chiusura,
06:28nel senso che non ci posso fare niente.
06:32Perché io nella mia vita,
06:34obiettivamente forse posso andare un mese, due mesi all'anno
06:38a fare del volontariato a Lampedusa,
06:42posso dare del denaro, posso dare dei vestiti,
06:49ma la mia vita è da un'altra parte,
06:52faccio delle altre cose.
06:54In questo film si racconta la vita di chi fa delle altre cose,
06:59a parte quella di Corrado,
07:01che si ritrova esattamente a metà,
07:02tra il fare le altre cose,
07:04cioè occuparsi della sua famiglia, del suo ordine, delle cose,
07:07e invece fare proprio quel lavoro lì.
07:10Ma io, la moglie, faccio altre cose,
07:14però potrei fare una domanda in più,
07:17potrei incuriosirmi un po' di più,
07:19potrei parlare con i miei figli
07:20di che cosa fa il papà quando va via,
07:23potrei sapere di che cosa parla mio marito
07:26con nostra figlia,
07:29potrei sapere che lei gli ha chiesto
07:30tu hai mai ucciso qualcuno papà
07:32e chiedere bene che cosa ha risposto.
07:42Ci va di farci queste domande?
07:45Credo che in questo senso
07:46questo film abbia un'importanza
07:48che è trasversale,
07:50che è fuori da ogni logica politica
07:54per come si usa il termine politico oggi.
07:57politica viene da polis,
08:00la politica nasce nella piazza,
08:03nell'occuparsi delle cose comuni,
08:08nel simposio,
08:11le ultime parole,
08:12sono comuni le cose degli amici.
08:16Ci si può occupare,
08:17ne abbiamo facoltà,
08:18e secondo me questo film ci dice anche questo,
08:21o meglio,
08:22ci interroga
08:23a questo riguardo.
08:27Ma perché è molto più semplice
08:29far vedere
08:30quanto,
08:32il senso di scomodità
08:35che questi barconi
08:36e queste persone comunicano.
08:41Sai,
08:41sarebbe anche interessante
08:43soltanto affrontandola
08:45da quel punto di vista
08:46mostrare quanto
08:47invece
08:48per fortuna
08:51la maggioranza
08:52degli italiani
08:52sia
08:53francamente solidale
08:56e accogliente
08:57con queste persone.
09:01Sai,
09:02c'è un
09:02cattivo rapporto
09:06con la storia
09:08con cui barconi
09:09viaggiavamo anche noi
09:10nel secolo scorso
09:11e
09:14anche noi siamo stati
09:16oggetto di discriminazione.
09:19Eppure
09:19sembra
09:20che tutto questo
09:22sia stato
09:22rimosso
09:24come certe
09:24cattive abitudini
09:25che
09:26abbiamo
09:29il cattivo gusto
09:30di riproporre,
09:31no?
09:32Certa cattiva storia
09:33del nostro paese
09:35ritorna
09:36a galla
09:37con una
09:38una fierezza
09:39che qualche anno fa
09:41quando studiavo
09:42al liceo
09:42non avrei mai
09:43immaginato.
09:45E quindi,
09:45vedi,
09:46le cose
09:46le cattive
09:51abitudini
09:52generano
09:53queste
09:54falle
09:56di
09:57nella
09:59coerenza
10:02nello spirito
10:02di coerenza
10:03delle persone.
10:03non staremmo a fare
10:09questi discorsi
10:10se
10:11la nostra
10:15società
10:16avesse
10:17conosciuto
10:17una crescita
10:18umana,
10:21sociale
10:22e culturale
10:23adeguata
10:24alla storia
10:26del nostro paese.
10:26avesse
10:27avesse
10:28avesse
10:29avesse
10:30avesse
10:31avesse
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