Ace Frehley, leggendario chitarrista e fondatore dei Kiss, è morto all’età di 74 anni in seguito a una caduta nella sua abitazione di Morristown, nel New Jersey. «Siamo devastati dalla scomparsa di Ace Frehley», hanno scritto Gene Simmons e Paul Stanley in una dichiarazione congiunta.«È stato un soldato del rock essenziale e insostituibile durante alcuni dei capitoli più formativi e fondativi della band e della sua storia. È e sarà sempre parte dell'eredità dei Kiss». L’artista, simbolo del rock anni ’70, non è stato solo un chitarrista virtuoso, ma anche un innovatore che ha portato il rock a nuove vette di spettacolarità e creatività. Il suo stile unico e la sua presenza scenica hanno ispirato generazioni di musicisti e continueranno a vivere attraverso la sua musica. [idgallery id="1774314" title="Wolf Cut: il taglio rock n roll che non passa di moda"]
È morto Ace Frehley, lo “Spaceman” dei Kiss: addio all’icona del glam rock anni '70 Nato Paul Daniel Frehley il 27 aprile 1951 nel Bronx, New York, Ace imparò a suonare la chitarra da bambino. Da ragazzo, rispondendo a un annuncio sul Village Voice, entrò quasi per caso nella band che avrebbe rivoluzionato il rock insieme a Paul Stanley, Gene Simmons e Peter Criss. Ispirati da Led Zeppelin, Alice Cooper e New York Dolls, il quartetto prese il nome di Kiss e iniziò a esibirsi nei locali della Grande Mela, dando vita a un fenomeno musicale e culturale senza precedenti. Frehley contribuì al suono della band con riff diretti e assoli memorabili, dando vita a canzoni che ancora oggi fanno vibrare le casse: Detroit Rock City, Rock and Roll All Nite, Strutter, I Was Made for Lovin’ You. Il suo Cold Gin, autobiografia musicale di un’anima ribelle, resta una pietra miliare della sua poetica rock. [idarticle id="2636937,2649826" title="Un tocco rock e raffinato. Scarpe e borse scelgono le borchie nell'Autunno-Inverno 2025,Fedez chiude con i social: «Parlerò solo con la musica e il podcast»"]
Ace Frehley e i Kiss: tra virtuosismo e spettacolo I Kiss, come band, hanno sempre oscillato tra innovazione sonora e puro spettacolo. La loro grandezza non stava nella perfezione musicale: spesso le registrazioni erano grezze, gli assoli improvvisati, la voce a volte fuori registro. Ma questa imperfezione era parte del loro fascino. La band ha creato un mondo visivo unico – trucco, costumi, fuochi d’artificio e teatralità – che ha ridefinito cosa potesse essere un concerto rock, trasformando la performance in un’esperienza totalizzante. La loro produzione tendeva a seguire le mode del momento, dal glam rock al pop-rock degli anni ’70 e ’80, e spesso erano criticati per testi semplicistici e arrangiamenti basilari. Ma è proprio questa semplicità a renderli eternamente accessibili: pochi gruppi hanno saputo fondere identità visiva e sonora con altrettanta efficacia. [idgallery id="2444062" title="Le boy band più famose: dai Beatles ai Backstreet Boys"]
L’estetica dei Kiss: trucco, maschera e mito Parte del fascino dei Kiss risiedeva nella loro estetica inconfondibile. Ogni membro incarnava un personaggio: Frehley era lo «Spaceman», con trucco argentato e costume spaziale; Stanley lo «Starchild», Simmons il «Demon» e Criss il «Catman». Questa teatralità non era solo spettacolo: il trucco e le maschere diventarono simboli di identità e creatività, trasformando la band in un fenomeno pop che si rifletteva nei fumetti, nei gadget e perfino nei lunch box. Questi alter ego permettevano agli artisti di trasformare il palco in un mondo fantastico, in cui la musica e la teatralità si fondevano in un’unica esperienza. L’iconico logo con i fulmini, creato da Frehley, è diventato un’icona mondiale, riconoscibile anche da chi non ha mai ascoltato un singolo loro brano. [idarticle id="2641252" title="''Queen. Rock Montreal'', da oggi al cinema il leggendario concerto della band di Freddie Mercury"]
Una carriera tra successi e ritorni Dopo aver lasciato i Kiss nel 1982, Frehley intraprese una carriera solista, formando anche il gruppo Frehley’s Comet. Negli anni ’90 tornò nella formazione originale per un tour e l’album Psycho Circus, prima di continuare la sua carriera solista e collaborazioni con artisti come Slash, Lita Ford e Mike McCready dei Pearl Jam. La sua influenza sul rock è immensa: chitarristi di generazioni successive lo citano come fonte di ispirazione, attratti dalla sua energia, dai riff semplici ma efficaci e dalla capacità di unire virtuosismo e immediatezza.
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