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https://www.pupia.tv - Enrico Borghi - Intervento in Senato
La tragedia del Vajont resta una delle pagine più dolorose della nostra storia. Nel nome del progresso e del profitto si costruì una diga imponente, ignorando i segnali di pericolo e le denunce di chi, come Tina Merlin, aveva capito che quel monte stava cedendo. Il 9 ottobre 1963, la frana del Toc travolse tutto: 1917 vite spezzate, 487 bambini.
Quella notte ci ricorda che lo sviluppo senza equilibrio e senza rispetto per la natura diventa distruzione. Il Vajont non è solo memoria, è un monito: la sicurezza, la verità e la responsabilità devono sempre venire prima del denaro e dell’interesse.(10.10.25)

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Trascrizione
00:00L'Ungarone e Paese, le frazioni di San Martino, Pineda, Spesse, Il Cristo, Frasein, Erto, Casso,
00:09Rivalta, Villanova, Faè, Pirago, Castellavazzo, Codissago, Vaiont. Ho voluto iniziare, signora
00:17Presidente, citando i luoghi di questo dramma, perché sono i luoghi di donne, di uomini,
00:26di comunità che hanno pagato un prezzo drammatico e inaccettabile, ad una smania di sviluppo
00:35che non aveva fatto i conti con l'esigenza di un equilibrio e con il fatto che la cupidigia
00:42degli uomini non può abbandonarsi ad una logica di egoismo sfrenata. 1917 vittime, 487 bambini,
00:54chi di noi ha avuto l'occasione di vedere quella distesa di quelle croci che purtroppo
01:01non rappresentano integralmente molte delle vittime che sono andate disperse e che appartengono
01:10solo ai ricordi e a chi crede alle anime dell'aldilà? Non ha certamente potuto esimersi di un sentimento
01:21di straordinaria emozione, ma anche un profondo interrogativo, signora Presidente, perché i nostri
01:30momenti di raccoglimento, le nostre parole di ricordo non avrebbero senso e suonerebbero,
01:37come dice la scrittura, come cembali vuoti se contestualmente noi non fossimo in grado
01:43di mettere in campo ogni misura, non solo per lenire le sofferenze di un passato lontano
01:51ma ancora vivo nella memoria, ma per evitare che tutto ciò si riproduca ancora. Viviamo
01:57in un paese fragile, in un paese complesso, in un paese montano dove l'equilibrio tra ambiente
02:05sviluppo fra uomo e natura è sempre affidato alla capacità e alla determinazione delle comunità
02:15di trovare una loro sostenibilità. In quegli anni, presi dalla bramosia del denaro e presi
02:24da un'idea di sviluppo impropria, si perse di vista questa dimensione e ci si chiuse gli occhi
02:32e le orecchie anche di fronte a chi denunciava tutto quello che stava accadendo. Mi faccia
02:37ricordare in quest'aula, in conclusione, signora Presidente, la figura di Tina Merlin che con
02:44grande forza, con grande determinazione, seppe stare dalla parte di quelle comunità quando
02:51nessuno credeva a ciò che si sarebbe poi realizzato. È un monito, ancora una volta, che
02:58impegna ciascuno di noi.
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