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Trascrizione
00:00La prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker arriva dall'11 ottobre
00:092025 a Pirelli a Garbicocca. Fino al 15 febbraio 2026 a Milano il pubblico potrà scoprire con
00:16This Will Not End Well il più grande corpus di slideshow mai presentato, con inclusa un'installazione
00:21sonora appositamente commissionata.
00:23This Will Not End Well è la prima grande retrospettiva su Nan Goldin, artista leggendaria, fotografa
00:31che ha veramente cambiato il modo con cui guardiamo alla fotografia ma anche in generale
00:35all'immagine culturale, al mondo culturale ed è la prima mostra che si concentra su un preciso
00:41aspetto che è quello filmico, ovvero che racconta il lavoro di Nan Goldin come filmmaker, come
00:48artista multimediale. Nan Goldin ha iniziato a scattare fotografie giovanissime, aveva circa
00:5315 anni quando ha iniziato a scattare fotografie e soprattutto all'inizio il medium era quello
00:58dello slideshow, della diapositiva. Lei ha sempre detto che in realtà il suo desiderio,
01:03la sua grande ambizione era quella di essere una regista, una filmmaker. La mostra è nata
01:07in collaborazione, è un progetto molto articolato e lungo, è nata in collaborazione con altre
01:11importanti istituzioni museali, aperto nel 2022 al Moderna Musee di Stoccolma, poi è stata
01:19presentata allo Stedelijk Museum di Amsterdam, successivamente all'Annoia Nazionale Galleria
01:23di Berlino e finalmente a Milano in Pirelli Angarbicocca dove ci troviamo ora.
01:29In questa versione della mostra raccoglie il più grande corpus di slideshow, sono otto mai presentati,
01:37ogni slideshow è presentato all'interno di un padiglione, questo è nato da una collaborazione,
01:42uno stretto dialogo tra l'artista e l'architetta Alavardet e Mark Davis, che sono gli architetti
01:49di Parigi. Insieme hanno concepito questo, loro viene definito un villaggio che è sia
01:56un luogo fisico, perché ci troviamo all'interno di questo villaggio, ma anche proprio una metafora
02:00per questo senso di comunità, dell'essere insieme. I primi slideshow di Nan Golding sono
02:06nati, il primissimo in realtà è stato The Ballad, quello che poi sarebbe diventato la sua opera
02:11più importante, The Ballad of Sexual Dependence, dell'83, ma all'esordio, l'inizio è alla
02:16fine degli anni 70 e le prime presentazioni avvenivano in modo molto intimo, con le persone
02:22fondamentalmente, i primi spettatori hanno gli stessi volti, gli stessi ritratti, le stesse persone
02:26che si vedevano all'interno dell'opera e le situazioni erano molto più informali all'interno
02:32magari di Nightclub e successivamente in cinema indipendenti e ci sono voluti un po' di anni
02:38per essere finalmente presentata anche in un museo nell'85 ed era la biennale del Whitney.
02:44Questa poi ci sono voluti ancora più anni per riconoscere e presentare il lavoro di Nan Golding
02:48come filmmaker in questa appunto retrospettiva.
02:52Si arriva alla mostra a questo villaggio attraverso quasi una camminata, un preludio,
02:58si parla di quasi una centinaia di passi, quindi si parla veramente di un approccio, di un
03:03ingresso lento e accompagnati da questa nuova commissione, un'installazione sonora che sentiamo
03:10anche in questo momento, il titolo è Bleeding, è stata realizzata da Nan Golding in dialogo
03:15con i Sun Wall Collective.
03:16Loro hanno registrato il suono che usciva dai padiglioni, dai singole proiezioni, dagli
03:23slideshow.
03:23Quindi quello che ci accompagna, ci introduce alla mostra è proprio queste voci, queste sonorità,
03:28questo coro di voci che sentiamo e che poi sentiremo in mostra ed è anche un po' questa
03:33idea delle immagini sono anche un modo per tenere viva una memoria ed è proprio come
03:38funziona la memoria, quindi non c'è un ordine cronologico, la narrazione non è lineare
03:43ma c'è questa sovrapposizione di voci, di immagini, molto bello anche all'interno
03:47della mostra, stesse immagini ritroveremo in diversi slideshow.
03:50Le opere sono delle opere che toccano, dicevamo, temi universali, si parla di amore, si parla
03:56di sofferenza, si parla di vita, si parla di amicizia, è un lavoro anche molto impegnato,
04:02si parla di relazioni di potere, si parla di temi anche molto urgenti, si parla di malessere,
04:10disagio mentale, si parla di dipendenza, si parla di relazioni di potere, è una mostra
04:15che credo che ognuno, ciascuno di noi porterà a casa qualcosa perché è un lavoro che veramente
04:20risuona nel modo più profondo.
04:22I miei pezzi preferiti sono Memory Loss, che è di là, che riguarda la vita vista attraverso
04:31la dipendenza da sostanze e quant'è cupa questa osservazione e quest'opera nuova con gli animali.
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