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https://www.pupia.tv - Roma - "Voluntary Humanitarian Refusal" - Una scelta che non puoi rifiutare - Conferenza stampa di Rachele Scarpa (29.09.25)

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Trascrizione
00:00La campagna volontaria e umanitaria in refusal, lanciata da Asgi, Action Aid Italia, a buon
00:09diritto, luce e siesta, differenza donna, spazi circolari e le carbe, per denunciare come
00:15molto spesso la pratica del rimpatrio volontario assistito venga utilizzata per esternalizzare
00:20le frontiere e non per garantire alle persone in movimento e alle persone migranti le tutele
00:25che aspetterebbero loro secondo il diritto. La campagna, oltre a essere una denuncia,
00:31vuole chiedere un cambiamento radicale nelle politiche migratorie italiane ed europee.
00:36Riteniamo importante denunciare l'utilizzo dei rimpatri volontari assistiti in maniera strumentale
00:42in questo luogo, quindi nel luogo dove si prendono le decisioni politiche, nello stesso luogo dove
00:48otto anni fa si è deciso di approvare un memorandum con la Libia, tra il nostro paese e la Libia,
00:53che negli anni ha portato a indicibili sofferenze per le persone in movimento, nei centri di detenzione,
00:59le persone che vengono appunto riportate indietro dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica
01:04e il memorandum di cui chiediamo lo stop immediato. Del memorandum ci parlerà Saladin Juma,
01:13di Refugisi in Libia, che è collegato con noi. Refugisi in Libia ha lanciato una campagna
01:19a stop memorandum Italia-Libia, a cui hanno già aderito decine di organizzazioni, tra cui
01:23quelle qui presenti, e ritenevamo appunto importante collegare il tema dei rimpatri volontari assistiti
01:30e il tema appunto di quello che succede in Libia e degli accordi che l'Italia e l'Europa
01:34stringono con i paesi cosiddetti di transito. Ringraziamo l'onorevole Scarpa per la sala
01:40e per aver accolto fin da subito la nostra proposta a confrontarci su questo tema e a portare
01:47il dibattito appunto qui in Parlamento. I rimpatri volontari assistiti sono di solito
01:53presentati nella narrazione istituzionale come un'opportunità per le persone in movimento
01:58e per le persone migranti ed è appunto il... consistono nel poter tornare nel proprio paese
02:05con un supporto logistico e finanziario. Negli ultimi dieci anni i rimpatri volontari assistiti
02:11hanno assunto un ruolo centrale però nelle politiche di gestione delle migrazioni, sia
02:16nei paesi di destinazione europei sia in quelli appunto cosiddetti di transito, in particolare
02:21Libia e Tunisia che sono i paesi su cui si è concentrata maggiormente anche la nostra
02:25campagna. Questi programmi sono fortemente promossi dai governi europei e italiano e quello
02:33però che con la campagna appunto denunciamo e vogliamo criticare è che nonostante si distinguano
02:41o dovrebbero distinguersi dai rimpatri forzati per il concetto di volontarietà e quindi il
02:49fatto che al centro dovrebbe esserci il desiderio della persona migrante, della persona in movimento
02:54di ritornare nel proprio paese d'origine, molto spesso questi programmi vengono invece
02:59realizzati in condizioni che non permettono una scelta realmente libera e si trasformano
03:05poi di fatto in una scelta obbligata. Questo succede a maggior ragione nei cosiddetti paesi
03:11di transito come appunto Libia e Tunisia perché i rimpatri appunto vengono considerati come
03:19vengono presentati come misure umanitarie per mettere al sicuro le persone e anche però
03:25per ridurre come viene dichiarato la cosiddetta pressione migratoria sui paesi di transito.
03:30Si tratta però di paesi in cui le persone in movimento e le persone migranti subiscono
03:36sistematicamente abusi, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani e quindi noi
03:41riteniamo che in queste condizioni non si possa parlare di rimpatrio volontario, di libera
03:48scelta realmente perché appunto si tratta di una scelta obbligata e una via di fuga da
03:53contesti di violenza e di abuso. Nonostante appunto le Nazioni Unite abbiano ribadito che
04:00si può parlare di rimpatrio volontario assistito solo quando la decisione è libera e informata,
04:05non c'è coercizione fisica e psicologica ed esistono alternative reali al rimpatrio come
04:10l'accesso a forme di protezione a canali di migrazione regolare, noi riteniamo che non
04:14si possa parlare di tutto questo soprattutto appunto quando ci troviamo nei cosiddetti paesi
04:20di transito e quello appunto che contestiamo è che questo strumento venga usato come invece
04:28uno strumento di contenimento della mobilità e come uno strumento di esternalizzazione delle
04:33frontiere in violazione aperta del diritto e del rispetto dei diritti delle persone.
04:39Un aspetto di cui parleremo, di cui parlerà Roberto Sensi di Action Aid Italia che abbiamo
04:45affrontato come campagna è quello dei fondi legati ai rimpatri volontari assistiti e in
04:50particolare l'Italia finanzia i programmi di RWA da Tunisia e Libia attraverso i fondi
04:56del Ministero degli Affari Esteri e il cosiddetto fondo migrazioni e il fondo di premialità per
05:03le politiche di rimpatrio. Un altro aspetto altamente problematico di cui invece ci parlerà
05:08ASG in particolare Adelaide Massimi è quello relativo alle donne e alle persone perseguitate
05:16o discriminate in base al genere che attraverso il rimpatrio volontario assistito si trovano
05:21ad essere esposte al rischio di essere ricondotte negli stessi contesti di violenza dai quali sono
05:29fuggite e questo per noi appunto era importante nella campagna sottolinearlo perché è un aspetto
05:34altamente problematico e lesivo e parleremo anche delle comunicazioni agli organismi internazionali
05:42e del contenzioso legale che la campagna ha portato avanti e parleremo appunto del memorandum
05:49Italia-Libbia con appunto Refugisti in Libia. Prima di concludere vorremmo ricordare le richieste
05:57ribadire quello che appunto la campagna volontari humanitarian refusal chiede e ovvero lo stop
06:04ai finanziamenti ai rimpatri volontari dai paesi di transito come Libia e Tunisia dove appunto
06:10il rimpatrio diventa una scelta obbligata, l'interruzione immediata degli accordi e dei
06:15finanziamenti finalizzati a impedire l'arrivo delle persone in movimento in Italia e in Europa,
06:20politiche di protezione e libertà di movimento e non politiche di esternalizzazione, di contenimento
06:26e di respingimento e lo stop alla cooperazione legata a queste logiche di deterrenza e di blocco
06:32della mobilità di cui parlavamo per permettere una libera circolazione e un accesso al diritto
06:38d'asilo e al reale esercizio del diritto a lasciare il proprio paese in sicurezza, l'adozione di politiche
06:45attive e reali di protezione che garantiscano di entrare in Europa e di farlo appunto per chi fugge
06:52da violenza e da persecuzione ma di farlo in sicurezza e infine appunto una maggiore
06:57trasparenza e garanzie e monitoraggio dei diritti umani nei progetti che sono finanziati
07:03con fondi pubblici tra cui questi. Grazie e lascio la parola a Roberto Sensi di ActionAid.
07:09Grazie Camilla. Allora come accennava questi programmi non vengono implementati all'interno
07:19di un vuoto di politiche o di finanziamenti ma c'è un dispositivo che si è nel tempo articolato
07:27e strutturato attorno a strumenti finanziari e a cooperazione, cooperazione bilaterale sia
07:33in ambito migratorio ma anche cooperazione allo sviluppo. Una parte di questi programmi
07:39di rimpatrio umanitario, cosiddetto rimpatrio umanitario assistito, sono considerate anche
07:44parte dell'aiuto pubblico allo sviluppo. Nel tempo, a partire dal primo strumento di
07:52finanziamento delle politiche di esternalizzazione che è stato il Fondo Fiduciario per l'Africa,
07:56il Governo italiano ha attuato e ha messo in campo una serie di strumenti finanziari
08:03cosiddetti ibridi, ovvero composti di una parte di cooperazione puramente migratoria, ad
08:08esempio per il controllo dei confini e di una parte di cooperazione, cooperazione allo
08:12sviluppo, cooperazione umanitaria. Questi strumenti, come venivano accennati, sono il Fondo
08:17Migrazione, prima era il Fondo Africa, poi dal 2019 il Fondo Migrazione, che ha finanziato
08:23fino all'anno scorso 468 milioni di euro in programmi per l'esternalizzazione e più
08:28recentemente il Fondo Premialità, che anche nel suo titolo ha esplicitato in qualche
08:35modo l'obiettivo di fondo, ovvero uno strumento condizionale che condiziona il finanziamento
08:42a un'azione proattiva dei paesi di origine e di transito sul fronte dei rimpatri, si chiama
08:51Fondo Premialità per le politiche sull'impatri. Per fare un esempio, questo fondo ha finanziato
08:58fondamentalmente l'esternalizzazione in Tunisia, con oltre 100 milioni che anziché andare a
09:04rafforzare la protezione umanitaria e i diritti dei migranti, servono fondamentalmente per
09:09rafforzare le capacità di controllo e di respingimento del Paese. Ci sono alcune criticità
09:15strutturali che rendono molto complesso anche il monitoraggio dell'implementazione di questi
09:19fondi e quindi anche dei programmi di rimpatrio, e che sono la mancanza di trasparenza, soprattutto
09:28a partire dal decreto Lamorgese del 22, ci sono sempre più documenti che sono esclusi
09:33dal cosiddetto accesso civico. Ad esempio il decreto flussi 2023 pone una condizionalità
09:41esplicita per quantificare i flussi di ingresso dai diversi Paesi, pone una condizionità specifica
09:51relativa alla cooperazione sui rimpatri e sui ritorni. Un altro tema fondamentale è che
09:57queste politiche e questi programmi vengono discussi e implementati al di fuori di uno
10:01scrutino democratico del Parlamento, che di fatto interviene esclusivamente quando bisogna
10:07decidere le allocazioni annuali in legge di bilancio di questi fondi, ma poi non avviene
10:13alcuna discussione nel merito e anche nel monitoraggio degli strumenti stessi. E ovviamente sono
10:20strumenti che mancano totalmente di trasparenza, tracciabilità dal punto di vista della spesa
10:29e dell'implementazione e soprattutto degli impatti. Infatti tutti questi strumenti finanziari
10:34poi di fatto non hanno un sistema solido, trasparente, accessibile e partecipato di monitoraggio
10:41per evitare che i programmi causino la violazione dei diritti umani. Quindi che cosa chiediamo
10:47all'interno di questa campagna rispetto all'architettura finanziaria e all'esternalizzazione? Chiediamo
10:54di aumentare la trasparenza anziché contrarla, come sta avvenendo. Chiediamo maggiore accountability,
10:59responsabilità in materia di impatto sui diritti umani e chiediamo ovviamente una revisione
11:06complessiva dell'impianto e dei programmi stessi e che questi programmi di finanziamento
11:11siano destinati alla pura cooperazione allo sviluppo e cooperazione umanitaria e non al
11:17controllo dei confini e alla deterrenza.
11:26Grazie mille. Allora provo a dare un inquadramento giuridico ai contenuti di questa campagna.
11:37Asgi ha fortemente voluto questa campagna perché ci ha permesso di uscire in qualche
11:46modo da una serie di strettoie giuridiche e di analizzare criticamente, grazie al contributo
11:53delle altre organizzazioni parte alla campagna, vari aspetti che caratterizzano l'utilizzo
11:59e soprattutto l'abuso dei cosiddetti rimpatri volontari assistiti dai paesi di transito. Il
12:05lavoro che fino all'avvio della campagna avevamo svolto era un lavoro reso possibile dalla
12:11collaborazione con ulteriori organizzazioni e soggetti e che ci aveva permesso di inquadrare
12:18da un punto di vista giuridico i ritorni cosiddetti volontari come espulsioni mascherate. Di cosa
12:27parliamo quando parliamo di espulsione mascherata? La definizione che la International Law Commission
12:32dà nei suoi draft articles sull'expulsion of alien è la partenza forzata da uno Stato
12:41risultante da azioni o domissioni attribuibili allo Stato anche qualora queste siano indirette,
12:49cioè rese possibile attraverso il supporto da parte dello Stato, la tolleranza da parte
12:54dello Stato di azioni compiute da terzi. Questo è estremamente importante nell'ambito
12:59delle politiche di esternalizzazione in cui questi ritorni si inquadrano perché ci permette
13:07di guardare alla complessità delle dinamiche. Noi sappiamo che il governo italiano, così
13:14come l'Unione Europea, finanzia questi programmi che sono implementati poi dall'Organizzazione
13:19Internazionale per le Migrazioni in Libia e in Tunisia, in un contesto però in cui questo
13:24genere di intervento e di finanziamento che ci ha ben spiegato Roberto attraverso quali
13:28canali avviene, non è l'unico intervento, ma è parte, è inserito in una serie di politiche
13:37più generali di blocco della mobilità, quindi da un lato sono finanziate le guardie costiere,
13:43le guardie di frontiera e tutto l'apparato di controllo della mobilità e delle frontiere
13:49in questi paesi di transito, dall'altro vengono finanziati questi rimpatri, che appunto possono
13:58essere definiti quali espulsioni mascherate nel momento in cui quelle tre condizioni di
14:05cui ci parlava prima Camilla non vengono rispettate. Queste tre condizioni, secondo l'Alto Commissariato
14:15delle Nazioni Unite per i diritti umani, così come per lo Special Rapporteur sui diritti
14:20delle persone migranti, sono appunto che la decisione presa sia libera e informata, che
14:25vi sia l'assenza di coercizione e che ci siano valide alternative al rimpatrio. Non a caso
14:31nell'ambito invece dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che è il soggetto implementatore
14:37di queste politiche, la terza condizione, cioè la presenza di valide alternative al rimpatrio
14:43non è presente, non è presente nella definizione che l'OIM stessa dà dei rimpatri volontari
14:52assistiti. Questo cosa vuol dire? Che di fatto se questi rimpatri non hanno questi tre requisiti
15:05perché è evidente l'assenza di alternative effettive al rimpatrio in contesti come quello
15:12libico e quello tunisino dove non esistono sistemi di protezione, quindi non esistono sistemi
15:20effettivi di asilo, dove i programmi di resettlement o di evacuazione sono estremamente limitati e destinati
15:30solo a, non solo un numero limitato di persone, ma a categorie specifiche di persone. In Libia,
15:37ad esempio, per registrarsi con un NHCR è necessario essere appartenente a determinate nazionalità.
15:42Le persone che non appartengono a quelle nazionalità non hanno accesso ad alcuna forma di protezione.
15:48È evidente quindi che in questi contesti questi ritorni sono disguise expulsion, quindi sono
15:54espulsioni mascherate che avvengono in violazione del principio di non-refoulement, ovvero queste
16:02persone vengono ricondotte in contesti più lontani da, ad esempio, l'Italia e l'Europa, ma sono
16:11comunque contesti in cui i loro diritti umani sono gravemente violati.
16:15Asgi, insieme ad Action e a Buon Diritto, a luce siesta, a differenza donna, ha presentato
16:23contenzioso in questo senso in diversi contesti. È stato presentato contenzioso amministrativo,
16:30quindi di fronte al TAR, impugnando i finanziamenti italiani per questi programmi. Tuttavia è estremamente
16:37complesso far emergere la responsabilità italiana in questo contesto, soprattutto di fronte al
16:44Tribunale Amministrativo, che infatti ha valutato che, nonostante fossero palesi le
16:51gravi violazioni dei diritti umani delle persone in movimento in Libia e in Tunisia, la misura
16:57finanziata dall'Italia non fosse direttamente responsabile, quindi che la violazione non fosse
17:07effetto della misura, ma legata al contesto. Mentre noi quello che diciamo è che è il contesto
17:14che rende non volontaria la partenza, è il contesto che elimina quel terzo fondamentale
17:24criterio per definire la volontarietà che è l'assenza di alternative, nonché ad esempio
17:29la possibilità di dare il consenso a una misura di rimpatrio in maniera libera e in assenza
17:37di coercizione, quanto sappiamo che un gran numero di rimpatri volontari avvengono dai
17:44centri di detenzione libici, quindi in una situazione che è una situazione di estrema
17:49coercizione e violazione dei diritti.
17:53Ulteriore contenzioso che abbiamo presentato nel corso del tempo, grazie al contributo essenziale
18:00di altri soggetti come la clinica legale dell'Università di Roma 3 di Roma, è appunto
18:07un contenzioso presentato di fronte al SIDO, al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti
18:12delle donne, in cui abbiamo portato la vicenda, rappresentato la vicenda di due donne sottoposte
18:19a tratta di origine nigeriane che sono state rimpatriate in maniera cosiddetta volontaria
18:26verso i propri paesi d'origine. La questione della migrazione delle donne e dei soggetti
18:32femminilizzati e delle libere soggettività è centrale, per questo che anche luce siesta
18:37e differenza donna hanno un ruolo fondamentale in questa campagna, perché la libertà di movimento
18:43è un elemento essenziale della possibilità di autodeterminarsi, di sottrarsi a situazioni
18:49di violenza e di autodeterminare il proprio futuro e il proprio progetto. Evidentemente
18:57questi tentativi vengono neutralizzati dai rimpatri che inoltre vengono coperti da una patina
19:09umanitaria, i rimpatri dalla Libia si chiamano proprio rimpatri umanitari, a in qualche modo
19:15protezione dei soggetti che vi sono sottoposti. E questa è una narrativa dell'Unione Europea,
19:24dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e anche del governo italiano, che è stata
19:30in qualche modo fatta propria anche dal Tribunale Amministrativo nel momento in cui si parla di
19:36costo della nonazione. Cioè se non esistesse questa misura di rimpatrio cosiddetto volontario,
19:45le persone sarebbero soggette a ulteriore detenzione, ulteriore compravendita, ulteriore
19:51sottoposizione a violenze, a lavoro forzato, a lavoro sessuale forzato. Quello che noi diciamo
19:57però è che le violenze, gli abusi, le violazioni dei diritti a cui le persone vengono sottoposte
20:06una volta tornate nel proprio paese d'origine, sono altrettanto gravi. Quindi bisogna immaginare
20:13delle soluzioni ulteriori, degli strumenti di protezione effettiva delle persone in movimento
20:20che tengano conto della complessità dei progetti migratori, dei percorsi di autodeterminazione
20:26e dei contesti di origine verso queste persone e vengono rimpatriate. Grazie.
20:32Lascerei la parola a Refugees in Libia, a Salaheddin Juma, che è collegato online e che interverrà
20:43in inglese, quindi faremo una traduzione.
20:50Salaheddin, you have the floor.
20:53Ok, I hope that you can hear me, well.
20:56Yes, we can hear you properly, we cannot see you.
21:00Ok.
21:04Is it fine?
21:06Yes, ok, ok. No.
21:08So, good morning, distinguished members of parliament, representatives of civil society
21:20and members of the press.
21:24My name is Salaheddin Juma, I am from Sudan, but now I'm based in France and I am a member
21:32of Refugees in Libia Association.
21:34I joined you today, not only as a member of Refugees in Libya, but also as a person who has
21:46experienced the consequences of policies that treat migration as a problem to be contained
21:56rather than as a reality of our wallet and our shared humanity.
22:02In the first point, I would like to mention some points about the IOM before moving to the
22:11biggest part of my speech report today.
22:15According to my experience that I lived in Libya for three years before coming to Europe,
22:21I discovered and I witnessed that IOM is part of a system that enables retirees of refugees
22:30and migrants to their countries of origin without taking into account the circumstances
22:37or the situation of these countries.
22:40And the reason is that forced people to leave their countries of origin.
22:47They exploit the weakness of migrants and refugees in detention centers.
22:52When they spend, I mean these migrants and refugees, when they spend for a long time locked inside
23:00these detention centers with the deterioration of their health due to the mistreatment and torture
23:09they are exposed to, they are given only two choices.
23:13either they accept to be returning to their countries of origin or they will be kept inside
23:20these detention centers and continue suffering.
23:24And after all this, they call it as a volunteer return.
23:28But in reality, it is not volunteer.
23:30It is a forced return.
23:32In my second intervention, which is the most important part of my speech for today,
23:41I would like to speak about the campaign.
23:44Again, it's the Memrandum of Understanding between Italy and Libya
23:50that refugees in Libya launched it on June 20 through a press conference
23:57on the day of International Refugees Day.
24:00So this agreement was signed in 2017 and renewed in silence.
24:07It has been causing the violence, abuse and despair.
24:13Instead of safety, it has brought detention centers
24:17where I personally was locked inside for 18 Mondays before being released.
24:23and it also has brought torture, forced labor and unspeakable suffering in Libyan campus.
24:33Instead of protecting lives, it has empowered traffickers and militias.
24:40I have seen people disappear.
24:43I have heard the cries of mothers separated from their children.
24:50I know friends who were pushed back to Libya after risking everything to cross the sea,
24:59only to be locked up and treated as if their lives had no value.
25:05Italy, a country that stands for democracy, for human rights, for solidarity,
25:13should not close its eyes to this reality.
25:16The Memrandum of Understanding is not just a political agreement.
25:22It is a chain that ties Italy to the violations happening in Libya.
25:29Today, I ask you to break this chain and I believe that you have power to do it.
25:37Let us say clearly that cooperation cannot be built on the suffering of the vulnerable.
25:46Let us demand that Italy does not renew or prolong the MOU.
25:52Instead, we need safe and legal pathways, humanitarian corridors, real reception policies,
26:02and investment in integration so that people who flee war and persecution can live with dignity.
26:11Together, refugees, citizens, civil society, and institutions,
26:18We can build policies that save lives, not destroy them.
26:23The MOU campaign is not only about ending agreement.
26:29It is about affirming a principle that human life is never negotiable.
26:37So, we invite you to be part of this campaign.
26:41Join us in Rome from 15 to 18 of October for Action Days.
26:47That will end with a big protest in the center of Rome.
26:52And together, let us say no to this deadly agreement.
26:58It is not only migrants and refugees who are victims of this agreement,
27:04but also search and rescue ship members as well.
27:08As you have watched or follow it, the recent attacks of Libyan coastal goddess to Ocean Viking rescue ship on 24 of August.
27:20And the attack of Siwachi rescue ship on 26 of September, just three days ago.
27:27So, it is taking another level in crimes against humanity.
27:32So, Italy must stop financing and supporting these Libyan criminals.
27:39Thank you very much.
27:40Thank you very much.
27:41Thank you, Salaheddin.
27:42I will try to translate, just trying to summarize what you said.
27:51Ok, proverò a tradurre brevemente le parole di Salaheddin.
27:57Salaheddin è intervenuto come refugee in Libia, ma anche come persona che ha vissuto le conseguenze di politiche
28:06che vedono la migrazione come un problema da contenere e non come un fatto umano che riguarda tutte.
28:13Salaheddin ha passato molto tempo in Libia, diversi anni in Libia, prima di arrivare in Unione Europea,
28:21ora è residente in Francia, e ha visto come l'OIM è parte di un sistema di ritorni
28:31in cui non vengono prese in considerazione i contesti di origine delle persone
28:36e i motivi alla base della scelta di lasciare questi contesti.
28:41Molte persone vengono prese e gli viene proposto il ritorno volontario dai centri di detenzione,
28:48dando due opzioni, o il ritorno o il continuare a soffrire in un contesto estremamente pericoloso.
28:56Per questo appunto non si tratta di un ritorno volontario ma di un ritorno forzato.
29:01La seconda parte dell'intervento di Salaheddin è stata dedicata a raccontare la campagna
29:07contro il rinnovo del memorandum of understanding, del memorandum d'intesa fra Italia e Libia,
29:12che si rinnoverà automaticamente il 2 febbraio del 2026, a meno che l'Italia non si ritiri dal memorandum entro il 2 novembre.
29:22Quindi Refugisi in Libia, insieme ad altre organizzazioni della società civile,
29:29ha lanciato questa campagna in una conferenza stampa che si è tenuta il 20 giugno
29:34durante la giornata internazionale dei rifugiati.
29:37Il memorandum è stato firmato la prima volta nel 2017 e poi rinnovato nel silenzio.
29:44Il memorandum è uno degli elementi che rende possibile il fatto che esistano in Libia centri di detenzione
29:52in cui le persone vengono costantemente rimandate indietro dopo intercettazioni violente nel Mediterraneo centrale
29:59e ha passato Saladin diversi mesi nei centri di detenzione libici, quindi ha assistito e vissuto torture e abusi.
30:12Il memorandum oltretutto rafforza sistemi di tratta e di traffico e gravi violazioni delle persone in movimento
30:20piuttosto che sistemi di protezione.
30:22Saladin racconta di madri separate dai propri figli, di persone sottoposte a torture,
30:32di persone rimandate in Libia dopo aver tentato il mare in viaggi estremamente pericolosi.
30:37Chiede all'Italia quindi di stare dalla parte dei diritti, di rompere questa catena di abusi
30:43perché abbiamo il potere di farlo.
30:45Quindi chiede che al posto del memorandum, che non venga rinnovato il memorandum
30:51e che vengano invece aperte via d'accesso sicuri, corridoi umanitari, sistemi di inclusione e di accoglienza.
31:00E per fare questo la società civile e le istituzioni si devono unire per salvare vite e non distruggerla
31:06perché la vita umana non è mai negoziabile.
31:10Ci invita quindi, invita la società civile italiana e le istituzioni italiane a accogliere questa campagna
31:17che vedrà un periodo di mobilitazioni tra il 15 e il 18 ottobre
31:22per chiedere la fine di questi accordi mortiferi che hanno effetti non solo sulle persone migranti
31:28ma anche ad esempio sulle ONG che si occupano di search and rescue nel Mediterraneo
31:33che hanno subito e continuano a subire gravi attacchi da parte della Guardia Costiera Libica.
31:40Grazie.
31:46E passiamo la parola all'onorevole Scarpa che è in collegamento.
31:50Grazie.
31:51Grazie mille. Mi sentite?
31:59Ciao, buongiorno a tutte e tutti. Spero mi sentiate. Ok.
32:03Allora, sì, io volevo partire in realtà ringraziando tutte le organizzazioni soggetti
32:11che oggi e negli ultimi mesi si sono spesi per portare alla luce anche questo ennesimo aspetto
32:20degenerato e problematico riguardante la gestione dell'immigrazione da parte del nostro paese
32:28che è, ed è stato detto efficacemente da tutti, una delle tante sfaccettature di un sistema
32:38che su un livello più generalizzato è altamente problematico.
32:44Io, insomma, oggi sono felice di essere qui anche come rappresentante del Partito Democratico
32:50anche perché parte del lavoro che io e altri colleghi stiamo facendo è quello di cambiare
32:57le posizioni del Partito Democratico su alcuni nodi che sono stati anche all'origine
33:04che hanno, insomma, reso possibile alcune delle gravi violazioni a cui assistiamo oggi.
33:12Penso che questa linea debba cambiare con decisione, che penso che questo cambiamento debba riverberare
33:18insomma nella nostra elaborazione interna, nelle conferenze stampa che facciamo alla Camera dei Deputati
33:25e poi anche in quella che è la lotta politica e parlamentare che andrà fatta su queste questioni
33:31così come dovranno essere tenute presenti le storie e i dati anche che ci avete presentato oggi
33:39nel momento in cui, si spera prima o poi, non ci sarà più al governo una destra
33:45che invece su questo tema va in una direzione completamente opposta, è al fulcro, diciamo, del consenso
33:58che la destra trova, purtroppo, questa strategia che gira tutta attorno all'esternalizzazione,
34:05alla mancata trasparenza, alla violazione dei diritti umani e fa parte, lo diceva qualcuno prima bene,
34:11di uno schema più ampio per cui da un lato si taglia sull'accoglienza, le primissime iniziative del governo Meloni
34:23sono state di togliere fondi a tutto ciò che invece può mettere una persona in una situazione di non essere
34:33ricattata sostanzialmente in una condizione di rimpatrio volontario, foraggia il nostro paese,
34:45continua a foraggiare attraverso gli accordi con Libia e Tunisia, situazioni di gravissime violazioni dei diritti umani,
34:54realizza il soccorso in mare e invece finanza e sostiene e forma la guardia costiera libica, ad esempio,
35:04e chi poi va a sequestrare le persone in mare e a riportarle nei paesi di transito,
35:10da cui poi parte tutta la dinamica sbagliata che voi descrivete.
35:16Quindi è evidente che c'è una strategia, che c'è una strategia su un fronte molto più ampio della questione dei
35:26rimpatri volontari assistiti e che è una strategia che vuole puntare tutto sull'esternalizzazione delle frontiere,
35:32su imporre quanti più ostacoli possibili alla libertà di movimento ed è una strategia che sussiste solo intanto,
35:47che ha bisogno come presupposto di non avere alcuna fonte di trasparenza reale.
35:54Sono felice che anche oggi si sia parlato degli strumenti che forse dovremmo darci.
36:01Insomma, per me è abbastanza evidente che va cambiata completamente la strategia e l'approccio alla questione,
36:09perché ci sono alcune cose su cui non esiste una versione umanitaria di un respingimento,
36:19così come probabilmente non esiste una versione umana di un CPR, così come alcune cose semplicemente non possono essere probabilmente oggetto di mediazione.
36:32Ma io credo che la nostra azione congiunta di politica e società civile nei prossimi mesi, ad esempio, debba tenere insieme,
36:42oltre che la giusta campagna per la sospensione degli accordi del memorandum con la Libia,
36:46anche alcune richieste molto puntuali sul fronte della trasparenza e del monitoraggio.
36:51Questioni che voi giustamente sollevate, penso che sarebbe molto interessante andare in Tunisia a verificare cosa succede
37:02e come i soldi dei cittadini italiani vengono impiegati.
37:07Penso che sarebbe interessante chiedere e pretendere un monitoraggio migliore dell'efficacia di quanto si sta portando adesso,
37:19nell'impiego di quei fondi, perché altrimenti anche il tema dell'opacità,
37:25che può essere quello su cui forse anche un po' di coscienze si risvegliano,
37:32qualora non dovesse essere sufficiente la questione già più che rilevante della violazione dei diritti umani,
37:40penso che sia una linea assolutamente da percorrere,
37:44perché in questo momento purtroppo le politiche migratorie del governo Meloni
37:51sembrano funzionali in modo assolutamente autoconclusivo
37:58all'alimentare una narrazione e una propaganda, quella per cui gli sbarchi diminuiscono,
38:05i ripatri sia volontari che non aumentano i centri in Albania,
38:10sono una mossa storica che anticipa peraltro il patto immigrazione e asilo del 2026,
38:18ma dietro a questa narrazione che di per sé si è lasciata, si è estrapolata dal contesto quasi regge,
38:27c'è la realtà e la realtà è fatta di gravi violazioni dei diritti umani,
38:32immense sofferenze provocate alle persone, poca trasparenza e questo vale per i rimpatri volontari assistiti,
38:44vale per tutto il sistema dei CPR, vale per i CPR fuori dall'Italia,
38:52insomma e quindi quel fronte dell'esternalizzazione delle frontiere,
38:55vale per ciò che accade nei centri di detenzione in Libia e nelle acque del Mediterraneo,
39:01quindi è un moto che noi dobbiamo in qualche modo favorire sempre di più,
39:09una spinta, un'indignazione che dobbiamo impegnarci a creare e che dobbiamo trasformare presto,
39:17dovremmo presto trasformare anche in strategia e in azione politica.
39:22Nel frattempo insomma questo lavoro che viene fatto da voi di raccolta di informazioni,
39:34inquadratura giuridica e testimonianze è un lavoro prezioso perché è ciò che dà sostanza
39:40a quella che altrimenti rischia di sembrare solo una guerra tra due visioni molto ideologiche
39:50da una parte e dall'altra di come va affrontato un fenomeno inevitabile che è quello dell'immigrazione.
39:56Io credo che tenendoci appunto ben saldi su quelle che sono le conseguenze politiche e umane delle scelte che si fanno,
40:03su tutti i livelli, noi su questo dobbiamo andare avanti, quindi vi ringrazio per tutto il lavoro fatto
40:10e spero che potremmo darci al più presto altri strumenti di monitoraggio, di battaglia fuori e dentro l'Ava del Parlamento.
40:23Grazie mille, possiamo concludere così con questo auspicio dell'onorevole Scarpa.
40:45Bene, la campagna ha una pagina Instagram che può essere seguita in cui ci sono i contenuti che produciamo
40:58e appunto speriamo di essere numerosi a partecipare alle iniziative promosse da Refugisi in Libia a metà ottobre.
41:08Grazie.
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