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  • 5 settimane fa
ROMA (ITALPRESS) - Gli italiani guadagnano un po’ di più, ma non spendono di più. È questa la fotografia scattata dall’Istat con i conti economici del secondo trimestre 2025: il Pil cala dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, pur segnando un +0,4% su base annua. Numeri che nascondono un dato preoccupante: il- Made in Italy agroalimentare, da sempre fiore all’occhiello dell’economia nazionale, sembra non essere riuscito a dare alcun contributo alla crescita.
I redditi da lavoro dipendente sono saliti dello 0,9%, ma la spesa delle famiglie non si è mossa. Dopo gli anni dell’inflazione record, molti hanno imparato a ridurre gli sprechi e a razionalizzare gli acquisti. Crescono i discount e i prodotti a marchio del distributore, mentre arretrano i segmenti a più alto valore aggiunto: vini di fascia medio-alta, Dop, Igp e specialità regionali. Insomma, non si rinuncia a mangiare, ma si scelgono formati più economici e si rinviano gli “extra” di qualità.
Il quadro è complicato anche sul fronte agricolo. Il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca scende dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, confermando la fragilità di un settore colpito da cambiamenti climatici, costi elevati e una domanda interna che non riparte. Le imprese agricole devono fare i conti con margini ridotti e prezzi alla produzione in calo. Il rischio è duplice: da un lato un’agricoltura sempre più dipendente dall’export, dall’altro la desertificazione commerciale, con i piccoli produttori e i negozi tradizionali messi in difficoltà dalla concorrenza delle grandi catene. Il secondo trimestre del 2025 consegna quindi l’immagine di un’Italia sospesa: famiglie prudenti, agricoltura in arretramento e un settore agroalimentare che rischia di restare intrappolato in una spirale di stagnazione con ricadute su imprese, occupazione e territori.
mgg/gtr/col

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00:00Gli italiani guadagnano un po' di più, ma non spendono di più.
00:07È questa la fotografia scattata dall'Istat con i conti economici del secondo trimestre 2025.
00:13Il PIL cala dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, pur segnando un più 0,4% su base annua.
00:21Numeri che nascondono un dato preoccupante.
00:23Il Made in Italy agroalimentare, da sempre fiore all'occhiello dell'economia nazionale,
00:29sembra non essere riuscito a dare alcun contributo alla crescita.
00:33I redditi da lavoro dipendente sono saliti dello 0,9%, ma la spesa delle famiglie non si è mossa.
00:40Dopo gli anni dell'inflazione record, molti hanno imparato a ridurre gli sprechi e a razionalizzare gli acquisti.
00:47Crescono poi i discount e i prodotti a marchio del distributore,
00:50mentre arretrano i segmenti a più alto valore aggiunto, i vini fascia medio-alta, DOP, IGP e specialità regionali.
00:59Insomma, non si rinuncia a mangiare, ma si scelgono formati più economici e si rinviano gli extra di qualità.
01:05Il quadro è complicato anche sul fronte agricolo.
01:08Il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca scende dello 0,6% rispetto al trimestre precedente,
01:16confermando la fragilità di un settore colpito da cambiamenti climatici, costi elevati e una domanda interna che non riparte.
01:24Le imprese agricole devono fare i conti con i margini ridotti e prezzi alla produzione in calo.
01:30Il rischio è duplice.
01:31Da un lato un'agricoltura sempre più dipendente dall'export, dall'altro la desertificazione commerciale,
01:38con i piccoli produttori e i negozi tradizionali messi in difficoltà dalla concorrenza delle grandi catene.
01:44Il secondo trimestre del 2025 consegna quindi l'immagine di un'Italia sospesa.
01:49Famiglie prudenti, agricoltura in arretramento e un settore agroalimentare che rischia di restare intrappolato
01:56in una spirale di stagnazione con ricadute su imprese, occupazione e territori.
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