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  • 2 mesi fa
Trascrizione
00:00Massimo Cellino torna a parlare e lo fa da casa sua in Sardegna con una lunga intervista all'Unione Sarda, che inevitabilmente tocca anche la parentesi Brescia.
00:09Un rapporto tormentato che Cellino racconta senza giri di parole.
00:13Pensavo di trovare una società più organizzata, dice, invece il giorno dopo il mio arrivo mi sono stati chiesti 12 milioni di debiti IVA, che non mi erano stati dichiarati.
00:22Cellino ricorda la promozione in Serie A dopo il Covid, ma soprattutto quella che definisce una cattiveria inspiegabile.
00:28Brescia è un posto maligno, attacca. Se avessi saputo che il compleanno della società era il 17 luglio non l'avrei mai comprata.
00:35Una definizione che non mancherà di far discutere in città dove i tifosi hanno già vissuto mesi di tensioni tra retrocessione, contestazione e il cambio di proprietà.
00:44Cellino si considera ancora vittima delle circostanze e torna a citare il diavolo come metafora del destino avverso che, dice, si sarebbe accanito contro di lui e contro la squadra.
00:53Eppure, nonostante le polemiche, Brescia resta legata anche a un ricordo positivo.
00:58La cappella ex voto, fatta costruire dopo la promozione in Serie A, sarebbe il primo posto dove tornerai, confessa, pur ribadendo,
01:05che il maligno si è accanito in una città dove la bestemmia è troppo diffusa, una cosa che non ha mai tollerato.
01:11Parole certo dure, ma che potrebbero non lasciare alcun segno, non consegnando certo Cellino all'oblio, ma ancora di più agli sfottò della tifoseria.
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