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  • 9 mesi fa
Roma, 10 feb. - Mentre il Festival di Sanremo 2025 si avvicina, le polemiche non mancano. Dalle discussioni sulle scelte artistiche di Carlo Conti alle controversie su brani come Bella Stronza di Fedez e Marco Masini, il dibattito è acceso. In questo contesto, Lorenzo Sbarbati, cantautore marchigiano, offre una riflessione pungente con il suo ultimo singolo "Finché non Sanremo morti".Sanremo si avvicina e, come ogni anno, si ripetono le solite domande: chi merita di esserci? Chi è stato escluso ingiustamente? La musica italiana esiste solo dentro l'Ariston? Lorenzo Sbarbati risponde con ironia e genialità, trasformando questo paradosso in una canzone. Un titolo che è già tutto un programma e che fotografa con sarcasmo l'ossessione per il Festival: sembra che un artista, per esistere davvero, debba passare dal palco dell'Ariston.Ma Lorenzo, con la sua autenticità, dimostra che la musica vera resiste anche lontano dai riflettori.Nato a Macerata nel 1991, Lorenzo Sbarbati è un professore di filosofia e storia e un cantautore fuori dagli schemi. Scrive canzoni, come tanti, ma sogna un tempo in cui la musica parli più dell'immagine, senza il bisogno di apparire per esistere. Si definisce una radice senza terra, un innamorato folle alla ricerca di cose vere, o forse solo un insoddisfatto cronico che fatica a vivere in questo presente e così se ne inventa un altro.Si appassiona alla musica da adolescente, studiando chitarra e canto. Inizia con i Senzassenso, con cui realizza un album e apre i concerti di Brunori Sas, Marlene Kuntz, Il Teatro degli Orrori, Rachele Bastreghi e Bobo Rondelli. Trasferitosi a Bologna, diventa busker, esibendosi nelle principali piazze italiane.Nel 2021, seguito dal produttore Ivan Amatucci, realizza Dubito quindi suono, il suo primo album, grazie al contributo di Bologna Città della Musica UNESCO. Un titolo che è già una dichiarazione d'intenti: dubitare, mettersi in discussione, cercare un suono autentico.Lorenzo Sbarbati non si limita a seguire le regole del gioco, ma prova a cambiarle. Cantautore, musicista e arrangiatore, mescola ironia e profondità, leggerezza e riflessione. Finché non Sanremo morti è la perfetta sintesi di questo stile: una canzone che gioca con l'ossessione per il Festival, ma che dietro il sorriso nasconde una verità amara. Quanti artisti vengono ignorati perché non rientrano nei canoni richiesti? Quante canzoni meravigliose restano nell'ombra perché non sono "sanremesi"?Con intelligenza e autoironia, Lorenzo smaschera tutto questo, senza perdere di vista l'essenza della musica.Lorenzo Sbarbati è nel roaster di Bravehop Records, etichetta indipendente friulana fondata da Lucia Castellano e Tommie Odorico, che promuove artisti indie/alternative, dando spazio a chi ha talento, senza dover per forza scendere a compromessi. In un panorama volto soprattutto all'apparenza, Bravehop Records si impegna affinché si ponga l'attenzione anche sulla sostanza.Ma Lorenzo Sbarbati non è solo ironia. Nei suoi brani affronta temi profondi come la fiducia, le relazioni e il bisogno di autenticità. Lo ha fatto in Tina si fida, una canzone sulla difficoltà di aprirsi agli altri dopo le delusioni, e continua a farlo in ogni suo pezzo, con una capacità narrativa che lo distingue.Oltre alla musica, Lorenzo ha costruito una forte presenza sui social, mantenendo il suo stile autentico. Su Instagram condivide il dietro le quinte del suo lavoro e momenti di vita quotidiana, mentre su TikTok diverte il pubblico con contenuti originali e performance dal vivo.

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Trascrizione
00:00Ciao a tutti, sono Lorenzo Sbarbati e, come tanti, oggi scrivo canzoni.
00:06Dalla mia posso dire che lo faccio da un bel po' di tempo, ma non è che questo mi dia
00:09un qualche diritto di prelazione.
00:10Ho 34 anni, faccio anche il professore di filosofia e storia e recentemente pensavo
00:14che non vedo più una grande differenza tra fare una bella lezione e una bella canzone.
00:17Ci metto dentro tutto me stesso, la mia passione, la mia ispirazione, la mia voglia di cambiare
00:21le cose, i miei fallimenti, i miei dubbi, ma soprattutto cerco di dire cose e di scrivere
00:27cose che possono andare oltre il momento in cui le scrivo e le dico.
00:30Faccio tutto questo con grande serietà, ma anche a volte con ironia e autorionia, come
00:34nel caso della mia ultima canzone, Finché non saremo morti, che parla sì di Sanremo
00:38ma parla anche di me stesso, della mia vicenda autobiografica.
00:41Come dicono nella canzone, sono figlio di Draulico, i Draulici spesso trascorrono la
00:44propria casa, in favore delle case degli altri, e quindi sono stato costretto a farmi delle
00:48dolce fredde.
00:49Ho giocato sulla metafora della dolce fredda come quella che mi faccio durante la settimana
00:52di Sanremo quando vedo queste belle figure illuminate da riflettori in un'Italia che
00:56si dimentica se stessa tra schiamazzi e gare di eccentricità.
00:58E allora ho deciso di scrivere questa canzone per sfidare la settimana più spettacolare
01:07in Italia.
01:08Andate ad ascoltare Finché non saremo morti.
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