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L'italiano, una lingua neolatina
Riccardo Pasqualin
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02/09/2024
Terza lezione di lingua italiana per il serale.
Categoria
📚
Apprendimento
Trascrizione
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Salve a tutti, ragazze e ragazzi, e bentornati al nostro corso di letteratura italiana. Riprendiamo
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da dove abbiamo interrotto la precedente lezione, quindi da una domanda. Come è nato l'italiano?
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Sarebbe bello poter rispondere velocemente, ma non è possibile, non si può dare una
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risposta in cinque minuti. La risposta ci accompagnerà per un numero significativo di
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lezioni e, dopo aver attraversato le diverse fasi storiche della letteratura italiana,
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riusciremo ad avere un'idea su come siamo arrivati a quella lingua che, in un contesto
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formale, possiamo utilizzare per essere compresi in tutte le parti della penisola.
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Cerchiamo di partire dall'origine. L'origine dell'italiano è il latino. L'italiano è una
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lingua neolatina, quindi un figlio del latino, un derivato del latino. Attenzione perché alcuni
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linguisti, quindi gli studiosi delle lingue e dei linguaggi umani, non amano parlare di lingue
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che derivano da altre lingue. Sostengono che tutte le lingue si evolvono, mutano. Le lingue
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che smettono di mutare vengono considerate da alcuni appunto lingue morte. Quando noi pensiamo
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al latino, di solito lo associamo automaticamente al concetto di lingua morta. Una definizione di
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lingua morta può essere una lingua che non viene più utilizzata in un contesto di comunicazione in
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un gruppo di persone, una lingua che non ha più dei parlanti, una lingua che non viene più tramandata
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di padre in figlio. Però, se ci riflettiamo, dobbiamo fare distinguo perché il latino, caspita,
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è la lingua della Chiesa Cattolica. Nel mondo ci sono persone che si parlano in latino, che si
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scrivono in latino, sono i latinisti. Lo fanno per passione e in giro per il mondo, se li mettiamo
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tutti insieme, sono anche tanti. E poi il latino viene usato anche dalla scienza, per esempio,
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i nomi degli animali, delle piante, quelli scientifici, sono dati in latino. E' proprio
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vero che il latino non è particolarmente vitale. Sicuramente il latino non può cambiare, non è che
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possiamo pensare che si inventino dei neologismi, anche se magari c'è qualcuno che si inventa delle
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nuove parole latine. Questo non lo so. Comunque, capite che bisogna riflettere anche sulla questione
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del concetto di lingua morta, perché secondo alcuni linguisti una lingua morta è una lingua
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che non ha avuto un cammino di evoluzione e potremmo sintetizzare dicendo una lingua che non
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ha portato ad altre lingue praticamente, un albero che non ha prodotto dei frutti. Ci sono delle
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lingue che non hanno delle lingue figlie, potremmo dire, sono delle lingue di fatto
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completamente estinte. Il latino non è certo tra queste. Il latino è un albero con tanti rami,
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questi rami formano la famiglia delle lingue neolatine, tanto che alcuni linguisti vedono
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una continuità addirittura, come ho detto, tra il latino e i suoi figlioli, potremmo dire,
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e quindi questi linguisti dicono che addirittura l'italiano altro non è che il latino attualmente
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parlato in Italia, il francese altro non è che il latino attualmente parlato in Francia,
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lo spagnolo altro non è che il latino attualmente parlato in Spagna e potremmo andare avanti. Il
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veneziano altro non è che il latino attualmente parlato a Venezia, il napoletano altro non è che
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il latino attualmente parlato a Napoli. Quindi il latino che si è evoluto nel tempo e possiamo
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dire che è diventato gradualmente qualcosa di sempre più diverso fino a generare appunto questi
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rami di cui abbiamo parlato. Quando noi pensiamo al latino di solito pensiamo alla lingua di
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Cicerone, Cicerone lo consideriamo l'esempio più perfetto della lingua latina, questo grande oratore,
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grande scrittore, è nato nel 106 avanti Cristo ed è morto nel 43 avanti Cristo, però se andiamo
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avanti con il tempo, se studiamo la lingua latina, ci rendiamo conto che non è che la lingua latina è
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sempre stata quella di Cicerone, c'è voluto un'evoluzione per arrivare alla lingua di Cicerone
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e poi dopo Cicerone la lingua ha continuato a cambiare. E vi dirò di più, le persone del
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popolo, le persone, l'uomo della strada non parlavano come Cicerone. Per esempio tra il
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24 e il 25 ottobre del 79 dopo Cristo è successa una cosa molto brutta, l'eruzione del Vesuvio che
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ha distrutto una serie di città e se noi andiamo ad esplorare come archeologi Pompei e Ercolano
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troviamo delle iscrizioni in latino ma quel latino non è il latino di Cicerone, è una lingua
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differente, la lingua utilizzata dal popolo. Il latino popolare era molto diverso dal latino dotto,
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quindi il latino è stata una lingua che si è evoluta, che si è modificata. Ma che cos'è che
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ha dato una spinta decisiva perché ci fosse quel cambiamento che ha portato alla nascita di
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molteplici lingue? Ne parliamo nella prossima lezione. Vi saluto a tutti e vi ringrazio!
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