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  • 2 giorni fa
«Se muoio, voglio una morte rumorosa, che sia sentita dal tutto il mondo». Sono queste parole, forti e chiare, che hanno guidato Sepideh Farsi nella realizzazione di Put your soul on your hand and walk - Prendi in mano l’anima e cammina. Un documentario particolare, potente, di cui vi mostriamo in anteprima esclusiva la clip che vedete qui sopra.

Sono le parole pronunciate dalla collega fotoreporter Fatma Hassona mentre lavoravano a un film. Via Internet. Perché Farsi vive a Parigi e Hassona in Palestina. O meglio, viveva in Palestina. La sua Terra, dalla quale non ha mai potuto uscire, nonostante un invito del Festival di Cannes. Fatma Hassona è morta a 24 anni prima di completare il progetto con Sepideh Farsi. La quale, in memoria dell'amica, ha deciso di raccontare la sua storia attraverso le videochiamate che si sono fatte nel corso di un anno, a partire da aprile 2024.

Il risultato è, appunto Put your soul on your hand and walk, che arriva nei nostri cinema dal 27 novembre distribuito da Wanted Cinema. Il titolo è la parte di una frase che Fatma si diceva per infondersi coraggio quando usciva tra le rovine delle case distrutte, nelle strade deserte di Gaza sotto l’occhio vigile dei cecchini per scattare le sue foto e proseguire la sua missione di testimone di cosa stava accadendo: «Ogni secondo, quando cammini per strada, metti l'anima in mano e cammina».
La trama di Put your soul on your hand and walk
Una regista iraniana (Sepideh Farsi) che vive a Parigi e una giovane fotoreporter (Fatma Hassona) che vive con la famiglia in Palestina documentando con le sue foto l’assedio della sua terra, progettano di realizzare insieme un documentario di denuncia della tragica situazione palestinese. Le due donne di parlano quasi ogni giorno con videochiamate che la regista tiene in memoria come documentazione per il lavoro da fare. Nelle loro conversazioni si mescolano rapporti giornalistici sulla situazione quotidiana che Fatma vede attorno a se e conversazioni personali sulle speranze e i sogni di una ragazza come tante, che vorrebbe girare il mondo come fotoreporter, mentre si vede confinata nella sua casa.

Un giorno Sepideh comunica a Fatma che avranno la possibilità di presentare il progetto al Festival di Cannes e che sono entrambe invitate sulla Croisette. Fatma è felicissima della notizia che accoglie con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il giorno dopo, 16 aprile 2025, improvvisamente, la casa degli Hassona viene distrutta da missili di precisione che uccidono Fatima e gran parte della sua famiglia. Secondo la regista, «l’edificio è stato preso di mira, visto l’alto numero di giornalisti e fotografi uccisi dall’esercito israeliano a Gaza». Il caso fa il giro del pianeta e scuote le coscienze. Quelle telefonate «preparatorie» diventano per la regista Farsi l’unico materiale disponibile per un film che viene pervicacemente alla luce. Ed è quanto mai autentico, necessario e urgente.

La voce della fotoreporter Fatma Hassona non sarà dimenticata.
Perché Sepideh Farsi ha voluto realizzare Put your soul on your hand and walk
Sepideh Farsi, regista iraniana nota e riconosciuta per il suo lavoro di denuncia dei conflitti nel suo Paese natale (Teheran senza autorizzazione, Red Rose, The Siren) ha voluto che il sacrificio della collega, uccisa in un attacco aereo insieme a nove membri della sua famiglia, non fosse invano. «Put your soul on your hand and walk è la mia risposta, come regista, ai massacri in corso dei palestinesi», ha spiegato.

«Quando ho incontrato Fatma Hassona è avvenuto un miracolo. Lei è diventata i miei occhi a Gaza, dove resisteva documentando giorno per giorno la guerra. E io sono diventata un collegamento tra lei e il resto del mondo, dalla sua "prigione di Gaza", come la definiva lei. Abbiamo mantenuto questa linea di comunicazione per quasi un anno. I frammenti di pixel e suoni che ci siamo scambiate sono diventati il film che vedete. L'assassinio di Fatma il 16 aprile 2025, in seguito a un attacco israeliano alla sua casa, ne cambia per sempre il significato».
La morte di Fatma Hassona
Aveva 24 anni Fatma quando un missile l'ha uccisa. Il giorno dopo l'annuncio che il suo docufilm sulle condizioni dei civili a Gaza sarebbe stato proiettato al Festival di Cannes 2025. Era nella sua casa di Gaza City quando un attacco aereo israeliano ha colpito il piccolo appartamento dove viveva con altri 9 membri della sua famiglia.

Un'indagine condotta dal gruppo di ricerca britannico Forensic Architecture ha concluso che la morte di Hassouna è stata il risultato di un attacco mirato: i missili lanciati dall'esercito israeliano avevano «preso di mira specificamente l'appartamento della famiglia Hassona al secondo piano» dell'edificio di cinque piani. Le forze di difesa israe...

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00:00It's the first time I'm seeing your eyes because you don't have glasses. You have brown eyes, right? Bonni. It's green. Green, that's why. Okay. Okay. Ah, who's that? I see someone there. Who's? Hello.
00:19My brother. Assalamu alaikum. He's very shy. Oh, what is his name? Muhannad. Muhannad. Okay.
00:30How are you? I'm really happy. He is 20 years old. The planes are gone? I don't hear the airplanes now.
00:43The sound is so far, but they're still here. They cannot run. They are here 24 hours, 7 days.
00:56About the ceasefire, it was really a desperate situation because I really believed in it as well. Everybody was so excited about the...
01:09We are to go to the roof and we have to just celebrating all of the city. It was great. They were so happy. Yes.
01:26We are so happy.
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