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  • 2 giorni fa
Il partigiano dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) Angelo Nazio, nato il 3.11.1925, in occasione dei suoi 100 anni, racconta la sua storia: «Durante la guerra c'erano molte coscienze addormentate. I primi contatti li ho avuti con il Partito d'Azione, è lì che sono entrato nella Resistenza. Il partito fu decimato dagli arresti, così decisi di passare ai GAP. Lì c'era un metodo più scrupoloso».

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Il messaggio del partigiano Nazio
«Avevo costruito la mia squadra con i miei compagni di studi, eravamo sempre più convinti di stare dalla parte giusta della lotta. Oggi soffro per quello che sta accadendo in Medio Oriente e in Ucraina, sono i civili a soffrire».

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«La nostra idea di Paese è rimasta incompiuta. Io ho vissuto, mi piace anche soffrire per la cosa giusta. Oggi c'è chi vivacchia ma non mi arrendo e fino all'ultimo respiro proverò a portare un po' di luce sul passato perché è importante per il futuro. Se sono felice? Sì, nonostante i momenti critici la vita à bella».

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Trascrizione
00:00I miei cento anni non devono essere festeggiati solamente così, perché tanti, tanti oggi arrivano a cento anni e però io ho vissuto, insomma mi piace vivere,
00:19anche soffrire per una cosa giusta, come per esempio l'attualità che adesso, quello che mi colpisce, quello che viene sia Medio Oriente sia l'Ucraina,
00:37mi colpisce vedere questo massacro di civili, di civili perché sono quelli che pagano, che hanno molte coscienze addormentate nonostante la crisi che c'era per provvedere sia a mangiare sia a vestirsi pure.
01:01I primi che abbiamo avuto di contatti sono stati del partito d'azione, lì sono entrato praticamente nella lotta al nazismo e al fascismo,
01:15quelli del partito d'azione sono stati parecchio decimati, infatti sempre siamo passati ai gap perché c'era un nodo più severo nei passaggi, negli incontri,
01:35capito? La organizzai la mia squadra con amici che avevamo fatto pure la scuola insieme, insomma eravamo sette, trasportavamo armi,
01:49facevamo di tutto ma non abbiamo mai sparato.
01:53Ci sono stati momenti che portavamo anche la pistola e si toglieva la sicura, mi è capitato alcune volte quando si vedeva il pericolo e poi non c'era stato bisogno,
02:12non lo abbiamo adoperato. Per dire, per sognarmi sì, c'era un'avversione, però lì si trattava di affrontare questa oppressione fascista e nazista.
02:28Man mano appunto che si andava avanti si rafforzava sempre di più questa convinzione di stare nella parte giusta della lotta e l'amicizia è cresciuta per questi anche ideali,
02:50insomma perché c'è appunto un'idea di libertà, di democrazia, eccetera, è molto forte, molto salda.
03:00Io ce l'ho avuto appunto, noi siamo stati quattro, ci chiamavano addirittura a Centocelle i quattro moschettieri.
03:10In questa fase della sua vita è felice?
03:12Molto, molto, molto. Io sprono sempre questi giovani che nonostante difficoltà che ci sono, anzi certe difficoltà vengono a rafforzare proprio la volontà,
03:31beh, la vita nonostante momenti critici, nonostante, ecco, nonostante quello che vediamo che a me questo mi angustia parecchio, mi fa male proprio,
03:47la vita è bella e va vissuta, però dipende da noi come gestirla.
03:56La vostra idea di paese è nata dalla resistenza, è rimasta incompiuta secondo lei?
04:02Sì, sì, c'è molto da fare, c'è molto da fare, molte cose sono state fatte.
04:08Le cose non che vanno vivacchiate, c'è gente che vivacchia, non vive, nonostante tutto.
04:17Io voglio vivere anche nei momenti difficili, anzi, capito?
04:24E non mi arrendo di fronte a chi, permettetemi di dire, a chi giura sulla Costituzione
04:35e poi a casa c'è i cimeli di un brutto ricordo. Capito? Io no, io fino all'ultimo respiro
04:48e do quello che posso dare a fare un po' di luce sul passato, perché il passato serve,
05:03serve per, ecco, migliorare il presente, per migliorare il presente.
05:10Grazie.
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