COSA SONO I COSIDDETTI “GHOST GEAR”? Una delle minacce più gravi per la biodiversità marina: gli attrezzi da pesca abbandonati o persi in mare continuano a intrappolare pesci, tartarughe e mammiferi per anni a seguito della loro dispersione, degradandosi lentamente in microplastiche. Attraverso il progetto WWF Ghost Gear, attivo in Italia e Croazia, sono già state mappate e recuperate decine di quintali di attrezzi da pesca abbandonati, con il coinvolgimento di pescatori, sub, aziende di riciclo e comunità locali. WWF invita pescatori, subacquei, cittadini e operatori del mare a contribuire alla lotta contro le reti fantasma scaricando l’app WWF Ghost Net Zero che permette di segnalare la presenza di attrezzi dispersi in totale sicurezza. Ma ecco cosa è stato fatto in questi giorni. I fondali di Genova liberati da una rete fantasma A Genova, è stata conclusa una complessa operazione subacquea per rimuovere una maxi rete fantasma dai fondali poco fuori dal porto. La “ghost gear”, una rete di 1100 chili dispersa, era impigliata nei resti di una piattaforma petrolifera dismessa, tra i 4 e i 45 metri di profondità. All’interno della rete sono stati ritrovati resti di numerose specie ittiche (boga, castagnola rossa) e coralli. L’intervento, durato 10 giornate di lavoro, ha visto impegnati 17 subacquei del Centro Subacquei Carabinieri di Genova e del Nucleo Subacquei Carabinieri, con il supporto scientifico del WWF Italia e il supporto logistico di AMIU Genova per lo smaltimento del materiale recuperato.
«Ogni rete recuperata è un pericolo in meno per il mare e un segnale concreto che la collaborazione tra istituzioni, mondo scientifico e il settore pesca può fare la differenza» ha dichiarato Giulia Prato, responsabile mare del WWF Italia. «Le reti fantasma sono trappole pericolose che continuano a uccidere per anni e disperdono microplastiche: liberare i fondali dai ghost gear significa restituire un habitat sano alla fauna marina». Soluzioni di economia circolare Una volta sbarcata al porto, la rete è stata presa in carico da AMIU Genova, che ne curerà lo smaltimento secondo le procedure previste per i rifiuti marini. Il materiale sbarcato sarà destinato al recupero energetico, la migliore forma di valorizzazione ad oggi possibile per questa tipologia di rifiuto.
L’operazione fa parte del progetto WWF Ghost Gear, finanziato dalla Fondazione Segre, che mira a mappare, recuperare e prevenire la dispersione di attrezzi da pesca abbandonati nel Mediterraneo, promuovendo nel contempo soluzioni di economia circolare per le reti dismesse.
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