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https://www.pupia.tv - de Pascale - L’Emilia-Romagna è la prima Regione italiana per mobilità sanitaria dal resto del paese, abbiamo superato anche la Lombardia che ha il doppio dei nostri abitanti.
Questo dimostra ancora una volta la forza e l’attrattività del nostro sistema sanitario.
Ci sono però dei dati che non possiamo ignorare: per le prestazioni erogate a cittadini di altre regioni, lo Stato rimborsa meno di quanto spendiamo.
Significa che quasi 12 milioni di euro vengono dal nostro bilancio regionale.
A questo si aggiunge un ben più grave limite materiale: non esistono medici specialisti, infermieri, personale sanitario e operatori socio-sanitari infiniti.
Se la domanda cresce senza equilibrio, anche per prestazioni di medio-bassa complessità, si rischia di mettere sotto pressione gli ospedali e di indebolire la medicina territoriale, di prossimità.
Per continuare a garantire cure di qualità a tutte e tutti, ovunque vivano, servono tariffari corretti, personale adeguato e una sanità di prossimità forte in ogni Regione.
La risposta è lavorare insieme, cogovernare questo processo con le altre Regioni, sostenendole nel rafforzare i servizi che oggi mancano.
L’eccessiva mobilità sanitaria non rappresenta un valore né per i cittadini del sud, né per quelli del nord. (11.11.25)

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Trascrizione
00:00L'Emilia Romagna è diventata la prima regione italiana per mobilità attiva in sanità,
00:04la regione che più attrae pazienti dal resto d'Italia, abbiamo superato la Lombardia che ha
00:09il doppio dei nostri abitanti. Questo dato ci dice la verità, che la sanità emiliana romagnola
00:15rimane una delle sanità più forti d'Europa, rimane l'ambizione per tanti cittadini che
00:21legittimamente dal resto del paese vogliono venire qui. E oggi abbiamo mostrato come anche
00:26questo enorme flusso di mobilità non sia qualcosa che ci fa stare meglio, ma che sia un sacrificio
00:32che questa regione sta facendo per tutto il paese. Vale per le prestazioni ad alta complessità
00:37che arrivano qui da tutta Italia, che sono un diritto di tutti i cittadini, abbiamo dei centri
00:42che sono riferimento per tutto il paese, ma oggi la regione Emilia Romagna integra con
00:4612 milioni di euro le spese che ci vengono rimborsate dallo Stato, perché per molte prestazioni
00:52la quota che lo Stato ci rimborsa, sottraendola peraltro dal bilancio delle regioni del Sud,
00:58è minore rispetto a quello che spendiamo. E quindi ovviamente per queste prestazioni
01:02vanno adeguati i tarifari, perché non può essere che gli emiliano romagnoli debbano tagliare
01:07altri servizi per poter garantire queste prestazioni di eccellenza. E l'altro problema è quello che
01:12riguarda la bassa complessità. Noi non possiamo attirare all'infinito prestazioni di bassa complessità
01:18che invece devono essere erogate da tutte le regioni nel proprio territorio, perché gli
01:22ospedali non possono crescere all'infinito, non ci sono infermieri infiniti, non ci sono
01:27operatori sociosanitari infiniti e soprattutto l'eccessiva crescita degli ospedali pregiudica
01:32la medicina territoriale, le case della comunità, i consultori, i servizi di prossimità, anche
01:38i piccoli e medi ospedali che per noi sono essenziali. Ecco, questa rete di cure, che per
01:44Emilia Romagna è primaria, sappiamo che altre regioni l'hanno sviluppata molto meno,
01:48ma per noi è essenziale, è incompatibile alla lunga con una crescita, ripeto, non controllata.
01:54E quindi qual è la nostra proposta? Chiuderci con dei muri? Non è l'identità dell'Emilia
01:59Romagna, siamo la regione del tricolore, ma è quella di lavorare con le altre regioni,
02:03aiutarle a potenziare i servizi che mancano, lavorare sulla proprietà e soprattutto dire al
02:10paese e questo modello dell'autonomia differenziata, dell'egoismo territoriale, anche a volte di
02:15qualche atteggiamento predatorio nei confronti del sud, non solo non è interesse del sud,
02:20ma non è nemmeno interesse del nord.
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