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  • 3 settimane fa
Torino, 5 ott. (askanews) - La possibilità dell'arte di rispondere alle questioni urgenti e di farsi portatrice di cambiamento, rifiutando la rassegnazione all'immobilità: è questa l'idea che guida la seconda edizione di "Push the Limits", progetto espositivo della Fondazione Merz di Torino curato da Claudia Gioia e Beatrice Merz. Esposti lavori di 20 artiste di generazioni e provenienze diverse che fanno del superamento e della trasformazione dei limiti imposti e supposti la propria grammatica artistica, tra loro Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Latifa Echakhch, Dominique Gonzalez-Foerster, Mona Hatoum, Teresa Margolles e Janis Rafa.La seconda edizione del progetto si appoggi alla frase di Mario Merz, "la cultura si sveste e fa apparire la guerra" e il riferimento è al ruolo da sempre complesso della cultura in situazioni di conflitto e alla necessità che la cultura si svesta di un'immagine ovattata per evidenziare la sua natura combattiva. In questo modo si intende sottolineare anche la libertà e la responsabilità dell'arte e della cultura, così come l'obiettivo di forzare i limiti, proprio oggi in cui tutti i principi della convivenza e del diritto vengono continuamente stravolti, perché possano venire nuove parole per ricominciare a pensare in termini di giustizia e di relazioni internazionali, sociali e civili.

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00:00La possibilità dell'arte di rispondere alle questioni urgenti e di farsi portatrici di
00:09cambiamento, rifiutando la rassegnazione all'immobilità. E' questa l'idea che guida la seconda edizione
00:15di Push the Limits, progetto espositivo della Fondazione Merz di Torino, curato da Claudia
00:19Gioia e Beatrice Merz. Esposti, lavori diventi artisti di generazioni e provenienze diverse,
00:24che fanno del superamento e della trasformazione dei limiti imposti e supposti, la propria
00:28grammatica artistica, tra loro Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Latife Ciacci, Dominique
00:34González-Förster, Mona Atún, Teresa Margolles e Yanis Rafa.
00:42La seconda edizione del progetto si appoggia alla frase di Mario Merz, la cultura si sveste
00:47e fa apparire la guerra, è un riferimento al ruolo da sempre complesso della cultura in
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00:56per evidenziare la sua natura combattiva. In questo modo si intende sottolineare anche
01:00la libertà e la responsabilità dell'arte e della cultura, così come l'obiettivo di
01:04forzare i limiti, proprio oggi, in un momento in cui tutti i principi della convivenza e del
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01:12a pensare in termini di giustizia e di relazioni internazionali, sociali e civili.
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