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Il nome di Salvatore Giuliano rimane indissolubilmente legato alla prima strage dell’Italia repubblicana: il primo maggio del 1947a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, durante la Festa del Lavoro, la banda di Giuliano spara su una manifestazione di contadini, uccidendo 11 persone tra cui due bambini. Chi era veramente Salvatore Giuliano? Un bandito, un capopopolo separatista, un uomo al soldo della mafia e dei servizi di sicurezza americani? Il movente di quella strage è rimasto oscuro come la morte del bandito, avvenuta nel luglio 1950. Una morte misteriosa, come quella di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Giuliano, accusato di averlo venduto ai Carabinieri, che morirà avvelenato in carcere. Scomodo testimone di patti inconfessabili tra lo Stato e la Mafia, la figura del bandito siciliano rimane ancora avvolta nel mistero.
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CortometraggiTrascrizione
00:00di bugie. È la storia di un uomo, di un bandito, così inafferrabile e astuto che nessuno
00:05sapeva dove trovarlo, così potente, feroce e sanguinario, che faceva paura soltanto sentirne
00:11il nome, ma anche così misterioso, complesso e strano da diventare una leggenda. Questa
00:16è la storia di un bandito, ma è anche la storia di carabinieri e di poliziotti, di
00:21altri banditi, di confidenti e di spie, di giornalisti, di uomini politici, di sindacalisti
00:26e di povera gente. Ma soprattutto questa è una storia di bugie, di misteri e di fantasmi,
00:33una di quelle storie che avvengono in Sicilia, dove spesso quando si parla di certe cose,
00:38queste cose potrebbero non essere quello che sembrano. Questa è la storia del bandito
00:43Giuliano. Per noi adesso inizia dalla fine e inizia con una fotografia e una bugia.
00:49La fotografia è una delle più famose della storia d'Italia. C'è un uomo, a terra, in
00:58sandali e canottiera. È morto. I piedi che si vedono dietro di lui sono quelli di un
01:03carabiniere, mentre quella cosa che c'è per terra, poco distante dalla sua mano, come
01:07se fosse caduta, è un mitra. Perché quell'uomo morto è il bandito Giuliano. Che cosa è
01:13successo? Siamo nel cortile della casa dell'avvocato De Maria, a Castelvetrano, in provincia
01:19di Trapani. È il 5 luglio 1950. Sono le 3 e un quarto del mattino.
01:29Sulla strada sono appena scesi tre uomini che non sanno di essere attesi dai carabinieri
01:34appostati nei dintorni. Uno è davanti, con le scarpe in mano, e gli altri due sono dietro.
01:39Poi un carabiniere si muove, uno degli uomini se ne accorge, è armato e spara. I carabinieri
01:52reagiscono e sparano anche loro. Quello senza le scarpe scappa. Gli altri due si fanno strada
01:59sparando. Uno riesce a sparire nei vicoli di Castelvetrano, ma l'altro no, ha un attimo
02:04di esitazione. È a capo scoperto, passa sotto un lampione e i carabinieri lo riconoscono
02:10subito. È l'uomo che stanno cercando, il fantasma inafferrabile, quello che da quasi
02:15cinque anni sta tenendo sotto scacco tutti i poliziotti e tutti i carabinieri della Sicilia.
02:20È il bandito Giuliano.
02:24Inquadrato dal fuoco dei carabinieri, Giuliano scappa verso il cortile di casa dell'avvocato
02:28De Maria, sparando. Una sparatoria intensa, 40 colpi sparati dal bandito e 191 dai carabinieri.
02:38Colpito di fianco dalla raffica di un carabiniere e poi davanti, da meno di due metri, da quella
02:43di un ufficiale nascosto dietro un pozzo, Giuliano crolla in mezzo al cortile. Appena è il tempo
02:48di emettere un rantolo e muore. Rapporto numero 213-24 del 9 luglio 1950, indirizzato al Comando
03:02Forza e Repressione del Banditismo in Sicilia, gruppo squadriglie centro. Firmato Capitano dei
03:08Carabinieri Antonio Perenze, l'ufficiale che stava appostato dietro al pozzo, quello che ha sparato
03:13a Giuliano di fronte. Non è vero. C'è qualcosa che non torna in quella fotografia. Alcuni dei
03:20giornalisti che arrivano sul luogo se ne accorgono subito. Tra questi c'è Franco Grasso, che
03:24allora dirigeva la cronaca del giornale La Voce della Sicilia.
03:29Giunse in ritardo, poiché la mia macchina si era guastata. Assistetti per un momento ai
03:38brindisi dei miei colleghi, avendo già in mente che la versione poteva essere falsa. Forse
03:51un fornaio che lavorava la notte mi disse che aveva prima sentito un colpo isolato e dopo
04:02una mezz'ora così è invece una tempesta di colpi.
04:09Non torna. Poco prima dell'azione i carabinieri hanno fatto allontanare due fornai che aspettavano
04:14che il pane lievitasse e la loro versione, lo abbiamo sentito, è diversa. Ma basterebbe
04:20guardare la fotografia. Giuliano ha un sandalo slacciato e la cintura che ha saltato due passanti
04:26come se fosse stato rivestito da qualcuno. Certo non sono particolari così certi, così
04:32sicuri e potrebbero voler dire qualunque cosa. Però ci sono quelle escoriazioni sul braccio
04:38di Giuliano come se fosse stato trascinato. Anche questo non è un particolare così sicuro
04:43e può voler dire molte cose. Ma la canottiera no. Giuliano è stato colpito al torace ed è
04:50caduto in avanti, sulla pancia, dove è rimasto a lungo tempo senza che nessuno lo toccasse.
04:55Il sangue, che è uscito dalle ferite, ha imbrattato la canottiera, ma lo ha fatto
05:01sulla schiena. Cosa ha fatto quel sangue? È colato verso l'alto? Invece di scendere
05:06giù sulla pancia, è salito su, imbrattando la canottiera sulla schiena?
05:10Sempre meno convinto della versione ufficiale, mi recai all'obitorio e mi accorsi che
05:24l'unica ferita da cui usciva il sangue già rappreso era sotto la scella sinistra, mentre
05:40tutte le altre ferite erano prive di qualsiasi accenno di sangue, come se fossero state inferte
05:49sul corpo già cadavere. Lo disse a Del Carpio e mi rispose, segreto istruttorio, ma con
05:59un cenno nella testa mi sembrò che approvasse la mia versione.
06:07Non funziona, non torna, è una bugia. Quella fotografia così chiara e così famosa dimostra
06:14una cosa soltanto. Come dice il titolo di un articolo di Tommaso Besozi, uscito il 16
06:19luglio di quell'anno sull'Europeo e poi rimasto nella storia del giornalismo, di sicuro c'è
06:24soltanto che è morto.
06:54Maria quella notte. Come è morto il bandito Giuliano? Chi è Salvatore Giuliano e qual è
07:00la sua storia? Attenzione, perché anche qui di bugie ce ne sono molte.
07:05Giuliano si sono pubblicate finora ben 36 biografie. Per cui la leggenda Giuliano è
07:16una leggenda che ha una larga popolarità e una attualità, perché queste 36 biografie
07:26non sono biografie di 50 anni fa, sono biografie di questi ultimi anni. Tuttavia, nonostante questa
07:36leggenda, questa fama, di Giuliano praticamente non si conosce nulla.
07:42Per raccontare la storia di Salvatore Giuliano, bisogna tornare indietro nel tempo, alla Sicilia
07:47dell'immediato dopoguerra. La mafia appoggia l'invasione e stabilisce strette relazioni
07:56con gli occupanti, tanto che la protezione degli alleati porta a capo di alcune amministrazioni
08:00locali, noti mafiosi, come Don Calogero Vizzini, che diventa il sindaco di Villalba.
08:07I mafiosi di Sicilia hanno strette relazioni con gli agenti dell'OSS, il servizio segreto
08:12americano. Tra i collaboratori dell'OSS c'è un giovane aspirante avvocato di patti, che
08:18si chiama Michele Sindona. Ma questa è un'altra storia. È nella Sicilia di quegli anni che
08:25Salvatore Giuliano diventa un bandito. È il 2 settembre 1943 e sono le 5 di sera.
08:33Giuliano ha 21 anni e da un anno almeno fa la borsa nera del grano assieme a suo fratello
08:38Giuseppe. Nella Sicilia di quegli anni si muore di fame. La legge impone che il grano,
08:44i prodotti di prima necessità, vengano portati all'ammasso, in depositi comuni, da cui devono
08:49essere venduti a prezzi controllati, per esempio 3 lire e 60 centesimi per un chilo di pane.
08:55Chi ha il grano non ci sta e preferisce venderlo sotto banco, a borsa nera, come si dice comunemente,
09:02oppure fare l'intrallazzo, come si dice in Sicilia. Sia i grandi speculatori, che sono
09:07protetti dalla mafia e da corrotti amministratori alleati, sia i piccoli mercanti clandestini,
09:12che possono rivendere quel chilo di pane per 40 lire, quando lo stipendio di un mensile
09:17di un operaio è di 1200 lire. Giuliano è uno di questi. All'altezza della frazione di quarto
09:24mulino incontra un posto di blocco nascosto in un boschetto di vimli. Giuliano si ferma
09:30e consegna i documenti, pronto a farsi sequestrare il carico. Ma i carabinieri vogliono di più,
09:36vogliono sapere chi gliel'ha venduto. Poi il passaggio di un altro borsa nerista, un
09:42intrallazzatore, li distrae e Giuliano cerca di scappare.
09:54L'ha puntato Antonio Mancino, il carabiniere che lo sta tenendo sotto il tiro del fucile,
09:59gli spara, tenendolo ad un fianco e facendolo cadere a terra.
10:04Giuliano è armato. Ha una pistola calibro 9 che un soldato jugoslavo gli ha venduto per
10:09un fiasco di vino e con quella spara il carabiniere. L'ha puntato Mancino, colpito
10:16al cuore, muore sul colpo e Salvatore Giuliano diventa un bandito.
10:26Ferito, Giuliano si nasconde nel paese di Borgetto, da dove viene portato in una grotta
10:31sulle montagne sopra Monte Lepre. Non può tornare a casa perché ha lasciato la sua carta
10:36d'identità nelle mani dei carabinieri. È un latitante, accusato dell'omicidio di un
10:41carabiniere. L'ha puntato Mancino è soltanto il primo. Tre mesi dopo, a Natale, i carabinieri
10:47fanno irruzione a casa sua, a Monte Lepre, avvertiti da una spia. Lo mancano per un pelo,
10:53ma arrestano i maschi della sua famiglia, che li portano via in un autocarro. Giuliano
10:58si apposta sulla strada e spara sul camion dei carabinieri. Uccide il tenente Gualtieri,
11:07poi si sposta da un'altra parte e spara ancora, farendo tre carabinieri, che diranno di essere
11:12stati sotto il fuoco di almeno dieci persone. È quasi un'azione militare. All'improvviso,
11:18da bandito, Salvatore Giuliano è diventato un guerrigliero. Manca poco per diventare
11:29anche un capobanda. Travestito da contadino, Giuliano va nel paese di Monreale, dove si
11:35trova il carcere, in cui è rinchiusa parte della sua famiglia. È facile organizzare
11:39un'evasione. Basta far entrare nel carcere un pezzo di corda e una lima. Giuliano ci riesce.
11:45Nella notte tra il 30 e il 31 gennaio 1944 evadono 12 persone. È il primo nucleo della
11:52banda Giuliano. È il primo passo verso la leggenda.
11:56Dopo lo scontro avuto con i carabinieri il 2 settembre del 1943, lui si dà alla macchia,
12:03poi organizza la banda e quindi svolge la sua opera di bandito. Ed è in questo periodo
12:12che lui compie una serie di atti che acclarano la fama del bandito che ruba i ricchi e concede
12:22ai poveri. Un Robin Hood, diciamo, piuttosto di carattere casereccio, insomma, non come il
12:31Robin Hood di fama classica, come quella che ci danno i figli.
12:35La banda di Giuliano è formata da una decina di effettivi, tutti latitanti, detti i grandi.
12:42Li affianca una quarantina di picciotti, reclutati di volta in volta per ogni colpo e che, essendo
12:47incensurati, vivono regolarmente in paese. Il capo, assoluto e indiscusso, pena la morte
12:53è lui, Salvatore Giuliano. Tra i suoi logotenenti ce n'è uno che si chiama Gaspare Pisciotta,
13:00ricordiamocelo, perché sarà importante. I colpi della banda di Giuliano avvengono tra
13:06Montelepre, Castellamare, Alcamo e San Giuseppe Iato. Rapine, furti di bestiame, estorsioni,
13:13sequestre di persona. È una banda efficiente, quella di Giuliano, rapida e imprendibile.
13:18C'è qualcuno che la nota, quasi da subito.
13:20Nel maggio 45 Giuliano viene reclutato dal movimento separatista e diventa colonnello
13:29dell'esercito per l'indipendenza della Sicilia. E quindi inizia quella che avrebbe dovuto
13:37essere la guerra civile organizzata dai separatisti. Ed è da dire che Giuliano questa parte la svolse
13:46anche con papevole efficacia e perizia.
13:51Il movimento separatista è attivo in Sicilia fin dal 1943.
13:57Prima come Movimento Sicilia e Libertà, poi come Movimento per l'indipendenza della Sicilia,
14:02conta almeno 500.000 iscritti ed è protetto dagli agrari, dalla nobiltà latifondista e dagli
14:07americani. Lo scopo è quello di separare la Sicilia dall'Italia, rendendola indipendente
14:12o addirittura unendola agli Stati Uniti come la 49esima stella della bandiera americana.
14:18Dal 1945 il separatismo ha un esercito, Levis, di cui entra a far parte anche la banda di Giuliano
14:25e Giuliano ha i gradi di colonnello. È la seconda fase della sua storia.
14:30Guardi, mio fratello Salvatore Giuliano ha preso contatto con il movimento del separatismo
14:38nel 1945. Subito dopo sono andata a trovare di nuovo e ci hanno portato i gradi dei comandanti
14:47dell'EVS, i distintivi, le divise, armi, munizioni, insomma.
14:54La guerra di Giuliano contro l'Italia provoca 86 morti tra le forze dell'ordine.
15:00Quattro soldati dell'esercito, 81 carabinieri e 21 poliziotti. È una guerra fatta di assalti
15:06alle caserme di imboscate, come quella di Bello Lampo. Giuliano attacca la caserma del
15:11paese, ma è soltanto un diversivo. Da Palermo parte una colonna di soccorsi, ma quando arrivano
15:16i carabinieri Giuliano è già scomparso. È andato a minare la strada, così quando
15:21la colonna la percorre, ritorno, tornando a Palermo, il camion di testa salta su una
15:25mina, sei morti e dodici feriti gravissimi. Oppure come quando la polizia marcia su Montelepre
15:31per un rastrellamento, con 458 uomini. Giuliano attacca una delle colonne in movimento,
15:37provocando una decina di morti.
15:38Mio fratello agiva politicamente e poi sempre con la bandiera gialla e rossa e sempre a scopi
15:52politici. E voglio precisare una cosa. Io mi dico che la polizia attribuiva a mio fratello,
16:01che mio fratello assassinava i carabinieri senza motivo. Non è niente vero. Se ci sono
16:08state perdite di carabinieri è stata semplicemente nella lotta del separatismo, perché giustamente
16:14è stata una guerra. Anche da parte di mio fratello ci sono state perdite di uomini. Quindi
16:19lei mi insegna che quando c'è una guerra le perdite sono su una parte e l'altra. Ma
16:24sempre a scopo politico. Contro il banditismo, contro l'esercito
16:28separatista, ma soprattutto contro Giuliano, lo Stato manda i suoi uomini. Prima viene istituito
16:34l'Ispettorato Generale di Pubblica Sicurezza per coordinare le operazioni tra polizia e carabinieri
16:39in Sicilia. La direzione dell'Ispettorato viene affidata a Ettaro Messana e poi, dopo vari successori,
16:46a Ciro Verdiani. L'Ispettorato non ottiene risultati, però, e il comando passa ai carabinieri.
16:52Questa concorrenza tra polizia e carabinieri sarà un elemento che segnerà tutta la lotta
16:56alla banda Giuliano, con continui depistaggi, ostacoli e azioni che bruciano gli informatori
17:02dell'una parte e dell'altra. Intanto è stato costituito il CFRB, Corpo, Forza, Repressione e
17:10Banditismo, il cui comando è affidato al colonnello Ugo Luca. 26 ufficiali dei carabinieri,
17:1616 ufficiali di pubblica sicurezza, 1500 carabinieri e 500 poliziotti.
17:234000 chilometri quadrati vengono divisi in 70 sottozone, presidiate da squadriglie e comandi
17:29intermedi. È una guerra. Il colonnello Ugo Luca ha i suoi uomini, il capitano Antonio
17:42Perenze, il tenente colonnello Giacinto Paolo Antonio e il maresciallo Giovanni Lobianco.
17:48Molti di questi vengono dai servizi segreti del tempo di guerra e hanno esperienza di lotta
17:52al banditismo in Etiopia e in Libia. Poi, i risultati militari, l'occupazione del territorio,
17:59l'evoluzione democratica della Sicilia, ma soprattutto la concessione dell'autonomia
18:03speciale alla regione Sicilia, tolgono spazio militare e politico al separatismo.
18:08Nel marzo-aprile del 1946 il movimento separatista accettò di rifiutare la richiesta indipendentista.
18:20sciolse l'esercito per l'indipendenza della Sicilia e volle essere accolto come partito
18:32legale che partecipasse alle elezioni. Sulla base di questa intesa il governo si impegnò
18:41di concedere l'amministia, che fu poi l'amministia Togliatti. Però di questa amministia si giovarono
18:48soltanto i capi separatisti, anche quelli che avevano fatto azioni di banditismo, mentre
18:56ne venne escluso Giuliano e la sua banda in quanto avevano commesso delitti contro l'esercito,
19:03contro i carabinieri e contro la polizia. Da quel momento in poi comincia un'altra fase.
19:09Lui non ha più rapporti con il movimento separatista, in qualche modo fu tradito, diciamo,
19:14ecco così non venne presa nella dovuta considerazione ed entra, diciamo, nei misteri del terrorismo
19:22agrario mafioso.
19:24C'è qualcun altro che ha messo gli occhi su Salvatore Giuliano e lo ha fatto fin dal
19:281943, quando era solamente un giovane bandito astuto e intraprendente, che aveva fatto fuggire
19:3412 persone dal carcere di Monreale. È la mafia. Sono uomini come Don Calogero Vizzini,
19:40Vanni Sacco, Genco Russo o Michele Navarra. Senza la mafia, senza il suo appoggio, senza la
19:46libertà di manovra che questa gli concede, Salvatore Giuliano non avrebbe mai potuto essere
19:50quello che in effetti è, il bandito Giuliano, uno dei banditi più famosi del mondo.
19:58Giovane, bello, imparato. Una giornalista svedese, Maria Ciliacus, resta affascinata da lui
20:04dopo un'intervista e non vorrebbe andarsene finché non viene espulsa. C'è un giornalista
20:11americano, uno strano giornalista, che intervista Giuliano indossando una divisa da ufficiale
20:16dell'esercito degli Stati Uniti, Mike Stern si chiama, ricordiamocelo. Stern gli dedica
20:21un servizio a puntate sulla rivista True, che lo lancia negli Stati Uniti come una star.
20:26E poi c'è Jacopo Rizza, che lo intervista assieme ad un operatore del Cinegiornale, per
20:31il settimanale Oggi.
20:33Giuliano era un personaggio che i giudici di Viterbo definivano megalomane, cioè era affetto
20:38da megalomania, aveva manie di grandezza. In realtà era un ragazzo, un giovane piuttosto
20:46disorientato, ma carico di violenza che gli veniva trasmessa da altri. A 13-14 anni aveva
20:54preso a legnate un suo compagno, lo aveva ridotto in fin di vita, ma nessuno lo aveva denunciato.
21:00Si era messo a scrivere sui sistemi cosmici, sulle maree, scriveva trattanti sull'universo.
21:09Giuliano scrive poesie e si presenta come una specie di giustiziere popolare, che aiuta
21:14vecchi mendicanti e giustizia chi ruba famiglie povere o finge di farlo in suo nome, lasciando
21:19sulle vittime cartelli con su scritto Giuliano non deruba i poveri, oppure giustiziato in
21:24nome di Dio e della Sicilia. Una specie di Robin Hood, costruito attraverso episodi non controllabili
21:30e contraddetto da azioni criminali che lasceranno sul campo 42 vittime civili. Un'immagine
21:36che comunque si infrange definitivamente a portella della ginestra.
21:50Le elezioni regionali del 1947 segnano una netta vittoria della sinistra socialcomunista,
21:56il blocco del popolo, sulla DC, sui monarchici e sui separatisti. È un momento particolare
22:02nella vita politica della Sicilia. Il movimento di occupazione delle terre, la riforma agraria,
22:09le lotte sindacali stanno mettendo in crisi la grande proprietà e il latifondo, ed è proprio
22:14nelle campagne dominate dai grandi proprietari agrari e anche dalla mafia dei latifondi che
22:18lo scontro è più duro. È un momento di grandi manifestazioni popolari e a portella della
22:24ginestra, la festa del primo maggio, è una tradizione interrotta soltanto dal fascismo. È un'ottima
22:30occasione per riprenderla, soprattutto quel primo maggio 1947, con quei risultati elettorali.
22:50È una strage. Quando cessano gli spari, sul prato di portella della ginestra, restano
22:5633 feriti e 12 morti, tra cui un bambino di 12 anni e uno di 7. Una strage.
23:02A sparare sono stati Giuliano e la sua banda.
23:20Si sono appostati dalla notte prima sul Pelavet, la montagna di fronte alla piana, armati di
23:29moschetti modello 91, fucili automatici americani e un fucile mitragliatore Breda, col tre piede.
23:37Armi da guerra, in grado di sparare fino alla piana di portella.
23:42Si riuniscono ad una frazione della banda, formata da Salvatore Ferreri, detto Fra Diavolo,
23:47un personaggio importante, ricordiamocelo, e i fratelli Pianello, armati Dimitra Beretta
23:52calibro 9. Quattro cacciatori, che si spingono fino al Pelavet quella mattina, vengono sequestrati.
23:59Se vi chiedono chi ha sparato, dite che eravamo in 500, gli ordinano, prima di rilasciarli.
24:04C'è un altro testimone, invece, che viene buttato in un pozzo, perché forse ha visto troppo.
24:09Visto troppo? Ma cosa?
24:10Sì, perché anche nella ricostruzione della strage di Portella della Ginestra ci sono molti punti oscuri,
24:16molte bugie.
24:18Ci sono movimenti strani prima della strage.
24:20Tre giorni prima, nella masseria di Caggio, di proprietà di un capo mafia della zona, Giuseppe Troia,
24:26c'è stata una riunione.
24:28Di che cosa si è parlato?
24:29Di estagli, dicono i partecipanti.
24:32Ma gli estagli, gli accordi fra i mezzadri e i padroni, non si fanno in quella stagione.
24:37Di che cosa si è parlato allora?
24:38Della pianificazione della strage, ipotizza la polizia.
24:42Alcuni giorni prima della strage, i mafiosi e i gabbellotti di Piana degli Albanesi si mettono
24:49a raccogliere soldi e raccolgono una notevole quantità di denaro.
24:55Loro dicono, una volta sentiti dai giudici, che questo era accaduto per la festa di San Giorgio.
25:02In realtà non era mai successo che personaggi di un certo tipo, di un certo rilievo, fossero così mobilitati a pressare i proprietari
25:12per il versamento di quote ingenti di denaro per una festa padronale.
25:20I dubbi che vennero allora, ma che non furono poi presi in considerazione dai giudici, furono che con quei soldi si dovevano comprare armi.
25:33E poi c'è un altro episodio ancora più strano.
25:37Due giorni prima della strage, Giuliano e i suoi sono accampati nella masseria dei fratelli genovese.
25:46Arriva Pasquale Sciortino, il cognato di Giuliano, con una lettera della madre del bandito.
25:51Giuliano si mette in un angolo, la legge attentamente, poi la brucia con un fiammissero.
25:59Chiama gli altri e annuncia, è giunta l'ora della nostra liberazione.
26:04Cosa c'era in quella lettera?
26:06La promessa di un'amnistia se avesse compiuto la strage?
26:09Oppure, come dice la madre, soltanto i saluti di amici che stavano in America?
26:13Il maresciallo Lobianco ha ancora un'altra idea.
26:15Giuliano doveva naturalmente dimostrare il suo prestigio verso coloro che spingeva ad andare a ammazzare delle vittime innocenti.
26:26Disse che era venuto il momento della loro libertà, della loro liberazione.
26:31E per questo bisognava andare a sparare contro i comunisti.
26:35Quastiché facendo pensare che qualcuno, proprio per lettera, l'avesse autorizzato a commettere quella strage.
26:43Ma poi davvero c'era soltanto la banda di Giuliano su quella montagna davanti a portella della Ginestra?
26:49La ricostruzione del maresciallo Lobianco indica un punto di fuoco.
26:52Ma lì sono stati ritrovati soltanto i bossoli calibro 6,05 del mitra di Giuliano,
26:58oltre a quelli dei moschetti 91 e dei fucili automatici di marca americana.
27:02È soltanto quello l'unico punto di fuoco.
27:04Abbiamo fatto sottoporre i feriti, i superstiti ancora viventi a delle indagini da parte dei medici legali del Policlinico di Palermo.
27:17E abbiamo scoperto con nostra sorpresa che un nostro socio ha ancora conficcato in un muscolo del torace
27:23il proiettile del mitra che lo colpì il primo maggio a portella della Ginestra.
27:29Un proiettile calibro 9. Giuliano sparava col mitra a brei da 6,5.
27:36Era presente e sparò. Non sappiamo quanti morti abbia fatto.
27:41Ma almeno il colpo che ha attinto questo nostro socio era un colpo di mitra calibro 9.
27:51Con tutta probabilità era il colpo partito all'arma di Ferreri,
27:54che dicono i giudici era presente a portella della Ginestra in cui lo mangia.
27:59Ci sono testimoni che parlano di colpi provenienti da altri punti,
28:03per esempio da un cannellone sotto il Pelavet, dove molto tempo dopo, nel 1997,
28:08è stato ritrovato un caricatore di mitra calibro 9.
28:12Esistono anche altre due postazioni.
28:14Una sul monte Cumeta, davanti al Pelavet,
28:17e un'altra su alcuni roccioni che si trovano dalla parte opposta di Piana degli Albanesi.
28:21Roccioni che possono essere raggiunti da un sentiero che porta direttamente alla masseria Caggio,
28:27quella in cui si è tenuta la riunione pochi giorni prima della strage.
28:31C'era davvero soltanto la banda Giuliano a sparare su portella della Ginestra?
28:35Ci furono una serie di fatti piuttosto evidenti che potevano dimostrare,
28:42dimostravano e certamente dimostrano, anche se a distanza di tempo,
28:46la presenza della mafia nel contesto stragistico,
28:50come elemento forte, determinante,
28:54senza il quale il controllo criminale sul territorio non si sarebbe potuto avere.
29:00Ad esempio, una serie di testimoni dichiararono che avevano visto con i loro occhi
29:08i capi mafia dei comuni di Piana, San Giuseppe e San Cipirrello presenti sul posto.
29:18Quella di portella della Ginestra non è l'unica strage della banda Giuliano
29:22ai danni di associazioni di contadini e partiti politici della sinistra.
29:26E non sarebbe neanche la prima volta che la mafia interviene per eliminare sindacalisti scomodi,
29:32soprattutto in quegli anni di riforma agraria e di ridistribuzione delle terre.
29:36Per esempio, c'è la storia di Placido Rizzotto,
29:39il segretario della Camera del Lavoro di Corleone, ucciso da Luciano Liggio.
29:42In quegli anni è una strage continua di sindacalisti e militanti di sinistra.
29:58Dopo la strage di portella della Ginestra, 1 maggio 1947,
30:03avvennero nuove stragi nella provincia di Palermo.
30:06A Partenico fu aperto il fuoco contro la Camera del Lavoro,
30:13che funzionava allora anche come sede del Partito Comunista Italiano.
30:17Furono prese d'assalto anche le sedi di sinistra dei comuni di Borgetto,
30:22Morreale, Cinisi, San Giuseppe, San Cipirrello, Terrasini.
30:27Quindi una manovra eversiva ad ampio raggio
30:30che provocò anche questa volta morti e decine e decine di feriti.
30:36La banda Giuliano che spara a portella assieme alla mafia
30:39per terrorizzare i contadini che si stanno organizzando dopo la vittoria elettorale.
30:44Sparare e mettere bombe per terrorizzare e disorganizzare
30:47e magari provocare una reazione autoritaria.
30:50Lo abbiamo già visto.
30:51Si chiama strategia della tensione
30:53e più avanti negli anni avrà esempi ancora più chiari.
30:57È per questo che Giuliano ha sparato a portella della Ginestra.
31:00Forse Giuliano ha agito assieme alla mafia
31:08per conto di precisi mandanti politici
31:10che volevano sfruttare il terrore contro contadini e sindacalisti.
31:14Nella lettera che ha ricevuto dalla madre c'è scritto proprio questo.
31:17Amnistia, benefici, in cambio di un'azione militare.
31:21O forse Giuliano ha sparato contro i comunisti
31:23perché non lo lasciavano passare sulle loro terre,
31:26come dice il maresciallo Lobianco.
31:28E su quel foglio non c'è scritto niente.
31:30Non è l'unico mistero che resta nella storia di Giuliano.
31:33Anzi, da questo momento i misteri si fanno ancora più densi.
31:37Per esempio, quello di Fra Diavolo.
31:43È un tipo strano, Fra Diavolo.
31:46Giovane, elegante, bello come un attore del cinema,
31:49è uno dei primi luogotenenti di Giuliano,
31:51con lui fino dal 1944,
31:52e ha sulle spalle ben tredici omicidi tra carabinieri, militari e poliziotti.
31:58Finita l'avventura separatista, Fra Diavolo va a Firenze,
32:01dove sembra essersi dimenticato di tutto,
32:03della Sicilia, della vita da bandito di Giuliano.
32:06L'ispettore Messana sa dove si trova e potrebbe arrestarlo,
32:10e invece contatta il padre di Ferreri perché convinca Fra Diavolo
32:13a diventare un suo informatore.
32:15Ed è così, in questa veste di informatore della polizia,
32:19che Fra Diavolo rientra nella banda Giuliano
32:21e partecipa ad azioni come la strage di Portella della Ginestra.
32:29Fra Diavolo è una delle prime vittime
32:31della strana sfortuna che perseguita la banda Giuliano
32:34subito dopo la strage di Portella della Ginestra.
32:38Dopo la strage, gli uomini del colonnello Luca
32:40mettono a segno una serie di colpi
32:42che piano piano smantellano la banda di Giuliano.
32:45Fortuna?
32:46Oppure il frutto di un lavoro ben fatto?
32:48Dopo le stragi, immediatamente succede
32:51un processo di rimozione dei testimoni.
32:55L'ultima strage si ha il 22 giugno del 47,
32:58il 26 giugno cadono una decina di uomini della banda Giuliano.
33:03Cinque sono quelli che fanno capo a Ferreri
33:06e sono testimoni di primo piano.
33:08Queste cinque persone cadono
33:09di un colpo in un conflitto a fuoco
33:12che in 50 anni ha sempre suscitato
33:15le curiosità e le perplessità
33:20di quanti se ne sono occupati.
33:23Sorpresi grazie alla soffiata di un confidente,
33:26i banditi vengono uccisi per la strada dai carabinieri.
33:29Fra Diavolo viene preso vivo e portato in caserma.
33:33Appena si rende conto di essere perduto,
33:35Fra Diavolo aggredisce il capitano Giallombardo
33:37e riesce a sfilargli dalla cintura la beretta d'ordinanza.
33:41Però ce l'assicura
33:42e il capitano Giallombardo fa in tempo a prendere un'altra pistola,
33:45una beretta 6,35,
33:46e a sparargli due colpi alla fronte.
33:52C'è qualcosa che non torna.
33:54In realtà, l'azione che porta alla cattura di Fra Diavolo
33:57sembra più un'imboscata.
34:04I carabinieri sono appostati in vari punti della strada
34:07e sparano da tutte le parti sul gruppo dei banditi
34:11che vengono falciati da un tiro incrociato.
34:13Tra i morti c'è anche il padre di Fra Diavolo,
34:17quello che aveva contrattato con l'ispettore Messana
34:19il ruolo da informatore del figlio.
34:22Addosso al padre di Fra Diavolo
34:23viene ritrovato un regolare porto d'armi
34:25emesso dalla questura di Trapani qualche tempo prima.
34:29I fratelli Pianello, invece, lo abbiamo sentito,
34:31erano confidenti del tenente colonnello Paolo Antonio
34:34in questo strano e complesso gioco
34:36di agenti doppi e tripli tra polizia e carabinieri.
34:40Fra Diavolo, ferito,
34:41viene scovato nascosto sulla soglia di un magazzino.
34:45Al momento dell'arresto
34:46dice subito di essere un agente segreto
34:48dell'ispettore Messana
34:49e mostra una tessera di riconoscimento
34:51intestata ad un carabiniere,
34:53l'autista del tenente colonnello Paolo Antonio.
34:56Dice di voler parlare con l'ispettore Messana
34:58ed avere importanti informazioni
35:00che possono portare alla cattura di Giuliano.
35:03Poi viene portato in caserma
35:05e lì, secondo la versione del capitano Giallombardo,
35:08succede quello che succede.
35:11La strana sfortuna che perseguita la banda di Giuliano
35:16non si ferma fra Diavolo e al suo gruppo.
35:18Il colonnello Luca,
35:20il capitano Perenze,
35:21il tenente colonnello Paolo Antonio,
35:22ma soprattutto il maresciallo Lobianco
35:24mettono a segno altri arresti.
35:26Il maresciallo Lobianco
35:28inizia una sottile opera di convincimento
35:30nei confronti di un mafioso
35:32che è molto vicino alla banda di Giuliano,
35:34Benedetto Minasola.
35:35Minasola
35:37finì col dire
35:39come sempre.
35:40Io accettarò.
35:42Ma vale che ci andate in mezzo
35:44la mia vita,
35:45ma anche la sua.
35:49Ed io comunque
35:50mi dimostrare disponibile.
35:53Ho accettato.
35:54All'improvviso
35:56sembra che la mafia
35:57non abbia più nessun interesse
35:58a proteggere Giuliano.
35:59Anzi,
36:00sembra proprio che lo molli.
36:01Perché?
36:02Perché non serve più?
36:04Perché da questo momento
36:05può essere soltanto un pericolo?
36:07In ogni caso,
36:08l'accordo con Nitto Minasola
36:09funziona.
36:10Contatta alcuni dei componenti
36:12della banda
36:12e gli dice che Giuliano
36:13vuole parlargli.
36:15Poi,
36:15li consegna al maresciallo Lobianco
36:17che si finge Don Peppino,
36:18un amico.
36:19Ma il vero obiettivo
36:20è Giuliano.
36:22E Giuliano
36:22arriva.
36:24Insospettito
36:24dalla scomparsa
36:25di tanti dei suoi uomini,
36:27fa chiamare Minasola
36:28e manda chiamarlo
36:29uno dei suoi uomini migliori,
36:31Gaspare Pisciotta.
36:35Pisciotta porta Minasola
36:36da Giuliano
36:37che lo interroga
36:38e scopre il suo tradimento.
36:41Minasola
36:41glielo dice chiaramente.
36:43A mollarlo
36:43sono stati i fratelli Miceli,
36:45i mafiosi
36:45da cui dipende la sua zona.
36:53Giuliano
36:53lascia Minasola
36:54nelle mani di Pisciotta
36:55che dovrà ucciderlo.
36:57Ma appena rimangono da soli,
36:59Minasola
36:59parla a Pisciotta.
37:02Gli dice che ormai è finita
37:03e gli offre una via d'uscita,
37:05incontrarsi con il maresciallo Lobianco.
37:08Pisciotta
37:09accetta.
37:10I carabinieri
37:11gli forniscono
37:11un falso lasciapassare
37:12a firma del ministro degli interni,
37:15falsa anche quella,
37:15naturalmente.
37:17Il capitano Perenze
37:18lo prende sotto la sua protezione,
37:20lo porta a casa sua
37:21e lo porta anche dal dottore
37:22perché Pisciotta
37:23soffre di tubercolosi.
37:25Però
37:26i carabinieri
37:26vogliono Giuliano,
37:28vogliono che Pisciotta
37:28li porti fino a lui.
37:30Poi,
37:31all'improvviso,
37:32il colonnello Luca
37:33annuncia ai suoi collaboratori
37:34che Giuliano
37:35ha ancora soltanto
37:3636 ore di libertà.
37:38Luca aveva
37:39una preoccupazione,
37:42quella
37:42di essere
37:43il protagonista
37:44assoluto
37:46della fine di Giuliano.
37:49Quando
37:49prese
37:51gli accordi
37:52con
37:52Pisciotta
37:54dopo di aver messo
37:55da parte me
37:56e cominciò
37:57a trattare,
37:58continuò lui
37:58a trattare
37:59Pisciotta
38:00su come poter
38:02arrivare
38:03alla cattura
38:03di Giuliano,
38:08gestirono loro
38:09tutta l'operazione.
38:11Il colonnello Luca
38:12scarica
38:13Paolo Antonio
38:13e Lo Bianco,
38:14li esclude dall'operazione,
38:16si affida soltanto
38:16al capitano Perenze.
38:18Pisciotta
38:19porta il capitano
38:20e alcuni carabinieri
38:21a Castelvetrano
38:22dove Giuliano
38:23è nascosto,
38:24ma non li porta
38:24fino alla casa
38:25dell'avvocato De Maria,
38:26li lascia davanti
38:27alla villa comunale.
38:28I rifugi,
38:29dice,
38:29possono essere due
38:30e Giuliano,
38:31se si sbagliano,
38:32scappa.
38:33Il capitano
38:44lascia andare
38:44Pisciotta
38:45e lo attende
38:46con preoccupazione
38:46crescente.
38:48Il tempo passa,
38:50sono le 4 di mattina
38:51e Pisciotta
38:52non si vede.
38:53Poi,
38:54all'improvviso,
38:55eccolo,
38:55senza scarpe
38:56e con una pistola
38:57in mano.
38:58Ho dovuto sparargli,
39:00dice il capitano Perenze.
39:03La versione ufficiale
39:07è un'altra,
39:08ma quella,
39:08lo abbiamo visto,
39:09è falsa,
39:10come ammetteranno
39:10gli stessi carabinieri.
39:11È una bugia,
39:12una delle tante.
39:14E allora,
39:15che cosa è successo
39:16realmente in quelle ore?
39:17Come è morto
39:18il bandito Giuliano?
39:20E chi l'ha ucciso?
39:24Sulla morte
39:25del bandito Giuliano
39:26ci sono 16 versioni diverse.
39:28Alcune di queste
39:29sono in contraddizione,
39:30anche se ufficializzate
39:31da atti giudiziari.
39:33C'è chi dice
39:33che non sia morto lì,
39:35ma a Villa Carolina,
39:36a 100 chilometri di distanza,
39:37c'è chi dice
39:38che ucciderlo
39:39sia stato Luciano Liggio.
39:40No,
39:40assolutamente,
39:41è morto a Castafedrano,
39:42non dico no ballo,
39:43per costesire.
39:45Sono tutte invenzioni,
39:47invenzioni,
39:49permettetemi,
39:50anche giornalistiche.
39:52C'è una versione,
39:53più probabile delle altre.
39:55La sera del 4 luglio,
39:56Giuliano cena
39:57a casa dell'avvocato De Maria,
39:59dove ha trovato
39:59rifugio ai rastrellamenti.
40:01cena con pane,
40:09olive e formaggio,
40:10e beve un bicchiere di vino
40:11con un mafioso,
40:12Giuseppe Marotta.
40:13Verso le 11,
40:25arriva anche Pisciotta,
40:26che ha lasciato i carabinieri
40:27davanti alla villa comunale.
40:30Pisciotta parla con Giuliano,
40:32che sa della sua collaborazione
40:33con i carabinieri.
40:36È stato lo stesso ispettore Verdiani
40:38a rivelarglielo,
40:39con una lettera.
40:40Pisciotta nega tutto.
40:42E poi?
40:48Giuliano va a letto,
40:49seguito da Pisciotta.
40:53Il suo vino è stato drogato
40:55e Giuliano piomba
40:56in un sonno profondo.
40:59Pisciotta fa entrare
41:00un altro mafioso,
41:01L'Unzio Badalamenti,
41:03e insieme
41:03si mettono a frugare
41:04per recuperare
41:05le carte di Giuliano.
41:06In quei giorni,
41:08Giuliano ha scritto molto
41:09e ha messo tutto
41:10in un portacarte.
41:12E poi?
41:17Qualcuno spara a Giuliano.
41:19Pisciotta dice di essere stato lui.
41:21Ma è così?
41:23Recentemente,
41:23De Maria,
41:24intervistato da un settimanale
41:26italiano,
41:27ha detto testualmente
41:30che
41:30a un certo punto
41:33della notte
41:34si presenta a lui
41:35Pisciotta,
41:36il quale gli dice
41:36Avvocato,
41:38stanno sparando.
41:40Ora,
41:41non è possibile
41:41che Pisciotta
41:42potesse avere
41:43ucciso Giuliano,
41:44perché
41:45una persona
41:46che si trova
41:47a colloquio
41:47con De Maria,
41:49che dice
41:49che stanno sparando,
41:52è chiaro
41:52che non può essere
41:53contemporaneamente presente
41:56anche in un altro luogo.
41:58È lì davanti a De Maria.
41:59Quindi lo stesso De Maria
42:00con questa sua testimonianza
42:02oggi
42:03scagionerebbe Pisciotta.
42:04Perché Pisciotta
42:05si carica
42:06anche
42:07dell'omicidio
42:08di Giuliano?
42:10Quali vantaggi
42:11ne poteva avere?
42:13Allora,
42:13dobbiamo sapere
42:15che
42:15presso
42:17il Ministero
42:18dell'Interno
42:19esisteva
42:21un fascicolo
42:22di carte
42:23che aveva
42:23il numero 29
42:24barra
42:26S
42:27se non mi vado
42:28errato
42:28anno
42:291950
42:31che portava
42:33questa intestazione
42:34dichiarazione
42:35di Pisciotta
42:36sull'uccisione
42:37di Giuliano.
42:38Questo fascicolo
42:39è scomparso.
42:41Chiunque sia stato
42:42Pisciotta
42:42scappa dai carabinieri
42:43che lo attendono
42:44davanti alla villa comunale
42:45e si allontana
42:46con una 1100.
42:48Le carte di Giuliano
42:49misteriosamente
42:50scompaiono.
42:50il capitano
42:54Perenze
42:55corre a casa
42:55De Maria
42:56e trova
42:56Giuliano
42:57morto
42:57sul letto.
43:06Dopo averlo fatto
43:08rivestire la meglio
43:08lo fa portare fuori
43:10e gli scarica
43:11addosso
43:11una raffica
43:12di mitra.
43:14Poi
43:15il capitano
43:15Perenze
43:16confeziona
43:17la versione ufficiale
43:18che in seguito
43:18ritratta.
43:20E i documenti
43:20di Giuliano?
43:21Tutte fantasticherie.
43:23Giuliano
43:24non fece mai
43:25un memoriale
43:27per cui
43:27sono state
43:28un poco
43:29stampate
43:31tante pagine
43:32del giornale
43:33di tutte le estrazioni
43:34perché è tutto
43:35a fazza.
43:36Non è vero
43:36assolutamente.
43:38Dopo la morte
43:38di Giuliano
43:39il corpo forza
43:40repressione
43:41del banditismo
43:41si scioglie
43:42come se la banda
43:43fosse l'unico
43:43problema criminale
43:44della Sicilia
43:45di quegli anni.
43:46Con Salvatore Giuliano
43:47se ne va
43:48uno dei principali
43:49protagonisti
43:50di questa storia.
43:51Si poteva
43:52prenderlo vivo
43:53dirà il maresciallo
43:53Lobianco
43:54forse era meglio
43:55che fosse morto
43:56almeno
43:57per chi lo ha
43:57consegnato
43:58ai carabinieri.
43:59Giuliano
43:59infatti
44:00era a conoscenza
44:01di molti segreti.
44:06Giuliano
44:06non è l'unico
44:07testimone
44:08di questa storia
44:09e dei segreti
44:09che hanno portato
44:10alla sua cattura.
44:11Ce n'è un altro
44:12Gaspare Pisciotta.
44:14Dopo la morte
44:14di Giuliano
44:15Pisciotta
44:16resta sotto
44:16la protezione
44:17dei carabinieri.
44:18Va a Roma
44:19parla con alcuni
44:20uomini politici
44:20e tratta
44:21per la sua
44:21incolumità.
44:22Poi torna
44:23a Montelepre
44:23dove ha la famiglia
44:24e la fidanzata.
44:26Ufficialmente
44:26è sempre un latitante.
44:28I carabinieri
44:28non lo cercano
44:29ma la polizia
44:30sì.
44:30Il questore
44:31di Palermo
44:31va personalmente
44:32ad arrestarlo.
44:33Pisciotta
44:34si nasconde
44:34in una botola
44:35ma la sua tosse
44:36da tubercolotico
44:37lo tradisce
44:37e viene arrestato.
44:42Il processo
44:43per la strage
44:44di Portella
44:44della Ginestra
44:45si tiene a Viterbo
44:46nel 1952.
44:49Durante il processo
44:49Pisciotta
44:50parla.
44:51Dice frasi inquietanti
44:52come siamo un corpo solo
44:54banditi
44:54mafia
44:55e polizia
44:55e poi
44:56indica
44:57come mandanti
44:58della strage
44:59alcuni deputati monarchici
45:00Gianfranco Agliata
45:02di Montereale
45:03Tommaso Leone
45:03Marchesano
45:04e Giacomo Cusano
45:05Geloso
45:05e in seguito
45:07parla di coperture politiche
45:08da parte
45:09dell'onorevole
45:09DC
45:10Bernardo Mattarella.
45:11Ma sono affermazioni
45:12contraddittorie
45:13non si sa
45:13quanto attendibili
45:14e il processo
45:16a questi deputati
45:16verrà archiviato
45:17in istruttoria
45:18dal Tribunale di Palermo.
45:21Il processo
45:22di Viterbo
45:22alla banda Giuliano
45:23si conclude
45:24il 3 maggio
45:24con 12 ergastoli
45:25quasi tutti
45:26confermati
45:27nella sentenza
45:28di appello.
45:29Dice alcune cose
45:30quella sentenza.
45:32Dice
45:32si può sicuramente
45:33affermare
45:34che tra la mafia
45:35e Giuliano
45:35vi fu un legame
45:36costante
45:36determinato
45:38da una convergenza
45:39di interessi
45:39di cui
45:40il capo bandito
45:40fu portatore
45:41e per quanto riguarda
45:43la strage
45:43di Portella
45:44della Ginestra
45:44è chiaro
45:45che la spinta
45:45fondamentale
45:46al delitto
45:46va pur sempre
45:47cercata
45:48nell'interesse
45:48a fermare
45:49la penetrazione
45:50comunista
45:50nelle campagne
45:51per conservare
45:52le vecchie
45:53strutture agrarie
45:54interesse
45:54che era proprio
45:55anche di altri
45:56ma nonostante questo
45:58per la sentenza
45:59il movente
45:59non fu politico
46:00dal momento
46:01che non si può
46:01affermare
46:02che tutte le persone
46:03presenti
46:04lì
46:04a festeggiare
46:05il primo maggio
46:05ci fossero
46:06per motivi politici
46:07quella riunione
46:08può essere considerata
46:09una festa campestre
46:10e quindi
46:11sparare sui contadini
46:12secondo la sentenza
46:13non fu un atto politico
46:14per cui
46:15nessun mandante
46:17da ricercare
46:17caso chiuso
46:18anche Pisciotta
46:21viene condannato
46:22all'ergastolo
46:22Pisciotta si sente tradito
46:27non erano questi
46:28i patti
46:29annuncia che dirà
46:31tutto quello
46:31che sa
46:32al processo
46:32d'appello
46:32e intanto
46:33si mette a scrivere
46:3414 quaderni
46:35di appunti
46:36ai primi di febbraio
46:39riceve il sostituto
46:41procuratore
46:41Pietro Scaglione
46:42che ascolta a lungo
46:43il bandito
46:43ma è un colloquio informale
46:45Scaglione non si è portato
46:46dietro il cancelliere
46:47e promette di tornare
46:48qualche giorno dopo
46:49per verbalizzare tutto
46:50non farà in tempo
46:529 febbraio 1954
46:57cella numero 4
46:59del carcere
47:00del Lucerdone
47:00di Palermo
47:01ore 6 e 30
47:02Gaspare Pisciotta
47:05si sveglia
47:06chiacchiera col padre
47:07con cui divide la cella
47:08e con la guardia
47:09che è venuta a svegliarlo
47:10poi prende una dose
47:14di Vidalin
47:14un medicinale
47:15molto amaro
47:16che gli è stato
47:17prescritto il giorno prima
47:18per combattere
47:18la tubercolosi
47:19poi prende il caffè
47:26secondo un rito consolidato
47:27due tazze sotto i beccucci
47:29della caffettiera
47:30quella di sinistra per sé
47:31e quella destra per il padre
47:33versandone un po'
47:36in una tazza di latta
47:37perché il padre
47:38ne vuole meno
47:39chiede alla guardia
47:46se ne vuole un po'
47:46ma la guardia rifiuta
47:47poi all'improvviso
47:55Pisciotta si sente male
47:57prima ancora
48:01che arrivi l'infermiere
48:02nella cella di Pisciotta
48:04ci sono alcuni amici
48:05sono alcuni componenti
48:06della banda Giuliano
48:07e anche quel Giuseppe Marotta
48:09che era a casa de Maria
48:10quando il bandito
48:10venne ucciso
48:11prendono la bottiglia
48:13del Vidalin
48:13e la conservano in cella
48:15per restituirla più tardi
48:16nel frattempo
48:17in infermeria
48:19Gaspare Pisciotta muore
48:20avvelenato dal caffè
48:22con la strecnina
48:23dirà la versione ufficiale
48:25ma è vero
48:27perché non è così facile
48:28bere un caffè
48:29con quella dose di strecnina
48:31perché diventa amarissimo
48:32forse è più facile
48:34bere una medicina
48:35già amara di per sé
48:36perché le indagini
48:37si sono orientate
48:38sul caffè
48:39e non sul medicinale
48:40perché le indagini
48:42condotte
48:43sulla strecnina
48:45nel caffè
48:45conducevano
48:46a colpevolizzare
48:48il padre
48:49che era detenuto
48:50in cella con lui
48:51le indagini
48:53invece sul medicinale
48:54avrebbero condotto
48:55a circuiti
48:56molto più ampi
48:57Pisciotta
48:58aveva
48:59delle relazioni
49:01con quasi tutti
49:03i personaggi
49:04del Lucciardone
49:06presenti
49:06in quel momento
49:07lì
49:08e così
49:09se ne va anche Pisciotta
49:11però
49:12ci sono ancora
49:13quei 14 quaderni
49:14di appunti
49:15il memoriale
49:16di Pisciotta
49:16quello che avrebbe
49:17reso noto
49:17in appello
49:18spariti anche quelli
49:20non si trovano più
49:21così finisce
49:27la storia
49:28del bandito Giuliano
49:29che verrà raccontata
49:30dai cantastorie
49:31di tutta la Sicilia
49:32e anche da un bellissimo
49:33e ben documentato film
49:34di Francesco Rosi
49:35del 1961
49:36una strana storia
49:38fatta di stragi
49:39depistaggi
49:40e connivenze
49:41e anche uno strano
49:42uso del terrore
49:43che già nei primi anni
49:44della Repubblica
49:45assomiglia a qualcosa
49:46che vedremo più avanti
49:47si chiamerà
49:48strategia della tensione
49:50e avrà molti esempi
49:51ma quella
49:52è un'altra storia
50:21in la nostra storia
50:23e avrà molti esempi
50:24di tutti
50:25che vedremo più avanti
50:26la sua storia
50:27in la nostra storia
50:28e avrà molti esempi
50:29in la nostra storia
50:29di Lupi
50:30di l'anima
50:31e avrà molti esempi
50:32Grazie a tutti.
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