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https://www.pupia.tv - Roma - Documento programmatico di finanza pubblica 2025
5ª (Bilancio) Senato con V (Bilancio) Camera
Seguito audizioni preliminari esame DPFP 2025 (Doc. CCXLIV, n.1): Banca d'Italia (08.10.25)
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5ª (Bilancio) Senato con V (Bilancio) Camera
Seguito audizioni preliminari esame DPFP 2025 (Doc. CCXLIV, n.1): Banca d'Italia (08.10.25)
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NovitàTrascrizione
00:00L'ordine del giorno rega la posizione innanzi alla Commissione Bilancio del Senato e della
00:29Camera dei Deputati dei rappresentanti della Banca d'Italia, che saluto e ringrazio,
00:34nell'ambito delle audizioni preliminari sul documento programmatico di finanza pubblica
00:38per il 2025. Ricordo che la presente audizione ha una durata di circa un'ora, pertanto invito
00:44gli auditi a contenere i loro interventi in un tempo congruo, in modo da consentire ai colleghi
00:49parlamentari di formulare quesiti e osservazioni e da permettere successive repliche da parte
00:55dei soggetti auditi. Do la parola ai rappresentanti della Banca d'Italia, dottor Brandolini, vice
01:01capo del Dipartimento Economia e Statistica, dottor Tomassino, dirigente Dipartimento Economia
01:05e Statistica, dottor Caivano, dirigente Dipartimento Economia e Statistica, dottor Bargellini, capo
01:12della divisione relazioni con i media. Immagino che prendo la parola al dottor Bartolini.
01:16Brandolini, scusi. Prego.
01:19Grazie Presidente. Buongiorno. Buongiorno signor Presidente, onorevoli deputati e onorevoli
01:24dei senatori. Abbiamo distribuito un testo preciso fin dall'inizio che nel testo è distribuito
01:30cartaceo, c'è una tavola che in fase di stampa è stata sbagliata, sarà disponibile presto il
01:37pdf corretto, però nel cartaceo la tavola 5 non è esatta. Ringrazio quindi le commissioni
01:45quinta della Camera e quinta del Senato per aver invitato la Banca d'Italia a questa audizione
01:49nell'ambito dell'esame del documento programmatico di finanza pubblica. Mi soffermerò inizialmente
01:55sul quadro macroeconomico, per poi passare all'analisi dei conti pubblici nell'anno in
02:00corso e nei successivi. Il quadro dell'economia internazionale rimane segnato da molteplici
02:06fattori di instabilità, in primo luogo riconducibili all'inasprimento delle politiche commerciali
02:12e più in generale delle tensioni geopolitiche. Nel corso degli ultimi mesi, gli accordi siglati
02:17dagli Stati Uniti con l'Unione Europea e altri importanti partner commerciali hanno
02:22contribuito a definire un nuovo assetto delle relazioni commerciali, ma l'incertezza resta
02:27elevata. L'intesa raggiunta lo scorso 27 luglio ha soggetto a gran parte delle esportazioni
02:33europee di beni verso gli Stati Uniti a un dazio base del 15%, oltre 13 punti percentuali
02:40in più rispetto all'aliquota media prevalente all'inizio di quest'anno. Aumenti anche più
02:45mercati sono stati applicati dagli Stati Uniti agli acquisti di beni dalle altre maggiori
02:50economie. Le ricadute sui flussi commerciali internazionali si sono rese visibili già nel
02:57secondo trimestre, quando, esauriti gli effetti dell'anticipo degli acquisti degli Stati Uniti
03:02effettuati in previsione dell'inasprimento, il commercio mondiale è diminuito. Nelle valutazioni
03:09delle maggiori organizzazioni internazionali, gran parte dell'impatto di questo più accentuato
03:14orientamento protezionistico, deve tuttavia ancora manifestarsi e penserà sulla crescita
03:19e gli scambi globali, soprattutto dalla seconda metà dell'anno in corso.
03:26Nell'area dell'euro il quadro congiunturale è tornato a indebolirsi dopo la temporanea
03:30accelerazione del primo trimestre, anch'esse in buona parte riconducibile all'anticipo delle
03:35importazioni degli Stati Uniti. Il prodotto è cresciuto in misura modesta nei mesi primaverili
03:40e gli indicatori disponibili non prefigurano un rafforzamento per la seconda metà dell'anno.
03:47Le proiezioni macroeconomiche degli aspetti della BCE, diffuse a settembre, indicano una
03:53crescita del PIL pari all'1,2% nel 2025, all'1 nel 2026 e all'1,3 nel 2027. L'inflazione
04:01si collocherebbe in media al 2,1% nell'anno in corso, per portarsi su valori poco inferiori
04:07al 2% nel prossimo biennio. In Italia il PIL è lievamente diminuito nel
04:13secondo trimestre del 2025, in larga parte per la caduta delle vendite all'estero, che
04:19anche nel nostro Paese erano state precedentemente sostenute dall'anticipo degli acquisti dagli
04:23Stati Uniti. L'elevata incertezza derivante dalle tensioni commerciali e geopolitiche ha indotto
04:29i consumatori a mantenere comportamenti di spesa prudenti, ma non ha impedito che gli investimenti
04:34continuassero a espandersi, favoriti dalla discesa del costo di finanziamenti e dalle
04:38misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il mercato del lavoro ha mostrato segnali di
04:45raffreddamento, con un sostanziale ristagno del numero di occupati e delle ore lavorate.
04:50Gli indicatori disponibili suggeriscono una lieve ripresa dell'attività nel terzo trimestre
04:55dell'anno, alimentata principalmente dal settore dei servizi. Le informazioni più recenti confermano,
05:03in sostanza, le nostre proiezioni di giugno, che indicavano una crescita modesta sia quest'anno
05:08sia nei prossimi, dovuta principalmente alla debolezza della domanda estera e al persistere
05:13di un'elevata incertezza. Gli sviluppi prefigurati nel documento programmatico sono coerenti con questo
05:21quadro, sia nelle proiezioni del quadro tendenziale, che collocano la crescita allo 0,5% quest'anno
05:26e allo 0,7% nei prossimi due, sia in quelle poco più favorevoli dello scenario programmatico.
05:33Si tratta di prospettive che rimangono soggette a numerosi elementi di incertezza, riconducibili
05:38in primo luogo all'instabile contesto internazionale. Un ulteriore inaspirimento delle tensioni commerciali
05:44e geopolitiche, soprattutto se accompagnata da un forte incremento della velocità dei mercati
05:48finanziari, potrebbe incidere in misura particolarmente negativa sul prodotto.
05:55Passo ora alla finanza pubblica nell'anno in corso. Il documento indica per l'anno in corso
06:00un indebitamento netto al 3% del prodotto, in discesa di tre decimi di punto rispetto al
06:06livello del 2024. Il saldo primario, che l'anno scorso era tornato in avanzo, 0,5 punti percentuali
06:12del PIL per la prima volta della pandemia, salirebbe allo 0,9%. Gli oneri per interesse
06:19resterebbero stabili. Questi andamenti sono attribuiti a una maggiore incidenza delle entrate,
06:25in particolare quelle contributive, solo in parte controbilanciata dall'aumento dell'incidenza
06:31delle spese primarie. La pressione fiscale passerebbe dal 42,5% al 42,8%.
06:37Continuerebbe la crescita degli investimenti pubblici, che anche grazie a quelli finanziati
06:44dal dispositivo di ripresa e resilienza, che è la componente principale di Next Generation
06:48EU, si collocherebbe al 3,7% del PIL, il valore più elevato dall'avvio dell'area dell'euro.
06:56Le attese di indebitamento per il 2025 appaiono nel complesso coerenti con i dati di cassa attualmente
07:02disponibili, nonostante l'incertezza che, come usuale, contraddistingue queste valutazioni.
07:07Nel confronto con quanto prospettato nel documento di finanza pubblica dello scorso aprile,
07:14il miglioramento dei conti rispetto al 2024, ora atteso dal Governo, è leggermente più
07:18ampio. 0,1 punti percentuali del prodotto per il saldo primario, 0,15 punti per l'indebitamento
07:24netto. Il più accentuato miglioramento è spiegato in pari misura dalle maggiori entrate,
07:30soprattutto in poste indirette, e dalle minori spese, in particolare contributi agli investimenti.
07:35Per quanto riguarda queste ultime, va segnalato che la spesa effettiva per misure finanziate
07:42da prestiti del DRR risulta più bassa di quanto previsto in primavera, per quasi mezzo punto
07:48percentuale del PIL, 0,9 punti contro 1,3.
07:51Alla fine dell'anno risulterebbero spesi, considerando quanto finanziato, sia con prestiti
07:58sia con sovvenzioni, circa 100 miliardi, di cui il 70% entra nel 2024, su un totale di
08:04194. La spesa netta, l'aggregato di riferimento per il monitoraggio dei conti pubblici in base
08:10alla nuova governance economica europea, crescerebbe quest'anno dell'1,3%, in linea con gli obiettivi
08:17del piano strutturale di bilancio di medio termine e con le stime del documento di finanza
08:22pubblica.
08:25La dinamica della spesa netta nell'anno in corso è sensibilmente inferiore a quella
08:29delle spese primarie, 3,1%.
08:31La differenza è spiegabile con l'aumento degli esborsi finanziati da trasferimenti
08:36dell'Unione Europea o cofinanziati a livello nazionale, che salirebbero a 0,7 punti percentuali
08:42del PIL da 0,5 nel 2024, e soprattutto con l'effetto di rilevanti misure discrezionali
08:48di aumento delle entrate per 0,7 punti percentuali, riviste leggermente al rialzo rispetto alle
08:54stime di primavera.
08:57Come già rilevato in questa sede ad aprile, l'identificazione puntuale e la quantificazione
09:02delle entrate discrezionali sono cruciali per monitorare il rispetto degli obiettivi
09:06definiti dal piano strutturale.
09:09È quindi essenziale fornire un dettaglio sufficiente a ricostruire tutte le variabili
09:13che concorrono a determinare la dinamica della spesa netta.
09:17Il documento colloca l'incidenza del debito sul prodotto a fine anno al 136,2%, in crescita
09:25di 1,3 punti percentuali rispetto al 2024, con una dinamica analoga a quella prevista
09:32in primavera.
09:34L'avanzo primario a 0,9 punti percentuali del prodotto non è sufficiente a compensare
09:38gli effetti 0,3 punti della differenza fra onere e medio del debito e crescita nominale
09:43del PIL e soprattutto l'ampia componente stock flussi, che conta per 1,9 punti percentuali,
09:49a sua volta riconducibile sostanzialmente agli effetti di cassa di agevolazione edilissi
09:53concessi in passato e già contabilizzate nell'indebitamento netto.
09:59Il documento programmatico aggiorna l'estima legislazione vigente dei conti pubblici per il
10:05biennio 26-27 e ne estende l'orizzonte al 28.
10:08L'indebitamento netto. Nel triennio il disavanzo si ridurrebbe in misura sostanzialmente uniforme
10:15nel tempo fino al 2,1% del PIL nel 2028. La spesa per interessi crescerebbe gradualmente
10:21fino al 4,3% nel 2028. Di contro si amplierebbe l'avanzo primario che raggiungerebbe il 2,2%
10:31del prodotto alla fine dell'orizzonte previsivo. Nelle stime del documento programmatico il miglioramento
10:36è dovuto al forte calo dell'incidenza sul PIL delle spese primarie sia correnti per
10:410,9% sia in conto capitale per 0,7%. I redditi da lavoro dei dipendenti pubblici contribuirebbero
10:49alla riduzione dell'incidenza della spesa primaria corrente per 0,3%. Il rapporto al prodotto
10:55scenderebbe all'8,7% nel 2028, uno dei valori più bassi dell'ultimo quarto di secolo.
11:01Anche i consumi intermedi calerebbero di 0,3% del PIL al 7,8%, il valore più basso
11:08della crisi economica finanziaria. In rapporto al PIL, la spesa per pensioni, che resta più
11:13alta della media dell'UE, e la spesa sanitaria rimarrebbero invece sostanzialmente stabili,
11:19rispettivamente intorno al 15,3% e al 6,4%. Il rapporto tra spesa sanitaria e prodotto si è
11:26assestato ormai da tempo, con la sola ovvia eccezione del biennio 2020-21, segnato dalla
11:30pandemia, su un valore contenuto nel confronto con altre grandi economie europee. Nel complesso,
11:38il documento prefigura per il prossimo triennio un aumento della spesa primaria corrente in
11:43termini reali, utilizzando il deflatore del PIL, sostanzialmente nullo, un andamento raramente
11:48osservato in passato. Nel periodo 2010-2019 la crescita, pur modesta, era stata pari allo
11:540,2% in media l'anno. Per quanto riguarda la spesa in conto capitale, la continua riduzione
12:00della sua incidenza in rapporto al PIL nell'arco del prossimo triennio sarebbe principalmente
12:05dovuta al calo dei contributi agli investimenti privati. Questi ultimi scenderebbero nel complesso
12:11di quasi il 35% rispetto al valore raggiunto nel 2025, anche per il venire meno degli interventi
12:18legati al PNRR. Gli investimenti pubblici nel prossimo biennio crescerebbero del 4,5%
12:26in media l'anno, per poi contrarsi nel 2028 di quasi il 5%, anche in questo caso per effetto
12:32dell'esaurimento del PNRR. Nella media del triennio, la spesa per investimenti in rapporto
12:38al PIL rimarrebbe comunque su valori elevati, prossimi al 3,7%. L'entrata nel complesso del
12:45triennio diminuirebbero di 0,3% del PIL. Rispetto alle proiezioni del documento di
12:54finanza pubblica, le nuove stime indicano un miglioramento del profilo di indebitamento
12:58netto per il 2026-27 per circa 0,2% del PIL in media all'anno, grazie ad un andamento
13:04dei conti per il 2025 migliore delle attese, mentre l'indebellimento del quadro macroeconomico
13:10viene sostanzialmente compensato da una spesa per interessi più contenuta. La spesa per
13:16investimenti mostra in rapporto al prodotto andamenti sostanzialmente analoghi a quanto
13:21stimato in aprile, sebbene il profilo temporale delle spese finanziate con il dispositivo abbia
13:26subito rilevanti modifiche. In particolare, gli interventi associati a tale programma, previsti
13:33per il 2026, risultano ridotti di 0,2% di PIL per la componente a valere sulle sovvenzioni
13:39e di un punto per quella sui prestiti. In entrambi i casi si tratta soprattutto di investimenti
13:44integralmente nel primo caso e per circa il 70% nel secondo. Inoltre, sempre con riferimento
13:52al dispositivo di ripresa e resilienza, sono ora previste spese successive al 2026 pari a
13:581,6 punti di PIL, di cui 1,2% finanziate attraverso prestiti contro il circa mezzo punto
14:04desumibile dal documento di finanza pubblica di aprile, anch'esso in gran parte a valere
14:10sui prestiti. Non sono disponibili dettagli su questa diversa ripartizione temporale delle
14:15spese associate al dispositivo di ripresa e resilienza. Le dinamiche tendenziali, a differenza
14:21del quadro programmatico, non incorporano gli effetti della prossima revisione del PNRR,
14:26attualmente oggetto di confronto con la Commissione e attesa al Governo per il mese di novembre.
14:30Nel quadro tendenziale, la spesa primaria cresce del 2,5% nel 2026, dello 0,7 nel 2027
14:39e dell'1 nel 2028. Per effetto degli elementi di correzione previsti per il calcolo dell'indicatore
14:47di spesa netta, la dinamica di quest'ultimo è significativamente diversa, pari all'1,7,
14:531,3 e 1,5% rispettivamente nel 26, 27 e 28. I trasferimenti dall'Unione Europea rappresentano
15:02l'elemento che incide di più su tale discrepanza. Nel 2026 la loro variazione contribuisce a ridurre
15:08la crescita della spesa netta, mentre nel 2027 e nel 2028 produce un effetto opposto. Poiché i flussi
15:15comunitari possono generare oscillazioni significative, è necessario fornire una spiegazione esplicita
15:20della loro dinamica pluriannale, soprattutto oltre il termine del PNRR. La dinamica della
15:28spesa netta attesa si discosta lievamente in eccesso il prossimo anno, in difetto nel
15:332027 e 2028, dagli obiettivi concordati dal Governo con la Commissione e il Consiglio
15:38dell'Unione Europea. Rispetto al quadro tendenziale se ne programma pertanto una lieve frenata
15:43per 0,1% nel 2026 e una accelerazione del successivo biennio, rispettivamente dello 0,6 e dello
15:490,1%. Nel 2028 il tasso di crescita programmatico della spesa netta, 1,6%, resterebbe comunque
15:56leggermente sotto al limite massimo 1,7 concordato a livello europeo. La manovra di bilancio sarà
16:03definita dal Governo in coerenza con questi obiettivi. Gli interventi lasceranno il disavanzo
16:08sostanzialmente inalterato rispetto al suo valore tendenziale nel 2026. Ciò è compatibile
16:14con il rallentamento della spesa netta in tale anno solo se alcune misure espansive avranno
16:20natura di una tantum, in modo da essere escluse dal calcolo dell'indicatore. Si avrà un'espansione
16:25moderata del disavanzo per circa 0,3% del PIL sia nel 2027 sia nel 2028. Nei piani del Governo
16:33le misure espansive della prossima manovra di bilancio abbonderebbero a circa 0,7% di PIL
16:39in media all'anno. L'incremento dell'indebitamento netto rispetto al tendenziale, in media 0,2 punti
16:46all'anno, contribuirebbe quindi solo in misura minore a finanziarle. La maggior parte delle
16:51risorse, circa mezzo punto percentuale all'anno, andranno reperite attraverso aumenti di entrate
16:57e tagli alla spesa. L'indebitamento netto rimarrebbe comunque al di sotto del 3% e si ridurrebbe
17:05gradualmente nel corso del triennio, passando dal 2,8% nel 26 al 2,3% nel 28. L'avanzo
17:13primario passerebbe dall'1,2% all'1,9%, tornando così nel 2028 sui livelli del 2019. Il saldo
17:22primario strutturale migliorerebbe di circa 0,4 punti di PIL in media all'anno, fino a un avanzo
17:28dell'1,7% nel 2028. Il documento programmatico, così come accadeva in passato con la nota di
17:36aggiornamento del documento di economia e finanza, dà conto dell'andamento dei principali saldi,
17:40ma non include indicazioni sull'evoluzione programmata della spesa primaria complessiva
17:45o delle entrate. Lo scorso settembre le commissioni competenti dei due rami del Parlamento e l'Assemblea
17:51del Senato hanno approvato due risoluzioni di identico contenuto che impegnano il Governo a
17:56includere nel documento programmatico, cito, l'articolazione delle misure di prossima adozione
18:01nell'ambito della manovra di finanza pubblica e dei relativi effetti finanziari. Il documento
18:06programmatico in esame si limita tuttavia a fare riferimento tra le misure espansive alla
18:11riduzione del carico fiscale sui diritti da lavoro, al rifinanziamento del Fondo Sanitario
18:15Nazionale, agli incentivi agli investimenti privati, a misura a sostegno della natalità e della
18:20conciliazione vita-lavoro. Non si fa menzione di specifici interventi a copertura.
18:26Infine, il quadro programmatico sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri per
18:32la capacità di difesa. Sebbene il documento programmatico giudichi realistico, sulla base
18:38degli impegni presi in sede Nato, un graduale aumento della spesa nel prossimo triennio, fino
18:43a 0,5 punti di PIL in più nel 2028. In assenza di misure correttive ulteriori rispetto alla
18:51manovra, una maggiore spesa per la difesa rispetto a quella incorporata nel tendenziale,
18:56condurrebbe a una dinamica della spesa netta più sostenuta rispetto a quanto programmato.
19:06Secondo il documento programmatico, a legislazione vigente l'incidenza del debito sul prodotto
19:12continuerebbe a salire anche il prossimo anno, per poi cominciare a diminuire nel 2027,
19:20quando si collocherebbe al 137%. Il documento programmatico non definisce puntualmente la
19:27dinamica tendenziale del rapporto tra il debito e il PIL in ogni anno dell'Orizzonte 2026-2028,
19:32ma illustra come se sia guidata essenzialmente da due fenomeni con impatti opposti. Da un lato,
19:38la componente stock flussi continuerebbe a incidere in maniera avversa, dall'altro l'avanzo
19:43primario avrebbe un impatto favorevole, crescente nel tempo. Sulla componente stock flussi influirebbero
19:50favorevolmente proventi da dismissioni di asset pubblici, ma a differenza dei precedenti documenti
19:57di monitoraggio e programmazione, il documento programmatico non include le relative quantificazioni.
20:02Più in generale, come già evidenziato in passato, considerata la rilevanza della componente
20:07stock flussi per la dinamica dell'incidenza del debito in questi anni, sarebbe utile disporre
20:11di maggiori dettagli sulla sua composizione. L'evoluzione dell'incidenza del debito nel
20:17quadro programmatico non si discosterebbe molto dal suo andamento tendenziale. Il rapporto
20:22crescerebbe infatti fino al 137,4% nel 2026, per scendere poi al 137,3% e al 136,4% rispettivamente
20:30nel 2027 e nel 2028, registrando al termine dell'orizzonte un valore leggermente più alto
20:36di quello atteso per l'anno in corso e ancora circa due punti e mezzo superiore a quello
20:41del 2019. Nel complesso del triennio 2026-2028, gli avanzi primari contribuirebbero a contenere
20:51la dinamica del debito per 4,6 punti percentuali del PIL. Viceversa, sarebbero avversi sia agli impatti
20:58del differenziale tra onere e medio del debito e crescita nominale del PIL per 1,6 punti,
21:02sia quelli della componente stock flussi tra i tre punti, di cui oltre due nel solo 2026.
21:09L'andamento del debito non è esente da rischi di breve periodo. Il documento programmatico
21:14stima ad esempio che a parità di altre condizioni, nel caso di un aumento permanente e inatteso
21:19del rendimento dei titoli di Stato a 10 anni di 100 punti base a partire dal 2026, il rapporto
21:25tra il debito e il PIL, invece di scendere dal 2027, continuerebbe a crescere in ogni
21:30anno dell'orizzonte considerato, collocandosi nel 2028 poco sotto al 141%.
21:37Il documento include anche un aggiornamento dell'esercizio di sostenibilità del debito
21:44secondo la metodologia DSA utilizzata dalla Commissione. Sulla base di tali esercizi, il
21:49Governo conclude che il profilo della spesa netta programmato, conducendo l'avanzo primario
21:53strutturale a un livello sufficientemente alto alla fine del periodo di aggiustamento,
21:58intorno al 3,5% del PIL nel 2031, è ancora coerente con l'obiettivo di porre con alta probabilità
22:04l'incidenza del debito su una traiettoria stabilmente decrescente nel medio termine.
22:12Il quadro macroeconomico internazionale resta contraddistinto da grandi instabilità.
22:17Nel nostro Paese le condizioni economiche delle imprese e delle famiglie sono nel complesso
22:21solide, ma non mancano fattori di vulnerabilità. In queste circostanze l'economia italiana si
22:27mantiene su un percorso di crescita moderata, stimata per il 2025 nell'ordine di circa mezzo
22:32punto percentuale, dal documento di programmazione e anche come dai principali previsori. Nel prossimo
22:40triennio si prevede che l'aumento del PIL resti inferiore all'1% all'anno. La politica di bilancio
22:47delineata nel documento programmatico rimane complessivamente improntata alla prudenza.
22:52Vengono confermati gli impegni del piano strutturale di bilancio di medio termine per quanto riguarda
22:56sia la dinamica della spesa netta, sia l'avvio dal 2027 di un sentiero discendente per il rapporto
23:02tra debito e PIL. I risultati dello scorso anno, così come le stime del documento programmatico
23:07per l'anno in corso, sono incoraggianti. L'indebitamento netto, che nel 2024 si è più che dimezzato,
23:14scenderebbe ulteriormente quest'anno, riportandosi al 3% del PIL. Il saldo primario, tornato positivo
23:20lo scorso anno per la prima volta al 2019, aumenterebbe allo 0,9%. Il miglioramento non
23:26è avvenuto a scapito degli investimenti pubblici che, al contrario, si collocano in
23:31rapporto al prodotto su livelli storicamente molto elevati. Obiettivi credibili e andamenti
23:37migliori delle attese hanno anche contribuito a ridurre il premio per il rischio richiesto
23:41degli investitori. Il differenziale tra i titoli sovrani decennali italiani e tedeschi
23:45si è ridotto di oltre 100 punti base negli ultimi due anni e di quasi 50 nell'ultimo
23:50anno. Gli stessi fattori hanno agevolato il miglioramento delle valutazioni di alcune
23:55importanti agenzie di rating, nonostante il difficile contesto geopolitico e macroeconomico.
24:01Il processo di risanamento dei conti procede, ma non è esente da rischi, ancor più alla
24:06luce dei molti fattori di instabilità del quadro internazionale. Un improvviso aumento
24:11dei primi per il rischio sovrano nelle economie avanzate potrebbe avere ripercussioni negative
24:16sulle condizioni di finanziamento e sull'attività economica. Le tensioni geopolitiche hanno spinto
24:21il Paese, insieme ai partner della Nato, a sottoscrivere impegni a livello internazionale
24:26che comportano un significativo aumento delle spese per la difesa. Il sentiero programmatico
24:30delineato includerebbe solo in parte l'aumento che sarebbe coerente con tali accordi. La
24:36dinamica della spesa netta concordata in sede europea rappresenta un tetto massimo. In un
24:41contesto di elevata incertezza, quale quello presente, andrebbe considerata l'opportunità
24:45di costituire adeguati margini. La manovra delineata nelle sue linee più generali e nel
24:51documento programmatico appare incentrata su una ricomposizione del bilancio e prevede un
24:55limitato aumento del disavanzo nel 2027-2028 rispetto all'annamento tendenziale. Il documento
25:02non include informazioni sufficienti per avanzare valutazioni sulle singole misure. In ogni caso,
25:09gli interventi di copertura dovranno essere certi. Sarebbe inoltre opportuno limitare gli
25:13incrementi di spesa o le riduzioni di entrata di natura temporanea. Hanno effetti solo transitori
25:19sulla domanda, aumentano il livello del debito e risultano spesso difficili da rimuovere.
25:23Una riallocazione fra le diverse poste del bilancio può favorire la produttività e la
25:29crescita. Ciò accadrebbe, ad esempio, aumentando le risorse a favore di investimenti, ricerche e
25:33istruzione e contestualmente razionalizzando le spese fiscali, rimuovendo gli elementi del sistema
25:39tributario che scoraggiano la crescita dimensionale delle imprese, arginando l'erosione della base
25:43imponibile dell'IRPEF. Per quanto riguarda il completamento del PNRR, alla luce delle previsioni
25:49aggiornate sulla spese effettivamente realizzate entro la fine dell'anno in corso, l'imminente
25:53revisione del piano è un'importante occasione da accogliere. Per un Paese che ha un debito
25:58pubblico elevato come l'Italia, la prudenza nella gestione di finanze pubbliche è meritoria
26:03quanto doverosa. Va coniugata con riforme strutturali che sostengono la crescita e l'innovazione.
26:08Grazie, dottor Brandolini. Ci sono interventi da parte dei colleghi?
26:21Prego, onorevole dell'Olio. Prego, onorevole Guerra, prego. Che abbiamo noi un quarto, abbiamo
26:29commissione, quindi dobbiamo stringere. Grazie, gli stimoli sono molti e le domande potrebbero
26:33essere molti, anche io avrei bisogno di più tempo per leggere, però le faccio un po' spizzicate.
26:38Una, a pagina 7, si rileva questo effetto di rilevante misura discrezionale di aumento
26:44delle entrate, è una cosa su cui mi sono interrogata leggendo il documento e mi do questa
26:50spiegazione rispetto alla quale vorrei consultarmi con voi, cioè che semplicemente questo è un
26:55effetto ottico di ricomposizione, di rimodulazione dell'intervento sul cuneo fiscale che passando
27:01dalla parte contributiva soltanto a quella fiscale ha dovuto introdurre per i redditi
27:05bassi un elemento di trasferimento, il trattamento, come si chiama, il coso integrativo, insomma
27:11il trasferimento integrativo per i redditi bassi, che quindi non è un elemento di entrata
27:16ma è un elemento di spesa, quindi in complesso abbiamo avuto un effetto di, come un effetto
27:23ottico di misura di aumento discrezionale delle entrate, cioè ottico nel senso di contabile
27:28ma non con effetti diciamo economici. Chiedevo se anche questa è la vostra interpretazione.
27:33Mi ha colpito molto, se ho capito bene, questa questione delle reddite da lavoro dei dipendenti
27:39pubblici, cioè nel senso che noi avremmo quindi in un contesto di compressione dei salari
27:46del tutto evidente, di caduta dei salari reali, l'Istat ieri ci diceva 9% ancora sotto al livello
27:54del 2021, qui abbiamo che, se capisco bene, anche nel 2025 la spesa per i redditi da lavoro
28:02dipendente cresce a meno dell'inflazione. Volevo capire meglio questa affermazione a pagina
28:089 per non darne un'interpretazione estrema. A pagina 10 sul PNR in generale, allora voi
28:17dite, e questo è un punto che non avevo colto, che le dinamiche tendenziali, ma è giusto
28:23ovviamente, non incorporano gli effetti della prossima revisione del PNRR e poi in fondo dice
28:28l'eminente revisione del piano è un'importante occasione da accogliere. Nella presentazione
28:33che ci è stata data dal Ministro Foti in realtà l'obiettivo è quello di mantenere il PNRR
28:39sostanzialmente negli effetti diciamo che potrebbe avere sul PIL concentrato sugli anni già previsti,
28:45perché si spostano in avanti, lui ha detto a voce, non c'è scritto nel documento, soltanto
28:505 miliardi della spesa complessiva attraverso le facilities. Ed è su questo che volevo chiedervi,
28:55cioè voi avete un'idea di quante sono le risorse spostate oltre la scadenza del 2026, già
29:02a parte quindi l'ultima revisione, perché leggendo il documento mal contate sembrerebbero
29:0835-40 miliardi, ma dai conti che aveva fatto il PIL l'altro anno erano 11 miliardi, quindi
29:13io non riesco a capire questo conto, non mi torna nel modo più assoluto e invece sarebbe
29:18importante saperlo. Mi fermo qua.
29:21Grazie, onorevole dell'olio, prego.
29:25Sì, grazie. Ho provato a scrivere qualcosa. Allora, prima due domande su cose che non credo
29:32che abbiate toccato, non mi pare di averle lette nel documento, ma volevo capire se voi
29:37avevate effettuato un impatto di quanto fosse l'incidenza del PNRR sul PIL, perché da quello
29:43che sono le notizie, le voci, sembrerebbe che nel 2025-2026 l'Italia possa andare a recessione
29:50con la fine del PNRR, quindi volevamo capire se avete effettuato una valutazione in questo
29:55senso. In secondo luogo, se avete una stima di quanto potevano essere le risorse sottratte
30:01con il fiscal drag e in quanti anni. Poi, a pagina 6, quando descrivevate la finanza
30:10pubblica nel 2025, avete sostanzialmente citato la questione che il saldo primario salirebbe
30:16al 0,9% e gli oneri per interessi resterebbero stabili. Quindi aumenta già nel 2025 la pressione
30:23fiscale. Ora, è chiaro che il voler mantenere un saldo primario elevato o aumentiamo i prelievi
30:32e quindi gli interessi sui cittadini o riduciamo i servizi. Allora, a questo punto non mi spiego,
30:42vorrei chiedere come mai, poi dopo. In realtà nel 2026 e 2028 quella spesa per interessi che
30:49è stata esaltata come stabile aumenterebbe e quindi sostanzialmente poi in seguito andate
30:57a confermare che nel piano a livello dell'espansione la maggior parte delle risorse andranno reperite
31:03attraverso aumenti di entrate e taglia la spesa. Quindi sostanzialmente l'ipotesi, aumentiamo
31:09ancora una pressione fiscale che però l'avevo vista semplicemente indicata nel 2025 e poi me
31:13la sono persa, quindi volevo avere una conferma che state indicando in maniera implicita
31:19che ci sarà un aumento di pressione fiscale consistente negli anni successivi. Questo
31:26purtroppo sono riuscito a recuperare in questo poco tempo.
31:29Grazie. Ci sono altri interventi? Non ci sono altri interventi? Chiusura e replica del
31:34dottor Brandolini. Prego.
31:38Grazie delle domande che sono complicate perché appunto anche noi abbiamo avuto tempi limitati
31:43per esaminare il documento. Allora sulla prima domanda del onorevole, onorevole o senatrice?
31:53Onorevole Cecilia Guerra. Allora effetto ottico, dobbiamo, devo controllare, non sono in grado
32:01di rispondere se sia un effetto ottico. Comunque, sì è un effetto contabile, però appunto non
32:10credo che cambi molto nella sostanza, sono misure discrezionali. La seconda domanda riguardava
32:18il reddito dei lavoratori dipendenti. Quello che scriviamo è assolutamente fattuale, nel senso
32:26del documento prevede quale sarà nel tendenziale l'aumento dei redditi al lavoro dipendente,
32:31da cui ne consegue quello che sarà l'aumento pro capite e scriviamo appunto, sto cercando
32:38il punto, in termini nominali la spesa per redditi al lavoro dipendente crescerebbe in
32:41media dell'1,5% all'anno a fronte di un aumento del deflatore dei consumi privati pari
32:46all'1,8%. Sul PNRR, rispondo anche alla questione posta all'onore dell'olio, noi abbiamo
32:57l'impatto sul PIL è nel documento, c'è una tavola del documento programmatico che fa vedere
33:03qual è l'impatto sul PIL. L'ordine di grandezza è ragionevole secondo le nostre stime, non so
33:09se dopo Michele Caivano vuole aggiungere, anzi aggiungere qualcosa. L'ordine di grandezza
33:14dell'impatto del PNRR attraverso gli investimenti è non troppo dissimile da quelle che sono
33:21le nostre valutazioni, sono state fornite qualche anno fa ma non sono cambiate, cerca un impatto
33:28complessivo nel tempo. Il numero fornito nel documento è di un impatto del 2,1% riguardo
33:40gli investimenti se non sbaglio entro il 2026 che si porta intorno a valori intorno al 2,5% successivamente.
33:51Noi avevamo fornito stime lievemente più conservative ma non dissimili come ordine di grandezza.
33:58qualche anno fa e non so rispondo anche ai timori di recessione del 2027.
34:05Nelle nostre valutazioni, nelle nostre proiezioni noi incorporiamo, ovviamente teniamo conto
34:11del fatto che i finanziamenti del PNRR e le opere del PNRR nel 2027 verranno meno e non prevediamo
34:20una recessione. Lo stesso nelle proiezioni del documento programmatico.
34:32Relativamente alla domanda sul fiscal drag abbiamo un lavoro che non so se è già uscito o sta per
34:38uscire dove ci sono stime molto puntuali e molto precise perché la valutazione è complicata.
34:43Cioè ci sono vari elementi al di là di quello che è il dibattito giornalistico.
34:47Comunque su questo c'è un lavoro Banca d'Italia che possiamo farvi avere.
34:51L'ultima questione, saldo primario elevato. Il problema è che con il debito pubblico che
35:00l'Italia ha mantenere un saldo primario elevato è qualcosa che non ha alternative, come abbiamo
35:06scritto nell'ultima frase. Poi si tratta di capire come questo saldo primario elevato
35:13è raggiunto. Queste sono scelte politiche sulle quali non entriamo in questa sede. Qual è la
35:19combinazione di spese e imposte che si sceglie per raggiungere quel saldo primario? Però questa
35:24è una valutazione che fate voi come Parlamento, non noi come Banca d'Italia. Salvo le cose
35:29che possiamo osservare dal punto di vista tecnico.
35:32Grazie. Si chiude qui l'audizione e ci vediamo poi.
35:37Per quanto riguarda la dinamica della spesa netta non sarei così preoccupato dal fatto
36:00che il reshuffling del taglio del cuneo possa aver influenzato la dinamica della spesa netta.
36:07dell'indicatore perché in realtà è vero che una parte di taglio all'entrata è sparito
36:13però è anche vero che sono aumentate parallelamente le spese. Quindi non dovrebbe essere quello
36:17ad aver influito sul contenimento dell'indicatore. Resta il fatto che sicuramente il contributo
36:27di quella componente è importante per contenere l'indicatore quindi sarebbe utile avere più
36:33indicazioni. Sul fiscal drago un'ultimissima cosa. Nello studio che stiamo approntando
36:40ovviamente si evidenzia un impatto non piccolo del fenomeno. È anche vero che nel corso degli
36:49anni ci sono state tutta una serie di misure di contrasto e di agevolazione che vanno tenute
36:56in conto per vedere qual è l'impatto sul potere d'acquisto finale. Quindi nel lavoro
37:02ci sarà un'analisi onnicomprensiva di quello che è successo in questi anni.
37:06Grazie, chiudiamo qui l'audizione. Ringrazio la Banca di Italia per l'audizione.
37:12Grazie.
37:18Grazie.
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