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  • 7 settimane fa
MILANO (ITALPRESS) - "Emilio Fede ci ha insegnato tante cose: cos'è il giornalismo popolare, cosa vuol dire raccontare i grandi eventi, qual è il linguaggio per farlo, cos'è un anchorman". Dalla guerra in Iraq all'attentato alle torri gemelle, Claudio Brachino racconta la sua esperienza a Mediaset con Emilio Fede, "un uomo dal carattere difficile, un perfezionista, molto pignolo ma umano".
abr/gsl

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Trascrizione
00:00E' morto Emilio Fede, 94 anni, chi era Emilio Fede? Emilio Fede è stato il mio primo direttore,
00:11era direttore di Videonews, è l'unica testata all'epoca, parliamo della fine degli anni
00:1680, è l'unica testata giornalistica di quello che all'epoca appunto si chiamava Gruppo
00:22Fininvest. Io ero uno dei giornalisti di Videonews, sede Roma, fu me trasferito in otto il giorno
00:29del 16 gennaio del 1991, perché Emilio Fede dopo vari tentativi falliti di fare il primo
00:36telegiornale di quell'azienda, non c'era la diretta, mancavano le condizioni giuridiche
00:41e produttive, ma si sperimentava ovviamente, decise di fare una serie di speciali quasi
00:46ossessivi, Studio Aperto, Ultimatum, Golfo. Studio Aperto era un vecchio programma del
00:52Tg2, Emilio è stato per tantissimi anni, lo sapete? Un uomo rai, inviato, giornalista,
00:58Anchorman, direttore, inventore di programmi, dell'Infoteam, poi una chiusura burrascosa,
01:05come poi chiuderà tanti anni dopo burrascosamente anche con l'azienda che diventerà poi Mediaset.
01:12Ma stiamo a quella notte, un gruppo di otto romani tra cui il sottoscritto arrivano lì,
01:17una redazione giovane, Emilio in un'edizione di Studio Aperto, Ultimatum Golfo, la notte del
01:2416, fra il 16 e il 17, a mezzanotte e 36 minuti, dalla notizia per primo in Italia,
01:30con i pugni sul tavolo, è un'immagine che ha fatto la storia della televisione italiana.
01:34Hanno attaccato, chi aveva attaccato? Gli americani, le alleanze occidentali, con una
01:40televisione embedded, si dice imbarcata, che poteva girare da dentro, accettata dalle forze
01:45militari americane, che era la CNN. Emilio si collega con la corrispondente del giornale
01:51negli Stati Uniti, Silvia Grammar, che a casa sua guarda la CNN che nessuno in Italia
01:56conosceva e dice, vede quelle immagini che poi hanno fatto il giro del mondo, quelle
02:01scie luminose dall'alto, sembrava un videogioco. Non era un videogioco, era un bombardamento
02:05su Bagdad, iniziava la guerra a Saddam Hussein che aveva invaso il Kuwait. Quella notte, con
02:12quella notizia, nasce il primo telegiornale nazionale privato italiano, diventerà Studio
02:18Perturi, con cui ho lavorato, come sapete, per quasi 17 anni. Poi in estate nasceva sempre
02:24con il nostro gruppo e con il sottoscritto, con Emilio Direttore, il Tg4 e lì c'erano
02:29le condizioni giuridiche e produttive che il grande Enrico Mentana costruisse nell'estate
02:34del 1991, con il debutto, il 13 gennaio 1992, il grandissimo Tg5. In meno di un anno e un
02:43anno in realtà si passa dai tre telegiornali RAI ai sei telegiornali di questo paese, belli
02:50e brutti, un contributo di democrazia, una pagina di storia. Quella notte, e non solo
02:56quella notte, a quelli come me di quel gruppo, lo chiamiamo il gruppo di Milano II, un gruppo
03:00che ha fatto la storia, lo dico senza nessuna presunzione, Emilio ha insegnato tante cose,
03:05ha insegnato cos'è il giornalismo popolare, cosa vuol dire raccontare gli eventi, cosa vuol dire
03:10raccontare i grandi eventi, qual è il linguaggio, cos'è un Anchorman, io sono stato messo
03:15in onda, costruito, educato da Emilio Fede, testimone della grande scuola classica della
03:22RAI, a nostra volta però noi abbiamo aperto un'altra scuola che è stata quella la scuola
03:27degli anni e di Mediaset, ci ha insegnato questo. Dieci anni dopo, 2001, con l'attentato
03:35delle torri gemelli, io ero già vice direttore Anchorman, il principale di studio aperto,
03:39ho visto Emilio che è andato in onda con il suo giubbotto di camoscio, storico, insieme
03:43ai suoi maglioni di cashmere, che teneva sempre sulla pancia, come alla coperta di Linus,
03:48come una forma di protezione da alcune angosce personale o della realtà, fui il primo, poi
03:54sono sceso io, poi parlo di Mediaset, è sceso Enrico Mentana, siamo stati in onda, ci sono
03:59le immagini, tutti per quasi dieci ore in diretta, su un evento che per anche un giornalista
04:05è stato forse irripetibile raccontare nella sua drammaticità, nella sua unicità, come
04:10l'attentato delle torri gemelli. La notte mi chiamò Emilio, ha detto ti ho visto con
04:14la coda dell'occhio, penso che tu possa fare questo lavoro. Emilio è stato questo, un carattere
04:20difficile, un uomo molto perfezionista, molto pignolo, ma umano. Noi emigrati romani a Milano
04:28ci portava, nei primi Natali che abbiamo fatto in Lombardia, ci portava a cena a casa
04:35sua perché avevamo diritto a stare con lui, a Natale diceva si va nelle case degli italiani,
04:40si parla negli italiani, si lavora sempre, questo è un lavoro che richiede un'attenzione
04:44continua, è stata una scuola. Poi la sua storia la conoscete, la campagna elettorale
04:50del 1994, il giornalismo fazioso, l'amore per Berlusconi, ricambiato politicamente e umanamente,
04:56poi la cronaca giudiziaria, il caso Rubi, la rottura turbolenta con Mediaset, gli anni
05:02della vecchiaia, in solitudine e in tristezza. Io ho mantenuto i rapporti perché io amo mantenere
05:07i rapporti con le persone importanti quando salgono e quando scendono. Ora Emilio se n'è
05:13andato e questo penso sia stato giusto ricordare e rimettere appunto nella storia di quello che
05:20è stato. Ciao Emilio.
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