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  • 6 settimane fa
Stasera l'Inter chiude a San Siro contro l'insidioso Torino il programma della prima giornata di Serie A. È l'ultima a scendere in campo tra le squadre che consideriamo in grado di vincere lo scudetto, tra le favorite. E in un certo senso anche questa attesa contribuisce ad aumentare l'alone di mistero che la circonda. Perché la stagione delle 63 partite senza trofei, gloriosa nel percorso ma fallimentare nelle conclusioni, ha portato delle conseguenze.Ed è difficile dire se siano state troppe o troppo poche. Dopo quattro stagioni in panchina se n'è andato Simone Inzaghi e l'ha fatto senza spiegare nulla. Se è partito per i soldi, per stanchezza o perché riteneva quest' Inter ormai arrivata. L'esperienza insegna che le decisioni di rottura possono avere un casus belli scatenante ma in profondità si devono a un accumulo di motivi. E dunque pensiamo che tutte e tre le ragioni citate abbiano contribuito all’addio di Inzaghi. Quella che ci interessa di più è ovviamente la terza, lo stato della squadra. Perché l'Inter, in sostanza, riparte dalla stessa formazione scoppiata a primavera. Certo, stasera mancherà lo squalificato Calhanoglu.  E dunque almeno una faccia nuova ci sarà:  Petar Sucic, un centrocampista di talento. Ha fatto vedere alcune buone giocate sia a giugno nel Mondiale per club che nelle amichevoli di agosto.Ma se il turco avesse trovato un'offerta degna per tornare in patria, come ha provato a fare in luglio, lo sappiamo tutti, sarebbe stato Susic il suo sostituto? È lecito dubitarne. Il fatto di essere andata fino in fondo quasi in tutte le manifestazioni ha portato l'anno scorso nelle casse dell'Inter un sacco di milioni, dai premi Uefa ai faraonici incassi per le partite decisive della Champions. Pensate che la sola semifinale di ritorno col Barcellona, record d'incasso assoluto, ha fruttato 14 milioni. Il risanamento è una necessità e tutto il calcio italiano lo sta perseguendo. Nessun saldo negativo quest'anno fra le squadre da Champions, almeno fin qui.Ma uno sfizio, suvvia, si poteva e si può ancora fare. Lo era de Lookman, e non fingerò di non aver scritto che il fumettone si sarebbe concluso col suo trasferimento. Se ho preso una cantonata sul mercato succede perché l'Atalanta non ha voluto transigere, ma anche perché l'Inter si è fermata quasi subito. La sensazione di un mercato incompiuto aleggia sull'Inter e lo farà fino al fischio d'inizio di stasera. Poi sarà tempo di prima risposta.

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00:00Stasera l'Inter chiude a San Siro contro l'insidioso Torino il programma della prima giornata di Serie A
00:13e l'ultima a scendere in campo tra le squadre che consideriamo in grado di vincere lo scudetto tra
00:20le favorite. E in un certo senso anche questa attesa contribuisce ad aumentare l'alone di
00:26mistero che la circonda perché la stagione delle 63 partite senza trofei, gloriosa nel percorso ma
00:34fallimentare nelle conclusioni, ha portato delle conseguenze ed è difficile dire se siano state
00:40troppe o troppo poche. Dopo quattro stagioni in panchina se n'è andato Simone Inzaghi e l'ha fatto
00:46senza spiegare nulla, se è partito per i soldi, per stanchezza o perché riteneva quest'Inter ormai
00:54arrivata. L'esperienza insegna che le decisioni di rottura possono avere un casus belli scatenante ma
01:00in profondità si devono a un accumulo di motivi. E dunque pensiamo che tutte e tre le ragioni citate
01:08abbiano contribuito alla Dio di Inzaghi. Quella che ci interessa di più è ovviamente la terza,
01:14lo stato della squadra. Perché l'Inter in sostanza riparte dalla stessa formazione scoppiata a primavera.
01:21Certo, stasera mancherà lo squalificato Celanoglu e dunque almeno una faccia nuova ci sarà.
01:27Petar Sucic, un centrocampista di talento, ha fatto vedere alcune buone giocate sia a giugno
01:33nel mondiale per club che nelle amichevoli di agosto. Ma se il turco avesse trovato un'offerta
01:39degna per tornare in patria, come ha provato a fare in luglio, lo sappiamo tutti, sarebbe stato
01:45Sucic, il suo sostituto, è lecito a dubitarne. Il fatto di essere andata fino in fondo o quasi
01:53in tutte le manifestazioni, ha portato l'anno scorso nelle casse dell'Inter un sacco di milioni.
02:00Dai premi UEFA ai faraonici incassi per le partite decisive della Champions. Pensate che la sola
02:07semifinale di ritorno col Barcellona, record incasso assoluto, ha fruttato 14 milioni. Andando
02:15un po' a spanne, Sucic è stato acquisito dalla Dinamo Zagabria utilizzando quell'incasso.
02:21Dovete aggiungerci qualcosina, ma ci siamo. Il risanamento è una necessità e tutto il calcio
02:26italiano lo sta perseguendo. Nessun saldo negativo quest'anno fra le squadre da Champions,
02:31non c'è almeno fin qui. Ma uno spezio su via si poteva e si può ancora fare. Lo era
02:38Ademola-Lukman e non fingerò di non aver scritto che il fumettone si sarebbe concluso col suo
02:44trasferimento. Se ho preso una cantonata e sul mercato succede è perché la Taranta non
02:51ha voluto transigere, ma anche perché l'Inter si è fermata quasi subito. Di più, da un giorno
02:58all'altro, ha spostato la sua posta più rilevante dall'attacco al centrocampo, provandosi
03:04con Coné e acquistando infine Diuff. Un cambio di orizzonte che immaginiamo dovuto alle richieste
03:10di Christian Kivu. Via via che si impadronisce della Rosa, le sue esigenze gli appaiono più
03:17chiare. È normale. In fondo, il grande buco nero della scorsa stagione, l'attacco di riserva,
03:23è stato riempito con Bonnie e Pio Esposito, la grande speranza offensiva del nostro calcio.
03:31E però la sensazione di un mercato incompiuto aleggia sull'Inter e lo farà fino al fischio
03:37di inizio di stasera. Poi sarà tempo di prima risposta.
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