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  • 6 settimane fa
MILANO (ITALPRESS) - Tutte le aziende italiane, entro dicembre 2025, dovranno assicurarsi contro i rischi catastrofali (cat-nat): terremoti e alluvioni, ma anche frane grazie alla scelta del Governo italiano di includere anche questo rischio. Rimane invece volontaria la copertura dai danni generati da eventi atmosferici, come la grandine. Oggi la maggior parte delle aziende non si tutela dai rischi catastrofali che vedono l’Italia molto esposta. L’obbligatorietà dovrebbe anche aiutare a una maggiore conoscenza dell’importanza per le aziende di tutelarsi. Nell’ambito del progetto Grins, ANIA e Ca’ Foscari hanno analizzato più di 3 milioni di aziende e il quadro emerso ha portato a una maggiore conoscenza. Attenzione all’interesse ri-assicurativo anche di importanti Gruppi internazionali che vedono opportunità sul rischio terremoti in Italia, meno su quelli legato alle tematiche ambientali per la maggior frequenza. E proprio questo deve far riflettere la governance di molte aziende. Nella puntata 59 di Focus ESG la professoressa Monica Billio, responsabile dello spoke 4 di Grins e ordinaria di Econometria a Ca’ Foscari Venezia e il Direttore Generale ANIA - Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici- Dario Focarelli, con il giornalista Marco Marelli, entrano nel merito dell’obbligo assicurativo grazie ai risultati dell’importante studio fatto congiuntamente.

col3/gsl

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Trascrizione
00:00Ben ritrovati da Marco Marelli da tutta la redazione di Focus SG. In questa puntata ritorniamo
00:15a parlare del rischio catastrofale e in particolare dell'obbligo ad assicurarsi per le piccole
00:21e medie micro imprese. Con noi abbiamo la professoressa Monica Biglio dell'Università
00:27Caposcari di Venezia e collegato il direttore generale dell'ANIA, associazione nazionale
00:32fra le imprese assicuratrici, il dottor Dario Focarelli. Partiamo subito da lei, dottor
00:37Focarelli. Qual è la situazione oggi a livello di mercato e anche di attenzione da parte delle
00:45PMI per il tema assicurativo sul rischio catastrofale? Noi abbiamo di recente pubblicato alcune statistiche
00:52che dicono chiaramente che per quanto riguarda i rischi catastrofali c'è una distribuzione
00:57diversa in funzione della dimensione delle imprese. Le micro imprese sono assicurate solo per il
01:026%, le micro imprese sono il grande numero delle imprese italiane, la media per numerosità
01:10è soltanto del 7%. Naturalmente questo 7% è composto da un 26% delle piccole e un 96%
01:17delle grandi, quindi un'ampia differenziazione. Questo tipo di analisi ci dice che fondamentalmente
01:26sono scoperte soprattutto le imprese più piccole e micro, che sono però anche quelle più deboli
01:31a verificarsi di un evento catastrofale che distrugge il capannone piuttosto che i macchinari
01:39di produzione. Quindi naturalmente questo ha portato il governo insieme ad altri tipi
01:46di riflessioni, essenzialmente il fatto dell'aumento della frequenza e della gravità dei danni causati
01:54da questi eventi atmosferici, ha portato il governo alla valutazione di imporre un obbligo
01:59di assicurazione per le imprese tutte, dalle micro alle grandi. Il processo è stato lungo
02:05perché l'approvazione è avvenuta a fine 2023, ci sono stati nel corso del tempo
02:11affinamenti della legge e poi in qualche modo anche una proroga finale, si doveva partire
02:19tutto il 31 marzo di quest'anno, si parte in maniera differenziata, le grandi imprese
02:24sono già partite, le piccole dovranno essere assicurate entro la fine del 31 dicembre di
02:31quest'anno. Naturalmente prima che ci fosse la proroga abbiamo visto una discreta accelerazione
02:39nel numero di richieste di coperture nel mese di marzo e anche un rallentamento nel mese successivo.
02:46Resta il fatto che i prodotti assicurativi sono pronti, le coperture sono delineate e i prezzi
02:52sono relativamente contenuti come in qualche modo è stato dimostrato anche da analisi fatte
02:59non da noi ma da analisi giornalistiche. Che altro dire? Dire che però l'Italia ha un grande
03:08protection gap e che è esattamente questo lo scopo di una ricerca che abbiamo avviato
03:14nell'ambito del progetto Greens guidati dalla professoressa Monica Biglio per capire meglio
03:20le caratteristiche di questo protection gap. Naturalmente in questo protection gap ci sono
03:26due cose da capire bene, chi è assicurato e chi non lo è e poi le diverse caratteristiche
03:31di chi per tanti motivi non è assicurato. L'esercizio che abbiamo avviato è un esercizio
03:37complicato, molto dispendioso in termini di numerosità di imprese e abbiamo chiesto nelle
03:43nostre imprese compagnie di assicurazione una lista di imprese in funzione di tipo di coperture
03:49che avevano fatto. Quindi in realtà noi abbiamo in questo campione censito esclusivamente
03:56imprese che hanno almeno un'assicurazione. Ovviamente sappiamo bene che oltre il 40%
04:05delle imprese non ha nessun tipo di assicurazione. Quindi questo ovviamente dimostra che il nostro
04:15campione in qualche modo è ovviamente bias come si dice diciamo in termini tecnici e
04:22econometri. Però ovviamente è molto ricco, il campione è molto ricco. Abbiamo dentro al
04:28campione oltre 3 milioni di imprese e in particolare abbiamo oltre 500 mila società di capitali
04:37su quale per facilità abbiamo fatto uno zoom molto più approfondito.
04:43Quindi sarebbero 1 milione e 200 mila imprese che non sono assicurate oggi?
04:49Dunque al momento in termini di numero di imprese assicurate noi abbiamo che le imprese che hanno
04:54almeno un'assicurazione, non parlo di catenata, su 4,5 milioni di imprese italiane ci sono
05:02imprese che risultano assicurate per il 60%, il 40% è non assicurato, cioè sono 2,7 milioni
05:09le imprese assicurate che hanno almeno un'assicurazione. Però questo non vuol dire che hanno tutte le
05:15assicurazioni. Se guardiamo le catenata, perché è quello su cui ci concentriamo oggi, solo il
05:226% di 4,6 milioni ha una copertura contro il terremoto e il 7% una contro le alluioni.
05:29Questo è il primo tipo di informazione. Il 39% ha invece una copertura contro gli eventi
05:39atmosferici che assicurativamente sono rischi un po' diversi, la grandi nel vento forte, non
05:45sono assimilabili ai catastrofali che tipicamente sono terremoto, alluioni e il governo italiano
05:51ha anche incluso le frane in questo, ma sono rischi che ovviamente sono eventi naturali, purtroppo
05:56anch'essi in aumento di frequenza e anche di danni, ma che tecnicamente nella tecnica
06:01assicurativa non vengono considerati tra i rischi catastrofali. Gli eventi atmosferici,
06:06ripeto, sono coperti dal 39% delle imprese nel total volume complessivo.
06:11E oggi a livello di associazione vostra cosa cercate di fare? Di portare tutti sotto la stessa
06:17copertura o tenete sempre le due differenze tra i rischi catastrofali e gli eventi atmosferici?
06:23Non siamo certo noi di un'associazione che possiamo decidere, questa che è una nomenclatura
06:28che usa il mondo della raffigurazione mondiale, quindi per noi questo è impossibile modificato.
06:37Naturalmente la legge può decidere di includere uno o l'altro rischio nell'obbligatorietà,
06:43l'Italia ha deciso, non noi, l'Italia ha deciso per la copertura di terremoto, alluioni,
06:48in realtà con una serie di specifiche, inondazioni, sondazioni, eccetera, ma insomma assicurativamente
06:54vanno sotto la raffigurazione e le frane. Questo è quello che ha deciso l'Italia per l'assicurazione
06:58dell'impresa, il che vuol dire che se un'impresa si vuole assicurare contro la grandina, i danni
07:03della grandina, deve prendere una copertura aggiuntiva rispetto alla copertura obbligatoria.
07:10così come se si vuole assicurare contro il furto, dicono una cosa che non c'entra
07:15nulla, o rispetto alla business interruption dicono una cosa che invece è più collegata
07:19perché ovviamente la business interruption è molto più collegata a un eventuale danno
07:26catastrofale. Quindi questa è la situazione in assoluto. Negli approfondimenti che abbiamo
07:31fatto, c'è una ricchezza di informazioni, la professoressa Biglio lavora con noi e quindi
07:40li conosce e conosce anche un po' la fatica che tutti i nostri ricercatori bravissimi sia
07:44dell'ANIA sia dell'Università di Venezia hanno fatto insieme. La prima cosa che abbiamo
07:49provato a fare è che il rischio catastrofale non si misura sulle sedi legali, si misura su
07:56gli stabilimenti. Tante imprese hanno stabilimenti diffusi sul territorio nazionale. E chiaramente
08:03la prima cosa che abbiamo provato a fare di tutte quelle imprese che abbiamo censito
08:06nel campione, quindi ricordiamoci, sempre un campione, siamo andati a guardare il totale
08:11degli stabilimenti. E per la verità questo l'abbiamo fatto fino alla media impresa, essendo
08:16che la grande ha dei sistemi di assicurazione spesso anche captive, piuttosto che organizzati
08:23in maniera diversa da quelli tradizionali. Abbiamo cercato di misurare sugli stabilimenti
08:30del campione, quindi stiamo parlando di un campione selezionato, il tipo, l'incidenza
08:35di quanti stabilimenti sono coperti. Naturalmente ricordiamoci sempre, un campione rispetto al
08:40totale dell'universo, c'è un 40% di imprese che non hanno proprio nessuna copertura e
08:44quindi non è compreso in questo campione. All'interno di questo campione abbiamo che pur avendo
08:51almeno una copertura, il 73,7% delle imprese non ha nessuna copertura catastrofale. Ha una
08:57copertura sicurativa, ma non ha una copertura catastrofale. E invece circa il 23,7% ha la
09:06copertura per l'alluvioni e il 22,1% ha la copertura per il terremoto. La cosa importante
09:10è dire che l'incidenza tende a crescere anche alla dimensione dell'impresa, quindi non è
09:16solo un fenomeno di micro versus grandi imprese. È un fenomeno anche all'interno tra le micro
09:22e le piccole e anche all'interno delle varie categorie. Abbiamo delle prime stime economiche
09:29che vanno nella direzione di far vedere che c'è un effetto dimensione anche all'interno
09:35di categorie tra virgolette omogenee.
09:37A livello settoriale quali hanno più copertura?
09:40Abbiamo avuto anche di recente un incontro in Confindustria, è stata la prima domanda che
09:44ci hanno fatto. Il settore che in generale ha una maggiore livello di copertura degli
09:51stabilimenti, sempre misurato sugli stabilimenti non fuori società, è il settore della manifattura
09:57che ha una copertura di gran lunga maggiore rispetto a quella di tutti gli altri settori.
10:03Più bassa è la propensione per l'assicurazione degli stabilimenti contro i rischi cat-nut da parte
10:11delle società, del commercio soprattutto e poi della ristorazione degli altri servizi.
10:15Si assicurano di più quelli che hanno gli stabilimenti in zone più rischiose o quelli
10:20che si assicurano in funzione più o meno in maniera uniforme all'interno del territorio
10:26nazionale.
10:28Ora naturalmente per fare questo, che sembra una domanda semplice, bisogna fare la prima
10:32cosa e bisogna associare a ogni stabilimento il suo rischio, sia del rischio di terremoto
10:37sia del rischio di alluvione. Questi sono i due che abbiamo trattato. L'abbiamo fatto
10:43utilizzando le migliori informazioni, quindi utilizzando i dati ISPRA per l'alluvione, utilizzando
10:48i dati sul terremoto più aggiornati. Naturalmente ci stiamo ancora lavorando, ma tendenzialmente
10:55possiamo già dire che più è rischioso il territorio, maggiore è la propensione ad
11:00assicurarsi. Ora naturalmente questo da un lato qualcuno potrebbe dire è ovvio, nel
11:07senso che se io percepisco un rischio maggiore tendo ad assicurarmi di più, però dovete
11:11vederlo anche con gli occhi degli assicuratori. Se si assicurano tanto di più nelle zone più
11:16rischiose, ovviamente c'è più rischio per l'assicuratore e ci saranno prezzi più
11:21alti per le imprese assicurate. Questa tendenza in parte c'è e chiaramente questa tendenza
11:29è anche quella che ha motivato un po' l'obbligatorietà, nel senso che se tu vuoi aumentare la mutualità,
11:36la mutualizzazione del rischio, devi avere tutti assicurati, perché ovviamente questo
11:42riduce in qualche modo il prezzo complessivo che si paga in zone più rischiose. È ovvio
11:50che non si può eliminare la differenza, anzi la legge prevede esplicitamente che il prezzo
11:54dipenda dal rischio, però è altrettanto evidente che se si assicurassero solo quelli in zone
11:59ultra rischiose i prezzi sarebbero chiaramente non gestibili. Quindi anche questo tipo di analisi
12:08nuova, che credo non abbia fatto nessuno con questo livello di dettaglio, è un po' i primi output
12:15dei tanti che stiamo diffondendo con Green's e quindi in qualche modo è anche il frutto
12:21di tanti lavori fatti insieme tra il settore privato, nel consorzio Green's e il settore
12:27pubblico dell'università. Credo che sia una storia di successo e spero che poi continui
12:31a tempo.
12:32Professore Sevilla, ricordiamo il tema nell'ottica delle tre dimensioni SG della copertura del rischio,
12:38perché è importante e perché riusciamo a quantificarlo anche in ogni dimensione oggi?
12:43La capacità innanzitutto di comprendere le diverse tipologie di rischio, quindi in questo
12:50caso il rischio di esposizione a un rischio in ambito climatico che si traduce in rischio
12:57catastrofale anche, significa essere in grado dal punto di vista della governance innanzitutto
13:03di avere capacità di comprensione e di gestione di quello che significano i diversi rischi.
13:10ha una capacità di ridurre l'esposizione al rischio o quantomeno di contemperare l'esposizione
13:18al rischio, quindi mitigazione dei rischi anche dal punto di vista del termine di gestione
13:26del personale, perché ovviamente aver capacità di mitigare quel rischio vuol dire non tanto
13:33e solo, cosa importantissima, preservare dalle conseguenze del rischio, quindi del danno il
13:41personale, ma anche del posto di lavoro, perché ovviamente la dimensione sociale è importante.
13:47E dal punto di vista ambientale ovviamente la capacità di mitigare i rischi derivanti
13:54anche dal cambiamento climatico, dal rischio climatico, significa anche esporre meno il territorio,
14:02ovviamente qui dipende dal modo in cui si agisce quelli che sono i danni derivanti
14:07da eventi, impatti di questo tipo.
14:09Dottor Forcarelli, che consiglio è che può dare proprio sul tema quello assicurativo
14:14legandosi all'assicurazione, quello obbligatorio, a terremoto, alluvioni, frane e dopodiché anche
14:19e soprattutto sugli eventi atmosferici? Cercare una polizza unica o invece andare in vie separate?
14:27All'ultima assemblea dell'ANIA il Presidente Mattarella ha ricordato una cosa importantissima,
14:33cioè che lo Stato non è esonerato dopo aver messo una polizza di assicurazione dalla protezione
14:41e dalla messa in sicurezza del territorio. Le due cose devono andare insieme, non si fa
14:47solo un'assicurazione. La protezione e prevenzione sono la chiave per poter avere un sistema assicurativo
14:55solido che è in grado di coprire effettivamente i rischi. Se non mettiamo in sicurezza e non
15:00facciamo prevenzione, la polizza da sola non risolve tutti i problemi. Aiuta ovviamente
15:05in certi frangenti, ma non è la soluzione ai problemi generali di adattamento che raccontava
15:12la professoressa Biglio. Per quanto riguarda l'imprenditore, la cosa importante è capire
15:17i propri rischi. Naturalmente lo può fare da solo, ma molto spesso si deve far aiutare,
15:21si deve far aiutare dagli agenti, dai broker, magari dagli sportelli bancari, da consulenti
15:27che lo sappiano aiutare a capire i propri rischi e lo sappiano in qualche modo indirizzare
15:32in un risk management efficace.
15:39Aggiungere coperture ha chiaramente senso in una valutazione complessiva del proprio rischio,
15:45ma naturalmente dipende dalla singola impresa. La copertura obbligatoria deve essere uno stimolo
15:51a pensarci un attimo di più e affinare la propria percezione del rischio. Questo è
15:59in qualche modo quello che noi speriamo sia l'output di questo meccanismo. Se l'imprenditore
16:07è più conscio dei rischi che corre, delle cose a cui può andare incontro, naturalmente
16:13gestirà meglio il suo rischio e gestirà meglio la sua impresa. E, lasciatemi aggiungere,
16:18è possibile che il settore bancario in qualche modo glielo riconosca in termini di facilità
16:24di accesso al credito. E' altrettanto possibile che questo abbia un effetto positivo perché
16:30magari investitori istituzionali, anche compagnie di assicurazione, investano in questo tipo
16:35di attività. Può diventare un circolo win-win, naturalmente è una grande sfida perché riguarda
16:41milioni di imprese, non riguarda un numero limitato, però in qualche modo è il tentativo
16:49di avere un sistema produttivo più moderno, resiliente e più capace di affrontare rischi
16:56purtroppo crescenti.
16:58Ringraziamo tutti i nostri ospiti alla prossima puntata di Focus SG.
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