Roma, 17 lug. (askanews) - Un incubo durato cinque anni, passati nelle prigioni del regime di Alexander Lukashenko, il presidente-dittatore della Bielorussia fedele alleato di Vladimir Putin: il dissidente Sergei Tikhanovsky era stato condannato a 18 anni nel 2020 dopo aver guadagnato enorme popolarità grazie al suo blog video e aver cercato di candidarsi alla presidenza nelle elezioni farsa che hanno poi riconfermato Lukashenko. Liberato in anticipo ed espulso, ha raccontato in un'intervista ad Afp la sua terribile esperienza: "È un letto di ferro fatto di strisce di metallo bucherellate. È lungo 1,75 metri e io sono alto 1,92 metri. Quindi, a dire il vero, non riuscivo nemmeno a stendermi completamente. I materassi sono solo alcuni pezzi di tessuto, quindi si sta praticamente sdraiati sul ferro. A volte, quando non c'è il riscaldamento e fa freddo, ci si sdraia sul ferro freddo, allora si ha dolore ai reni e si deve andare in bagno in continuazione".I carcerieri, ha spiegato il blogger, gli dicevano continuamente che sarebbe morto in prigione, che tutti lo avevano dimenticato e che avrebbero prolungato la sua pena. Invece è stato liberato come parte di un accordo negoziato dagli Stati Uniti. Alla fine del suo calvario, Tikhanovsky ha scoperto che la moglie, Svetlana Tikhanovskaya, aveva deciso di candidarsi al suo posto, perdendo contro Lukashenko (in elezioni considerate truccate dagli osservatori indipendenti), e successivamente fuggendo in Lituania per timore di essere arrestata."Non lo sapevo, perché la conoscevo solo a casa, come moglie, come madre dei miei figli, come persona che teneva unita la nostra famiglia, perché era il collante che ci teneva uniti. E ora, quando vengo nel suo ufficio, è una donna d'affari, seria, tutti la ascoltano, è... beh, non direi che è molto severa, ma quando dice qualcosa tutti intorno a lei eseguono immediatamente i suoi ordini".Tikhanovsky ha rilasciato l'intervista durante un festival di cultura bileorussa in Polonia, vicino al confine. Il 46enne ammette di essere il fantasma di se stesso e di aver perso 60 chili durante la prigionia. Ma non si arrende: "Ero determinato a lottare nel 2020 e ho mantenuto questa determinazione per tutta la durata della mia detenzione. Oggi sono altrettanto determinato, se non di più. Grazie alle risorse diplomatiche di mia moglie e del suo team e al sostegno della mia squadra, sono convinto che possiamo tornare ancora più forti. Dopotutto, non ho ancora fatto nulla, non faccio altro che rilasciare interviste."