NEL TINELLO DI BUCAREST, in realtà Babbo Natale è Papà Gelo. Nessuna natività da festeggiare, ma Capodanno sì. Nella Romania del 20 dicembre 1989 il bambino ha scritto la sua letterina. Cosa portare a mamma. Cosa portare a papà. Per lei una borsa nuova. Per lui, soddisfare quel desiderio ripetuto: che muoia zio Nicu. Il fatto è che lo zio è Nicolae Ceaușescu, presidente/dittatore rumeno dal 1974 al 1989. Una sorta di "padre/padrone" di uno dei governi dell'ex Patto di Varsavia "ufficialmente" meno allineati all'URSS, in realtà con una dittatura terribile che si identificava completamente con il capo dello Stato (e la sua famiglia: moglie e figlio)... Ecco perché quel desiderio non doveva uscire dal tinello... È uno dei momenti più tragicomici di L'anno nuovo che non arriva di Bogdan Mureșanu, regista rumeno nato nel 1974: chissà, se c'è dell'autobiografia. Molto probabilmente sì. Il film è nei cinema adesso, dopo aver vinto la Sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2024. Una serie di storie ed episodi che suonano verissimi, nella Bucarest del 20/12/1989. Dove tutto scorreva uguale, come sempre: i segreti di famiglia, la tv nazionale che stava per registrare lo spettacolo di fine anno. I ragazzi che sognavano di fuggire via, suonare, portare i capelli lunghi, fumare, amare. Gli operai e i tassisti che si arrangiavano. La madre che doveva lasciare l'appartamento del vecchio palazzo in centro, da demolire per volontà di zio Nicu. Ma resisteva, unica, lì dentro... Gente comune, cresciuta così, sospesa/prigioniera in un Paese/regime/rete in cui vivere era sopravvivere. Sapendo che se quel tuo desiderio arrivava a Papà Gelo per te era la fine... Ma, come credono i rumeni e gli slavi, la vita è un mix di tragico e comico/grottesco: questo anno nuovo atteso come quelli del passato, non arriverà mai. Ne arriverà uno nuovissimo, in realtà. Anticipato da quelle voci che alla radio parlano di "traditori al soldo dei capitalisti" nemici del proletariato rumeno, a Timisoara... Sapendo che zio Nicu risolverà tutto, il padre rincorrerà la lettera del figlio per evitare che arrivi a destinazione e che per lui sia (letteralmente) la fine... Ma eccolo, il destino tragicomico/grottesco. Zio Nicu morirà davvero il 25 dicembre 1989, condannato a morte dal tribunale del popolo ribellatosi al padre/padrone, come ci mostrano i titoli di coda. Il 1990 che arriverà non sarà l'anno nuovo previsto. Sarà nuovissimo...
00:30Marius, mi diresti di nuovo, parola per parola, quello che hai scritto?
00:40E per papà chiedo...
00:42Continua.
00:43Che muoia zio Nico, perché è quello che lui desidera.
00:48Perché è quello che lui desidera?
00:50Sì.
00:52Quando mi hai sentito dire questo?
00:55Ieri, te l'avevo anche chiesto.
00:57Quando ieri? Dov'ero? Quando?
01:00Quando ieri? Quando?
01:02Ieri sera. Hai davvero detto così?
01:07Anche se l'avessi detto...
01:09Tu devi andare a raccontarlo a tutti, eh?
01:13È proprio deficiente!
01:14Che sta succedendo?
01:15Ti spezzo tutte le ossa!
01:16Cos'è successo?
01:17Che ci sia la tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua tua
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