INTERVISTATA DA FABIO FAZIO durante la puntata di Che tempo che fa del 2 novembre, la scrittrice canadese Margaret Atwood ha parlato del suo romanzo anticipatore Il racconto dell'ancella («Quando lo scrissi non potevano credere che ci sarebbe stata una chiusura come quella che vediamo, che ci sarebbe stata una cancellazione delle libertà civili che la gente aveva allora»), per poi allargare il discorso. «Sicuramente siamo arrivati al punto di sotterrarli, i libri. E questa è una cosa che è successa tante volte nel passato: ritorniamo a Platone, quando non si volevano poeti. Negli Stati Uniti questa cosa non accade per la prima volta, però è quella più recente. Abbiamo avuto qualche tentativo simile in Canada, ma sicuramente non con la magnitudo che vediamo negli Stati Uniti e la cosa non riguarda solo il mio libro, ma anche quelli di tantissimi scrittori. È questa amministrazione americana che non vuole nessuna opinione contraria e quando si comincia a adoperare in questo modo si può finire col totalitarismo, che come tutti sappiamo non ci piacerebbe». Margaret Atwood ha vinto due volte il prestigiosissimo Booker Prize e molti altri premi. Dal suo Il racconto dell'ancella (1985) è stata tratta la famosa serie tv. Attivista per i diritti civili e l'ambiente, torna in libreria con Le nostre vite (Ponte alle Grazie, 2025).
00:00Ma sicuramente siamo arrivati al punto di sotterrarli e questa è una cosa che è successa tante volte nel passato, ritorniamo a Platone dove si diceva non vogliamo poeti, capisco il punto, però adesso negli Stati Uniti questa cosa non accade per la prima volta, è la volta più recente però.
00:30E abbiamo avuto anche qualche tentativo simile in Canada, però sicuramente non con la magnitudo che vediamo negli Stati Uniti e la cosa non riguarda soltanto il mio libro, riguarda il libro di tantissimi scrittori, è questa amministrazione americana che non vuole nessuna opinione contraria e quando si comincia ad operare in questo modo puoi finire con il totalitarismo.
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