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  • 7 settimane fa
Dieci anni fa sembrava una certezza acquisita: il futuro del pianeta dipende dalle nostre scelte di oggi. I disastri climatici, l'innalzamento delle temperature, la febbre della Terra erano preoccupazioni condivise dall'intera comunità internazionale. Oggi, improvvisamente, questa urgenza sembra interessare solo all'Europa, spiega Daniele Manca.La metafora è semplice quanto allarmante: se il nostro corpo raggiungesse i 39 gradi invece dei normali 37, saremmo malati. È esattamente ciò che sta accadendo al pianeta. Nel 2015, con gli Accordi di Parigi, i Paesi firmatari si erano impegnati a mantenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi. Ma una delle prime mosse della seconda presidenza Trump è stata ritirarsi nuovamente dall'intesa – come già fatto nel primo mandato. Il secondo maggior produttore di gas serra al mondo, quei gas che letteralmente soffocano la Terra, ha fatto un passo indietro.La Cina, primo contributore alle emissioni globali, ha promesso impegno ma con tempistiche molto diluite, guardando più alla leadership tecnologica e manifatturiera che alla tutela ambientale.Resta l'Europa, che però vacilla sotto la pressione delle aziende chiamate a riconvertire le proprie produzioni. Molte sperano in un allentamento dei vincoli, cercando scorciatoie che potrebbero costare carissime alle generazioni future.La prossima prova del fuoco sarà dal 10 al 21 novembre in Brasile, quando si terrà la Cop 30 – la trentesima conferenza dei Paesi che, nell'ambito delle Nazioni Unite, si erano impegnati a contrastare il riscaldamento globale. Le lobby industriali lavoreranno alacremente per limitare gli impegni degli Stati.A meno che non siano i cittadini a far sentire la propria voce.

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00:00Siamo gli unici nel mondo a preoccuparci dell'ambiente? Quello che sembrava scontato ieri,
00:10e cioè che dobbiamo seriamente pensare alle nostre azioni e alle loro conseguenze sulla
00:16terra, improvvisamente sembra che non interessi nessuno, che disastri climatici, l'innalzamento
00:23della temperatura sul globo, interessi soltanto all'Europa. Eppure pensate a che cosa accadrebbe
00:30al nostro corpo se invece di una temperatura corporea sotto i 37 gradi avessimo una temperatura
00:39sempre, mediamente, di 39 gradi. È quello che sta accadendo alla terra. Nel 2015 in Francia
00:48furono firmati gli accordi di Parigi. I paesi che avevano sottoscritto l'intesa si impegnavano
00:54a intraprendere azioni per tenere l'aumento della temperatura globale proprio sotto i
01:00due gradi. Una delle prime azioni della seconda presidenza
01:04Trump è stata quella di uscire di nuovo, l'aveva già fatto nel suo primo mandato, dagli accordi
01:11di Parigi. E così quello che è il secondo contributore, gas serra, cioè quei gas che
01:18soffocano la terra, si tira indietro. La Cina, che è il primo contributore, ha detto che si
01:25impegnerà, ma con tempi molto dilatati. E per di più, pensando più alla leadership
01:31tecnologica manifatturiera che alla difesa dell'ambiente, resta l'Europa, che però sotto
01:38la pressione delle aziende che dovrebbero riconvertire le loro produzioni, aziende puntano
01:45a fare sì che i vincoli si allentino molto. Ma perché ne parliamo? Perché dal 10 al 21
01:53novembre in Brasile i paesi che nell'ambito delle Nazioni Unite si erano impegnati a combattere
01:59il riscaldamento globale si riuniranno. La riunione si chiamerà COP30 perché la trentesima
02:07edizione di questo tipo di incontro, le lobby lavoreranno molto per fare sì che gli stati
02:13si impegnino poco sull'ambiente, a meno che non si facciano sentire i cittadini, noi cittadini
02:21e la povera Europa.
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