I partiti politici fingono di preoccuparsi per il crescente astensionismo elettorale, promettendo riforme che rilancino la democrazia dopo ogni voto, dice Antonio Polito. Tuttavia sono proprio le leggi elettorali da loro approvate a togliere ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente i propri rappresentanti, lasciando nelle mani delle burocrazie di partito il vero potere decisionale. Il risultato è inevitabile: gli elettori, delusi e disillusi, scelgono sempre più spesso di non recarsi alle urne.La situazione in Toscana è particolarmente emblematica. Uno dei casi più gravi riguarda Antonella Bundu, candidata alla carica di governatrice per Toscana Rossa, che ha ottenuto un sorprendente 5,2% dei voti, un successo significativo. Eppure non è stata eletta in Consiglio, perché la sua lista ha raggiunto solo il 4,5%, sotto la soglia dello sbarramento del 5% riservato alle liste non coalizzate. Paradossalmente, il Movimento 5 Stelle ha ottenuto due consiglieri regionali nonostante abbia preso meno voti di Toscana Rossa.Un altro caso controverso coinvolge la Lega: in Toscana è possibile inserirsi in un listino bloccato, nominando candidati che non devono confrontarsi con il voto diretto. Così, nonostante il tracollo elettorale del partito, il seggio è andato a Massimiliano Simoni, aiutante di campo del generale Vannacci, mentre la candidata più votata della Lega, Meini, con 3.122 voti, è rimasta esclusa.
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