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  • 2 giorni fa
Trascrizione
00:00Pietro Marcello, grazie della sua disponibilità di questo film meraviglioso che è presentato a
00:16Venezia e che vi presenti qui al Look Film Festival. Tu raccontavi a Venezia ami personaggi in rivolta,
00:22ami personaggi ribelli e questa è un'esperienza davvero, come l'ho definita, un grande affresco
00:28girato e interpretato in stato di grazia. Volevo sapere cosa ti lascia un film del genere da regista.
00:34Innanzitutto è stata un'esperienza bellissima perché ho pensato a Valeria Bruno Tedeschi fin dai
00:39primordi quando lavoravamo alla sceneggiatura con Letizia Pusso e Guido Silei. E' un film che non ha
00:47avuto un casting perché ho pensato subito a Valeria Bruno Tedeschi perché è una bravissima attrice
00:52nonché una bravissima regista. Ho pensato a lei perché mi interessava lo spirito della luce,
00:57mi interessava ricreare la figura di questa eroina, di questo talento intrinseco innato,
01:04mostruoso, bestiale, perché bisogna immaginare una donna a fine ottocento in un mondo maschio dove le
01:12donne erano relegate ai tuoli passivi e di questa donna che si muoveva in questi spazi, in questi
01:18ambienti, di questo teatro che era un vecchio teatro, un teatro ancora manierista dove lei era
01:23profondamente moderna e di una donna che ha trasformato anche il teatro moderno. Non a caso
01:29era amata da Chekhov che la citava in Gambiano, Charlie Chaplin era tanto amata dagli americani,
01:35dai russi. In Francia era meno conosciuta ma già allora era un mito. Mi interessava ricreare
01:43questo momento storico che erano i primordi del novecento, l'inizio del nuovo secolo e che attraversa
01:52anche la grande guerra in un momento di dissoluzione importante. È difficile intercettare lo spirito di
02:01un personaggio del genere. Quanto è stato diciamo difficile o anche come dire complesso cercare di
02:07raccontare lo spirito e non soltanto il successo di un grande personaggio come è stata la Duse?
02:11Ma non credo che ero adatto per fare un biopic. Non mi interessano i biopic in fondo perché non
02:17credo di avere questo arbitrio per dire chi era la Duse. Tra l'altro abbiamo tanti carteggi della Duse,
02:23tante descrizioni. Abbiamo un film che è Cenere dove la vediamo, che si muove in questi spazi. C'era
02:30una registrazione sonora di Edison che è andata perduta, tra l'altro. Quello che mi interessava
02:38era più ricreare questo spirito di una donna che era un tutt'uno corpo, anima, arte, vita,
02:50in fondo. Ascolta, tu sei un grande documentarista, quindi prima della Di Bella è Perduta che lo ricordavamo
02:56prima, la telecamera è spente, compie dieci anni, tu hai fatto dei grandissimi lavori di documentario
03:02e anche questo film tra l'altro è dedicato a Goffredo Fofi, quindi una persona, un personaggio
03:08che insomma è stato significativo per te. Volevo intanto chiederti due cose. Uno, cosa ha rappresentato
03:13Fofi per te, non solo a livello personale ma a livello proprio artistico e dall'altro che cosa la
03:20regia, che cose il dirigere ti ha insegnato diciamo più su di te come persona. Ma sai,
03:27io vengo dal documentario, il documentario si basa sull'imprevisto, per me l'imprevisto è
03:31l'infamitale perché credo che la sceneggiatura sia un'opera incompleta perché c'è la trasposizione
03:36finutica e in un certo senso mi piace tradire la sceneggiatura perché mi piace poter trasporre
03:45e rubare quegli attimi attraverso l'imprevisto. Non a caso anche Valeria è fatta come me e
03:52grazie al nostro aiuto regia che era Ciro Scoglia Miglio ci riusciva a ritagliare sempre lo spazio
03:56per inventarci qualcosa di nuovo. Poi in un certo senso il documentario questo mi ha insegnato
04:03a fare un po' tutto attraverso l'osservazione, a saper montare, a saper girare un film perché
04:08poi io sono sempre in macchina, mi piace essere dietro la cinepresa e questo mi ha dato il
04:15privilegio di poter avere un rapporto diretto con i miei attori. Riguardo a Goffredo Fofi,
04:21Goffredo è stato un grande educatore, ha educato tanti di noi. Io quando l'ho conosciuto facevo
04:31il trasportatore, facevo altri mestieri e grazie a lui ho potuto studiare, ho potuto inventare
04:39un mondo anche con rigore perché ero un uomo profondamente rigoroso e per 30 anni ho avuto
04:46il privilegio di poter stare accanto a lui. Questa è stata, probabilmente mi ha dato la possibilità di
04:53fare quello che faccio oggi. Ascolta tu sei un autore molto autocritico con te stesso, cioè sei una persona
04:58che si giudica molto quando lavora oppure insomma ti concedi anche diciamo delle libertà creative,
05:08cioè sei una persona che si autodisciplina molto? Sì, forse probabilmente era quello che dicevamo
05:13prima, sarà stato perché sono cresciuti in mezzo ai fufiani, probabilmente sì, anche se poi mi piace,
05:22sono morso al cinema, mi piace il cinema ma non mi appaga più abbastanza perché credo che quello che
05:27bisogna fare è creare scuole popolari, dedicarsi ai giovani, la necessità del fare, di lasciare un
05:36mandato ad altri e dedicarsi ai giovani, specialmente in questo momento storico dove regna
05:42l'Ignavia, dove regna la confusione totale, anche perché io appartengo a un momento storico che non è
05:50tanto diverso da quello che racconto nel film, c'è qualcosa in comune con il film dove niente è vero,
05:56tutto è permesso e viviamo in un mondo che è il mondo dell'Ignavia, dove i Gnadi non erano accettati
06:02neanche all'inferno, probabilmente bisogna guardare di più alla finestra quello che succede intorno a noi.
06:10Quello che dicevi a Venezia mi aveva colpito molto, cioè quando parlavi di disobbedienza civile,
06:15che è una cosa che in questo momento è al centro un po' dell'interesse necessario,
06:21anche come dire dare forse maggiore attenzione anche a quei momenti, quelle azioni che passano
06:28inosservate ma che invece sono, come dire, dovrebbero avere luce maggiore rispetto a quello
06:34che è anche il messaggio che devo dare. Tu raccontavi anche a Venezia qualcosa legato al porto di Genova
06:40perché avevo letto, ero rimasto colpito, che è un po' quello che ho letto sui libri,
06:47che immaginare una rivoluzione al basso, una disobbedienza civile al basso, dove dei portuali,
06:53un movimento è pronto a bloccare i porti d'Europa, questo mi sembra incredibile,
06:59anche se poi bisogna partire dai giovani perché sono loro che continueranno la storia,
07:04forse è giusto che il nostro mandato, questo vale anche per i miei colleghi,
07:10di dedicarci di più a chi verrà, più che essere concentrati solamente su noi stessi.
07:17Ecco, piccolissime curiosità proprio cinefile, qual è o quali sono i film che da giovane
07:24ti hanno un po' aperto la testa e perché? Se ci ripensi un attimo al momento in cui
07:29tu non eri ancora diventato regista ma lavoravi...
07:33Ma sono tanti, sono troppi perché poi fino a 30 anni guardavo film perché per me era l'unico modo
07:40per imparare a fare il cinema, guardando i vecchi film ho studiato, tanto conosco bene il cinema italiano
07:48come conosco bene il cinema francese, ho studiato il cinema russo sicuramente, conosco meno quello americano
07:54probabilmente, ma sai quando il ragazzo prende spunti da tutte le parti, l'unico modo per fare cinema
08:03per me era imparare ad imparare da soli, ovvero guardando i film, poterli analizzare e poter avere
08:10uno sguardo a 360 gradi sull'altro, non mi sono mai interessati i modelli, credo nel metodo, allora c'era
08:17il metodo di Rossellini, c'era il metodo di Bresson, c'era il metodo di Rom, mi interessava innanzitutto
08:24analizzarli per imparare a farlo innanzitutto, non ho fatto a scuole di cinema e quello era l'unico
08:30approccio, l'unico modo per imparare a farlo e sono partito dal documentario non perché dall'inchiesta
08:37innanzitutto perché ho fatto tanta inchiesta, non perché mi interessava il documentario perché era lo
08:44strumento più accessibile per me per fare cinema. Ascolto, l'ultima insieme a battuta è proprio
08:48pensando a qualche minuto fa qui a Lucca, c'è stato come dire, c'è stato travolto tra virgolette
08:53dall'affetto di tante persone, è una cosa che ti imbarazza, ti inorgoglisce questo grande attestato
09:01di amore e di affetto che il pubblico ha nei tuoi confronti come autore perché ti riconosce come dire
09:09che hai lasciato traccia nel tempo attraverso i tuoi lavori, quanto ti inorgoglisce questa cosa?
09:15Ma sai, io ho lavorato sempre molto sulla mia vanità, sul mio narcisismo, come dire, mi sono sempre
09:21autocastrato abbastanza sai perché in fondo quello che facciamo portiamo sempre noi stessi e allora è un
09:29qualcosa che va anche ben gestito, sicuramente un film quando finisce un film è come una storia
09:36a modo che finisce un po' ti ricordi ma vuoi anche dimenticare perché in fondo quando penso ai miei film
09:44vedo i miei film tutti insieme, mi piacerebbe smontarli, rimontarli, rimettere insieme e in un certo senso
09:51la vita va avanti, anche noi ci emancipiamo da quel che facciamo, però sicuramente non potrò mai più
09:57realizzare i film che ho fatto da ragazzo come La bocca del lupo, Il passaggio della linea dove erano film
10:03veramente girati con pochissimo, dovevo imparare a fare tutto da solo, a montarli, produrli, a fare
10:10la fotografia, girare, probabilmente il mio privilegio è che ho imparato a fare l'operatore di macchina
10:17con la cinepresa e questo mi ha dato la possibilità di fare i film di finzione e di avere un rapporto
10:21diretto con gli attori, poi il resto credo che sia uno strumento violentissimo, la cinepresa, la telecamera,
10:30quel che sia, di filmare, per questo io mi pongo molte questioni etiche e morali del fare cinema
10:36e credo che sia importante, sia importante anche per chi inizia a fare cinema, di imporsi delle questioni
10:42morali del fare cinema, perché fare cinema, perché puntare una macchina, perché filmare, la necessità
10:50che è la base di tutto quello che facciamo. Molte grazie, in bocca al lupo. Grazie mille.
10:54Grazie mille.
10:56Grazie mille.
10:58Grazie mille.
11:00Grazie mille.
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