https://www.pupia.tv - Bologna - UNO BIANCA. QUESTORE BOLOGNA A RICORDO VITTIMA: DISAGIO E VERGOGNA Bologna, 6 ott. - "Vi confermo semplicemente il senso di disagio e anche di vergogna che ogni volta si prova in una circostanza come questa". Lo afferma il questore di Bologna, Antonio Sbordone, partecipando oggi alla commemorazione dell'uccisione di Primo Zecchi da parte della banda della Uno bianca, composta in gran parte da poliziotti. Zecchi fu ucciso il 6 ottobre di 35 anni fa in via Zanardi: freddato perchè, dopo aver assistito ad un'azione della banda, cercò avvisare le forze dell'ordine e di prendere appunti su ciò che aveva visto. Oggi quell'episodio è stato ricordato proprio nel luogo di quell'omicidio. Presente anche Rosanna Zecchi, moglie di primo, a lungo presidente dell'Associazione delle vittime della Uno bianca. "Comunque voglio dire soprattutto che io voglio bene alla signora Zecchi- continua dunque il questore- perchè è una persona buona e dolce, una persona che ha capito e che ha saputo fare le differenze. La vedo sempre addolorata, come evidentemente il primo giorno, perchè è un dolore che non può pssare, ma credo che abbia assolutamente superato i rancori". Zecchi ha saputo "apprezzare le istituzioni e quello che hanno fatto per ristabilire la verità in questa storia brutissima. Credo che questo per noi sia stato un premio. La signora Zecchi per noi è sicuramente un premio", afferma Sbordone. Zecchi ha compreso che quelli della Uno bianca erano "delinquenti e banditi che purtroppo indossavano una divisa", ma anche che "le istituzioni- conclude Sbordone- hanno saputo reagire e non solo in quella circostanza, ma anche successivamente, per riconquistare la fiducia della comunità". Nella giornata di oggi "è doveroso conservare la memoria intanto di un cittadino perbene, di un uomo coraggioso che alla presenza di una violenza in atto ha reagito", dichiara il prefetto Enrico Ricci. Primo Zecchi "ha fatto la sua parte di cittadino onesto", continua Ricci, oggi va dunque conservata la memoria sua "e di quella vicenda tragica che è stata la Uno bianca: 23 morti, centinaia di feriti, una lunga scia di sangue che si è protratta per sette anni e che purtroppo ha visto come protagonisti anche uomini delle istituzioni. Questo è motivo di riflessione e di impegno da parte delle istituzioni a ricordare quei tragici avvenimenti". A tanti anni di distanza da quegli eventi, ancora oggi i familiari delle vittime "dimostrano la loro forza nel porsi sempre vigili e attenti a quello che accadde e anche alla verità che ancora dobbiamo raggiungere- dichiara l'assessore comunale Daniele Ara- perchè sappiamo degli esecutori materiali, ma sappiamo anche che molte cose non sono chiare e credo che debbano esserlo fino in fondo. Perchè nel nostro Paese spesso le istituzioni sono state infangate, ma la forza della democrazia è reagire a questo fango e a queste delegittimazioni terribili e sapersi riscattare. Lo ha fatto la Polizia, lo hanno fatto i Carabin
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