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  • 3 weeks ago
“I farmaci long-acting esistono già in varie aree terapeutiche e dagli ultimi anni li abbiamo a disposizione anche per le malattie infettive, in particolare tra gli antivirali utilizzati contro l’Hiv. I vantaggi rispetto a una terapia cronica autosomministrata riguardano soprattutto l’aderenza. Riteniamo che un’aderenza ottimale si raggiunga intorno all’80% di persone che assumono cronicamente una terapia antiretrovirale. Con i farmaci long-acting, che sono iniettabili a intervalli molto lunghi, si ottengono aderenze vicine al 100%”.  Queste le parole di Andrea Antinori, direttore del dipartimento Clinico e ricerca malattie infettive, Inmi Spallanzani Irccs di Roma, durante l'evento istituzionale dal titolo "Hiv Call 2025-2026 - Regione Lazio: nuove opportunità di gestione e prevenzione, per l’emergenza sanitaria silente. Quali politiche a livello locale?" che si è svolto a Roma.

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00:00I farmaci long acting ne esistono in varie aree terapeutiche, adesso esistono anche malattie
00:08infettive, in particolare tra gli antivirali utilizzati contro HIV. I vantaggi di questo
00:15tipo di somministrazione rispetto a una terapia cronica autosomministrata, perché in HIV parliamo
00:22di una terapia cronica che dura tutta la vita, quindi non è un ciclo di terapia ma è una terapia
00:27durata illimitata sostanzialmente che accompagna tutta la vita del paziente, sono soprattutto
00:33relativamente all'aderenza. Noi sappiamo che i tassi di aderenza incompleta al trattamento
00:39antiretrovirale, pur se oggi noi i trattamenti antiretrovirali sono basati su farmaci molto
00:45ben tolerati che si danno in una sola compressa al giorno, ma comunque esiste ancora una aderenza
00:51incompleta che riguarda una larga fetta. Oggi si tende a dire che più o meno un'aderenza
00:57ottimale si raggiunge intorno all'80, forse anche meno per cento delle persone che assumono
01:03cronicamente una terapia antiretrovirale. Bene, con il long-ex si ottengono ovviamente,
01:08essendo farmaci iniettabili, a intervalli molto lunghi in cui si riesce a definire bene la deviazione
01:15dalla schedula di somministrazione, si ottengono aderenze molto vicine al 100%. Su questo ci sono
01:21chiaramente dei benefici, i benefici sono legati soprattutto a questo meccanismo, perché i farmaci
01:26di fatto sono farmaci simili, se non sovrapponibili, a quelli che si usano nella terapia orale al
01:32momento. Ulteriore questione, si può intervenire con vantaggio su alcune sottopopolazioni particolari,
01:40perché ricordiamo che una malattia ad HIV è una malattia ad alto coefficiente sociale,
01:45che quindi comporta l'interessamento di fasce di popolazione marginalizzate, in cui abbiamo
01:51povertà, abbiamo problemi di salute mentale, abbiamo problemi di dipendenza, abbiamo problemi
01:56di marginalità sociale e tutto questo comporta difficoltà in una corretta, precisa assunzione
02:04di una terapia orale quotidiana. Ecco, in questi gruppi, che possiamo considerare gruppi
02:10più fragili e socialmente sfavoriti, la terapia long acting è un requisito molto importante,
02:16perché consente di fare degli interventi, come sono stati fatti anche in altri paesi,
02:20anche in zone a risorse più limitate rispetto all'Italia, che intervengono su quella quota
02:26di popolazione che oggi non riusciamo a controllare dal punto di vista antivirale.
02:29Quindi è una popolazione che ha, come si dice in gergo, viremie rilevabili che possono
02:35trasmettere, che possono ammalarsi, che possono progredire e questo ci consente di avere un
02:42miglior controllo su tutta la popolazione in trattamento.
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