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ROMA (ITALPRESS) - "La mia convinzione è che nei prossimi 20 anni il futuro dell'Europa si giocherà in Africa. I destini dei due continenti sono fortemente intrecciati per tre grandi questioni. La prima riguarda gli squilibri demografici, l'Africa cresce molto dal punto di vista demografico e l'Europa è in recessione demografica; quindi, per affrontare il tema dei flussi migratori bisogna farlo necessariamente con l'Africa perché i flussi migratori vanno governati anziché costruire muri. L'Africa poi è cruciale perché non è un continente povero ma potenzialmente ricchissimo, soprattutto dei metalli delle terre rare. La terza questione riguarda la sicurezza, perché in questo momento alcuni Paesi sono il principale incubatore di terrorismo internazionale insieme all'Afghanistan". Così Marco Minniti, presidente della Fondazione Med-Or, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell'agenzia Italpress.
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NovitàTrascrizione
00:00Benvenuti da Claudio Brachino a questa nuova puntata di Primo Piano, rubrica di Italpress
00:15che racconta l'attualità attraverso un'intervista a un protagonista dell'attualità. Spesso
00:22tocca la politica, oggi tocca la politica sicuramente perché ci vuole trovare Marco
00:26Minniti, benvenuto, presidente della fondazione MedOr, motivo per cui ci siamo già conosciuti
00:36professionalmente qui di Italpress, ricordo che Minniti ha una lunga storia politica, la
00:42cosa che l'ha reso più famoso e importante in questo paese è essere stato il ministro
00:45degli interni in quota BD e del resto di quel tema lì Elena continua a parlare perché
00:51è molto competente, però oggi parliamo di MedOr, poi parleremo molto di Medio Oriente
00:57ma ricordiamo un po' al pubblico che cos'è questa fondazione, il suo statuto perché
01:03nasce, la sua missione, io ho promesso di tradurre sempre tutte le sigle, le vendite a Juvent,
01:08no? Si, no, MedOr come recita l'acronimo è Mediterraneo ed Oriente. Quando è nata esattamente
01:19quattro anni fa il tema era sempre importante ma non sotto la luce dei riflettori, oggi è
01:27sotto la luce di tutti i riflettori perché un pezzo fondamentale della storia del mondo
01:31si gioca in Mediterraneo ed Oriente, d'altro canto anche drammaticamente le immagini del
01:37Medio Oriente ci stanno ogni giorno rincorrendo. La fondazione che era nata prima come un progetto
01:45finanziato da Leonardo adesso ha cambiato veste nel senso che sono entrati nuovi partners
01:52con praticamente tutte quante le grandi industrie partecipate dallo Stato, con anche industrie
02:00private per intenderci da Eni ad Enel, a Cassa Depositi e Prestiti, a Fincantieri, a Snam,
02:09protagonisti importanti, a poste ferrovie dello Stato, portati istituzionalmente e economicamente.
02:15Ecco Terna, poi aziende private, c'è Team, bonifiche ferraresi e proprio ieri sono stato
02:22all'assemblea di Asso Lavoro dell'Associazione delle Agenzie del Lavoro Italiano che anche
02:27loro fanno parte, sono entrati come partner nel senso della fondazione MedOr, Edison e in
02:34questo momento abbiamo un progetto di ulteriore allargamento, nel senso che tutto questo è
02:47avvenuto attraverso una collaborazione positiva con il governo italiano, l'idea in qualche
02:52modo è quella di fare di MedOr un soggetto del sistema paese, che in qualche modo valorizzi
02:59l'idea del soft power, nel momento in cui prevale purtroppo drammaticamente l'hard power,
03:06c'è la guerra, si spara, l'idea di puntare sull'alta formazione, sul dialogo, sulla cultura,
03:12sulle relazioni tra paesi può diventare un'importante chiave di volta, in ogni caso noi ce la mettiamo
03:19tutto, abbiamo costruito un sistema di relazioni internazionali che parte dal Mediterraneo con tutti
03:26i paesi arabi, con i paesi dell'Africa settentrionale, abbiamo relazioni e accordi diretti, arriviamo
03:32fino al Vietnam e all'India, per comprendere la capacità di dialogo che abbiamo messica.
03:40Sì, perché poi è un principio questo, ci c'è un principio dietro, lei l'ha chiamato soft power,
03:44l'ha anche tradotto per il nostro pubblico, ma questo principio che ci sta dietro, al di là
03:49dell'importanza della geopolitica del Mediterraneo, come l'ha detto, come principio, quello del soft power,
03:55quello del dialogo, dei punti culturali, può essere applicato anche ad altre zone del mondo.
04:00La nostra principale missione è quella di offrire la possibilità a ragazze e ragazzi
04:06del Mediterraneo allargato di venire a studiare presso le università italiane con le nostre
04:10borse di studio.
04:12Ce l'aveva detto, mi aveva colpito questo, se mi ricordo l'esempio è l'Università di Parma
04:16o il Marocco.
04:19Adesso tra l'altro, diciamo proprio qualche mese fa, la prima ragazza proveniente dal Marocco
04:25si è laureata in Italia ed è stata una straordinaria festa, poniamo soltanto un piccolo obbligo
04:30che coloro che si laureano con le nostre borse di studio ritornino ai paesi di provenienza,
04:35perché non vogliamo rubare i cervelli, vogliamo formare delle personalità, un pezzo delle classi
04:42dirigenti e vogliamo metterla a disposizione dei paesi di provenienza.
04:46Infine, l'ultima notizia, abbiamo proprio di recente aperto un osservatore sul Sud America.
04:50Naturalmente dal punto di vista formale non c'entra nulla nel clino mediterraneo e con
04:56l'Oriente, tuttavia il Sud America fa parte del Sud del Mondo.
04:59Ne parleremo nel momento in cui affronteremo le grandi sfide geopolitiche e la mia convinzione
05:04è che in questo momento senza il Sud del Mondo non si può costruire un ordine mondiale.
05:09Questo Sud del Mondo per due volte ci ha dato un Papa, quando veniva dall'Argentina e quando
05:14ha debuttato ha detto vengo dalla fine del mondo, Bergoglio, e Prevost è Chicago, ma è
05:22stato in Perù.
05:24Quindi, diciamo, questo Sud del Mondo è un Sud che conta perché esprime già da un po'
05:29di tempo, insomma, negli ultimi quindici anni, il massimo leader spirituale dell'Occidente.
05:34Assolutamente.
05:35Diciamo così, possiamo chiamarlo così.
05:37Non solo dell'Occidente perché il cristianesimo non è solo dell'Occidente, però sicuramente
05:41è il massimo leader spirituale del mondo, anche perché la Chiesa Cattolica ha una straordinaria
05:47influenza in una parte che non è l'Occidente.
05:49Infatti io mi sono corretto perché andiamo a considerarlo così perché è premonderante.
05:53Se mi consente, Leone XIV, questa sintesi straordinaria di una personalità che è nata
06:00negli Stati Uniti, che è americano a 24 carati e tuttavia ha messo in campo la sua formazione
06:08in uno dei posti più esposti del mondo come il Perù.
06:11Poi ricordiamo che c'è Sant'Agostino dietro, Agostiniano, c'è l'attenzione agli ultimi,
06:16l'attenzione, il resto ritorna come filo conduttore, quindi gli ultimi sarebbero,
06:21diciamo un po', adesso andiamo per schemi, quello che lei chiama il Big Sur, il grande
06:26sud del mondo, sarebbero quelli che sono fuori, in questo caso dall'Occidente ricco, capitalista,
06:32liberista, globalizzato, globalizzante e quindi questo sud del mondo ha le sue richieste,
06:38i suoi problemi e chiama.
06:39Quindi diciamo una volta, Sant'Agostino si occupava di alcune fasce sociali, oggi ce ne occupiamo
06:45in maniera un po' più planetaria, giusto o no?
06:48Questo non so se lo schiamo alla condivisione.
06:49Sì, c'è un dato che il sud del mondo vuole contare nel mondo, sono vari paesi che hanno
06:58posizioni anche a volte molto distanti l'uno dall'altro, per esempio l'India e il Brasile,
07:04il Brasile e il Sudafrica che quest'anno presiderà il G20, il Sudafrica presiderà il G20,
07:10hanno posizioni molto differenti però sono tenuti insieme da un dato, vogliono contare
07:14nel mondo, ritengono di avere la forza oggi per poter essere protagonisti e mi sembra una
07:20scelta molto saggia.
07:21Il nuovo ordine mondiale che si sta scrivendo.
07:24Allora torniamo un po' al Mediterraneo, le faccio una domanda prima di arrivare all'attualità
07:28perché l'attualità preme in questi giorni con quello che leggiamo e vediamo e lei ce
07:32lo può decodificare con la sua esperienza politica e anche con la sua posizione diciamo
07:36appunto nella fondazione Meddor, il vostro lavoro e l'attenzione mi sembra crescente
07:43delle grandi istituzioni del nostro paese, che siano aziende governative, che siano grandi
07:48privati, che siano aziende anche istituzionali, indica che c'è un discorso parallelo col piano
07:54Mattei, che è un'iniziativa importante di questo governo, che è anche un suggello europeo,
08:00che è questo, l'abbiamo spiegato mille volte, non è solo un import-export, non è solo una
08:05filiera di PMI, soprattutto PMI di grandi aziende che vanno in un territorio, ma è uno
08:09scambio che è antropologico, che è culturale, che è di persone, che è di valori, che è
08:14forse il modo migliore per togliere questo schema coloniale o pensare solo per esempio
08:19in questo caso alla parte del Nord Africa, del Centro Africa, solo come un laboratorio
08:24di immigrazione in senso negativo.
08:27Assolutamente sì, non vorrei sorprenderla, ma la mia convinzione è che nei prossimi vent'anni
08:33il futuro dell'Europa si giocherà in Africa, nel senso che i destini di questi due continenti
08:38sono fortemente intrecciati per tre grandi questioni, la prima riguarda gli squilibri
08:43demografici, appunto le migrazioni, l'Africa cresce tumultuosamente dal punto di vista demografico,
08:49l'Europa è in recessione demografica, quindi se vuoi affrontare il tema del governo dei
08:53flussificatori devi farlo necessariamente con l'Africa, perché non ci sono muri che tengono,
08:57devi governare i flussificatori, se pensi di costruire muri…
09:00Governare, però… Esatto, vanno governati, e se invece pensi di costruire muri, sappiamo
09:06per storia che i muri sono fatti per essere abbattuti, basta soltanto pensare il crollo
09:11del muro di Berlino. La seconda questione, l'Africa è cruciale perché non è un continente
09:15povero, è un continente potenzialmente ricchissimo, ricchissimo di materie prime,
09:20ricchissimo di…
09:21Poi è enorme, ci sono cinquanta destra anni.
09:23Ricchissimo di energia e soprattutto molto ricco di una cosa che è fondamentale oggi nella
09:28storia dello sviluppo delle tecnologie, si chiama metalli delle terre rare. In Africa
09:33c'è una concentrazione molto forte, in questo momento tutto quanto controllato dalla Cina.
09:39La terza questione riguarda le questioni della sicurezza. In questo momento alcuni paesi
09:44africani, soprattutto del centro Nord Africa, sono il principale incubatore di terrorismo
09:48internazionale insieme con l'Afghanistan e quindi dobbiamo affrontare anche questo tema
09:53se vogliamo avere un'Europa più sicura. Sapendo, e non dimentichiamoci, soltanto
09:58che qualche anno fa la capitale moderna della Libia, Sirte, era in mano a Islamic State.
10:05Alla luce di quello che sta avvenendo nel Medio Oriente, il tema dell'azione di prevenzione
10:10di contrasto al terrorismo ritorna drammaticamente di attualità.
10:13Allora, ci ritorniamo, quello che succede in Medio Oriente, lei sta seguendo, io le chiedo
10:19se può spiegare al pubblico, lei del resto un po' fa anche geopolitica, perché abbiamo
10:23fatto nascere un format, si chiama Diplomacy Magazine, il racconto della geopolitica, ci
10:28lavorano, l'ambasciatore Segui, l'ambasciatore Massolo, lei conoscerà, un paese protagonista
10:33con i due ambasciatori di volta in volta. Abbiamo fatto sempre Emirati Arabi Uniti, abbiamo
10:37fatto Marocco, quindi stiamo anche noi in quell'area lì. Perché Israele attacca in questo
10:42momento l'Iran e con quale scopo? La prima parte, in fondo, può avere anche un appoggio,
10:47quella idea di difendersi e di distruggere un'atomica, diciamo, in pector, chiamiamola
10:53così, sempre quello che sappiamo dell'Iran, che ha messo nella sua Costituzione la distruzione
10:58di Israele. Poi però c'è questa seconda parte che lascia tutti perplessi del regime
11:03change, l'idea di esportare ancora una volta un modello di governance in un paese che forse
11:09si deve dare per solo. È retorica questa seconda parte? Conta la prima? Perché Israele
11:15è attaccato in questo momento e dove vuole arrivare?
11:18Israele è attaccato preventivamente perché riteneva che ci fosse una minaccia imminente.
11:25Un po' bisognerà valutare quanto questa minaccia fosse realmente imminente. Ci sono
11:31anche dei problemi di politica interna, nel senso che Israele è impegnato in una lunga
11:38guerra contro Hamas, dopo l'aggressione drammatica che Hamas aveva fatto nei confronti
11:42del popolo israeliano. C'è anche l'idea che a un certo punto la leadership, che era
11:48uscita particolarmente colpita dall'attacco di Hamas, a cui era stata rimproverata, a quella
11:53leadership per non aver saputo difendere il proprio popolo, ha pensato che un attacco
11:59nei confronti di Israele poteva in qualche modo rilanciare la leadership. La cosa è effettivamente
12:04avvenuta perché in queste ore i sondaggi danno un consenso nei confronti di Netanyahu notevolmente
12:11in crescita. Con un dato che anche alcuni esponenti dell'opposizione che erano stati intransigenti
12:17con Netanyahu hanno convenuto con lui che quel tipo di attacco andava fatto.
12:21Magari quando vediamo le mangi dei bambini affamati a Gaza riusciamo a essere un po' meno
12:26d'accordo con il livello della risposta di Israele. Lei ha perfettamente ragione.
12:33Una delle ragioni del attacco preventivo ad Iran era quello di togliere la centralità
12:39alla vicenda di Gaza, nel senso che la vicenda di Gaza era diventata per Israele per la sua
12:44leadership un problema drammatico, un problema di isolamento internazionale e un problema che
12:50aveva anche un riflesso nella vita interna di Israele perché c'era una parte grande del popolo
12:55israeliano che non condivideva quel tipo di interventi e che soprattutto chiedeva di avere
13:00un accordo per poter liberare gli ostaggi che non dimentichiamoci ancora una parte di loro
13:05sono vivi e sono ancora nelle mani di Hamas. Oggi guardiamo al fatto che è stata varata una
13:15tregua, una tregua che viene dopo l'intervento americano che ha bombardato alcuni siti.
13:21Poi devo chiedere, la seconda domanda era come fare, mi scuso se lei fa il ragionamento
13:27ma andiamo nella stessa scia semantica. Perché poi l'America ha deciso con molti rischi
13:34di entrare in campo, famoso martello di mezzanotte e poi poche ore dopo però poi insomma c'è una
13:41tregua. Il meccanismo è esattamente questo, lei ha parlato del regime change e del fatto
13:50che era una cosa difficilmente pensabile, teniamo conto che Trump soltanto due settimane
13:57fa aveva drammaticamente criticato il comportamento dei suoi predecessori, in questo caso Bush Jr.
14:04e Obama in altre situazioni di tentativo di regime change, che sono stati drammaticamente
14:10Diciamo l'Iraq e Libia, l'Afghanistan ancora.
14:13L'Afghanistan, dove esattamente dopo vent'anni abbiamo riconsegnato l'Afghanistan nelle mani
14:19dei talebani, che tutto sono tranne che dei missionari. L'Iraq, il caos con una prevalenza
14:28fortissima delle milizie sciite, che prima non erano prevalenti in Iraq, perché prima
14:34Saddam Hussein era un sunnita. Io non ho nessuna nostalgia per i dittatori, però prendo atto
14:40che se era fatto l'intervento in Iraq per aprire la fase della democrazia abbiamo costruito
14:45un sistema che è molto più vicino all'Iran oggi di quanto si è vicino.
14:49Diciamo che nella galassia complicata del mondo musulmano c'è questa divisione tra il
14:55mondo sunnita, il mondo sciita. Hamas, per esempio, è sunnita, però prende i fondi
15:01dall'Iran perché hanno lo stesso scopo, distrugge Israele, la grande, sì, Hezbollah
15:06è sciita, l'Iran ovviamente è grande paese sciita, la Siria aveva un regime con sciita
15:13che ora non c'è più, però i grandi paesi ricchi con cui noi trattiamo, l'Arabia Saudita
15:18e gli altri emirati di Iraq sono sunniti, l'Egitto è sunnita e quindi in questo momento
15:24il mondo sunnita ricco e potente che dialoga con l'Occidente, guarda con favore all'azione
15:33di Israele, guarda con favore ma con prudenza, nel senso che questi paesi che pure hanno fatto
15:41anche accordi diretti con l'Iran, l'Arabia Saudita ha firmato l'anno scorso un accordo
15:45di cooperazione con l'Iran, sono preoccupati di tenere sotto controllo l'Iran, non vogliono
15:52che l'Iran abbia una bomba nucleare perché sarebbe per loro una minaccia diretta, tuttavia
15:57non vogliono nemmeno che ci sia un Medio Oriente dominato esclusivamente da Israele, per intenderci
16:03ognuno guarda al rapporto con gli altri tenendo conto innanzitutto quelli che sono i propri interessi
16:10nazionali. Poi c'è stato l'ultimo ricordo dell'intervento per affermare la democrazia
16:16è stato in Libia, oggi in Libia c'è il caos più totale, ci sono due governi, la situazione
16:21è assolutamente difficilmente governabile. Trump aveva detto che esportare la democrazia
16:29è stato un drammatico e storico errore degli Stati Uniti.
16:31Si è contraddetto ma poi come le sa ha avuto un ravvedimento all'ultimo miglio sulla via
16:41di Damasco, nel senso che ha spinto e favorito una tregua tra Israele e Iran, oltre tra Iran
16:53e Stati Uniti e contemporaneamente ha detto che il regime change e il cambiamento della leadership
17:00iraniana non era un obiettivo degli Stati Uniti, pur avendo coniato lo slogan MIGA, make
17:07Iran great again, che è la variante di MAGA diciamo.
17:11Abbiamo assistito a mille varianti di questa roba.
17:14Da questo punto di vista, proprio pochi minuti fa, Trump ha dichiarato che i rapporti con la
17:21leadership iraniana sono eccellenti, quindi da questo punto di vista dobbiamo abituarci alle
17:27montagne rosse.
17:28Però dal suo punto di vista, e poi le chiedo qual è il lavoro che fa Madora in questo complicato
17:33mondo, ma anche su Gaza, ma in questo mondo così complicato adesso come ci ritroviamo?
17:39Quali sono stati i danni fatti ai siti nucleari?
17:42Lasciamo stare nel cambiamento di regime e gli equilibri geopolitici, ma sono stati danneggiati
17:47questi siti per davvero?
17:48Perché ti dico che poi in realtà quello che contava era stato spostato, che la montagna
17:53di Ford è troppo profonda. Per esempio le grandi autori internazionali, come l'Agenzia
17:59Internazionale per l'Energia Automica, hanno detto che siamo disponibili a fare un'ispezione.
18:03Ci chiediamo? Sarà possibile? Qual è lo stato dell'arte oggi secondo le sue informazioni?
18:07Guardi, lo stato dell'arte è questo, che Trump naturalmente enfatizza moltissimi risultati
18:14ottenuti, dicendo che il sistema nucleare iraniano è stato completamente distrutto, che non
18:19è possibile riabilita. Stamattina il New York Times ha pubblicato in prima pagina un report
18:25dell'intelligenza americana che invece sostiene esattamente l'opposto, che si è ritardato
18:31il programma ma non è stato distrutto. Poi capiremo, la mia soluzione è semplicissima,
18:36nel momento in cui c'è una tregua ci sono tutte quante le condizioni, perché ci sia
18:40un'ispezione dell'Agenzia per l'Energia Atomica Internazionale. Nel momento in cui c'è
18:45una tregua dobbiamo chiedere che gli ispettori di quell'Agenzia vadano in Iran per capire
18:49che situazione c'è, perché c'è un grande giallo e il giallo sono i 450 kg di uranio
18:56già arricchito. Che pare siano stati spostati prima. Che pare siano stati spostati prima.
18:59Sono le immagini dall'alto di camion. Tra l'altro il capo dell'Agenzia Atomica Internazionale
19:04Raffaele Grossi ha detto che non siamo stati informati dall'Iran il 13 giugno che stavano
19:08spostando il materiale già arricchito. Su questo non c'è necessità di avere una discussione
19:15politica e perché ognuno la porta l'acqua al suo mulino. C'è necessità di avere una
19:20discussione scientifica e questa valutazione scientifica non la può fare altro se non
19:25l'Agenzia Atomica Internazionale che tra l'altro, ricordiamoci, è un'Agenzia delle Nazioni Unite.
19:29Non c'è dubbio. Senta, io parlerei con lei per ore, però un paio di domande ancora
19:34le voglio fare. In tutto questo quadro così complicato, che a Medio Oriente è molto complicato
19:38perché abbiamo già parlato di 3-4 conflitti dentro un conflitto unico. Abbiamo detto prima
19:45dell'Africa, del lavoro che fa Meddor in Africa. Con qualsiasi parte del mondo in una situazione
19:51come questa la vostra fondazione come opera?
19:53La nostra fondazione ha rapporti con i paesi arabi, tutti i paesi del Golfo e solo per
20:01dirne un'ultima notizia, noi abbiamo fatto due settimane fa un seminario sulla nuova Siria
20:07fatto insieme da Meddor e dalla Università di Doha del Qatar. Il Qatar in questo momento
20:13è un paese chiave perché ha tutte le relazioni internazionali. Nel momento in cui si è fatta
20:20la tregua tra Stati Uniti, Iran ed Israele un ruolo chiave là sotto il Qatar, che è
20:25stato capace di trasmettere un messaggio che valeva per tutti perché il Qatar ha un rapporto
20:30storico con gli Stati Uniti, la più importante base militare degli Stati Uniti in Medio Oriente
20:35e in Qatar, ha fatto la mediazione per la liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas e ha un rapporto
20:41strettissimo con l'Iran e quindi da questo punto di vista è un protagonista. Poi noi abbiamo
20:47anche un rapporto di collaborazione con istituti di ricerca israeliani, da questo punto di vista
20:53rappresentiamo appunto un ponte di comunicazione che nonostante tutte le situazioni complicatissime
21:01cerca di non rompersi. Solo per dirle una cosa, il 7 ottobre dello scorso anno in occasione
21:07dell'anniversario dell'attacco di Hamas noi abbiamo ospitato nella nostra sede una conversazione
21:12tra un esponente di primo piano israeliano e un esponente di primo piano degli Emirati
21:18Arabi Uniti. Per la prima volta al mondo, dopo il 7 ottobre, due esponenti di primo piano
21:24che ancora rimanevano di primo piano in quei due paesi hanno accettato di parlarsi pubblicamente.
21:29C'è stata una discussione, le posso garantire, straordinariamente bella, in cui ognuno ha mantenuto
21:34le sue posizioni, ma con un clima di correttezza e di rispetto straordinari. Tra l'altro, la cosa
21:40più bella era questa, che il rappresentante iraniano era un uomo, il rappresentante degli
21:44Emirati Arabi era una donna, a proposito di far venire meno tutti quanti i pregiudizi
21:49che a volte abbiamo. Tra virgolette, nel mondo arabo ci sono donne che contano e contano
21:54moltissimo. Mi fa piacere perché lei oggi racconta ancora della fiducia, se mi permetti
22:00luministica, nella cultura, nel dialogo, che non è proprio solo quello della diplomazia,
22:07anche quello dell'attività delle fondazioni e delle persone. Quindi questo dialogo è
22:12possibile ed è prezioso perché può aiutare in qualche modo, non dico risolvere tutti i
22:18conflitti del mondo, ma almeno ci si provano. Qualcuno lo deve fare questo lavoro.
22:24Assolutamente sì, anzi.
22:26Ne parla il Papa, ne parlano i governi, c'è la diplomazia, ma ci sono anche le grandi fondazioni
22:31che sono a questo punto, mi sembra, internazionali. Sì, appunto.
22:34Asce in Italia, ma è una fondazione internazionale.
22:36E se mi consentono, rappresentano anche lo spirito più profondo della nostra Italia.
22:41Noi siamo un paese che, quando ci è stato necessario assumerci delle responsabilità
22:45di essere riassunte, ma ha sempre considerato il dialogo come un elemento molto importante,
22:50tra l'altro avendo una credibilità. Poi c'è un dato strutturale.
22:54Vede in questo momento l'Italia per la sua collocazione geostrategica è il punto
22:59di congiungimento tra l'Occidente e il Sud del mondo. Se lei ci pensa è una collocazione
23:05straordinaria. È un punto di forza strepitoso, sapendo che nel nuovo mondo la collocazione
23:10geostrategica sarà un elemento fondamentale anche per quanto riguarda la crescita, l'economia,
23:16il peso internazionale. L'Italia ha questa collocazione geostrategica, deve fare di tutto
23:21per non perderla. Questo, se mi consente, è anche il senso profondo del piano Mattei, di cui
23:26abbiamo parlato all'inizio e possiamo su questo concludere.
23:29Con un grande obiettivo, il piano Mattei è un'idea strategica giusta dell'Italia, dobbiamo
23:34fare di tutto perché quell'idea e quel progetto diventano un progetto europeo.
23:39Mi piacciono i finali, io sono un uomo e usa le figure retoriche, quindi se il finale
23:44è bello non lo cambiamo. Io volevo chiedere altre cose, ma spero che lei tornerà a trovarci.
23:50C'è un dialogo anche con l'agenzia di stampa Italp, con il direttore Borsellino, che segue
23:56queste cose, segue il vostro lavoro anche mediaticamente, quindi siamo qui a disposizione
24:01per raccontare quello che fate, farlo conoscere agli altri, cambi da appunto i mezzi, gli
24:06strumenti mediatici dell'agenzia e questo no?
24:08Tra Italplace e Medor c'è una relazione eccellente.
24:14Questo mi fa piacere, quindi possiamo ritornare con dei focus anche più specifici, stavolta
24:20l'abbiamo fatto in generale, ma anche con la grande attualità, perché poi la gente
24:24vede, legge, vede i talk, legge un titolo di un giornale, poi insomma per carità, io
24:30lo dico qui da giornalista militante, militante in senso giornalistico, non in senso ideologico.
24:36Militante dell'informazione.
24:37Militante dell'informazione dopo 40 anni, chiaramente ci sono per esempio 15-18 pagine
24:42di un grande giornale, uno legge tutto, poi alla fine si perde, sembra che siamo universitari,
24:47quindi poi bisogna fare una sintesi per le persone, perché l'informazione fa il suo lavoro,
24:52per carità, poi bisogna fare una sintesi, spiegare, decodificare, poi il tassista che
24:56uno prende qui a Roma e gli dice a Dottor, ma c'è la terza guerra mondiale o no?
25:00Poi ti fanno una domanda, una volta che mi dice a Dottor, ma che fa a Totti, gioco o no?
25:04Adesso la gente si preoccupa.
25:05Ma che fa? Se fa la guerra o no?
25:08Se la ricordo con me, no?
25:09C'è una voglia di informazione straordinaria.
25:12L'ho fatto un esempio.
25:13Ai missionari dell'informazione, come lei tocca questo conto?
25:16Va bene, però insomma noi lo facciamo e lo facciamo insieme, quindi alla prossima volta
25:20riparliamo un po' anche di immigrazione, insomma lei è stato un grande ministro degli
25:25interni, ogni tanto ne parla, dà delle regole, è un grande tema anche quello, dove lei non
25:30agisce politicamente in questo momento, ma noi ne dobbiamo parlare, perché è coinvolta
25:35l'Italia, è coinvolta l'Europa, quindi insomma ce la teniamo per la prossima volta.
25:40Stavolta abbiamo chiuso come abbiamo cominciato col piano Matteo.
25:43Allora, le auguro buon lavoro davvero per tutte queste cose, grazie a Marco Minniti,
25:48presidente della fondazione MEDOR, quindi ricordatevi insomma anche l'acronimo linguistico
25:55e ci rivediamo spero presto per fare il punto un po' sulle questioni che ci accompagno.
25:59Tanto mi sembra che le notizie non manchino in questa parte del mondo.
26:03Ma poi abbiamo detto a lei, penso già all'India, al Sud America, vedete, ci vediamo, dovete
26:08cambiare l'acronimo.
26:10Esattamente.
26:11Quando poi il titolo non tiene più la cosa, come diceva Umberto Eco, bisogna cambiare
26:14il titolo?
26:15Sì, adesso siamo MEDOR Italian Foundation, fondazione dell'Italia, diciamo già e tanto.
26:22Allora dai, va bene, però teniamo questo titolo.
26:24Grazie di tutto e a presto.
26:26Grazie anche a lei, grazie a voi che ci avete seguito, appuntamento alla prossima puntata
26:30di Primo Piano.
26:31Arrivederci.
26:31Grazie a tutti.